Buon martedì cari
lettori! Dopo la recensione al primo capitolo della saga dei Revenants scritta
da Amy Plum,
Die For Me,
ho deciso di leggere anche il secondo
libro, Until I Die, di cui
ringrazio De Agostini per la copia.
Avevo il sentore che in qualche modo potesse esserci un miglioramento, nel
senso che potesse piacermi di più ed in effetti è stato proprio così,
nonostante alcuni punti a sfavore siano rimasti. Insomma, il mio giudizio è
lievemente migliorato, senza troppi scossoni!
Leggete e
lasciatemi le vostre impressioni!
Titolo: Until I Die
Autore: Amy Plum
Editore: De Agostini
Pagine: 448
Genere: Fantasy
Prezzo: € 14,90
Uscita: 6 Ottobre 2015
TRAMA
Ero destinata a
innamorarmi di Parigi. Fin dal primo momento in cui ho messo piede in questa
città incantata, ho capito che tutto sarebbe cambiato. Che avrei perso il mio
cuore. E così è stato perché ho incontrato Vincent. Vincent è il ragazzo che
tutte vorrebbero. Bello, gentile, affascinante. E immortale. So che innamorarsi
di una creatura soprannaturale può sembrare una follia, ma non mi importa. Ho
deciso di mettere a tacere la ragione e seguire il mio cuore. Di rischiare
tutto, anche la vita, per restare al fianco del ragazzo che amo. Lui ha giurato
di proteggermi, da se stesso e dai suoi nemici. Ha anche promesso di resistere
alla sua natura per tenermi al sicuro, e sono certa che lo farà. Io però non
resterò a guardare seduta in un angolo mentre un destino più grande di noi
tenterà di dividerci. Sarò pronta a tutto pur di difendere il nostro amore. A
tutto. Continua la
storia dell’amore immortale tra Kate e Vincent, i protagonisti di Die for me.
Amy Plum è nata
in Alabama, ma si è trasferita a Chicago giovanissima per fuggire ad una
situazione familiare poco piacevole. Si è poi trasferita a Parigi per studiare,
e infine a Londra. Al momento risiede in un piccolo paesino della Valle della
Loira, con il marito e i figli. Ha insegnato inglese in una università
francese, prima di licenziarsi e dedicarsi completamente alla scrittura.
Until I Die è il secondo capitolo
della saga incentrata sui Revenants scritta da Amy Plum. La mia opinione sul
primo libro, Die For Me, non era stata positiva, nonostante io abbia apprezzato,
primo fra tutti, l’idea originale dei Revenants, ossia di creature immortali
assolutamente nuove, la cui prerogativa principale è quella di sacrificare la
loro vita per salvare quella degli umani.
Mi erano piaciute molto le
descrizioni dei luoghi, la meravigliosa Parigi, sfondo perfetto per una storia
d’amore estremamente romantica, ma avevo trovato i personaggi abbastanza
anonimi nel loro carattere e personalità e la storia un po’ troppo sbrigativa.
Nonostante l’opinione negativa ho deciso ugualmente di leggere il secondo libro
nella speranza che ci fosse un miglioramento, e il mio istinto non ha
sbagliato!
Ritroviamo i protagonisti
esattamente come li avevamo lasciati. Kate e Vincent si amano perdutamente ma
devono affrontare un problema fondamentale, che rischia di mettere in pericolo
il loro legame: la morte. Vincent non può non cedere al richiamo della sua
stessa natura, e ogni volta che si presenta l’occasione, deve necessariamente,
come una condanna infallibile, morire in nome di un essere umano da salvare.
Ovviamente,
essendo una creatura immortale, la sua morte è soltanto momentanea, infatti
dopo un certo tempo, il suo corpo si rigenera e la sua vita torna a brillare ma
questo implica anche un nuovo e insindacabile sacrificio, proprio perché la sua
esistenza immortale è votata a questo tipo di missione.
Kate, che non ha mai superato
realmente la morte dei suoi genitori, non regge questa situazione, soprattutto
non sopporta di vedere il suo innamorato morire infinite volte anche se poi
ritorna in vita. Il problema per lei è l’attimo, il momento, il rivivere
costantemente il dolore della perdita, l’angoscia dell’assenza, e la sofferenza
psicologica e dell’anima nel guardare
spegnersi la luce della vita nel corpo e negli occhi di chi ama.
“Senza di te al mio fianco, la mia
immortalità è pura sopravvivenza. O almeno finora è stato così. Ma con te,
Kate, io non sto più semplicemente sopravvivendo: sto vivendo. Rinuncerei a un
migliaio di anni…» Chiuse gli
occhi e sfiorò le mie labbra con le sue. «… Per poter vivere un unico istante con te. E se posso prolungare
quest’attimo e farlo durare qualche decennio… be’, mettere a repentaglio la mia immortalità mi sembra uno scambio
equo.”
Amy Plum, in questo secondo libro,
calca la mano sull’aspetto psicologico e gli riesce sicuramente bene. Kate matura
e rispetto alle prime vicende che l’avevano vista protagonista, dove sembrava
semplicemente subire ciò che le accadeva intorno, adesso diventa artefice in
prima linea del suo destino e soprattutto delle scelte fatte in nome dell’amore.
