Eccomi per la seconda volta con voi
presentandovi la recensione di un romanzo romantico e delicato, perfetto
proprio per la fine di questa estate. Scritto dall’esordiente Giulia Mancini e intitolato Fine dell’estate,
ci racconta la storia di una coppia di adolescenti alle prese con l’amore e con
le difficoltà della vita.
Una lettura fresca ma non priva di riflessioni.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Autore: Giulia Mancini
Titolo: Fine dell'estate
Editore: Selfpublishing
Pagine: -
Genere: Romance contemporaneo
Prezzo: € -
Ebook: € 1,99
Uscita: Agosto 2015
Sito autrice/Link acquisto
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È
l’anno 1983, epoca in cui l'unico modo di conoscersi è quello di incontrarsi
nei luoghi di ritrovo più consueti: un parco, una piazza, il centro città, la scuola. Claudio ha diciannove anni, ma a
volte pensa di averne molti di più tanto è insofferente la sua anima, cerca di
nascondersi sotto una maschera di sicurezza e spavalderia, ma lo tradiscono la
sua espressione inquieta e le troppe sigarette che fuma rabbiosamente. Vorrebbe
scappare dalla soffocante cittadina di provincia in cui vive e forse anche
dalla sua vita. Silvia ha sedici anni, tanti sogni da realizzare, tra cui
quello di vivere altrove, e tanta immaginazione per dare forma alle sue
fantasie, ama i libri e scrivere i suoi pensieri su un diario. Quando conosce
Claudio gli sembra di trovare la risposta a tutti i suoi interrogativi
irrisolti e soprattutto alla sua richiesta d’amore. Sono arrabbiati con il
mondo intorno a loro: i genitori, i professori, le convenzioni sociali
soffocanti della piccola città di provincia, troppo attenta alle apparenze e al
pettegolezzo. Entrambi manifestano la loro rabbia con i mezzi che hanno a
disposizione, il disprezzo, il disappunto e la ribellione. Si incontrano
casualmente in un pomeriggio d’estate e
si innamorano. Il loro incontro diventa
un manifesto e il loro punto di forza contro il mondo, ma anche l'occasione di
una possibile felicità. Grazie alla loro incoscienza e al loro amore assoluto e
totalizzante, come solo sa essere l'amore adolescenziale, tutta la loro vita
sembra prendere una direzione diversa e finalmente positiva. Un grande dolore
travolge però inaspettatamente la loro vita. Può un amore così giovane
resistere alle prove più dure? Forse la realtà riserva alla loro vita un
epilogo differente. O forse il loro è stato
soltanto il sogno breve di un'estate.
Giulia Mancini nasce in Puglia ma si trasferisce giovanissima
a Bologna dove vive e lavora. Ha sempre avuto la passione per la lettura e per
la scrittura e nel corso degli anni ha scritto a fasi alterne, romanzi e
racconti brevi, ma solo per se stessa e per pochi amici. Ha pubblicato
nell’agosto del 2014 La libertà ha un
prezzo altissimo. Questo è il suo secondo romanzo.
Fine dell’estate è il secondo romanzo scritto dall’esordiente Giulia Mancini
che ci racconta la storia d’amore tra Silvia e Claudio, ambientata in un’epoca ormai a noi lontana,
nella quale non esistevano i cellulari, né i computer, né tantomeno le chat e
per comunicare si usavano ancora gli sguardi e gli incontri casuali, come
quelli in un parco, sotto ad una quercia.
Romantico,
non trovate?
Di quel romanticismo
ormai passato di moda, ma di cui, alcuni di noi, ancora sentono la lontana
nostalgia.
Il romanzo
è pervaso da una sottile malinconia, da una voglia dolce e delicata di
raccontarsi, di prendersi per mano, abbracciarsi con coraggio e raggiungere
quella felicità tanto agognata che però passa attraverso uno dei periodi più
difficili della nostra vita: l’adolescenza.
Silvia è
una sedicenne con problemi familiari. Una madre assente, scontrosa, fredda e poco
materna, con la quale condivide una convivenza strana, poco loquace,
sprofondata nell’indifferenza e soprattutto basata sulle bugie che la donna le
ha raccontato, quella più grande riguardante la scomparsa del padre.
