Buon mercoledì! Ringrazio la Leone editore per questa splendida
lettura in anteprima! Absolution
di Caro Ramsay,
in uscita domani, 11 Febbraio, è un thriller
davvero perfetto! Una storia che non è solo un’indagine su una serie di omicidi
e una caccia al serial killer ma è uno sprofondare a ritmo lento ed implacabile
nell’interiorità di un personaggio davvero tormentato. Leggere è stato come
vivere un sogno talmente avvolgente e reale, da sembrare vero. Un momento…
sogno o incubo?
Titolo: Absolution
Autore: Caro Ramsay
Editore: Leone
Editore: Leone
Genere: Thriller
Pagine: 448
Uscita: Nuova edizione 2016
Pagine: 448
Uscita: Nuova edizione 2016
Prezzo: € 6,90
TRAMA
Uno spietato assassino, lascia dietro di sé
un'impressionante scia di cadaveri lungo le strade di Glasgow. La
complicatissima risoluzione del caso viene affidata ad Alan McAlpine, un uomo
ombroso e intransigente, ma circondato da fedeli e bravi detective. Ma
l'ispettore capo oltre che con l'assassino dovrà fare i conti anche con il suo
passato, quando giovane recluta, nel 1984, ebbe l'incarico di sorvegliare una
donna in coma, senza volto, vittima di un attacco con l'acido. Il tragico
finale di quel suo primo incarico lo segnerà a vita. Da allora nel suo cuore
alberga il desiderio di riscatto, e fermare il serial killer diventa il modo in
cui raggiungere la catarsi e liberarsi per sempre dal senso di colpa.
Absolution di Caro Ramsay, autrice scozzese acclamata
molto per questo romanzo che è stato il suo esordio nel campo letterario, è una
storia perfetta, una di quelle che quando chiudi il libro, non ne hai
abbastanza. Si tratta di un thriller e già questo è un fattore che rende spesso
difficile l’apprezzamento totalitario di una storia, perché è un genere difficile,
in cui è complicato mantenere alta la tensione, la suspence, la curiosità del
lettore e non ultima, la sorpresa, almeno nel finale.
L’autrice ha uno stile
solido, che si quantifica in modo sostanziale e si concentra nella descrizione
sia degli ambienti ed in particolare della città in cui è ambientato il libro:
Glasgow, che appare oscura, sporca, piovigginosa, uno specchio perfetto per l’atmosfera
estremamente inquietante che si inizia a respirare fin dall’inizio e che
coinvolge già dalle prime battute.
Infatti non si è subito
gettati nel momento attuale della vicenda ma nel passato, poiché la narrazione
riguarda principalmente due momenti: il 1984 e il 2006 che corrisponde al
presente.
Il protagonista, l’ispettore McAlpine, è chiamato ad indagare sulla morte di una serie di donne,
uccise non solo in modo barbaro ma assolutamente strano ed inspiegabile. Vent’anni
prima però, lo stesso ispettore, molto più giovane, aveva ricoperto un compito
all’apparenza molto facile: sorvegliare una giovane donna olandese, resa
incapace di vedere e di parlare per essere stata colpita dall’acido.
Questa
donna, di nome Anna, era incinta e
dopo aver dato alla luce una bambina, decide di suicidarsi. Il rapporto che s’instaura
tra il giovane McAlpine e la donna è sconcertante, quasi morboso, estremamente
tormentato e oscuro. L’uomo, lentamente si lega a lei a tal punto che,
nonostante i divieti che obbligano la donna a non poter toccare sua figlia,
egli fa in modo di mettergliela vicino, mettendo così in serio pericolo il suo
stesso lavoro.
Bianco. Nient’altro che bianco. Nessuna sensazione. Nessuna percezione. Solo bianco. Niente. Poi il respiro. Un respiro ritmico. Il flusso e riflusso della vita, ecco tutto. Dormiva.
Purtroppo però Anna si
suicida e McAlpine non riesce a superare questa morte proprio perché vissuta in
concomitanza anche di un altro evento drastico: la morte del fratello.
Una tragedia familiare
che lo colpisce in prima persona e che affonda i suoi artigli rabbiosi ed
inclementi nella sua coscienza. Li affonda
talmente in profondità che anche adesso, vent’anni dopo, l’uomo è
tormentato da quei ricordi, affogato nella memoria di un passato che non
aspetta altro per rifarsi vivo. L’occasione gli viene data proprio grazie a
quella indagine che spinge McAlpine ad indagare su un insidioso Serial Killer che ha un modus operandi
molto particolare e stranamente meticoloso, davanti al quale non ti puoi
sbagliare: la crocifissione. Le donne trovate morte sono prima di
tutto sventrate, poi lasciate morire dissanguate e alla fine crocifisse con le
braccia aperte e le gambe incrociate, con le caviglie una sopra l’altra.
Rimasero lì in silenzio, le mani sui fianchi, ad ascoltare il battere della pioggia sulla finestra e a fissare Elizabeth Jane distesa sul pavimento come una bambina ostinata, esausta al termine di un capriccio.
