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giovedì 10 dicembre 2015

Gli eredi di Atlantide di Lorenzo Camerini e Andrea Gualchierotti Recensione

Eccoci con una nuova recensione dedicata ad un Fantasy italianissimo improntato sull’impero di Atlantide e ciò che della storia reale e della leggenda abbiamo fino ad oggi. Lorenzo Camerini e Andrea Gualchierotti creano un romanzo molto affascinante con un’interessante base storica e un pizzico di alone fantasy che non guasta. Edito da Il Ciliegio, Gli eredi di Atlantideè un libro che consiglio a tutti e in particolar modo a chi ama questo genere, senza riserve.



Titolo: Gli eredi di Atlantide
Autore: Lorenzo Camerini e Andrea Gualchierotti
Editore: Il Ciliegio
Pagine: 400
Genere:  Storico/Fantasy
Prezzo: € 16,15
Uscita: Gennaio 2015

TRAMA


L'Impero di Atlantide domina orgoglioso le terre conosciute. Mai la gloria e la potenza della città dei cinque anelli sono state così grandi. Eppure, il germe della corruzione si è annidato nella grande isola. Il Re di Atlantide e il Concilio, sordi alle accorate suppliche dell'anziano sacerdote del Tempio della Madre Primigenia, si rifiutano di credere alla terribile profezia di morte scritta nelle stelle. Solo Adhon Ossyrian, giovane Capitano delle Guardie di Palazzo, decide di ascoltare l'avvertimento e, con un gruppo di eletti, abbandona l'isola prima del cataclisma. È l'inizio di un incredibile e lungo viaggio verso Oriente, attraverso terre lontane e sconosciute, in cerca di un luogo dove custodire il potente artefatto che gli esuli recano con sé, in grado di gettare le basi per lo sviluppo di una nuova, grande civiltà. Ma un vecchio nemico, che da anni cova la sua vendetta, segue come una nemesi il cammino dei fuggiaschi... Il primo capitolo di una saga che unisce il sapore della leggenda al fascino delle teorie dell'archeologia misteriosa, in un mondo intessuto di mito e storia.




La prima sensazione che ho avuto leggendo le pagine iniziali de Gli eredi di Atlantide è stato un senso di grandiosità, non solo per l’argomento affrontato, che sfido chiunque a non considerare già di per sé estremamente affascinante, ma anche per il linguaggio e lo stile utilizzato dai due autori che ho ritenuto perfettamente all’altezza della storia narrata.

Atlantide è un mito, una leggenda, un impero di cui davvero si sa poco o nulla. La sua attrazione per noi comuni mortali di fronte a tale meraviglia è naturalmente rappresentata proprio da questo mistero che ancora oggi ci impedisce di sapere se sia realmente esistito o meno e soprattutto quale fosse la sua collocazione a livello geografico, dato non di poca importanza. Camerini e Gualchierotti partono proprio da quel pizzico di storia che ci è stata concessa, da quella che potrebbe essere una plausibile verità, per dare ampio spazio alla loro creatività e fantasia creando un romanzo convincente e assolutamente imponente proprio come la città di Atlantide esige. 

Voglio dire, per ambire a scrivere di tale potenza e segretezza, di un contesto così leggendario e ampiamente sfruttato, era necessario come minimo una padronanza storica esaustiva accompagnata, naturalmente, da una sapienza esclusivamente descrittiva che qui dà piacevole dimostrazione di sé.

Il linguaggio è scorrevole, pulito, chiaro ma anche particolareggiato, in quanto esso ben si adatta agli stili e alle argomentazioni antiche di cui diventa voce narrante.

Ogni singola frase ispira potenza e rispetto. Le descrizioni della città sono spettacolari, vivide, storiche e meravigliosamente intinte nell’atmosfera di quelle epoche tanto immaginarie quanto reali.

“Poi il cielo assunse una tinta cremisi, mentre i pianeti e le stelle, disposti in forme bizzarre e aliene, brillavano sinistramente come occhi di lontani spiriti malevoli. E dall’alto piovvero dardi infuocati, alcuni piccoli come aghi, altri grossi come i frutti esotici delle lontane terre di Mur. Ovunque si schiantavano con rumore di tuono, esplodevano con fragore, diffondendo intorno lapilli infuocati e un odore acre, che portava le persone a una rapida fine per soffocamento, con le mani alla gola e una smorfia di orrore dipinta sul volto. Infine la terra stessa tremò, e si fendette, come percossa dal martello di un gigante adirato, e la fiera Atlantide cadde come un castello di carte.”

Atlantide vive nel suo splendore con il suo re Xeomenes e i rappresentanti del suo consiglio fino a quando il saggio Alkmeones non prevede un’imminente catastrofe giungere proprio dalle stelle che mette in allarme tutti ma non abbastanza da convincere il sovrano e i più alti esponenti del consiglio che alla fine decidono di liquidare quella triste e tragica profezia accusando il vecchio saggio di follia. Solo Adhon,  uno dei guerrieri più forti di Atlantide, crede al profeta perché è cresciuto accanto a lui e si fida ciecamente delle sue parole, per questo non esita a partire insieme ai suoi fedeli compagni e alla donna che ama, quando il vecchio gli intima di lasciare quella terra prima che scoppi la catastrofe.