Perché di questo si tratta, non prendiamoci in giro, di amore, romanticismo,
morte e maledizione. Se in precedenza c’era più azione, movimento, lotta, dovuti
anche allo scontro tra i Revenants e i Numa, ossia gli esseri che invece di
salvare gli umani, si nutrono della loto morte e del loro dolore, a seguito
del quale il capo del gruppo dei cattivi è stato annientato, adesso l’atmosfera
amorosa, quasi sognante e pregna di sentimenti ed emozioni diventa l’assoluta
protagonista. Nonostante ciò, non mancano i problemi. Kate e Vincent vogliono
trovare a tutti i costi una soluzione. Lui la ama follemente e pertanto è
disposto anche ad andare contro alla propria natura pur di risparmiare a lei tutto quel dolore e quella sofferenza.
“Sentii un tuffo al cuore, e non in
senso metaforico: avvertii una fitta al petto. Quei versi sembravano scritti
per me e Vincent; il poeta aveva messo nero su bianco le mie peggiori paure.”
Il problema, però, è trovare il modo
per far sì che Vincent non debba più sottostare a questo richiamo salvifico che
ogni volta rischia di far precipitare lo stato emotivo della sua Kate.
Parigi è sempre meravigliosa ed è un
piacere leggerla attraverso le parole dell’autrice che ti lasciano addosso
davvero la voglia di essere lì e di provare sulla tua pelle quell’atmosfera
incantata ma anche ben inserita in un contesto che nonostante sia un fantasy,
conserva molti aspetti della realtà.
I personaggi sono emotivamente ben
descritti anche se, come in precedenza, ho notato in alcuni di essi, un
riscontro mieloso ed eccessivamente piagnucolante. Lo stesso Vincent mi ha
lasciata un attimo perplessa. Troppo “curativo”, protettivo, dolce e tenero nei
confronti di Kate, e questo mi ha fatto storcere parecchio il naso. Insomma,
per un protagonista del genere, del calibro di un revenant, mi aspettavo un
carattere più solido e duro, meno atteggiamenti mielosi e da “ragazzino”.
Invece ho rivalutato Kate, che si fortifica, soprattutto quando decide di
allenarsi per non essere di peso al gruppo e per affrontare almeno con qualche
possibilità eventuali pericoli e rischi. Perché si sa, nella Parigi di questa
saga fantasy non esistono solo i Revenants come creature soprannaturali ma
anche altri esseri e soprattutto non esistono verità indissolubili e amici per
sempre, perché anche i personaggi più insospettabili possono nascondere
improbabili ed eccezionali segreti.
Until I Die l’ho preferito
sicuramente al suo predecessore, ho notato una certa maturazione nei
personaggi, una dose notevole di mistero e di intrighi, e devo comunque
riconoscere l’abilità dell’autrice nel saper scrivere di un mondo totalmente
nuovo. Purtroppo ciò che non ho apprezzato è l’eccessivo romanticismo, di cui
avrei fatto bellamente a meno.
Il centro focale, come dicevo, è la
ricerca da parte di Kate e Vincent di trovare una soluzione, e questa continua
lotta contro il tempo, contro le difficoltà e gli ostacoli che si troveranno di
fronte, li porta inevitabilmente a legarsi sempre di più l’uno all’altra. E non
è soltanto Vincent ad essere estremamente protettivo e consolatorio con la sua
compagna ma anche la stessa Kate è disposta a tutto pur di vivere il suo amore
e di farlo nel modo giusto.
“Cercare di resisterti è come
resistere all’impulso di morire. Più mi trattengo e più diventa difficile.”
Non manca un eroismo molto forte,
del resto stiamo parlando di un fantasy incentrato prevalentemente sulla lotta
per amore e dell’amore nella sua concezione più assoluta e determinante. Non
manca l’aria sognante, perché immagino che chiunque ragazzina vorrebbe un
ragazzo come Vincent al proprio fianco che, merito dell’autrice, in qualche
modo, strappa finalmente il modello precostituito e stancante del vampiro alla
Twilight, pur però mantenendo quell’aria da bravo ragazzo, intenso e romantico
che comunque vada, riesce sempre a far
tremare i cuori delle più giovani. Ecco, forse si tratta proprio di gioventù.
Magari sarò troppo vecchia io per apprezzare certe cose, però posso confermare
che Unitl I Die mi ha convinto un po di più del primo e dunque, nutro diverse
speranze per il terzo conclusivo della saga.
Concludo, citando solo per un attimo
il finale, senza rivelarvi nulla naturalmente. Rispetto al primo libro, dove il
finale era assolutamente anonimo, qui l’autrice ci mette del suo e ci lascia
sicuramente con un po’ di amaro in bocca, perché il modo in cui termina il
romanzo non te lo aspetti e non lo vorresti soprattutto, sapendo che il terzo
non ce l’hai ancora tra le mani. In sintesi, amici lettori, consiglio o meno
questo libro? Direi di sì ma ovviamente dovete aver letto il primo, altrimenti
non ha senso.
A questo punto sono curiosa di leggerli entrambi!
RispondiEliminaFallo e poi fammi sapere!
EliminaEro indecisa se leggere il secondo, sai che di uscite fantasy non me ne sfugge nessuna. La tua recensione mi ha convinta a proseguire se non altro per pura e semplice curiosità.
RispondiEliminaLa curiosità ha mosso anche me e come ho detto una sorta d'istinto che in qualche modo si è rivelato giusto. Ora attendo il terzo per capire se ci sia ancora un miglioramento.
Eliminaa me il primo è piaciuto, e sto per iniziare il secondo ;-)
RispondiEliminaOttimo! ^__^
EliminaBellissime coover di questi due libri, appena visti in libreria, fantastici! *_*
RispondiEliminaSulle cover non si discute, anche per questo mi ero innamorata inizialmente del primo ;-)
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