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giovedì 31 marzo 2016

Sbagliando si ama di Lauren Layne Recensione

Buon giovedì cari lettori! Grazie alla Newton Compton, ho letto Sbagliando si ama, di Lauren Layne. Un romanzo incentrato sulla storia di amore ed odio tra i due protagonisti, dove la bella e fredda Brynn sembra non voler cedere per nessuna ragione al mondo al selvaggio e passionale Will. Curiosi? Leggete!



Titolo: Sbagliando si ama
Autore: Lauren Layne
Editore: Newton Compton
Pagine: 320
Genere: Romance
Prezzo: € 9,90
Uscita: 2016

TRAMA


Will Thatcher è esattamente il tipo che le brave ragazze come Brynn hanno sempre evitato. Eppure c’è qualcosa in lui che lo rende irresistibile. Quando Will si è trasferito, tre anni fa, Brynn ha giurato a se stessa che era il momento di lasciarselo alle spalle. Non ha mai pensato che Will potesse avere altri progetti…Tornato in città, Will vuole infatti prendersi quello che ha sempre desiderato, la splendida e indimenticabile Brynn. Per anni ha tormentato l’intoccabile principessa di ghiaccio nel disperato tentativo di ottenere la sua attenzione, ma ora ha un nuovo piano: questa volta ha intenzione di dimostrarle che l’uomo che giudica non adatto per lei, potrebbe essere il miglior errore della sua vita…


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Sbagliando si ama è il secondo capitolo della serie scritta da Lauren Layne, iniziata con L’unico sbaglio che rifarei mille volte. Un romanzo che può essere letto autonomamente e che, come avviene in questi casi, riprende approfondendo la storia di due personaggi già comparsi nel primo libro, ossia Brynn e Will. 
Brynn è una ragazza puntigliosa, precisa, calma e apparentemente fredda, una di quelle che vivono esclusivamente di piani e di scelte già prestabilite, che odiano l’imprevisto e che passano la loro vita tra liste di cose da fare e atteggiamenti controllati e posati per non incorrere in nessun pericolo sconvolgente. 
Will, invece, è il suo esatto opposto. Uomo selvaggio, pieno di passione, che vive di istinto e di leggerezza. Cosa hanno in comune? Niente o quasi, se non una conoscenza pregressa finita decisamente in malo modo. 
Infatti in passato, i due hanno avuto una sorta di legame che poi si è spezzato e adesso, uno ignaro dell’altra si ritrovano come vicini di casa alle prese con un confronto che mette fuori tutto il peggio e naturalmente il meglio dei loro caratteri. 
Brynn veste con precisione senza mai eccedere, preferisce indossare i colori anonimi e tenui per non dare troppo nell’occhio, vuole che tutto sia sempre sotto controllo ed altamente gestibile, anche un fidanzato noioso e banale che purtroppo o per fortuna, la lascia quando meno se lo aspetta. 
Ecco allora che nella sua mente si fa strada la possibilità di riallacciare i rapporti con Will esclusivamente per vivere una relazione di superficie, che coinvolga solo l’aspetto sessuale, conservando intatti mente e cuore. 
Brynn è convinta che Will sia un affascinante bastardo senza cuore, che abbia quante donne vuole e che non provi per lei assolutamente nulla. Mai pensiero fu più sbagliato di questo! 
Quei minuti, dopo che si era allontanato dalla festa pensando di aver perso Brynn per sempre, erano stati tra i peggiori della sua vita. L’aveva immaginata con l’abito bianco mentre si avvicinava a un uomo che non era lui, e si era sentito stringere al petto come se stesse per avere un attacco di cuore. 
Will, invece, è da sempre innamorato di lei, la chiama “principessa di ghiaccio” e ora ha un piano ben definito per farla finalmente capitolare. 
Brynn non immagina neanche lontanamente quello che Will prova, considerandolo esclusivamente per come lui appare: menefreghista, superficiale ma terribilmente affascinante e spontaneo. 
La maggior parte dei loro incontri è caratterizzato da battute sarcastiche, frecciatine, sfottò e chi più ne ha, più ne metta, inscenando piccoli teatrini divertenti ed appassionanti con i quali la lettura diventa molto piacevole. 
Ci troviamo di fronte ad un romanzo leggero, una commedia romantica basata fondamentalmente sul rapporto di amore ed odio tra i due protagonisti senza tralasciare qualche interessante scena piccante. 
Ogni momento che passava con lui, si convinceva sempre di più che non ci fosse nulla di semplice e casuale in ciò che stavano facendo. Ogni sguardo, ogni bacio, nascondeva qualcosa di più. 
Lo stile di Lauren Layne è piacevole e non stancante. Nonostante la storia non sia eclatante, la sua capacità narrativa riesce comunque a coinvolgerti e a lasciarti trasportare dalla storia, consapevole che di certo non troverai sconvolgenti rivelazioni o scoperte, ma avrai portato a termine una lettura giusta e adatta a quel momento. 
Infatti Sbagliando si ama è una storia che non si avvalora di chissà quali lusinghe ma presenta due personaggi che sanno farsi apprezzare. Oltretutto mentre Brynn è quella che vediamo fin dall’inizio con l’unico particolare che ha difficoltà a lasciarsi andare, Will sarà una piccola scoperta che fa sicuramente bene a tutto il libro. 
Il suo amore lungo e duraturo per lei sarà il centro dell’intera storia, il punto focale intorno al quale tutto andrà a concentrarsi, un incastro di intenzioni perfettamente inserito in un piano diabolico per farla cedere. 
Allusivo, sensuale, intraprendente, sarcastico, sornione, allegro e affabulatore, un uomo dalle maniere immediate, senza maschere né atteggiamenti precostruiti. Questo romanzo ricalca un po’ le storie dei romance alla vecchia maniera. I classici litigi, le discussioni mentre la passione cocente e il desiderio sessuale covano sotto la cenere in attesa di esplodere. 

