Buon lunedì! La recensione di oggi è ancora una di quelle che dovevo recuperare e
riguarda un romanzo pubblicato da TEA,
che ringrazio per la copia, intitolato E senza piangere,
scritto da Pier
Luigi Celli. Un giallo molto particolare che inizia in sordina,
apparendo molto semplice e sbrigativo per poi immetterti in un tessuto
narrativo carico di misteri e di scoperte. Insomma una vera e propria sorpresa!
Titolo: E senza piangere
Autore: Pier Luigi Celli
Editore: TEA
Pagine: 253
Genere: Giallo
Prezzo: € 15,00
Uscita: 2015
TRAMA
"Scompaio qualche giorno" dice il professor Brandi
alla moglie. "Devo fare qualcosa." Comincia così il nuovo romanzo di
Pier Luigi Celli, con il professor Brandi, docente universitario amato dagli
studenti e odiato dai colleghi, che si allontana misteriosamente da casa.
Impegni, un po' di riposo, forse un progetto a lungo meditato, non si sa. Il
senato accademico però si agita, vuole vederci chiaro, e mette sulle orme di
Brandi due individui non proprio limpidi. Le cose si complicano quando uno di
questi figuri scompare a sua volta. E quando, oltre agli scomparsi, si aggiunge
anche un morto, l'arrivo del commissario Guglielmi è inevitabile... L'indagine che ne segue si abbatterà sull'università come una tempesta, destinata a mettere a nudo misteri, connivenze e complicità troppo a lungo celate.
Pier
Luigi Celli (Verucchio, 8 luglio 1942) è un imprenditore, dirigente
d'azienda, saggista e scrittore italiano. È stato direttore generale
dell'università Luiss Guido Carli di Roma e della RAI, membro dei consigli di
amministrazione di Illy e Unipol. È stato presidente dell'ENIT dal 4 maggio
2012 fino al commissariamento dell'ENIT stessa, avvenuto il 16 giugno
2014.
“Ci sono cose che emergono quando è il loro tempo.”
E senza piangere è un
romanzo che non ti aspetti, una storia che può apparire banale e che almeno all’inizio
immagini possa percorrere una determinata strada senza eccessivi
scombussolamenti o ripercussioni che ti porterebbero inevitabilmente a
rivalutare sia l’autore che il romanzo stesso. Ebbene contro ogni aspettativa è
proprio questo ciò che avviene all’interno della storia.
Pier Luigi Celli è un autore che ha scritto tanto, occupandosi dei più
variegati argomenti e che in questo libro si cimenta in un giallo apparentemente
educato e tranquillo, un giallo modesto che si rivela accattivante e ribelle
tanto da spingere il lettore a formulare una serie di ipotesi continue, ogni
volta smontate abilmente dal narratore.
La narrazione è onnisciente,
esterna ed imperturbabile, seppur sia costantemente avvallata dalle
intercapedini costituite da una serie di voci protagoniste che esprimono con
parsimonia ed intelligenza il loro carattere e pensiero, fungendo da poli di
attrazione per l’incastro tipicamente giallo e per la serie di segreti e
misteri che all’inizio appaiono impensabili e che poi diventano via via sempre
più lampanti e altresì necessari.
Il protagonista, grande
assente della storia, è il professor Brandi,
un docente universitario molto amato dai suoi studenti ma in combutta continua
con rettore e colleghi per le sue idee alquanto diverse e per i suoi
atteggiamenti considerati al di sopra dell’accettabilità. Brandi da un giorno
all’altro scompare, ed ecco solo il primo di tanti misteri irrisolti e di
difficile comprensione che si riveleranno estremamente fondamentali per la
costruzione di un intreccio caparbio ed intessuto con dovizia di particolari e
maestria. L’unico testimone di questa scomparsa immotivata ed impensabile è un
biglietto che l’uomo lascia alla moglie dove gli comunica che starà via
soltanto per qualche giorno, tacendo di proposito sui motivi e soprattutto
sulle intenzioni di tale spaurita perdita.
“Meglio così, si disse. Meno
testimoni nel caso a qualcuno venisse in mente di ricostruire i fatti partendo
dall’inizio.”
Da questo momento in poi la
trama si infittisce ed entrano in gioco una serie di personaggi facilmente
identificabili tra buoni e cattivi, tra moralmente ineccepibili e oscuramente
contorti che cercano in tutti i modi di
fare luce sull’accaduto laddove nessuno sembra essere davvero convinto che il
professore sia scomparso di sua spontanea volontà. E' dunque un omicidio?
