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giovedì 10 settembre 2015

Lillian. La vita con parole mie di Alison Jean Lester Recensione

Eccomi di nuovo con voi con la recensione che vi propongo oggi di un romanzo inviatomi gentilmente dalla Frassinelli, scritto da Alison Jean Lester, intitolato Lillian. La vita con parole mie. Un romanzo affascinante, ironico, con un pizzico di romanticismo che non guasta!


Vi aspetto con le vostre impressioni!



Autore: Alison Jean Lester
Titolo: Lillian
Editore: Frassinelli
Pagine: 233
Genere: Romanzo
Prezzo: € 19,00
Ebook: € 9,99
Uscita: 2015
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Lillian ha - in ordine sparso - una gatta di nome Pandora, grande senso dell'umorismo, un portamento elegante, cinquantasette anni. Ama - tra le altre cose - gli uomini, il vino, l'ebbrezza della velocità e la pace di un caffè al mattino. Lillian è ciò che racconta di sé: detesta quando gli altri pretendono di sapere tutto di lei, parlare al posto suo, giudicarla. Lillian è ciò che ha scelto di essere: fuori dagli schemi, estranea alle convenzioni, ai ruoli tradizionali di donna anche quando le donne avevano solo ruoli tradizionali. Nei suoi ricordi, sfumati di nostalgia, Lillian rivive l'infanzia nel Midwest, ripercorre le capitali europee in cui ha conosciuto solitudine e mondanità, torna all'amata New York e all'uomo più importante della sua vita; fino ad affrontare con astuzia e ironia l'età che avanza. Nel suo racconto, appare di volta in volta seduttrice, figlia devota di un padre adorato, amante infedele o amante tradita: ma sempre unica, per come sa essere sempre se stessa, senza tradirsi, senza nutrire rimpianti, nemmeno di fronte alle scelte sbagliate, nemmeno di fronte a sogni a lungo cullati e non realizzati. Perché sa che non sono i successi a definirla, bensì le intenzioni e la passione. La vita, raccontata rigorosamente con parole sue, è il ritratto sincero e brillante di una donna libera e indipendente.

Alison Jean Lester è nata in California, ma ha studiato e lavorato in giro per il mondo: Gran Bretagna, Italia, Cina, Taiwan, Giappone. Laureata in Lingue (mandarino e francese), ha conseguito un Master in Cultura ed Economia cinese alla Johns Hopkins School of Advanced International Studies. Esperta di comunicazione, tiene corsi di coaching. Vive a Singapore.



Lillian è la storia di una donna oltre la cinquantina che si racconta con ironia, prontezza, dimestichezza nel fluire magnificamente la sua vita attraverso l’uso della parola e della consapevolezza che s’incastra alla perfezione con la visione della sua essenza femminile.
Lillian: un nome pieno di fascino, accogliente, dolce e sofisticato ma che contiene anche qualcosa di fiabesco, di infantile, di fanciullesco.

La sua esistenza, la percorriamo attraverso la penna fluida e scorrevole dell’autrice, che con uno stile sobrio, veloce, incantevole, ci regala l’immagine di una donna alle prese con i pezzi sparsi della propria felicità e del dolore che ha segnato la sua carne ed il suo spirito.

La sua voce è delicata ma anche spregiudicata. Ci parla direttamente, come se fossimo seduti al tavolino di un bar e con schiettezza le chiedessimo di darci frammenti del suo io e ritagli sgualciti ma veri del suo tempo.

E Lillian ci sta, sta con noi che stiamo con lei, dall’inizio alla fine. Il suo abbraccio fatto di parole e storie si trasforma in una fonte di calore e di abbaglio. Intravediamo la luce delle piccole vicende che l’hanno vista crescere e che hanno elemosinato la costruzione del legame naturale con il padre, presenza inossidabile, dotato di una affettività abnorme, il cui senso di protezione e di appartenenza l’accompagnerà fino alla fine.
I suoi viaggi che l’hanno condotta a Parigi, a Londra, a New York e gli uomini, i grandi e perduti amori della sua vita che costituiscono l’andirivieni dei sentimenti, i punti fermi ma tremanti del suo orgoglio e della sua femminilità; la voglia di dare voce ai suoi desideri più carnali e l’impeto costante di respirare l’arte ed il bello della vita.

Lillian è un romanzo intenso e profumato di vita, ti percorre con i suoi aneddoti, le sue pause, le sue visioni sconcertanti e a volte così reali da farti riconoscere l’indipendenza di questo personaggio che sovverte qualsiasi tipo di contratto con la paura e la timidezza, per dare libero sfogo al coraggio.

Prima regola: l’indipendenza. 

Lillian si allontana dalla famiglia per trovare un lavoro e una solitudine piena di soddisfazione e di appagamento del proprio essere. Ma i legami con i familiari, con il fratello e la cognata rimangono saldi e fissi come chiodi perfettamente incastrati nel muro della memoria dell’oggi e del domani.
Gli uomini e i legami stabiliti con essi fungono da cornice agli accadimenti ma sono anche il sentiero principale che conduce sempre ed inevitabilmente ad un unico grande amore: Ted.