Ed è così che il guerriero e i suoi compagni partono alla ricerca di una nuova terra dove ritornare a vivere, essendo loro stessi gli eredi di Atlantide. Ma il viaggio che si prospetta per loro non è così semplice soprattutto a causa della vendetta e dell’odio di un uomo che li insegue, scampato insieme ad altri infidi esseri, alla catastrofe ed in cerca dell’Occhio della Madre Primigenia, uno scrigno di alto valore che il saggio ha consegnato ad Adhon affinchè lo porti con sé nel viaggio.

“Ricorda che non sei solo responsabile della vita dei membri della spedizione, ma sei anche l’erede di Atlantide, da ora custode dell’Occhio della Grande Madre.”

Prendendo ispirazione dall’Odissea e dall’Eneide, il viaggio è un topos letterario molto frequente soprattutto nella sua rappresentazione metaforica che in questo caso incarna ancora di più la volontà di una rinascita e di una sorta di salvezza di un’eredità grande e potente come poteva essere quella di Atlantide.

“Si bisbigliava con timore della crudeltà e dell’efferatezza di quel ragazzo, nascoste dietro la sua maschera di impeccabile educazione.”

Le descrizioni dei personaggi sia fisiche che caratteriali sono minuziose, puntigliose fin nei minimi dettagli, mettendo in luce una preparazione non solo storica degli autori ma anche un’abilità di scrittura necessaria per rendere fulgida la presenza di questi eroi che con la loro storia rendono pregnante ed accattivante tutto il romanzo.

Intense e terrificanti le scene di Atlantide che cade e sprofonda nelle acque. Mito, leggenda, storia, fantasia e soprattutto amore per quella terra originaria e magica si fondono rendendo la lettura un’impressionante immagine di potenza e sventura. Sconvolgenti gli attimi che sibilano terrore, parlano direttamente alla mente di chi legge imprimendosi per la loro forza naturale, incanto e misticismo dovuto ad una condizione altisonante della natura stessa che s’impone sulla vita umana. 
Una vita umana, quella vissuta nell’impero di Atlantide, che viene descritta come vittima di ignoranza, deterioramento, amoralità e prevaricazione, come se fossero questi i motivi per i quali la città è destinata a perire distrutta come per volontà delle divinità stanche della sua mancata avvedutezza e corruzione. In realtà la verità consiste in qualcosa di assolutamente naturale indipendente da qualsiasi tipo di fede e concezione spirituale.

“Gli ultimi giorni della Città dei Cinque anelli si erano consumati nell’indolenza e nell’ignoranza della catastrofe imminente. Solo quando i segni dei cieli in rivolta si erano ormai palesati, e la gigantesca ombra scura di una stella aveva preso ad avvicinarsi e ingrandirsi giorno dopo giorno, alcuni compresero. Pochi e inascoltati. Adhon, mentre la visione continuava, capì che la partenza sua e dei suoi compagni, era avvenuta proprio allo scadere dell’ultimo tempo utile.”

Adhon è un personaggio a tutto tondo, un vero e proprio guerriero valoroso, che ama, che lotta e che protegge tutto ciò che gli è stato affidato. Nonostante in più momenti, com’è giusto che sia, sia attraversato da innumerevoli dubbi, la forza del suo carattere, il suo carisma e la sua nobiltà d’animo lo rendono un capo valoroso e degno del suo ruolo di guida.

“Le colonie esterne sono la nostra meta, ora. Atlantide non è più, ma la sua stirpe rimane. Sii coraggioso, ragazzo, sii forte. Sii degno della nostra terra scomparsa.”

Gli eredi di Atlantide è un romanzo che ha il sapore dell’antico, non puoi non avvertirlo pagina dopo pagina, improntato sul coraggio, la dignità ma anche l’inganno, il tradimento e la vendetta. Tutti elementi che hanno un richiamo arcaico e che si collocano molto bene all’interno di questo contesto che non ha nulla di meno di un romanzo storico ben scritto e strutturato.

L’impronta fantasy è soltanto accennata nonostante la sua presenza sia più che altro un’allusione, una sorta di respiro sul collo che nei momenti centrali, avvertono i  personaggi e anche chi legge. Un sogghigno soprannaturale che mantiene, anche se soltanto sussurrato, il suo fascino irrinunciabile.

C’è sacrificio e tortura, morte e sangue, stragi e menzogne, complotti per giungere finalmente alla verità. Più si legge e più ci si rende conto con sorpresa che alla base di tutto c’è l’amore, una vendetta per amore e per il potere. Dunque sentimenti e potenza sono gli elementi principali sui quali si basa tutta la storia e che la rendono un continuo susseguirsi di eventi, di scontri, di scoperte che non lasciano un attimo di respiro.

Gli eredi di Atlantide è una lettura consigliatissima per coloro che amano questo genere di storie dove si mescolano abilmente l’aspetto storico e quello fantastico, dove è chiaro il richiamo di antiche leggende ma anche di probabili verità perché gli autori stessi provano a dire la loro in questo immenso mare che si è impossessato della grandiosa Atlantide. Se volete lasciarvi ammaliare dal mito di questa terra fantastica e leggendaria, non potete perdervi questa lettura che riporta in vita una potenza grazie alla magia creativa di due autori che, sottolineo, sono italiani, dettaglio non da poco, anzi. Occhio!

2 commenti:

  1. Mi piacciono questo genere di storie, inoltre si può sempre apprendere qualcosa in più quando c'è una base storica.

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