Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Harper Collins Italia, oggi vi parlo di Whisky business di Elliot Fletcher.
WHISKY BUSINESS di Elliot Fletcher Editore: HarperCollins Pagine: 371 GENERE: Contemporary Romance Prezzo: 7,99€ - 16,90€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2025 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟
Trama:
Ora che la sua carriera di attrice hollywoodiana è al minimo storico, April Sinclair decide di tornare alla tranquillità della sua città natale, sull’isola scozzese di Skye. Quale modo migliore per capire come mai tutto è andato a rotoli, se non ripartire dall’inizio? April ha in mente di dedicarsi a una nuova sfida, ovvero salvare la distilleria della sua famiglia. Quello che non si aspetta di trovare è Malcolm Macabe, irascibile ed estremamente attraente master distiller che vive nella casa che lei ha appena ereditato. Anche se non è più l’adolescente timido che ricordava, una cosa è certa: lui non la vuole intorno. Mal ha tre amori nella vita: il whisky, il suo cane e il silenzio. Più a suo agio nell’ombra che sotto i riflettori, ansioso e scorbutico, non ha tempo per la principessina viziata che ficca il naso in quella che considera la sua distilleria. Lei che tempo addietro è scappata dall’isola, presto si annoierà di
nuovo e tornerà al suo mondo glamour e abbagliante, Mal quindi non deve fare altro che aspettare. Il comune desiderio di salvare la distilleria, però, significa lavorare più vicini di quanto entrambi vorrebbero. E quando le scintille iniziano a volare, lui si dice che non importa, perché April Sinclair non potrebbe mai volere un uomo come lui… giusto?
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RECENSIONE
Whisky business di Elliot Fletcher è una commedia romantica ambientata nella magica cornice dell’Isola di Skye. È un romanzo che parla di redenzione, identità, radici e amore, ma lo fa con una delicatezza e un'intelligenza che non lasciano indifferenti. È una storia che ti conquista con l’ironia, ti trafigge con la malinconia, e ti abbraccia con la dolcezza. Sembra leggero, ma la verità è che riesce a trattare temi molto seri con leggerezza, che come diceva Calvino, non significa semplicemente superficialità, ma ben altro. E Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di qualcosa che ci alleggerisca un po', senza però istupidirci, ma solo rendendoci più affrontabile la vita.
È un po' quello che cerca di fare April, e tutte le donne come lei, me compresa, che dopo un momento di profondo sconforto, decide di riprovarci. Attrice in declino dopo un successo travolgente e un crollo pubblico dovuto a una relazione tossica e alla ferocia dell’industria dello spettacolo, torna nella sua isola natale — non solo geograficamente, ma simbolicamente. Skye rappresenta tutto ciò che ha voluto dimenticare: un'infanzia senza una madre presente, la vergogna dell’abbandono, un nonno che non ha saputo (o potuto) raggiungere prima della fine.
Attenzione: April è fragile MA non debole. Sono due cose completamente diverse. Porta sulle spalle il peso del giudizio, non solo altrui, ma anche e soprattutto il SUO. La sua armatura sono l’ironia, il sarcasmo, la distanza emotiva. Ma sotto tutto questo vive una donna stanca, affamata di autenticità, che desidera tornare a essere qualcuno che vale per ciò che è, e non per il modo in cui appare. La sua ansia, il suo disincanto e il suo desiderio di guarigione parlano a tutte le donne che si sono sentite smarrite in un mondo che chiede troppo e restituisce poco.
Malcolm è burbero, chiuso, devoto al lavoro. Rappresenta il cliché maschile dell'uomo che non deve chiedere mai, che deve essere forte a tutti i costi, affidabile, silenzioso. Mai piangere, mai perdere il controllo, mai mostrare la propria emotività, sia mai. La sua solitudine è una gabbia dorata che si è costruito con pazienza, pezzo dopo pezzo, per difendersi da un mondo che lo ha ferito e lasciato indietro. L’incontro-scontro con April lo disarma e lo costringe a uscire dalla tana.
