Buon martedì! Grazie alla Leone editore ho potuto leggere in anteprima questo romanzo, intitolato E nel cielo brillano le stelle di Pietro Moros. Una lettura che racconta del legame molto forte tra padre e figlia, delle pagine di un diario e delle tante difficoltà nella vita di un genitore e di quella di un adolescente. Una storia adatta a tutti.
Titolo: E nel cielo brillano le stelle
Autore: Pietro Moros
Editore: Leone
Editore: Leone
Genere: Narrativa
Pagine: 180
Uscita: 11 Febbraio 2016
Pagine: 180
Uscita: 11 Febbraio 2016
Prezzo: € 11,00
TRAMA
La vita di un padre viene sconvolta e stravolta dalla lettura del diario di sua figlia. In questo modo apprende i tragici eventi vissuti da lei e dalla sua compagnia di «bravi ragazzi», le mattinate passate a consumare stupefacenti e alcolici e le minacce subite da pericolosi spacciatori durante l’ultimo anno. Grazie a questa sconvolgente scoperta si riformerà fra padre e figlia un rapporto sincero.
E nel cielo brillano le stelle è un romanzo dolce e delicato, scritto in punta di piedi da un padre che legge per caso il diario di sua figlia Ambra e da quel momento in poi perderà tutta la sua pace.
Una storia che racconta e si racconta con gentilezza e silenzio, con pause e riflessioni, riappacificazioni, piccoli e grandi scontri quotidiani sui quali emerge un’unica grande, tagliente e fin troppo spesso dolorosa consapevolezza: essere genitori.
Ma non solo. L’opera di Pietro Moros è un racconto a tutto tondo capace di narrare con occhi lucidi e precisi, dell’emotività di un padre che legge di nascosto i trascorsi della figlia e che si scopre sempre meno preparato a tutto questo, fin troppo taciturno e pericolosamente lontano dai reali bisogni della sua bambina.
Dall’altro lato però, l’autore è anche in grado di immedesimarsi nello sguardo adolescenziale di Ambra, riportandone i pensieri scritti su un quaderno di fortuna, dove ella, più per gioco che per reale necessità, inizia a trascrivere tutto ciò che le accade. Chi da piccolo non ha avuto un diario? Io per prima ne ho avuti diversi, alcuni davvero grandi ed ingombranti, dove riportavo tutto ciò che mi accadeva, ma essendo per natura molto introversa e chiusa verso il mondo esterno, amavo scrivere per mettere fuori le mie emozioni, le sensazioni e i sentimenti che provavo più che per il racconto dei fatti in sè.
Ogni volta che buttavo qualche pagina scritta, strappandola, sapevo che mia madre l’avrebbe recuperata dal cestino dell’immondizia. Non mi sono mai opposta a questo, era il suo modo per conoscermi e per seguirmi nei miei pensieri e nelle mie difficoltà.
Il protagonista di questo romanzo fa un po’ la stessa cosa, inizia a leggere e non smette più, pur sapendo che con la figlia dovrebbe parlare piuttosto che sbriciare all’interno dei suoi segreti. Ma è più forte di lui, non ci riesce e allora cerca di capire leggendo, anche se questa lenta e crudele scoperta lo porterà non solo a conoscere meglio Ambra, ma anche a fare i conti con se stesso, con un matrimonio distrutto e con un rapporto con chi lo circonda che non è affatto chiaro. I sentimenti sono difficili da esprimere per un uomo come lui che ama alla follia la figlia ma che non riesce a stabilire un contatto che lo conduca nella sua profondità e allora ecco che tutto sembra fermo all’apparenza di una cena condivisa o di quattro chiacchiere sulla scuola.
A volte è l'unica manifestazione d'affetto di cui siamo capaci, preoccuparci dei bisogni materiali dei nostri cari. Tutto il resto non esiste, o comunque è più facile fare finta di niente.
Ambra vive momenti complicati, ha una cerchia di amici molto stretta con i quali affronta molte difficoltà tra cui la droga. E’ una ragazza tranquilla, ma ha bisogno di ribellarsi soprattutto da quando i genitori si separano. Si lascia facilmente coinvolgere da amicizie discutibili e da uso di alcol e sostanze stupefacenti. Beve, balla, fuma e si sballa senza pensare alle conseguenze.
Si crede innamorata di Christian, un ragazzo molto più grande di lei che la condurrà, insieme a tutto il suo gruppo di amici, ad un punto di non ritorno, dal quale, per fortuna o per destino, la giovane protagonista riuscirà in qualche modo a tornare indietro.
