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lunedì 14 settembre 2015

Apoptosis di Renato Mite Recensione

Buon lunedì cari lettori! Oggi dedico questa recensione di inizio settimana al Thriller Fantascientifico scritto da Renato Mite che s’intitola Apoptosis. Un romanzo che mi ha sorpreso in senso positivo e che mi ha fatto avvicinare ad un genere narrativo che non è tra quelli che amo alla follia.


Ditemi cosa ne pensate!



Autore: Renato Mite
Titolo: Apoptosis
Editore: Selfpublishing
Pagine: 280
Genere: Thriller Fantascientifico
Prezzo: € 22,00
Ebook: € 5,00
Uscita: 2014
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La società HOB Medicines ha rivoluzionato la medicina con la Patoneuroscopìa, l’indagine diagnostica attraverso il sistema nervoso, e ha creato il PNS, un dispositivo per la diagnosi personale collegato alla P.A. Net, la rete digitale per la sanità pubblica. Tutti indossano un PNS, ma alcuni dubitano della sua efficienza: George Tobell, il ricercatore che ha aperto la strada alla Patoneuroscopìa, affetto da una neuropatia causata da un prototipo del PNS; e Matthew Jaws, un hacker ossessionato dalla HOB che vuole vederci chiaro sulla sorte degli antesignani, leggendari malati oggetto della sperimentazione HOB. Quando George muore, Matthew viene in possesso del suo trattato sulla Patoneuroscopìa che getta le prime luci sui segreti della HOB. Matthew si fa assumere nella sala di controllo della P.A. Net dell’HOB Building, dova lavora anche l’analista che ha stretto un accordo con il magnate della HOB per la cattura dell’hacker della loro rete. Nei laboratori del grattacielo lavora un giovane ricercatore, Jason Stemberg, che scoprirà che chiunque usi il PNS è in pericolo. Il parossismo è imminente e li coinvolgerà tutti.




Apoptosis è prima di tutto un Thriller Fantascientifico scritto molto bene, lineare e sicuramente fruibile nella possibilità narrativa che offre, presentando un mondo distopico, non molto lontano dal nostro, nel quale l’attenzione è tutta incentrata sulla nostra salute e sul sistema sanitario.

Un’idea a mio parere brillante ed accattivante, per chiunque voglia usufruire di un genere narrativo sicuramente particolare ma capace di fornire nuovi ed interessanti spunti di lettura.

La storia scritta da Renato Mite è qualcosa di fondamentalmente originale, sorprendente, entusiasmante perché ti offre una lettura mai banale, costruita alla perfezione, che davvero non ti aspetti.
Non ti aspetti che sia scritto così bene, come se l’autore fosse uno scrittore navigato, affermato, assoluto padrone dell’intenzionalità che si cela tra le sue parole. Non ti aspetti che sia così tecnico, così orchestrato perfettamente, assolutamente inattaccabile da molti punti di vista.

Il protagonista, di nome Matthew Jaws, è un hacker con l’ossessione per l’HOB, ossia la società che ha inventato il PNS, lo strumento che ogni essere umano si porta addosso e che monitora continuamente il suo stato di salute. Sì… avete capito bene. L’autore si è inventato un sistema in grado di tenere sotto controllo la salute di ciascun individuo collegato, ovviamente, ad un meccanismo informatico che rimanda continuamente i dati ad un database generale. 
In questo modo chiunque, collegando il proprio PNS alla rete informatica sanitaria, può conoscere lo stato del proprio corpo, le malattie, gli eventuali disturbi che possono essere colti sul nascere. Secondo questa linea i medici hanno naturalmente un ruolo meno importante e significativo nella diagnosi di un problema ma possono essere ancora rilevanti nella sua eventuale cura. Ma non è solo questo. Non si tratta soltanto di medici e di pazienti ma le riflessioni abbracciano tematiche ben più ampie che vanno a cozzare con l’etica e la morale che dovrebbe prevalere soprattutto in un contesto così delicato e così umano, quantomeno per il rispetto della salute e della dignità di un individuo.


“Digitò la sua password ed in breve il monitor si riempì di tante piccole finestre che mostravano i dati della patoneuroscopia in atto nel suo corpo.”

Matt  vuole a tutti i costi scoprire cosa si cela di pericoloso e di negativo dietro all’invenzione del PNS, soprattutto perché sembra essere ossessionato dalla morte della madre che in qualche modo, secondo lui, ha a che vedere con il sistema sanitario e le sue falle.


