Buon lunedì!
Grazie ad Aliberti compagnia editoriale,
ho avuto la possibilità di leggere Comportati come se
fossi felice, un’intervista realizzata allo scrittore Claudio Magris
da Marco Alloni.
Un’interessante dialogo che non solo attraversa le esperienze più importanti
dello scrittore ma inevitabilmente richiama all’attenzione del lettore i grandi
temi della nostra storia e i problemi della nostra realtà.
Titolo: Comportati come se fossi felice
Autore: Marco Alloni, Claudio Magris
Editore: Aliberti
Pagine: 144
Genere: Intervista
Prezzo: € 14,00
Uscita: 2016
TRAMA
«Comportati
come se fossi felice, la felicità verrà dopo». È una frase del grande Isaac
Singer, che Claudio Magris ricorda ai lettori di questo libro come una sorta di
mantra da interiorizzare, per affrontare la complessità della nostra vita e del
nostro tempo. In un fitto dialogo con il giornalista Marco Alloni, pieno di
illuminazioni, di citazioni letterarie e non, di profonde intuizioni, Claudio
Magris ci offre una lezione su cui riflettere intensamente. Nessuna opera
letteraria può dirsi tale se non è fondata su dignità e coraggio. Magris ci ricorda
la nostra responsabilità di umani di fronte al nichilismo e alla disgregazione
che abitano la modernità. Ci invita a non cedere alle lusinghe del pensiero
dominante, ci illustra da quali fatiche e sedimentazioni nasce un’opera
letteraria, sia essa grande narrativa o saggistica. Ci parla, anzi ci narra del
suo passato, della sua storia di intellettuale votato a un senso etico della
ricerca e della giusta misura. Così come del suo presente, improntato al
rispetto dell’altro e alla consapevolezza che la memoria è il nostro più
prezioso patrimonio. È da queste premesse che nasce quello che per alcuni è il
suo capolavoro letterario, il “libro della vita”, come lo ha definito Corrado
Stajano: il romanzo Alla cieca, di cui lo scrittore triestino svela il lungo lavoro
di elaborazione. Facendoci entrare nel suo laboratorio creativo, nell'infinito
viaggiare della sua inesauribile immaginazione.
Comportati come se fossi felice è un dialogo profondo e articolato tra l’autore dello
scritto, Marco Alloni e lo scrittore
Claudio Magris, di cui ho avuto modo
di leggere e recensire la sua ultima opera pubblicata con Garzanti, Non luogo a procedere. Per me è stato
davvero molto interessante leggere questa intervista e conoscere da vicino e a
fondo i moti letterari e personali, di vita narrata e vissuta che appartengono
a questo autore, così terreno ma allo stesso tempo vicino alle più alte forma
di filosofia e di spiritualismo.
“Comportati come se
fossi felice, la felicità verrà dopo” è una frase di Singer che Magris utilizza
per rispondere ad Alloni proprio parlando della felicità e dell’essere o meno
felici. Per Magris - non si può vivere scongiurando il dolore, lo
si deve accogliere e sopportare. Anzi lo si deve esorcizzare con il coraggio
della felicità.-
Coraggio, dovere, dignità sono tutte bellissime parole che
già dalle prime pagine colpiscono la lettura
e ti rendono partecipe di questo confronto silenzioso, tenuto con toni bassi
e pacifici, vicino ma allo stesso tempo laborioso che accosta l’autore allo
scrittore come due uomini che discutono e si rapportano, rendendo reale gli
argomenti e le sensazioni che ne scaturiscono.
