Buongiorno cari lettori! Grazie
alla Mondadori ho letto un libro, Amedeo, je t’aime, molto bello e
intrigante che racconta l’amore tra Amedeo Modigliani e la giovane Jeanne
Hebuterne negli anni della prima guerra mondiale. Un storia intensa ma anche
distruttiva realizzata con uno stile, quello di Francesca Diotallevi,
capace di ammaliare.
Titolo: Amedeo, je t'aime
Autore: Francesca Diotallevi
Editore: Mondadori
Editore: Mondadori
Genere: Romanzo
Pagine: 247
Uscita: 2015
Pagine: 247
Uscita: 2015
Prezzo: € 17,90
TRAMA
Parigi, 1917. Jeanne Hébuterne ha solo
diciannove anni quando, a una festa di carnevale, incontra il pittore Amedeo
Modigliani. Soprannominato Maudit, maledetto, Modigliani è conosciuto nel
quartiere di Montparnasse per lo stile di vita dissoluto e il carattere
impetuoso, oltre che per i malinconici ritratti dagli occhi privi di pupille
che nessuno vuole comprare. Lei, timida aspirante pittrice con le ali tarpate
da una rigida famiglia cattolica, non può fare a meno di sentirsi fatalmente
attratta da quest'uomo bello e povero, che sembra vivere di sogni
apparentemente irrealizzabili e affoga dolori e frustrazioni nell'alcol e nella
droga. Per lui lascia ogni cosa, mettendo da parte le proprie aspirazioni, e si
trasforma in una compagna fedele e devota, pronta a seguirlo ovunque, come
un'ombra, anche oltre la soglia del nulla. Struggente e tormentata, la loro
storia scardinerà ogni convenzione, indifferente a regole e tabù, obbedendo
all'unica legge a cui non ci si può sottrarre: quella del cuore. Amore e morte
si mescolano, in questo romanzo, alla passione che anima il cuore di un
artista, al desiderio disperato di riuscire ad afferrare una scintilla di
infinito.
Amedeo, je t’aime è la storia dell’amore totalizzante e distruttivo tra il
pittore Amedeo Modigliani e la
giovane francese Jeanne Hebuterne,
ambientato negli anni della prima guerra mondiale a Parigi. Una storia
dilaniante, arrogante nella sua stilizzazione narrativa, conturbante ed
impetuosa, capace di mescolare la realtà con la più ardita fantasia.
Francesca Diotallevi,
giovane penna che promette grandi cose, già autrice de Le stanze buie, pubblicato da Mursia,
reduce di un notevole successo, in questo romanzo dà vita ad un passato
ammaliatore e conquistatore che si adatta perfettamente all’immagine del protagonista:
il tormentato Modigliani, meglio conosciuto in quegli anni come Modì o Maudit,
ossia il maledetto.
Un uomo presuntuoso,
amante dell’alcol e delle belle donne, servo devoto della sua arte, unica
grande musa della sua misera vita. Modigliani viene dipinto come un uomo che
crede fermamente nel suo genio e che sceglie di vivere esclusivamente in nome
di quello.
La voce narrante è tutta
al femminile e combacia con quella di Jeanne, capace di raccontare la sua
storia e quella del suo amante in modo completo, persino assillante.
Modigliani la conquista
fin dal primo sguardo, nonostante sia molto più grande di lei e nonostante
abbia una fama di povero e disastrato che lo precede ovunque vada. Jeanne ha
diciannove anni ed è alle prime armi, studia pittura e conosce l’uomo soltanto
per sentito dire senza averlo mai incontrato. Proviene da una famiglia molto
cattolica e la sua vita fino all’incontro, è stata sempre ligia alle regole e rispettosa
delle più alte forme di moralità.
Ma complice una festa e
una visione quasi magica nella sua oscurità e dannazione di un Modigliani poeta
ed incantatore, mezzo ubriaco e consapevole del proprio fascino, conquistano la
timidezza e l’inesperienza di Jeanne che fin dalle prime battute si sente
completamente trasportata da quell’uomo che diventerà il suo unico universo.
Occhi come i vostri non si possono dimenticare.
Parigi è uno sfondo
perfetto per una storia che parla d’amore ma è anche terribilmente tragica,
stralunata, forte e distorta. Una donna che si innamora di un uomo che non è in
grado di prometterle nulla, che vive esclusivamente per la sua arte e che la
tradisce come se nulla fosse. Eppure lei, coraggiosa e temeraria, sceglie sin
dal primo momento di stargli accanto, cancellando, come per magia tutte le
altre cose della propria vita, ogni difficoltà, ogni preoccupazione per la
famiglia e per ciò che concerne la sua esistenza, viene assolutamente spazzata
via dal fascino di quel pittore dannato.
