Buona
domenica! Eccezionalmente oggi due recensioni che riguardano un racconto ed un
romanzo. Vi parlerò nell’ordine di Dillo alla neve
di Valentina C. Brin e Vita da
scarabocchio di Giacomo Festi.
Due storie completamente diverse, un paranormal e un romanzo che parla di vita
quotidiana e dei problemi ad essi relativi. Entrambi scritti bene e in grado di
coinvolgere. A voi la lettura!
Titolo: Dillo alla neve
Autore: Valentina C. Brin
Editore: Selfpublishing
Pagine: 48
Genere: Racconto
Prezzo: € 0,99
Uscita: 2015
TRAMA
L'uomo
che Clara trova svenuto sotto la neve è un autentico mistero: ha una barba da
vichingo, occhi di ghiaccio e nessun ricordo sulla propria identità. Quando la
ragazza gli apre la porta di casa per soccorrerlo non sospetta che menta, ma
ben presto la realtà diventa innegabile: lo sconosciuto è lì per lei. Vuole
qualcosa. Qualcosa che ha a che fare con quell'identità che dice di non
ricordare, qualcosa che lo porta a cercare il calore di Clara. Il suo tocco. Un
tocco che può ucciderlo. Dopo
"Obsession" e "L'uomo di fede", Valentina C. Brin torna con
"Dillo alla neve", un nuovo, breve racconto dal sapore
invernale.
Dillo alla neve è un breve racconto di genere paranormale dell’autrice Valentina C.
Brin, affermata scrittrice di genere storico.
Una storia cupa e
coinvolgente ambientata nel più freddo inverno che ha come protagonista una
giovane donna alle prese con un aitante sconosciuto che dalle fattezze
esteriori gli ricorda irrimediabilmente un conturbante e corposo vichingo. Un
uomo alto, bello da fare male, con i capelli lunghi e lo sguardo di ghiaccio. Un
uomo di cui lei subisce immediatamente il fascino e che incontra per la prima
volta mentre lui è svenuto nei pressi della sua casa.
Da quel fortuito incontro
nasce un legame bizzarro, caratterizzato principalmente da domande strane e da
risposte spezzate e da una serie di deja vu che riguardano sia la protagonista
che il misterioso viandante solitario come la neve.
Un’atmosfera calda, a tratti da fiaba, perfetta per le serate invernali, quelle da
lume di candela e riscaldata dalla voglia matta e gustosa di leggere storie
particolari ed intriganti come questa.
La conoscenza dei due
protagonisti si muoverà su piani differenti, tra realtà e ricordi e soprattutto
visioni, perché non è tutto così semplice come sembra. L’elemento paranormale è
presente e conferisce alla storia quel tocco magico che la rende diversa.
Lo stile dell’autrice è soffuso,
languido, capace di soddisfare a pieno la curiosità di chi legge sia nel
narrare la scorrevolezza dei fatti sia nell’indugiare con sensualità e
delicatezza nei momenti più hot della scena, quando ad incontri carnali
completi e reali si sostituiscono brevi ed intensi momenti di sfioramenti e
sguardi che contengono un mondo intero di emozioni e di passioni.
La scrittura dell’autrice
ammalia e conduce nel suo mondo, prendendoti completamente. Raffreddandoti e
riscaldandoti in base al suo unico volere. Il linguaggio è ricercato, a tratti
poetico, quasi sempre visionario. Uno specchio ghiacciato di un incontro che
non è solo d’amore ma è di memoria e più di ogni altra cosa di riconoscenza.
Dillo alla neve, con
un titolo ed una cover meravigliosa, rappresentano un racconto da leggere
veloce ma senza dimenticare di preservarne il gusto quasi incantato di ciò che
riesce ad evocare.
Una dimensione evocativa, quasi stregata che ti riempie gli
occhi e la mente di una favola blu e bianca in cui è l’inverno il vero segreto,
un segreto inimmaginabile, capace di mettere in contatto due dimensioni che
altrimenti sarebbero destinate a stare lontano.
Ma con il potere della scrittura tutto diventa possibile e
Valentina C. Brin ci dà ancora una volta prova del potere della parola e di
quanto sia magico raccontare, perché il suo racconto è lo spaccato di un
piccolo sogno, un sogno da cullare dal sapore intenso e malinconico.
Titolo: Vita da scarabocchio
Autore: Giacomo Festi
Editore: Leucotea
Pagine: 190
Genere: Romanzo
Prezzo: € 14,90
Uscita: 2015
TRAMA
A noi
non sembra, ma in realtà i disegni hanno vita propria. Sono fermi perché
seguono un rigoroso codice morale che impone loro di non muoversi mai. Un
giorno uno scarabocchio infrange questa regola, staccandosi dal proprio muro e
decidendo di esplorare il mondo. Nel suo girovagare però ha modo di incontrare
Elena, una problematica ragazza che gli farà aprire i suoi piccoli occhi su una
triste realtà: fra uomini e disegni, alla fine, non sembra esserci molta
differenza. Un romanzo frizzante, ironico e drammatico al contempo, che mostra
le assurdità del vivere quotidiano e il bisogno sempre più estremo di nascondersi
dietro identità che non sono le nostre.
