Ultime recensioni

martedì 28 aprile 2020

Recensione: RUCKUS. SENZA REGOLE di J.L. Shen.

Buongiorno cari lettori! Oggi vi parlo dell'ultimo romanzo di J.L. Shen, Ruckus. Senza regole,  approdato in Italia grazie alla Always Publishing. Una storia che ho definito la più romantica della serie, dolce e tenera. Un po' troppo per i miei gusti.

RUCKUS. SENZA REGOLE
di J.L. Shen

Editore: Always Publishing
Pagine: 380
GENERE: Romanzo 
Prezzo: 5,99 € - 14,90 
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2020
Link d'acquisto: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟 ½

Trama:
Dall'autrice fenomeno di VICIOUS, tradotta in 19 paesi. Segreti, bugie, passione, un amore tenuto nascosto per undici anni che sfida il tempo e il destino. Per Rosie, Dean Cole è un amore proibito. Nonostante cerchi di vivere ogni istante al massimo, una salute precaria tiene Rosie LeBlanc lontana dagli altri come un muro invisibile, perché lei è consapevole che un giorno tutto potrebbe esserle strappato via. L’unico ragazzo che sia mai stato capace di farla sentire realmente viva è allo stesso tempo l’inesorabile promemoria che l’orologio dentro di lei continua a scorrere. L’unico ragazzo capace di farla sentire realmente viva è un desiderio proibito per Rosie, perché tanti anni prima è stato il fidanzato della sua amata sorella. Per Dean, Rosie LeBlanc è una stella da catturare. Ricco, affascinante e selvaggio, Dean “Ruckus” Cole ha il mondo ai suoi piedi e conosce un solo modo di vivere: senza regole.Il suo equilibrio fatto di eccessi viene sconvolto quando nella sua vita torna l’unica ragazza capace di infiammargli la mente e il cuore, l’unica ragazza a cui abbia mai dovuto rinunciare. Insolente, spavalda, bella da morire, Rosie è come una stella per Dean: fulgida, effimera e inafferrabile nella sua bellezza. Ma ora ha una seconda possibilità per conquistare la sua luce, ed è determinato a non farsela sfuggire. Dean è pronto a una battaglia senza regole, persino se i suoi avversari saranno il destino, il tempo, e i demoni del suo stesso passato.

martedì 21 aprile 2020

Recensione: TUTTO CHIEDE SALVEZZA di Daniele Mencarelli

Buongiorno cari lettori! Oggi vi parlo del secondo romanzo candidato al Premio Strega 2020 dal titolo Tutto chiede salvezza di Daniele Mencarelli. Una storia che mi ha commosso e che mi ha rubato il cuore.

tutto chiede salvezza
di Daniele Mencarelli

Editore: Mondadori
Pagine: 204
GENERE: Romanzo
Prezzo: 9,99 € - 19,00 
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2020
Link d'acquisto: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟

Trama:
Ha vent’anni Daniele quando, in seguito a una violenta esplosione di rabbia, viene sottoposto a un TSO: trattamento sanitario obbligatorio. È il giugno del 1994, un’estate di Mondiali. Al suo fianco, i compagni di stanza del reparto psichiatria che passeranno con lui la settimana di internamento coatto: cinque uomini ai margini del mondo. Personaggi inquietanti e teneri, sconclusionati eppure saggi, travolti dalla vita esattamente come lui. Come lui incapaci di non soffrire, e di non amare a dismisura. Dagli occhi senza pace di Madonnina alla foto in bianco e nero della madre di Giorgio, dalla gioia feroce di Gianluca all’uccellino resuscitato di Mario. Sino al nulla spinto a forza dentro Alessandro. Accomunati dal ricovero e dal caldo asfissiante, interrogati da medici indifferenti, maneggiati da infermieri spaventati, Daniele e gli altri sentono nascere giorno dopo giorno un senso di fratellanza e un bisogno di sostegno reciproco mai provati. Nei precipizi della follia brilla un’umanità creaturale, a cui Mencarelli sa dare voce con una delicatezza e una potenza uniche. Dopo l’eccezionale vicenda editoriale del suo libro di esordio – otto edizioni e una straordinaria accoglienza critica (premio Volponi, premio Severino Cesari opera prima, premio John Fante opera prima) -, Daniele Mencarelli torna con una intensa storia di sofferenza e speranza, interrogativi brucianti e luminosa scoperta. E mette in scena la disperata, rabbiosa ricerca di senso di un ragazzo che implora salvezza: “Salvezza. Per me. Per mia madre all’altro capo del telefono. Per tutti i figli e tutte le madri. E i padri. E tutti i fratelli di tutti i tempi passati e futuri. La mia malattia si chiama salvezza”.

martedì 14 aprile 2020

Recensione: ALMARINA di Valeria Parrella

Buongiorno cari lettori! Ho scelto di leggere alcuni romanzi candidati al Premio Strega 2020 e Almarina di Valeria Parrella è uno di quelli che mi hanno subito incuriosito essendo ambientato a Nisida, il carcere minorile di Napoli. L'autrice è napoletana, quindi non potevo non leggerlo.

