Buon
lunedì cari lettori! La recensione di oggi è dedicata al romanzo di Bianca Rita Cataldi, intitolato Waiting Room,
una storia di ricordi, memoria, passione e soprattutto amore.
Una
lettura molto intensa che vi consiglio!
Titolo: Waiting Room
Autore: Bianca Cataldi
Editore: Butterfly
Pagine: 154
Genere: Narrativa
Prezzo: € 12,00
Uscita: 2013
È
il 1942. In una Puglia bruciata dal sole, Emilia e Angelo condividono la
passione per il sapere, il desiderio di libertà e il tempo della loro
giovinezza. Settant'anni dopo, seduta nella sala d'attesa di un dentista,
Emilia rivela a se stessa la verità negata di una giovinezza che adesso, per la
prima volta, ha il coraggio di riportare alla luce. Con una scrittura che è
poesia del ricordo e caleidoscopio di emozioni, Bianca Rita Cataldi accompagna
il lettore tra i sorrisi e le lacrime di una donna come noi, raccontando la
storia di un amore mancato, di una generazione nell'età dell'incertezza, di
un'attesa che attraversa tutta una vita.
Bianca Rita Cataldi è nata nel 1992 a Bari, dove frequenta la facoltà di
Lettere e studia pianoforte in conservatorio. Finalista al Premio Campiello
giovani 2009, ha esordito nel 2011 con il romanzo “Il fiume scorre in te”
(Booksprint Edizioni). Waiting room, finalista della II edizione del premio
Villa Torlonia, è il suo secondo romanzo.
Waiting Room è
la seconda prova narrativa della giovane autrice Bianca Cataldi,
che
scrive un romanzo pieno di riflessioni e di affondi sentimentali e vitali,
proponendo un escursus ingiallito nella memoria di un’anziana protagonista che
si chiama Emilia
alle
prese con le vicissitudini amare e dolorose che hanno caratterizzato la sua
prima giovinezza e naturalmente la nascita dell’amore.
Particolari sono le prime scene del
romanzo, ambientate nella sala di un dentista, una sala d’attesa per l’appunto,
la Waiting room, nella quale oltre ad esserci Emilia che aspetta il suo turno,
accanto a lei è seduta una ragazza molto giovane che ha tutte le caratteristiche
per essere proprio l’autrice, che più tardi rivelerà la sua completa identità.
La ragazza affronta quella interminabile attesa con un taccuino in mano ed una
penna, riportando continuamente i suoi pensieri su carta, intrappolata in un
mondo invisibile e sconosciuto del quale non sembra trasparire assolutamente
nulla.
Emilia, invece, proprio tra quelle mura
silenziose e per certi versi distensive, inizia il suo viaggio a ritroso nella
memoria, conducendo il lettore in una spirale di vicende che la vedono come
protagonista effettiva della vita familiare nella quale è cresciuta, rinchiusa
in un piccolo paese della Puglia negli anni quaranta, periodo in cui la volontà
dei genitori era indiscussa e ogni loro parola un dovere. Emilia vuole studiare
e non ha molta voglia di sposarsi soprattutto da quando ha incontrato Angelo,
un giovane di cui si innamora e al quale dona tutto il suo cuore.
Il ragazzo è un ribelle e la conquisterà
fin dal primo sguardo, fin dalla prima volta in cui con le sue fragili mani,
suonerà una melodia indimenticabile al piano, fin da quella frase,
pronunciatagli all’orecchio con cui davanti a lei si prospettava un futuro
elettrizzante e soprattutto tanto sconosciuto quanto affascinante.
“Questo fatto del pianoforte mi riportò
alla mente una cosa che non avrei voluto ricordare. Una persona. Mi si conficcò
nel petto come una spina, il ricordo, facendomi provare dolore là dove credevo
di aver consumato la carne e di aver lasciato la pietra.”
Il romanzo si snoda tra passato e piccoli
affacci sul presente che ricordano continuamente al lettore lo stato attuale in
cui è abbandonata la protagonista: la solitudine della vecchiaia, il peso dei
ricordi, il dolore di un amore mai vissuto fino in fondo e la certezza di aver
bruciato qualcosa di bello e di indimenticabile.
“Noi due faremo la rivoluzione.”
Lo stile di Bianca Cataldi è come il sole
che intensifica qualsiasi colore. Una storia che potrebbe essere quella di
altri mille, attraverso le sue parole, la sua sensibilità, la sua dolcezza,
diventano forma di uno straordinario universo narrativo che scorre
delicatamente fino a raggiungere la tua anima.
Attimi di poesia che vengono donati come
fossero piccoli e profumati regali che dall’autrice arrivano a noi, sprazzi di
felicità consumata su se stessa, momenti di odio infinito per gli altri e per
quella mancanza di coraggio che ha reso vana una parte dell’anima.
La storia tra Angelo ed Emilia non è bella,
è una storia triste, autunnale, il cui epilogo felice è volato via come volano
le foglie ingiallite dal tempo quando si è fatto troppo tardi persino per
parlare.
Eppure la protagonista continua a farlo,
racconta con il cuore in mano tutto ciò che l’ha turbata, tutto ciò a cui ha
rinunciato, tutto quello che le ha strappato di dosso i sogni per renderla una
donna che probabilmente non ha più amato da allora, da quando Angelo ha smesso
di toccarla, di baciarla, di farle sentire quel sentimento di cui lei conosceva
a malapena il nome, lasciandoglielo cucito addosso per un’eternità.
“Va bene, portami con te alla stazione,
lascia che ti veda partire, andare via, svanire in una nuvola di fumo, tu, il
tuo treno, la tua presenza prossima all’assenza, e Roma all’orizzonte, ferma lì
dove non la vedrò mai.”