Malcolm è un uomo che ha represso tutto per troppo tempo. È iper-competente, ma si sente inadeguato. È affettuoso, ma ha paura del rifiuto. È leale, ma incapace di perdonare facilmente. Quando April ritorna e lo priva — involontariamente — di ciò che ha costruito con sacrificio, in lui esplode una rabbia che non è solo per la perdita concreta, ma per tutto ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. Il loro rapporto è un continuo scontro tra bisogno e orgoglio, tra attrazione e paura, tra due persone che si somigliano più di quanto vogliano ammettere.
Tornare a casa, per April, non è un semplice cambio di luogo. È un atto di sopravvivenza. La sua fuga da Londra è l’ammissione di una sconfitta, ma anche l’inizio di una rinascita. Il maniero, la distilleria, il villaggio diventano scenari in cui il passato viene affrontato, i fantasmi rievocati e, piano piano, compresi.
Elliot Fletcher costruisce un potente parallelismo tra lo spazio fisico e quello interiore: la casa è il corpo, la distilleria è il cuore, e Skye è l’anima.
Uno dei grandi meriti del romanzo è il modo in cui tratta temi come l’ansia, la reputazione, l’identità e il fallimento personale. April soffre di attacchi d’ansia, di insicurezze profonde e di una crisi identitaria che si riflette nel distacco dal proprio vero nome. L’autrice riesce a dare voce a un dolore silenzioso che spesso le donne tengono nascosto: il timore di non essere abbastanza, la pressione sociale, il terrore del giudizio. Ma lo fa senza mai cadere nel melodramma, con ironia e verità.
Malcolm incarna il senso di responsabilità maschile e il sacrificio personale in nome della continuità. Ha dato tutto per il distillery, ha fatto da figlio, da padre e da custode della memoria, e si vede scavalcato da una legge che non premia l’impegno ma il sangue. Il suo dolore è silenzioso, ma devastante. Il romanzo solleva una riflessione importante: chi ha diritto a ciò che resta quando una persona muore? L’amore, o la genealogia?
La piccola comunità è costruita in modo realistico. I suoi abitanti rappresentano una società che osserva, giudica, perdona, ma non dimentica. L’arrivo di April scatena pettegolezzi, aspettative, invidie e speranze. Elliot Fletcher mostra come anche i luoghi che chiamiamo "casa" possano essere stretti, soffocanti, ma anche salvifici, se si ha il coraggio di affrontarli.
L'amore tra April e Malcolm non scatta subito e meno male! È fatto di lentezza e di tanta ambiguità. Non c’è nulla di scontato. Il sentimento, qui, è un processo, non una destinazione.
Elliot Fletcher ha uno stile che oscilla meravigliosamente tra commedia brillante e introspezione malinconica. Sa far ridere con una battuta improvvisa e farti piangere con una riflessione sussurrata. Il doppio punto di vista (April e Malcolm) è ben calibrato, permettendo al lettore di entrare nei pensieri più profondi di entrambi. Ogni pagina trasuda autenticità, come se chi scrive conoscesse a fondo le emozioni umane e sapesse restituirle in modo vivido, reale, toccante.
Whisky Business è molto più di una commedia romantica. È un romanzo sull’identità, sul lutto, sulla ricerca di sé. È una storia che ci ricorda che a volte, per ritrovarci, dobbiamo perderci. Che si può essere forti anche quando si crolla. Che non c’è niente di più rivoluzionario che scegliere la dolcezza in un mondo che ci vuole cinici.
Un romance coccola? Ebbene sì, sono proprio io a dirlo che di solito cerco l'opposto. Ma tutti abbiamo bisogno di un po' di dolcezza, no?
Whisky Business è un invito ad abbracciare la vulnerabilità, a credere nella rinascita, a lottare per ciò che conta.
Consigliato a chi ha il cuore stanco, ma che ha ancora troppa voglia di battere.
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