“Alcuni anni dopo che mia madre è morta, ho cominciato a fare più o meno lo stesso incubo… vivo alcuni strani episodi e vedo mia madre tenuta sotto controllo da alcuni strumenti della HOB. Da allora ho cominciato le mie indagini sulla HOB. Potrebbe anche non esserci qualcosa da trovare, ma voglio farlo, voglio sprecare parte della mia vita in una ricerca che potrebbe non avere senso.”

Il romanzo si suddivide in due parti. Nella prima l’attenzione si concentra sugli indizi, le indagini, le supposizioni e le allusioni a cui vanno incontro sia Matt che i suoi amici, tutti coinvolti in questa speciale ricerca finalizzata alla scoperta di qualche inganno celato all’interno di quel sistema così apparentemente perfetto.

In realtà il dubbio riguarda soltanto un unico aspetto: la possibilità che il PNS possa danneggiare la persona che ne usufruisce. A testimonianza di ciò esistono gli antesignani, ossia quelle persone che sono state tra le prime a sperimentare l’innovazione e dopo diverso tempo hanno riscontrato disturbi nel loro stato di salute, probabilmente proprio dovuto alla presenza del meccanismo, evidentemente assai più pericoloso di quanto i suoi inventori vogliano far credere.

La presenza, la tenacia, l’astuzia e la bravura di Matt servono proprio a questo e verranno messe alla prova nella seconda parte del romanzo, quando, a distanza di un certo lasso di tempo, si dovranno tirare le somme di tutte le indagini e le ricerche portate avanti fino a quel momento, avvalorate da un fattore assolutamente importante e non trascurabile: Matt è diventato un dipendente proprio della HOB.

Lo stile dell’autore è pulito, non posso dire semplice perché il romanzo non lo è, come non lo è il linguaggio estremamente tecnico e tutto incentrato sul connubio/contrasto tra medicina ed informatica.
Quello che mi ha colpito maggiormente è stata la fusione di molte cose in questa storia, cose rilevanti, sulle quali vale la pena soffermarsi a pensare.

L’evoluzione, il progresso, la salute e lo stato mentale di un individuo, il suo rapporto con il denaro e con il vero valore della vita. In questo romanzo molti aspetti della nostra società e del nostro modo di vivere e di relazionarsi vengono messi sotto i riflettori, portandoci inevitabilmente di fronte ad una discussione animata e sostanziale.
Il concetto di privacy, di libertà, di dignità del proprio spirito, dei propri valori etici, morali oltre che del proprio corpo.

Il PNS sembra uno strumento rivoluzionario, la Patoneuroscopia una branca della medicina inarrivabile eppure quando si parla di miglioramento, di progresso, c’è sempre qualcosa che non quadra. Quanto questo nuovo approccio alla salute umana può essere davvero vantaggioso e quanto invece, non renda, ancora una volta, tutto assolutamente precario, controllato e soprattutto malato?

Mentre leggevo la storia mi sono venute in mente tante domande, che sono convinta, verranno anche a voi.  La prima, la più importante: mi piacerebbe una cosa del genere?
Già nel romanzo si pone l’attenzione su un aspetto non trascurabile che riguarda l’ipocondria. La maggior parte della persone che usufruiscono della Patoneuroscopia sono ipocondriache.


“L’ottantanove per cento di chi abusa della patoneuroscopia è ipocondriaco.”

A proposito di questo, ho pensato a me, alle persone che mi circondano, a mia madre, a quelle che mi sono più vicine. A me stessa, anche… Credo che un sistema del genere ci ucciderebbe ancora prima di aiutarci. Tutti si controllerebbero continuamente, al minimo disturbo ne farebbero un dramma o forse si tranquillizzerebbero perché il computer gli direbbe che non hanno nulla di grave. Ma ci crederebbero, davvero? Quanto ci si potrebbe fidare di un giocattolino del genere? Quanto a fondo e nel profondo un sistema potrebbe sostituirsi alla diagnosi medica, al contatto, allo sguardo?

La bellezza di questo romanzo, credo sia prima di tutto nei valori e nei significati esistenziali che mette in discussione. Accende i fari illuminando una parte della nostra vita alla quale tutti siamo legittimamente attaccati: la salute. E da qui non si passa, non si va oltre. La salute è ciò che ci sostiene e non parlo a livello fisico ma mentale. La presenza di malattie, di disturbi, di sintomi, reali o meno, influenza notevolmente e quasi completamente il nostro spirito, persino la nostra anima, il nostro modo di vedere il mondo e di reagire di fronte ad esso.