Pensai a qualcosa che riassumesse tutto quello che avrei voluto dirgli. L’unica cosa che mi venne in mente fu una frase di Oscar Wilde, lo scrittore che entrambi amavamo. Gliela sussurrai all’orecchio, mentre l’alba faceva capolino dalle tenebre e la cenere si raffreddava intorno a noi. ‘Tutti noi viviamo nel fango, ma alcuni guardano alle stelle.’
Basta un suo tocco per
riconciliarla con il mondo. Basta la sua voce così invitante a renderle la
giornata accettabile, un unico e complesso sentimento che non le lascia il
tempo di respirare.
Jeanne è una donna al di
fuori del comune, che mette a repentaglio la sua stessa vita per darla in dono
ad un altro. Ella decide di annientarsi, di sottomettersi, di annullarsi in
nome di quell’amore che proprio per l’estremismo contenuto nelle anime dei due
amanti, non può che essere drammatico e straziante.
Modigliani è un uomo
passionale, tormentato, un uomo che rischia, che si espone, e anche
insoddisfatto della propria vita, alla ricerca eterna di una pace dell’anima,
che essendo un artista vero non troverà mai. Jeanne vorrebbe cullarlo con le
proprie emozioni, con la sua assoluta devozione e sarà lei la sua musa
ammaliatrice, colei che cercherà di infondergli quella felicità a cui nessuno
dei due però è destinato.
C’era, nel modo in cui mi guardava, la promessa dell’impossibile, e avrei mentito a me stessa se avessi negato che avevo sentito quel richiamo fin dal primo momento in cui il suo sguardo si era posato su di me.
Sono entrambi due personaggi
estremi, nei quali è difficile identificarsi. L’autrice affabula con morbidezza
e delicatezza, con eleganza e sottigliezza rendendo alla perfezione sia le scene
più forti e carnali sia quelle spirituali e dell’anima.
E’ un romanzo che parla
di ossessioni e terribili meraviglie, quelle del cuore e quelle della rinuncia.
Lo stile ti coinvolge, ti senti parte di ciò che viene esposto, perché il
linguaggio è lineare, intenso, ammaliante. Non posso negare di amare questo
tipo di storie, che turbano, che sconquassano, che ti lasciano anche con l’amaro
in bocca ma sono vive e respirano di vita. Un amore contrastato capace di
andare contro tutto e tutti, un amore che non ha la benedizione del cielo, ma è
una maledizione costante per chi lo coltiva dentro.
Un amore che oggi sarebbe
inammissibile come inammissibile sarebbe la consapevolezza che un artista come
Modigliani possa decidere di vivere solo per la sua arte, rifiutando qualsiasi
altra cosa, rendendola l’unica fonte vitale della propria esistenza, la purezza
e la bellezza di un dono divino al quale immolare tutta la propria vita.
Modigliani ha un unico amore: l’arte, un’ossessione, una passione macabra e
distruttiva come Jeanne ha un’unica emozione capace di farle battere il cuore,
quell’emozione si chiama Amedeo.
Modigliani insegue la sua Arte come Jeanne
insegue lui, in una storia tortuosa e ambivalente, non priva di ostacoli e di
cadute. Una storia che contiene un fascino oscuro perché ciò che racconta è
troppo grande, troppo drastico, troppo doloroso per essere accettabile.
Lo
guardi da lontano e te lo senti addosso, senti l’alito di quel legame che ti
arriva fino al collo, ne sei attratto come ciò che è pieno di fascino, lo
osservi e ne resti ammaliato. Ma quell’amore resterà sempre lì, distaccato,
nella sua forma di assoluto universo nel quale specchiarsi senza rimpianto.
Sarà la mia parte femminista che sta per uscire ... ma penso che solamente una donna può sopportare quello che un uomo può solo sognarsi di poter sopportare. <3
RispondiEliminaNormalmente, se non ci fosse il fascino dell'elemento storico, una storia come questa, in cui una donna sacrifica tutto per amore, non mi avrebbe attirata e rimane l'aspetto che mi fa storcere un po' il naso, ma la promessa di ritrovare lo stile della Diotallevi è qualcosa a cui non posso resistere. :3
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