Una lettura che pone l’accento su cosa sia davvero sbagliato fare nella vita. Brynn pensa che Will sia l’uomo più sbagliato da amare, ma il messaggio del romanzo è un altro: sbagliato è vivere pianificando la vita, senza rendersi conto che l’imperfetto è fonte di meraviglia, di scoperta e di diversità. L’imperfezione è addizione e non sottrazione, è ampliamento, approfondimento, è lasciarsi prendere dal soffio esistenziale dell’imprevisto che ti porta ad amare anche chi non avresti mai immaginato.


mercoledì 30 marzo 2016

Quando la notte è più luminosa di Nadia Hashimi Recensione

Buongiorno cari lettori! Grazie alla Piemme, ho letto Quando la notte è più luminosa di Nadia Hashimi, un romanzo forte ma anche pieno di amore e di senso della famiglia, incentrato sulla fuga di Fereiba, una donna afgana e dei suoi tre figli, in viaggio verso l’Europa. Una storia commovente ma anche profondamente vera, una storia che narra di profughi e di sopravvivenza, di vita e di morte.



Titolo: Quando la notte è più luminosa
Autore: Nadia Hashimi
Editore: Piemme
Pagine: 420
Genere: Romanzo
Prezzo: € 18,50
Uscita: 2016

TRAMA


Fereiba è una maestra, ed è cresciuta in un Afghanistan dove la felicità e l’amore erano sogni possibili. I talebani non avevano ancora preso il potere, e suo marito tornava a casa ogni sera da lei e dai loro tre bambini. Finché un giorno non è più tornato. È stato allora che Fereiba ha capito che il suo paese non era più casa sua, ed è partita, insieme ai suoi bambini, verso un posto dove ricominciare, vivere, e dimenticare. L’Inghilterra. Attraversando l’Iran, poi la Grecia, col cuore spezzato dalla tristezza, Fereiba accompagna così i suoi figli verso la salvezza. Finché, nella piazza del mercato di una città greca, Saleem, il figlio più grande, sparisce nella folla. Da quel momento Fereiba avrà una duplice missione: mettere in salvo i due figli più piccoli e ritrovare Saleem, prima che sia troppo tardi. Perché Fereiba sa che anche nelle notti più buie prima o poi sorge la luna, a rischiarare e illuminare la strada.



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Se vedi cosa odiosa, figuratela soave. 
Inghiotti il veleno, ma il sapore non ti sia grave. 