McAlpine, insieme ai
colleghi più giovani Anderson e Costello, indaga barcollando nel buio perché
oltre al modo di uccidere del Serial Killer che lo rende inequivocabilmente il
colpevole seriale di quegli strani omicidi, non esistono altre prove che
possano condurre ad una persona reale e fisica da incriminare. Non mancano però
i sospettati: primo fra tutti un giovane dal passato turbolento che conosce le
vittime e si è già macchiato di violenza, e due preti che appartengono al
rifugio Phoenix, un luogo dove l’accoglienza e l’aiuto dovrebbero regnare indisturbati.
Anche le persone all’apparenza più innocenti sembrano avere qualcosa da
nascondere e le stesse vittime, tutte giovani ragazze che sembrano inermi ed
incolpevoli di fronte a tanta foga e malvagità gratuita, non sono così pure
come si potrebbe pensare. Infatti tutte erano perfettamente coscienti della
propria bellezza e femminilità e la usavano per ottenere ciò che volevano dalla
vita.
I personaggi sono
molteplici, così come le diverse situazioni che si vengono a creare e che non
ti lasciano il tempo di fare congetture. Lo stile è meticoloso e preciso
proprio come il modus operandi del serial killer. Una storia che si muove su
dimensioni temporali diverse e che coinvolge molti aspetti, non solo quello
tipicamente giallo. McAlpine è un personaggio dannato, inseguito dai suoi
demoni che alla prima buona occasione emergono rischiando di mettere in
pericolo tutta l’indagine. La sua vita è apparentemente tranquilla, ma nasconde
numerose ferite e legami irrisolti di cui il peso si porta dietro soprattutto
inconsapevolmente.
Ho apprezzato molto
proprio questo aspetto. Absolution non è il solito thriller, è molto di più. E’
entrare completamente nella mente di una persona tormentata e distrutta da ciò
che non riesce ad annientare, da tutto quel dolore e quella rabbia, un animo
davvero maledetto dal tempo, di cui il tempo non sembra voler avere pietà.
Dopo la conversazione al pub con Anderson aveva capito che il fantasma di Anna si stava svegliando dal suo sonno ed era pronto a perseguitarlo. Ogni volta che andava nella centrale operativa si sentiva risucchiato in un tunnel alla fine del quale lo aspettava lei.
Non è solo una semplice
caccia al serial killer ma è una lotta con la propria interiorità che ti
permette di andare passo dopo passo sempre più a fondo e a sporcarti sempre più
di nero insieme ai protagonisti. Mi sono spesso emozionata davanti ai ricordi e
alle sensazioni di McAlpine, il suo vissuto è concreto, palpitante, sanguina
ancora davanti a quei cadaveri di vite distrutte che sono fantasmi che
continuamente lo richiamano all’interno di un tunnel senza speranza e senza
luce.
L’ho sentito sprofondare
sempre più a fondo e non è stato facile
continuare a leggere perché la paura mi ha preso e fatto sentire sulla pelle il
timore di ciò che sarebbe potuto accadere, come fosse reale, ad un passo da me.
L’autrice non ha scritto solo un bel thriller ma è riuscita a creare empatia,
partecipazione, con i suoi personaggi rendendoli in quel momento unici e veri
protagonisti di una storia che non ha punti deboli.
Il titolo mi ha
affascinato sin da subito. Non voglio dirvi altro ma tutte quelle morti sono
collegate non solo alla crocifissione ma anche al concetto di moralità, di ciò
che è giusto e sbagliato e, appunto all’assoluzione, al perdono, ad una sorta
di purificazione.
Le atmosfere sono
malinconiche, disturbate, è come se per tutta la durata della lettura tu stessi
sognando. Un sogno burrascoso, tormentato ma sempre molto intenso, dagli odori
più disparati e dalle sensazioni a volte invitanti, altre scioccanti. Sono più di 400
pagine di romanzo che però scivolano via senza accorgertene perché non solo sei
catturato, ma stai vivendo, come se fossi intrappolata in quel sogno. Qualcosa
che ti fa dimenare, angosciare, ti tiene in ansia ma che ti fa sentire viva perché
percepisci che sta accadendo qualcosa e
tu sei lì a guardarla.
La chiave di lettura di
questa storia e che la rende così intensa e ammaliante, incutendo spesso terrore
ma anche coinvolgimento, è l’aspetto torbido e sinistro che aleggia in tutto lo
spazio narrativo. I personaggi si muovono ma alcuni di essi è come se fossero
ombre, voci che ti sussurrano di cose sbagliate e di memorie sporcate. La
stessa Anna, che tormenta McAlpine, finisce per tormentare anche noi. Lo
avverti il tormento, non è solo fiction, sembra vero. Ne senti la forza e il
potere, quello di trascinarti nel baratro, in quell’abisso che se continui a
guardare, gli permetti di sfondarti dentro. Brividi per una lettura che ti
lascia il segno.
Dio mio ... la tua recensione è come la pagina di un libro che ti avvolge e che ti travolge come un uragano senza che possa rendertene conto però!!
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Come fai tu! :-)
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GRAZIE!! <3 <3 <3
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