La saggezza di Magris risiede
nella sintesi, nel riuscire a convogliare nella giusta misura le ragioni del
mondo e le ragioni proprie, dandone testimonianza chiara proprio con le sue
risposte alle domande di Alloni che spaziano dalla letteratura alla vita
esistenziale dello scrittore, passando per visioni e reazioni talora terrene,
altre quasi mistiche. Le opere di Magris sono fatte di vita vera, pulsano di
conquiste reali e veritiere e riassumono un’attrazione dell’autore verso ciò
che è davvero successo, accaduto, realizzato, perché la vita vissuta - è certo sempre più originale di quello che
posso inventare io o possono inventare scrittori ben più grandi di me.-
Drammaticità, dolore,
consistenza, angoscia, speranza e morte, tutti fattori che confluiscono in un
unico grande aspetto della nostra esistenza: la tragedia, - ed è questo che colpisce di più: che a
inventare tali tragedie sia stata la stessa Storia.-
C’è rispetto e
partecipazione di fondo nelle sue opere che riflette ed incarna un
atteggiamento di fedeltà assoluta a fatti, cose e persone che percorrono e
hanno percorso i nostri anni, il nostro
tempo, ogni nostro movimento. - Questa
fedeltà alle cose e alle persone è un modo per me di non lasciare che la morte
abbia l’ultima parola.-
E’ proprio quel rispetto a dare - il senso della sacralità e della parità dei diritti di ognuno-,
così come il coraggio, la lealtà e il concetto di nobiltà. Questi valori,
accompagnati da ricordi, stralci di memorie, e immagini evocative di una vita
sempre immersa nell’azione e mai nella contemplazione eccessiva e poco
incisiva, emergono come principali voci sottintese ma acute e inclementi nelle
sue opere perché parti fondamentali nella costruzione della sua identità di
scrittore e di uomo.
Aneddoti a volte
divertenti, altre estremamente seri con i quali Magris risponde alle domande
incalzanti dell’autore, che con calma e pacatezza, e mai con sfrontatezza e
superbia, gli pone quasi nel silenzio e in un’atmosfera taciturna, nella quale
le parole sembrano farsi strade da sole in modo naturale e spontaneo, senza
scossoni né terremoti. Un dialogo sincero e immediato, che abbraccia i grandi
temi esistenziali come quello del peccato e del senso di colpa, sui quali
Magris discute in modo appassionato e sempre consapevole, evidenziando la forte
coscienza della presenza del male, considerando in modo lucido e palese che - se esiste l’ingiustizia, se esiste la
violenza, esiste quindi anche il male: un male che, se ci crediamo, possiamo
attribuire persino al Padreterno.-
Ne emerge una visione
disincantata, che non si accontenta solo del peccato personale e del suo relativo
senso di colpa. Non si è puri solo perché non si è mai commesso nessun peccato
o reato. Per Magris - la storia della
salvezza è una storia della salvezza del mondo. E anche se il male del mondo
non è colpa mia, nonostante questo io non ne sono innocente.-
A questo si relaziona
inevitabilmente anche il concetto di moralità e della dignità di un individuo.
Non basta essere puri e casti per essere salvi o per assolvere al proprio
dovere morale. E’ necessario anche sporcarsi, magari curando un ferito o prendendo
parte ad una lotta, insomma difendendo, proteggendo, prendendo parte alla vita
nella sua smisurata tragedia e meraviglia.