  
Quando la notte è più luminosa, dal titolo originale When the moon is low, è un romanzo che racconta dei profughi e delle sconcertanti disavventure di uomini e donne che scappano dalle loro terre devastate dall’odio e dalla guerra per rifuggiarsi altrove. La protagonista è Fereiba, una donna che ha vissuto tutta la sua vita in Afghanistan e che è costretta a lasciare il proprio paese per trasferirsi a Londra dove vive la sorella. Il suo viaggio, insieme ai suoi tre figli, non è un semplice racconto caratterizzato da uno spostamento e dalle relative vicissitudini che lo marchiano, bensì è una commovente e struggente narrazione piena di angoscia e di sentimenti che permette di sentire sulla propria pelle la sofferenza, il diniego, il terrore che queste persone provano quando abbandonano i loro paesi per entrare a far parte di nuovi mondi con altrettanti pericoli e rischi da cui nessuno sembra in grado di preservarli. 
La storia di Fereiba è una voce piena e tuonante ma anche morbida e delicata, fatta di sentimenti e di vibrazioni, sporcata dal dolore e dal sangue ma anche tenuta in piedi da una ragguardevole speranza. 
La narrazione si muove utilizzando due punti di vista differenti: i capitoli scritti in prima persona in cui è la stessa protagonista a parlare e i restanti capitoli in cui il punto di vista è incentrato sulla terza persona attraverso cui leggiamo le vicende, conoscendo più da vicino il figlio di FereibaSaleem. 
La storia di questa famiglia è struggente e commovente. All’inizio del romanzo siamo immersi nella vita della donna, caratterizzata da un’infanzia poco felice nella quale a causa di una matrigna cattiva e fredda, le era impedito di fare qualsiasi cosa, soprattutto l’apprendimento, essendo un amante della cultura. Le cose migliorano quando, grazie ad un matrimonio combinato, sposa un uomo che presto scopre di amare e con il quale riesce a raggiungere almeno un minimo di felicità. 
La storia dell’Afghanistan, della guerra, dello sconforto, della politica e dell’economia che si cela dietro questi mostri che lottano in nome di chissà cosa, si racchiude tutta in queste pagine, portando alla luce episodi di rara trasmissione emotiva ed emozionale, dove davvero chi ne è fuori, come me, come voi, si sente parte di una realtà che siamo abituati a vedere soltanto in televisione ma di cui ci viene narrato tutto con rispetto e pazienza. Con meticolosa rassegnazione per certi versi, perché lo sappiamo tutti, certe cose non cambieranno mai da un giorno all’altro e purtroppo queste persone sono destinate a soffrire. Soffrire è una brutta parola, disgustosa, soprattutto se consideriamo l’ingiustizia che sottintende tutto questo. Cosa hanno fatto di male queste persone, esseri umani come noi, colpevoli solo di non voler morire? 
Il cuore di mio figlio era più malandato del mio. Seppellii la rabbia che provavo nei confronti di mio marito per aver deciso che dovevamo intraprendere quel viaggio. Non era colpa sua, e io lo sapevo bene quando riuscivo ad essere razionale. 
Nadia Hashimi è un’autrice che parla con il cuore e di certo, non si aspetta neanche una briciola di meno dai suoi lettori. Il suo stile è poetico e ammaliante nel raccontare gli aspetti migliori, quelli che vanno rivalutati, quelli che vanno scoperti e non persi, mentre è capace di grande solidità strutturale e fisica nelle descrizioni più cruente e soprattutto nella rappresentazione degli aspetti meno piacevoli, come la consapevolezza di perdere un figlio. E’ questo quello che accade a Fereiba, quando durante il suo viaggio verso la speranza e la libertà, perde Saleem, catturato e reso prigioniero. I percorsi dei due personaggi principali si dividono e ognuno di loro proseguirà per la propria strada. Fereiba continuerà a lottare per portare gli altri suoi figli in salvo e dall’altra parte, Saleem affronterà le difficoltà da solo, maturando e diventando un uomo. 
Molti personaggi appaiono sulla scena e molti dei loro pensieri e sentimenti ci vengono descritti in modo approfondito durante i capitoli scritti in terza persona e che hanno come protagonista Saleem. 

Il viaggio è una tortura. Il viaggio incute paura. Il viaggio è una speranza ma è anche fonte di un terribile cambiamento. La stessa Fereiba modifica il proprio carattere e la propria essenza a causa delle circostanze che dovrà affrontare, per non parlare dei figli che modificheranno le loro personalità influenzati dalla paura della morte e dalla minaccia spaventosa e continua del ritorno nella loro terra. 
I trafficanti, le guardie, gli stessi compagni di viaggio sono fonti di emozioni fortissime che molto spesso è difficile controllare e soprattutto gestire in un mondo dove tutti sono pronti a darti addosso e dove la compassione è ormai una merce sempre più rara. 
Quando la notte è più luminosa è un romanzo sul coraggio e sulla forza della speranza. Una storia che non basta, perché storie del genere non bastano mai in questo momento in cui il mondo sa, conosce, parla e ne sparla, ma è ancora troppo poco. Ancora non è niente e lo si vede, lo si percepisce proprio da queste storie che mettono in luce tutte le debolezze, le fragilità, gli ostacoli che questi esseri umani esattamente come noi sono costretti ad affrontare. Nessuno vuole capire fino in fondo, nessuno vuole vedere che l’unica differenza tra noi e loro, è che noi siamo nati in una terra dove ancora nessuno ci ha costretto a scappare. Ma fino a quando?