Siamo nel
languido 1983, immersi in un’estate italiana calda e torrida, nella quale i due
protagonisti s’incontrano e iniziano, senza saperlo, a condividere lo stesso
modo di vedere il mondo, caratterizzato dal disappunto e dalla ribellione.
Entrambi odiano la gente del posto in cui vivono ma nello stesso tempo
apprezzano la natura che li circonda, il paesaggio, l’essenza stessa del luogo
che li ospita, condividendone pregi e difetti.
Giulia Mancini avvolge le parole di velata malinconia,
racconta di un affetto nato per caso che cresce a dismisura e che va a
scontrarsi tragicamente con la forza stessa della vita.
Anche
Claudio, come Silvia, vive una situazione familiare non facile. I genitori sono
separati, vive con la madre Elena, additata dal paese per la sua condotta
superficiale, e vede il padre una volta all’anno. Ha soli diciannove anni ma un
passato pesante e difficile alle spalle che lo ha condotto ad essere
considerato da tutti come un ragazzo strano, mettendo addirittura in dubbio il
suo equilibrio mentale, tacciandolo di precarietà e malattia.
Silvia e
Claudio condividono il medesimo senso di inadeguatezza, si affidano l’uno all’altra
senza conoscersi, parlando di libri e di scuola. Hanno la stessa sensibilità,
lo stesso lasciarsi accarezzare dal respiro del vento e soffrono sulla loro
pelle sottile di adolescenti, i colori forti della realtà, che nella sua
passione come nella sua ira, s’impone nella loro esistenza talvolta come un
pugno in faccia, altre come un bacio che sa di miele e coraggio.
“Di lui l’aveva
colpita la piega amara delle labbra, l’espressione inquieta degli occhi, quelle sigarette fumate
con rabbia, il suo gesticolare.”
Il loro
mondo è pervaso di tristezza e di dolore. Soffrono la distanza spirituale ed affettiva
dei genitori che sembrano non comprenderli, la lontananza del modo di vedere e
di vivere degli altri ragazzi, perché entrambi sono introversi, chiusi,
silenziosi e lontani.
Vivono su
piccole isole costruite grazie ai loro ragionamenti mentali e ai loro sogni,
non vogliono essere disturbati né trascinati via da quella che considerano la
loro unica àncora di salvezza.
Eppure
quando i loro sguardi s’incrociano, qualcosa scatta che diventa subito
condivisibile, apprezzabile, imperdibile. Un semplice gesto, una parola
apparentemente innocua coglie nel segno e permette a quell’amicizia di
nascere e di fondere finalmente due vite fino ad allora solitarie.
La poesia e
la letteratura li tengono compagnia nei loro primi incontri ma basta davvero
poco a far scoppiare la scintilla che oltre ad unire le loro menti, unirà anche
i loro cuori.
“Claudio
era il centro del suo universo e tutto il resto era uno sfondo sbiadito.”
Giulia Mancini ha uno stile scorrevole, la storia ti coinvolge
con semplicità e ti aiuta a riflettere su ciò che ci circonda, affrontando
anche tematiche difficili come quella della malattia.
Nel loro
legame stretto e indivisibile, irrompe il dolore e la lontananza. Entrambi sono
cresciuti appoggiandosi l’uno all’altra, hanno espresso liberamente i propri
sentimenti e si sono amati, corpo ed anima, nonostante le loro giovani età e
nonostante la loro vita non idilliaca. Ad accompagnare le loro scelte, sempre
presente l’ombra dei genitori, ognuno con una propria storia, anch’essi capaci
di imparare dai loro errori e di rimediare alla loro iniziale e ingiustificata
indifferenza.
Claudio è
il ragazzo perfetto: premuroso, dolce, intelligente e forte, capace di
proteggere la sua Silvia e di essere il compagno ideale nel percorso della loro
comune maturazione. In fondo sono così giovani e così inesperti, ma si amano
alla follia.
Silvia è
riflessiva, la conosciamo ricurva su se stessa, alle prese con le proprie
debolezze e i propri pensieri, incapace di provare affetto per una madre che l’ha
solo riempita di bugie. Eppure il miracolo dell’amore porterà nella sua vita
non solo uno splendido ragazzo da amare ma anche una via d’uscita all’astio e
all’incomprensione con il genitore, rendendola maggiormente consapevole di se
stessa e di ciò che l’aspetta.
