Buona domenica! Oggi inauguro una nuova rubrica che riguarderà le interviste agli autori, esordienti e non. Con questo spazio voglio aiutare i nuovi autori a farsi conoscere, perchè è questo il motivo originario per cui questo blog è nato, e dare la possibilità di esprimersi parlando di letteratura, di scrittura e di tutto quello che concerne questo mondo meraviglioso, di cui facciamo parte tutti.
Diamo il benvenuto a Filippo Semplici che oltre ad essere autore, è anche curatore di un blog che come il mio, si occupa di dare consigli e di ospitare proprio gli scrittori emergenti e non solo. Pronti a conoscerlo?
INTERVISTA
Filippo Semplici
Salve Filippo, grazie di aver accettato questa intervista e benvenuto!
Grazie a te, per me è un onore essere tuo ospite!
1 - Cosa significa per te scrivere e quando hai iniziato seriamente a farlo?
Ricordo che il primo racconto l’ho battuto a macchina all’età di quattordici anni. Da allora non ho più smesso. La mia prima pubblicazione risale al 1999 con Fanucci, un breve racconto selezionato da Valerio Evangelisti. Successivamente ne sono seguite altre, tutte con editori diversi.
Non mi piace filosofeggiare sui motivi che spingono uno scrittore a prendere carta e penna, ritengo che ognuno abbia i suoi, ed è giusto che sia così.
Per quel che mi riguarda posso dire che quando scrivo parlo ai miei fantasmi, quelli che ho dentro e che lascio uscire di tanto in tanto. Ma siccome non sono tutti degli angioletti, preferisco decidere io sulle loro libere uscite.
2 - Cosa rappresenta per te questo romanzo? Perché lo hai scritto?
Mentirei se rispondessi che l’ho scritto solo per divertimento. In realtà l’ho fatto per paura e rabbia.
Per paura:
mi sono imbattuto in certe leggende urbane del web e dintorni, che ho voluto approfondire e mi hanno lasciato sconcertato, soprattutto perché alla fine, di leggende, hanno ben poco. Le cose che ho letto, gli approfondimenti che ho fatto, mi hanno messo a disagio, al punto che non ho scelto io di scrivere questa storia, ma ne sono stato costretto.
Per rabbia:
troppi episodi di cronaca, oggi, ci raccontano una realtà in cui le vittime di soprusi la pagano sempre cara, mentre i loro carnefici quasi mai.
Questo romanzo è dunque un esorcismo contro la mia paura, e un grido di ribellione contro il mondo malato di oggi.