Vita da scarabocchio è un romanzo innovativo e molto originale. La protagonista
è Elena, un’adolescente con un
grande problema: l’obesità. Non è tanto il fatto del peso ma è come la giovane
donna affronta quell’angusta presenza che le impedisce di respirare
liberamente: il proprio corpo. Chi di noi non è stato adolescente?
Ognuno di
noi ha vissuto le proprie brutture, offese, minacce, ognuno di noi ha sentito
venire meno il senso della propria dignità di fronte a certe situazioni, a
terribili e significative scene. L’adolescenza è una storia a sé, grande e
pericolosa ma di certo parlarne non può fare male. Ed è quello che fa l’autore
in questo libro, usando la voce di Elena e di uno scarabocchio.
Un piccolo e semplice disegno sul muro, realizzato da
una bambina, che un giorno decide di evadere dalla sua condizione e sceglie di
staccarsi da quella parete per conoscere il mondo.
Il romanzo è attraversato da
una serie di metafore che colgono tutte nel segno, di cui la più importante è
proprio quell’evasione. Staccarsi dal muro significa prendere parte definitiva
alla propria vita, al mondo, scegliere chi essere ed esserlo fino alla fine.
Significa forza e coraggio, consapevolezza e determinazione, ecco perché lo
scarabocchio diventerà amico di Elena e la aiuterà o meglio si aiuteranno a
vicenda in questo processo tanto delicato quanto improvvisato della crescita e
della vera venuta al mondo. Se riflettiamo un attimo, non è quando nasciamo che
diventiamo parte di questo mondo ma è quando diventiamo consapevoli di ciò che
siamo e di quello che possiamo fare che siamo assoluti padroni della nostra
vita e del nostro destino.
Ecco perché Elena,
obesa, cicciona, un po’ dark, amante dei disegni manga, dell’oscurità e del
senso più nascosto delle cose, vive una maturazione lenta e piena di
sofferenze. Ha bisogno di affrontare le sue paure e ogni singola dannata
sofferenza. I problemi psicologici derivati dalle conseguenze della sua
condizione fisica, l’hanno resa un personaggio inquieto, introverso, con la
voglia soffusa di affermarsi e di contrastare quell’odio verso il mondo con il
quale si è chiusa di fronte al mondo stesso.
Lo stile dell’autore è
scorrevole, pulito, chiaro, ben scritto. La sua storia è lineare ma non per
questo priva di colpi di scena, di voci narranti che si alternano e di
cambiamenti che non ti aspetti. Il percorso è unico ma anche estremamente
tortuoso: venire fuori con le unghie e con i denti da quello stato
debilitante, e crescere, superare gli ostacoli, le paure, le incertezze, i disastri
sociali.
Come agisce il tessuto sociale davanti ad una situazione del genere è
allarmante: l’ineluttabilità dell’immagine perfetta supera qualsiasi
considerazione che vada oltre la mera disquisizione su ciò che è bello e dunque
anche buono, il che non ammette obiezioni. E allora come si fa ad andare avanti
in un sistema del genere, dove le relazioni sociali si basano su apparenze,
giudizi ed indifferenze?
Giacomo Festi prova a darci la sua risposta, creando
una storia che coinvolge e che fa riflettere, una storia che tocca e che
intrattiene, perché fa parte di tutti, fa parte del nostro bagaglio di vita,
del quale non potremo mai liberarci neanche a novant’anni.
Una lettura
consigliabile a tutti, dove emergono senza mezzi termini, le ansie, le
trasformazioni, le critiche e le follie quotidiane che stanno alla base della
voglia di integrazione in una società che ci vede sempre più come burattini
dell’immagine.
Ma c’è anche chi non ci sta, chi con un po’ di immaginazione e
creatività riesce a darti una visione differente, un orizzonte diverso da cui
guardare questa scontata realtà. L’autore riesce bene in questo, riesce a darti
la sensazione di uno spiraglio, di un odore che sa di libertà e di guarigione davanti
alla malattia del vivere.
Grazie mille Antonietta per le belle parole! :D sembra molto interessante "Dillo alla neve", me lo segno!
RispondiEliminaCiao Giacomo, grazie! Anche il tuo sembra molto interessante e di certo anche originale :D Appena messo in lista!
EliminaBuona scrittura e buona lettura.
Wow, che bellissime parole Antonietta! Sono felicissima e onorata che Dillo alla neve ti sia piaciuto *__* Grazie di cuore per avere aperto le porte del blog a me e al mio piccolo racconto :*
RispondiEliminaE' stato un piacere, cara Valentina! <3
EliminaIo invece faccio i miei più sinceri IN BOCCA AL LUPO a entrambi.
RispondiEliminaSo benissimo cosa vuol dire mettersi a scrivere e che il tuo lavoro che richiede dio solo sa quanti sacrifici venga poi reso degno di nota da qualcuno che ti accoglie a braccia spalancate e questo blog è come un abbraccio senza fine!!
Un abbraccio! <3<3<3
EliminaAbbraccio che non potrebbe essere più ricambiato!!
Elimina<3 <3 <3