E adesso che la vita ha fatto il suo corso,
che le cose si sono messe a posto e che la solitudine ha iniziato a sgretolare
i rapporti, a rinchiudere gli affetti e a proporsi come l’unica alternativa
possibile alla morte, Emilia guarda in faccia la realtà, ammettendo a se stessa
di aver sbagliato forse a non prendere quel treno che le avrebbe cambiato la
vita ma che soprattutto le avrebbe regalato l’amore.
Waiting room ti conquista per una prosa
scorrevole ma originale, evidenziata da un fluire narrativo intervallato da
attimi di autentica poetica acerba e da pensieri che appaiono come chiodi
appuntiti pronti ad appendere quadri di carne sulla tua pelle. Bianca Cataldi
senza giri di parole, senza omissioni, senza paure, va a fondo dell’animo umano
e ne porta fuori gli inganni, gli sbagli, i peccati.
In un’atmosfera inquieta, come se il
racconto fosse attraversato da un eterno tramonto, la vita di Emilia si
presenta a noi in tutta la sua bellezza ed oscurità, nel suo rimpianto e in
quello che non c’è stato e che non potrà esserci mai. Nonostante ciò il clima
non è pesante né banale, il tutto è costantemente attraversato da un tocco di
particolarità stilistica che è attribuibile esclusivamente alla vena creativa
dell’autrice.
Tutti siamo eternamente in una sala d’attesa,
è questo il senso del titolo ed è il senso della vita di Emilia, della stessa
Bianca, e di tutti coloro che vivono un’esistenza aggrappati alla speranza, in
perenne attesa di qualcosa.
Una visione morbida, priva di spigoli se
non fosse per quelli rappresentati dal dolore della perdita, una consapevolezza
cresciuta ed ammessa, uno sguardo privo di illusioni su una realtà che molto
spesso ci è soltanto nemica.
L’amore parla da sé tra le righe degli
incontri tra i due protagonisti, si disvela attraverso i loro sguardi e le loro
mani, incapaci di toccarsi. Gli abbracci che non dovrebbero finire mai, i baci
che raccontano di mondi da oltrepassare strappandosi di dosso tutte le paure,
ma alla fine la sopravvivenza è una lotta inutile perché il destino, a volte, è
più forte di qualsiasi scelta.
I sentimenti raccontati da Bianca Cataldi
si vestono di malinconia, una nostalgia imbevuta di passione impolverata, resa
schiava dei ricordi eppure non del tutto sopita, perché la memoria di Emilia è
ancora sveglia, il suo cuore è vigile e con cura e attenzione porta avanti quel
piccolo batuffolo intinto nell’amore con il quale ha colorato la propria
esistenza.
Un amore forte ma non abbastanza. Un amore che
è diventato lontananza ma non dimenticanza. Quello mai, quello no. Anche se
non c’è stato coraggio, anche se l’attesa è diventata un universo
insopportabile, anche se la vecchiaia adesso non è una buona soluzione, perché non
è capace di sanare, non è in grado di salvare. Forse perché non c’è nulla da salvare
né da mettere via. Ciò che è stato, è ormai andato.
La lettura di questo romanzo lascia con un
alone di perdita addosso, un senso di incompiuto, come se questa storia fosse
in grado di sospenderti nel tempo. Come se tu, da lettore e quindi esterno,
fossi ancora lì ad aspettare che la storia tra Emilia e Angelo abbia il suo
lieto fine.
E’ questa la bravura dell’autrice, nel
riuscire a stamparti sulla pelle anche a te che leggi, quell’aria di attesa che
permea l’intero romanzo e quando lo chiudi, vorresti guardare verso quel treno
e respirare soddisfatto. Ma non puoi farlo perché il treno è già passato da un
pezzo e tu rimani così, un po’ disperso.
Sai mi hai incuriosito molto con questo libro! Mi sa che diventerà il mio prossimo acquisto :)
RispondiEliminaOttimo Laura!^^
Eliminaquesto libro mi incuriosisce molto, credo che lo leggerò!
RispondiEliminaBene! Fammi sapere!^^
EliminaChe bella recensione...mi ispira molto questo libro, grazie.
RispondiEliminaGrazie a te! <3
EliminaBellissima recensione :) come al solito fai venir voglia di leggere tutti i libri di cui scrivi
RispondiEliminaGrazie mille Amy, ne sono felice! *_*
EliminaUn regalo perfetto per un amica!!!
RispondiEliminaOttima idea! ^^
EliminaCara Antonietta, sono appena tornata da Parigi e le tue parole mi hanno commossa profondamente. Ho letto la tua recensione mentre ero ancora in aeroporto ed è stata una sorpresa meravigliosa. Non so come ringraziarti. Hai una grande sensibilità. Grazie di cuore ♡
RispondiEliminaE' stata una bellissima lettura, cara Bianca, davvero intensa che consiglio! Un abbraccio! <3
EliminaLibro da regalare a una carissima amica per Natale!
RispondiEliminaSarà un bellissimo regalo!^^
Eliminadeve essere davvero molto bello...coinvolgente!
RispondiEliminaLo è tanto, Roberta! ^_^
EliminaWow sembra molto coinvolgente. Lo voglioooo
RispondiEliminaBellooo!!
EliminaBellissima la trama, il genere di libri che piacciono a me!
RispondiEliminaNe sono felice!^^
EliminaQuesto libro è piaciuto moltissimo anche a me principalmente per la scrittura delicata e accattivante.
RispondiEliminaNe sono felice! ^__^
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