Sappiamo quanto oggi sia importante la psiche. Molti problemi legati a questo aspetto derivano proprio dalla nostra società, così moderna ma anche così destabilizzante.
Bene: destabilizzante. E’ proprio questo il fulcro fondamentale delle riflessioni scaturite dal romanzo di Renato Mite. Un continuo e frenetico equilibrio che si penalizza, destabilizza, crolla, innalzando un polverone di conseguenze e tangibili percosse che si scontrano con la presunta saggezza di un sistema, di un atteggiamento che perde all’improvviso terreno.


“La Patoneuroscopia è una scienza fondata sulla decodifica della comunicazione neurale all’interno del corpo umano, una scienza nata dall’incontro tra medicina e matematica. In pratica la HOB ha classificato per anni gli impulsi del sistema nervoso e le risposte del corpo in migliaia di malati. Ha unito la diagnostica alla statistica, al calcolo delle probabilità, alla logica e ha decodificato il linguaggio del sistema nervoso attribuendo un significato ai diversi impulsi.”

No, la mia risposta è no. Non vorrei un sistema del genere che controlli continuamente il mio stato di salute. Vorrei la mia libertà, la dannata inconsapevolezza, il sapore del rischio e dell’ignoranza che riconosco perché terribilmente umana. Non vorrei uno strumento che mi dice come sto e per quanto posso stare bene ancora. Non voglio essere schiava, diventando maniaca della mia stessa vita. Voglio la precarietà, l’attesa, il riconoscimento lento e persino fatale, della malattia, anche se questo potrebbe non salvarmi, mai.

Voglio correre il rischio. Ma questo riguarda un discorso a parte che comunque è collegato al romanzo che mi ha permesso di pensarci e di riconoscere all’autore la bravura di aver tessuto una trama capace di incuriosire e di catturare, non solo fine a se stessa, ma fine a ciascuno di noi, che possiamo sentirci parte di quella dimensione che potrebbe anche non essere così lontana.

I romanzi di questo genere non rientrano tra le letture che preferisco, inoltre qui c’è un uso abbondante di termini medici e informatici che rallentano la lettura, che ti bloccano, a volte ti lasciano un po’ fuori dal contesto. Ma basta farsi coraggio e continuare! Il filo narrativo si dimostrerà molto interessante e sono certa vi ripagherà di quei momenti in cui la lettura vi sarà sembrata eccessivamente difficile.

Riconosco a Renato Mite non solo di aver scritto una storia valida a livello narrativo, strutturale, tipicamente formale, ma anche di averci messo dentro una visione di noi stessi e della nostra vita che inevitabilmente mi ha portato ad apprezzare il romanzo, non più soltanto come storia, ma come pensiero di vita, riflessione, miglioramento, discussione, per capire me stessa e ciò che c’è intorno. Quando i romanzi sono scritti in questo modo, esulano dalla loro funzione tipicamente di intrattenimento ma diventano qualcos’altro, qualcosa di più prezioso, qualcosa che rimane.  



5 commenti:

  1. Antonietta,
    un solo grazie non basta, mille grazie e mille ancora.
    Leggere la tua recensione mi riempie di gioia, sono molto contento che il libro ti sia piaciuto così tanto e ti abbia fatto riflettere fino a rivedere te stessa alle prese con il PNS e le sue conseguenze. Nelle tue parole si legge tutto il tuo coinvolgimento emotivo contro i PNS come Matthew in conclusione. Questo significa molto per me.

    Grazie.

    Ciao,
    Renato

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    1. Grazie a te Renato per avermi dato la possibilità di conoscere il tuo romanzo. Sono felice di essere riuscita a trasmettere il mio coinvolgimento e che sia arrivato soprattutto a te. :-)

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  2. E' un genere che non leggo moltissimo, ma mi hai molto incuriosita. Mi farebbe piacere leggerlo. Adoro la lettura e in casa mia c'è posto per tutti i libri.

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    1. Se adori la lettura, nel mio blog troverai tante letture interessanti e di tutti i generi! ;-)

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  3. Valentina, per "assaggiare" Apoptosis puoi scaricare uno stralcio dalla pagina del romanzo http://www.renatomite.it/it/opere/wplg/it-IT/apoptosis o puoi leggerlo direttamente online http://www.renatomite.it/it/reader/slice/it-IT/apoptosis e se deciderai di prendere il libro, spero che soddisfi appieno la tua curiosità.

    Ciao,
    Renato

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