Magris esprime una
sensibilità aperta ed è un autore dicotomico, in grado di porsi in una posizione dialettica e di
conciliazione tra poli opposti. La sua è una propensione umanistica verso il dubbio, al di fuori di qualsiasi
compromesso e soprattutto certezza data per vinta o accettata come tale, il suo
viaggio narrativo e letterario ben si adatta e si conforma alla percezione di
un mondo che - propone la scissione ma
chiede la conciliazione, che si offre come frammentario ma non cessa di
alludere a possibili unità.-
Un altro tema
fondamentale è quello del viaggio inteso come movimento fisico ma anche come
arte del narrare. Viaggiare è un modo per recuperare la realtà, per
raccontarla. Critica non feroce ma sentita nei confronti dei media e di tutto
ciò che ci viene costantemente proposto e di cui spesso ci sfugge il vero
senso, perché tutto sembra costruito a tavolino, proprio per essere
inafferrabile. Il compromesso esiste secondo l’autore ma non deve essere
qualcosa che va a ledere la nostra dignità conducendoci a compiere qualcosa di
ignobile ma bensì può coincidere con - il
sapere che non si fanno solo le cose in cui uno crede con passione.-
Lo stesso atteggiamento
lucido e coscienzioso, ma anche riflessivo e chiaro, lo scrittore lo adotta nei
confronti dei fatti di Charlie Hebdo, considerando come elemento di primaria
importanza il rispetto. E quelle vignette erano - oscene, inaccettabili- quindi mancavano proprio di quel rispetto
necessario. Questa affermazione non sottintende un appoggio dell’autore nei
confronti di quegli atti di attacco e di ferocia, per giunta realizzati da
persone che non possono essere definite - terroristi,
troppo nobilitante. Assassini: punto e basta-, ma bisogna considerare che il
rispetto è fondamentale e ad esso è connesso il senso di responsabilità, quindi
in un clima già pieno di tensione e di mancati equilibri, intaccare simboli o
persone, significa provocare reazioni ed ulteriori tensioni che andrebbero
accuratamente evitate.
L’esperienza letteraria
e personale di Magris coglie anche punti più dolorosi e critici come i suoi
momenti di crisi, vissuti sempre in modo propositivo e mai abbattendosi perché -
abbiamo una musica dentro di noi che,
qualche volta, torna a uscire anche se siamo o ci sentiamo distrutti.-
Emerge, dunque, l’anima
di un uomo forte e coraggioso, intenso e capace di ammaliare, convincere, farsi
seguire da coloro che hanno la possibilità di leggerlo e di conoscerlo. Un uomo
profondo e radicato nella sua umanità e anche nelle sue debolezze e fragilità.
Nella sua luce e nel suo buio. Un uomo
che considera la morte meno potente se c’è la memoria e che usa la memoria per
ricordare attraverso la scrittura. Un uomo che è uno scrittore che di fronte
alla nostra editoria moderna risponde nell’unico modo possibile con
intelligenza e acutezza: non si può pensare che i libri che vendono di più,
ossia i bestseller, siano gli unici a rappresentare il nostro tempo, non si può
quindi, subordinare i valori estetici a quelli economici. Eppure è ciò che
avviene, a lui e a tanti scrittori che vivono il nostro tempo e che sono
vittime di un sistema erroneo e insulso.
Comportati come se fossi felice è un dialogo che permette di conoscere uno scrittore dinamico
ed essenziale, presente ma allo stesso tempo estraneo rispetto a certi
meccanismi, promozioni e premiazioni che concorrono nel mondo di oggi e che
rendono la letteratura odierna ciò che conosciamo. Un uomo che si racconta e
che lo fa con tranquillità, rendendo chiaro il proprio punto di vista senza
tirarsi indietro e senza usare scappatoie. Le parole lette, sue e concrete, ti
portano ad apprezzarlo ancora di più una volta conosciuto cosa si cela dietro
ciò che hai letto e che rende i suoi romanzi così personali ma allo stesso
tempo universali.
Wow, questa recensione è come un viaggio, quando magari ti annulli completamente dalla realtà che ti circonda e guardando fuori dal finestrino rifletti su quelle cose che nella vita non hai ancora capito ma che solo il tempo, forse il giorno dopo ... chissà, avrai modo di capire.
RispondiEliminaMi è piaciuta tantissimo la citazione in merito alla dignità e al coraggio di un'opera letteraria <3 <3 <3
Bella, vero? Anche a me, tantissimo, mi ci ritrovo completamente. Grazie dolcissima Federica! :****
EliminaDeve essere davvero interessanti, belli i temi trattati.
RispondiEliminaMolto interessante e anche adatto a riflettere.
EliminaNon rientra nel mio genere di lettura ma la tua recensione è davvero dettagliata.
RispondiEliminaGrazie, l'ho letto davvero con molta molta attenzione! :-)
EliminaBella la cit sulla musica dentro di noi :)
RispondiEliminaD'accordissimo ed è anche vero! ^^
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