La voce narrante è divisa in due: da un lato c’è il padre che legge il diario e dall’altro Ambra che lo scrive. Quindi leggendo si vivono le sensazioni di entrambi, in modo totalmente differente.
Lo stile dell’autore è fluido, il linguaggio colloquiale, perfettamente adattato a quello di una ragazzina che scrive il proprio diario. Dunque non ci sono grandi riflessioni o chissà quali prese di coscienza, c’è solamente l’interiorità di una figlia e di un padre che vengono fuori lentamente ed ognuna a modo proprio.
E' difficile da spiegare: molti sguardi risentiti, piccoli scatti nervosi, silenzi troppo ostinati... Ma come capire quando certi atteggiamenti sono normali e riconducibili alle trasformazioni tipiche di quell'età, e quando invece nascondono disagi più profondi?
Ho trovato la lettura scorrevole, in alcuni punti divertente, in linea con la giovane età dei personaggi, con le loro bravate e scoperte, e in altri tragica, drammatica, molto vicina ai dolori più forti della vita.
Il padre come l’autore, lavora in ospedale e il suo compito è quello di aiutare gli altri, ma proprio lui dice che - io che aiuto gli altri, mentre non sono riuscito ad aiutare mia figlia.-
L’atmosfera è spesso malinconica e triste proprio per la consapevolezza del padre di quella estenuante e difficoltosa scoperta di ciò che ha vissuto e sta vivendo la sua bambina.
La caratterizzazione dei personaggi è buona. Il padre resta sempre sullo sfondo ma ammettiamo pure che è uno sfondo pesante, grave, perché si avverte in modo innegabile il suo senso di colpa che aleggia durante tutta la lettura. Ambra, la vera protagonista, è dipinta come una ragazza come tante, con i suoi sogni e le sue paure, le sue amiche del cuore e soprattutto i casini e gli errori contro i quali andrà a sbattere, inevitabilmente, perché la sua è l’adolescenza e come tale va vissuta fino in fondo.
Le esperienze che vive sono filtrate dai suoi sentimenti, dal suo modo di vedere e di affrontare il mondo, dalla fiducia negli altri e soprattutto nel padre. Con la madre il rapporto è quasi inesistente mentre con lui, nonostante non ci siano grandi dialoghi o confronti, si evince un filo neanche tanto sottile che li lega e quel filo si chiama sangue.
E nel cielo brillano le stelle è una lettura che scivola tra le pieghe della nostra quotidianità, perché da genitori o da figli, tutti abbiamo vissuto quelle paure e quei desideri, insinuandosi perfettamente all’interno e trovando un incastro perfetto, proprio perché è di tutti la consapevolezza degli errori compiuti, la certezza dei sensi di colpa ma per fortuna, a volte, non tutto diventa irrecuperabile e questa storia ce lo dimostra.
Molto interessante l'argomento, è facile ritrovarsi in un senso o nell'altro.
RispondiEliminaVerissimo, cara Ada! :-)
EliminaIl titolo è davvero poetico!
RispondiEliminaBello, vero? ;-)
EliminaDeve essere molto interessante!
RispondiEliminaLo è!
EliminaLe tematiche mi hanno colpito, si direbbe una storia decisamente interessante.
RispondiEliminaDa ragazzina, non osavo tenere un diario per paura che qualcuno lo leggesse... l'idea che mio padre o mia madre potessero sbirciare mi terrorizzava, invece adesso penso che avrebbe potuto persino fare un po' di bene, li avrebbe aiutati a conoscermi meglio! :)
Sì in effetti la questione del diario è abbastanza controversa. Già il fatto che lo si scrive per non parlare magari con i propri genitori ma per avere una sorta di amico invisibile, è indicativo. Poi, come ho detto prima, io ne avevo diversi e mia madre sbirciava in un modo o nell'altro. Non mi sono mai arrabbiata per questo, del resto, sinceramente, avevo davvero poco o niente da nascondere! :-)
EliminaPenso non esista nessun'altra forma di scrittura se non il diario per conoscere a fondo se stessi, anche se a dire la verità il fatto che poi un genitore vada a darci una sbirciatina è un po' inquietante ... ma dev'essere sicuramente interessante questo libro.
RispondiEliminaE cosa ancora più interessante, che non passa inosservato, è quello che hai detto tu, Antonietta. E' bellissimo. :-)
E' inquietante infatti, ma succede spesso secondo me, anche se non lo si dice. E forse è un bene, appunto.
EliminaGrazie Federica, i diari erano la mia passione un tempo, oltre alla mia vita, c'erano le poesie, le canzoni, le foto! Insomma per questo erano ingombranti. <3<3<3
Che meraviglia!! <3 <3 <3
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