I più
alti esponenti dell’università vogliono vederci chiaro cercando di indagare a
più riprese nella vita apparentemente innocua di Brandi attraverso il
coinvolgimento di due loschi figuri che dopo la morte di uno di essi, anch’essa
inspiegabile, non fanno altro che rendere ancora più intricato il mistero,
spingendo le personalità che necessitano di una risposta chiara e pulita a
chiamare un vero e proprio commissario, Guglielmi,
per far luce sulla vicenda che non trova nessun intendimento per chiarirsi.
Brandi è un uomo all’apparenza
serio e composto, che ama profondamente il suo lavoro, il suo mondo, quello
universitario a tal punto che dopo la sua scomparsa, due dei suoi studenti, Matilde e Lorenzo, prendono estremamente a cuore la vicenda, spingendosi ad
affrontare pericoli e situazioni sconclusionate al fine di trovare finalmente
la verità sul loro professore.
“Era da qualche settimana che
il professore li portava per mano su sentieri per nulla abituali a quel mondo
così formattato, costringendoli a ragionare e a confrontarsi con quello di meno
visibile che avevano dentro, le cose che sentivano o che respingevano, le
voglie e le frustrazioni dell’età.”
Lo stile dell’autore è
dettagliato e acuto. Nel leggere si ha continuamente la sensazione di essere ad
un passo dalla scoperta finale per poi rendersi conto che è l’autore a voler
giocare con il lettore in modo a volte diretto altre più soffuso, tentando di
portarlo su strade che possono apparire semplici e facili da percorrere, ma
assolutamente sbagliate.
Insomma, Celli lo sa che
scrivere un giallo non è facile. Il suo è ambientato in un contesto accademico,
formale, moralmente strutturato in un determinato modo e proprio per questo
minato al suo interno da una serie di crepe che è difficile e rischioso far
venire alla luce. Crepe che contengono segreti nascosti e verità inimmaginabili
e che il lettore deve davvero desiderare fino in fondo di scoprire per avere
tutto finalmente tra le mani.
Guglielmi è un tipo
impacciato, introverso, un po’ orso per quanto riguarda le relazioni personali
e la sua vita privata che stenta a mandare avanti, ma estremamente serio,
puntiglioso e parecchio in gamba per tutto quello che riguarda le sue indagini
ed in particolare quella centrale del libro che lo vede coinvolto in una storia
che sembra essere molto più grave e più grande di quanto ci si potesse
immaginare perché pur partendo da una innocua sparizione che poteva apparire quasi
accettabile, diventa un vero e proprio caso di omicidi senza soluzione.
“C’è una specie di banalità
rituale nei delitti che toglie interesse per il mistero che sembrano celare,
così pensava il commissario. Basta abituarsi, come il mestiere aiuta a fare l’inevitabile.
Perché allora darsi tanta pena?”
L’atmosfera che si respira è a
tratti fluida in altri assolutamente irrespirabile, soprattutto quando il ritmo
diventa serrato e tutto quello che sembrava vero diventa soltanto un cumulo di
cenere dal quale è necessario partire daccapo. Lo stile dell’autore è
coinvolgente, riesce ad inquietare e spinge il lettore a porsi tutta una serie
di domande che non gli permettono di annoiarsi e che al contrario lo invitano a
continuare la lettura.
E senza piangere, il cui
titolo può apparire abbastanza triste come anche la copertina che in qualche
modo ben si accorda con la vicenda di partenza della scomparsa del professore
di cui restano soltanto gli occhiali come simbolo di una vita passata a
studiare e ad insegnare con l’unico affetto familiare costituito dalla moglie,
si propone come un romanzo di bella scoperta. Una storia che ti stravolge,
scombussola i meccanismi con cui sei abituato a prevedere i risvolti degli accadimenti
e le probabili soluzioni.
Una narrazione che inizia in sordina, quasi come se
fosse fragile, timida, taciturna, mentre si fa avanti con qualche passo incerto
e lentamente cadenzato per poi rivelarsi in tutta la sua potenza. Indi, questo
libro di Pier Luigi Celli non vi esalterà sicuramente per il titolo né vi farà
innamorare per la copertina, ma attenzione alla trama, perché già in essa è
possibile scorgere l’inventiva e la creatività di un autore che ha saputo
creare una storia molto al di sopra di qualsiasi banalità, che ti coglie
impreparato per certi versi e che serba la sua forza proprio nella sorpresa.
Non è proprio il mio genere anche se la recensione è come sempre accurata.
RispondiEliminaThank you Ada! ^^
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