ALMARINA
di Valeria Parrella

Editore: Einaudi
Pagine: 136
GENERE: Romanzo
Prezzo: 9,99 € - 17,00 
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2019
Link d'acquisto: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟

Trama:
Può una prigione rendere libero chi vi entra? Elisabetta insegna matematica nel carcere minorile di Nisida. Ogni mattina la sbarra si alza, la borsa finisce in un armadietto chiuso a chiave insieme a tutti i pensieri e inizia un tempo sospeso, un'isola nell'isola dove le colpe possono finalmente sciogliersi e sparire. Almarina è un'allieva nuova, ce la mette tutta ma i conti non le tornano: in quell'aula, se alzi gli occhi vedi l'orizzonte ma dalla porta non ti lasciano uscire. La libertà di due solitudini raccontata da una voce calda, intima, politica, capace di schiudere la testa e il cuore. Esiste un'isola nel Mediterraneo dove i ragazzi non scendono mai a mare. Ormeggiata come un vascello, Nisida è un carcere sull'acqua, ed è lí che Elisabetta Maiorano insegna matematica a un gruppo di giovani detenuti. Ha cinquant'anni, vive sola, e ogni giorno una guardia le apre il cancello chiudendo Napoli alle spalle: in quella piccola aula senza sbarre lei prova a imbastire il futuro. Ma in classe un giorno arriva Almarina, allora la luce cambia e illumina un nuovo orizzonte. Il labirinto inestricabile della burocrazia, i lutti inaspettati, le notti insonni, rivelano l'altra loro possibilità: essere un punto di partenza. Nella speranza che un giorno, quando questi ragazzi avranno scontato la loro pena, ci siano nuove pagine da riempire, bianche «come il bucato steso alle terrazze». Questo romanzo limpido e intenso forse è una piccola storia d'amore, forse una grande lezione sulla possibilità di non fermarsi. Di espiare, dimenticare, ricominciare. «Vederli andare via è la cosa piú difficile, perché: dove andranno. Sono ancora cosí piccoli, e torneranno da dove sono venuti, e dove sono venuti è il motivo per cui stanno qui».

martedì 7 aprile 2020

Recensione: ACCABADORA di Michela Murgia

Buongiorno! Oggi vi parlo di Accabadora di Michela Murgia. Un romanzo che mi ha conquistato, completamente. Una storia che vi consiglio e che non dimenticherò facilmente.
accabadora
di Michela Murgia

Editore: Einaudi
Pagine: 149
GENERE: Romanzo
Prezzo: 7,99 € - 18,00 
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2009
Link d'acquisto: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟

Trama:
Maria e Tzia Bonaria vivono come madre e figlia, ma la loro intesa ha il valore speciale delle cose che si sono scelte. La vecchia sarta ha visto Maria rubacchiare in un negozio, e siccome nessuno la guardava ha pensato di prenderla con sé, perché «le colpe, come le persone, iniziano a esistere se qualcuno se ne accorge». E adesso avrà molto da insegnare a quella bambina cocciuta e sola: come cucire le asole, come armarsi per le guerre che l’aspettano, come imparare l’umiltà di accogliere sia la vita sia la morte. D’altra parte, «non c’è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri a ogni angolo di strada». Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che a Soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure è così semplice: Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno. Quarta figlia femmina di madre vedova, Maria è abituata a pensarsi, lei per prima, come «l’ultima». Per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. «Tutt’a un tratto era come se fosse stato sempre così, anima e fill’e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia». Eppure c’è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c’è un’aura misteriosa che l’accompagna, insieme a quell’ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. Quello che tutti sanno e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell’accabadora, l’ultima madre. La Sardegna degli anni Cinquanta è un mondo antico sull’orlo del precipizio, ha le sue regole e i suoi divieti, una lingua atavica e taciti patti condivisi. La comunità è come un organismo, conosce le proprie esigenze per istinto e senza troppe parole sa come affrontarle. Sa come unire due solitudini, sa quali vincoli non si possono violare, sa dare una fine a chi la cerca.