Fine dell’estate è un romanzo romantico ma anche doloroso,
capace di trasmettere un senso malinconico, come se eternamente scorresse sottile
il pensiero di qualcosa che si è perduto e che non può più tornare.
Il racconto
di un’epoca in cui il contatto fisico, la stessa conoscenza, l’innamoramento
erano diversi, forse più spontanei e, lasciatemelo dire, più duraturi.
L’era di
internet e dei social ha distrutto la spensieratezza, l’ingenuità, il sottile
velo che ci proteggeva dall’altro e che ci rendeva più misteriosi e segreti
nella nostra intimità, fatta di pensieri e di desideri.
Oggi tutto
viene sbandierato al vento, detto e letto, pubblicizzato e di conseguenza
mascherato. Si costruiscono identità precarie e fragili, che alla prima
occasione crollano, sotto il peso del giudizio e della critica.
Tutto
sembra macchinoso e la rovina dei rapporti sta nella loro superficialità, il
modo frettoloso in cui nascono e la leggerezza con cui finiscono, dopo il primo
e stupido ostacolo.
L’amore tra
Silvia e Claudio è prima di tutto affetto e rispetto per l’altro. E’ la
consapevolezza di vedere il mondo allo stesso modo e sapere che il posto in
quel mondo, entrambi vogliono che sia insieme.
L’autrice
narra di un legame adolescenziale che profuma d’estate, di dolcezza, di
infinito, un modo per imparare ad amare senza farsi del male, pur affrontando i
dolori della vita.
Una storia
che va avanti a piccoli passi, sincera e spontanea, a tratti fiabesca ma che
non perde mai il contatto con la realtà. I protagonisti, reali ed inquieti,
devono crescere e lo fanno con coraggio e determinazione, lo fanno senza
perdersi e senza accusarsi, lo fanno con la paura ed il terrore di non farcela,
lo fanno con l’amore. Quello vero, quello che nasce con la parola detta a voce
e con lo sguardo incastrato negli occhi dell’altro. Lo fanno toccandosi e
sfiorandosi la mente con un bacio, sigillando i loro sentimenti oltre qualsiasi
ostacolo.
Fine dell’estate sembra anche un ringraziamento alla vita, allo
scorrere del tempo che inesorabile passa ma certe cose, per fortuna, non le
cancella. Il titolo presuppone la fine di qualcosa e molte cose finiscono in
questa storia. Prima di tutto l’adolescenza che matura e che lascia indietro l’ingenuità
e l’intolleranza giovanile che sfocia in una più matura accondiscendenza e
comprensione che permette di smussare l’insofferenza dei due protagonisti,
avvicinandoli ai genitori ed a quel mondo da cui si erano frettolosamente
allontanati.
Ho
riconosciuto la sensibilità dell’autrice e la genuinità, la prontezza con cui
ha narrato, lasciando correre le sue emozioni e quelle che voleva arrivassero
al lettore. La sua storia non è qualcosa che stravolge ma ci leggi la
semplicità dei sentimenti, il loro leggero fluire in un modo che è così
naturale da lasciarti sorpreso. Perché non siamo più abituati alla naturalità
delle cose, oggi tutto deve essere costruito e preparato, quasi più nulla ha l’odore
del momento, dell’ingenuo, di ciò che è schietto.
Durante la
lettura ho sentito quello strano struggimento del tempo e dei colori che
sbiadiscono, delle pagine che si strappano, dei desideri che cambiano forma per
diventare altro. Ma le parole restano impresse in quel sogno che ha un sapore
delicato e che porta inciso il grazie della vita.
“Mi piace
immaginare i tuoi sogni, stai sorridendo, forse stai sognando di noi che stiamo
insieme, e siamo felici. E non moriamo mai. In questa estate ormai finita, in
cui non so se sto bene, ti sono grato per questi giorni passati insieme e per
il senso che hai dato alla mia vita.”
Deve essere una storia molto romantica e dolce
RispondiEliminaSe ti piacciono questo tipo di storie, non puoi perderlo!^^
EliminaSembra un bel libro, è sempre bello conoscere nuovi autori.
RispondiEliminaA proposito di fine estate, se vuoi, partecipa al nostro giveaway, in palio un bellissimo libro fantasy!
Grazie, passo volentieri dal vostro blog! ^^
EliminaForse troppo romantico per me. Intanto bella recensione come sempre ;-)
RispondiEliminaGrazie Ada! :-)
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