“Ogni volta che mi sveglio accanto ad un uomo, prima di riacquistare piena lucidità penso sia Ted. Naturalmente non è mai così.”

Lillian vorrebbe avere una famiglia, dei figli ma alla fine resterà una donna totalmente indipendente, capace di innamorarsi e di lasciarsi toccare e prendere senza mai perdere il suo spirito solitario e anticonvenzionale.
La sua grande passione, nonostante gli amori che lei definisce soltanto dei “passants” , resta un uomo sposato, più grande di lei, che la coinvolge in una dimensione totalmente estraniante, nella quale riconosce la sua dipendenza da quelle sensazioni carnali e fisiche dalle quali non riesce a staccarsi. Ma la vita è cattiva, tragica, presuntuosa, infligge colpi quando meno te lo aspetti, proprio quando tutto sembra andare per il verso giusto e Lillian si ritrova con un vuoto che non saprà mai più colmare.
Non può, l’anima le è stata strappata via e con essa qualsiasi sogno di una vita che abbia il sapore dell’unione e l’odore della condivisione.


“Ted era bellissimo. Un uomo imponente che si mordicchia il labbro ha un che di vulnerabile e seducente. Un uomo piccolo che si mordicchia il labbro è un roditore.”

Lei che ha sempre pensato che con l’amore non esistono convenzioni da rispettare. L’amore è un’altra cosa, risponde ad altre leggi, leggi molto simili a quelle divine e per questo insindacabili.

“Ma le convenzioni? Neanche per idea. Stiamo parlando di amore, non è che puoi metterti a discutere.”

Cara Lillian che hai amato profondamente e che ancora affermi di non avere rimpianti per nulla, ci racconti la tua storia che ti ha vista maturare e cercare il tuo equilibrio attraverso la famiglia, l’amicizia e l’affetto sensuale e fraterno, perché sei una donna completa, una a tutto tondo, una che adesso, a cinquant’anni suonati, sa ancora amare la vita ma sempre con quel sottile senso di nostalgia per ciò che avrebbe potuto provare se non glielo avessero strappato anzitempo.

Il tuo caro Ted, la forza promotrice e prepotente che s’irradia nell’universo e che ti attira come una calamita verso quel qualcuno che ti inchioda a sé come se non esistesse nessun altro, perché tutto sembra essere questione di energia. Tu sei una donna energica, piena di passione e di ironia. Sai prenderti gioco di te stessa e di chi ti ascolta senza però mai perdere la vena riflessiva, profonda ed insita che sottende ogni tuo discorso, anche il più piccolo dettaglio, che si riveste di significati particolari ed apprezzabili.

Lillian si racconta con audacia e schiettezza. L’autrice ha uno stile frizzante e fresco, leggero e capace di far sorridere ma anche di intrattenere con serietà e coscienza.
Il suo personaggio è una scultura perfetta, puoi girarci intorno per quanto è delineato con precisione, puoi osservarlo così da vicino da rimanerne impressionato. E non ci troverai una falla, una scheggiatura, un’ombra. Lillian è luce e verità. E’ come la radiografia della sua esistenza, della sua mente e del suo cuore, messa a disposizione di coloro che vogliono soddisfare la loro curiosità.

Il gioco delle sensazioni e delle emozioni raccontate si concentra nella figura di questo innamoramento folle che anche quando non è citato, resta il fantasma che attraversa le pagine, il cui richiamo è impossibile non udire. Perché la protagonista ce l’ha dentro, ad ogni passo, in ogni minuto della sua maledetta esistenza. Anche dopo, anche quando, anche perché.

“Di certo era destino che io stessi con Ted. Ma che cosa significa 'con'? O anche solo 'stare'? Il fatto è che mi era entrato sottopelle. Dove è sempre rimasto. Il suo alito continua a muovermisi dentro, l’aria sotto il primo strato di cellule è il suo fantasma. Esiste un 'con' più grande? Uno 'stare' più intenso?”

E’ un vento furioso che finge di dormire questo amore che non conosce freni, stasi, respiro. Inchioda e languisce, perdona e ruggisce. Dietro la pacatezza, che morbida finge a tratti noncuranza di Lillian, c’è malinconia, abisso di tenerezza e voglia di pace interiore, di salvezza.

Una storia che non ha bisogno di essere spiegata ma che va sentita e assaporata come un frutto maturo, il cui sapore è intenso, profondo, voluttuoso,  imbevuto di dolcezza e tenacia, di carnalità e assoluta libertà, perché come dice lei stessa, non sono le azioni a definire chi sei ma le intenzioni e i tuoi desideri. La verità di ciascuno di noi è nei nostri sogni e non nella realtà.

“E’ una vita che mi domando perché la gente cerchi così tanto il significato nelle azioni. Se qualcuno ti racconta una storia, qualcosa che gli è successo, qualcosa di importante, non chiedergli subito che cosa ha fatto. Chiedigli che cosa avrebbe voluto fare. Le azioni non sono che sussurri, in confronto ai sogni.”




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