Dopo una lunga pausa, oggi riprendono gli appuntamenti con la rubrica Pensieri
a briglia sciolta di Luigi Mancini. Le parole
che leggerete di seguito sono interamente dedicate alla sensibilità, ai
ricordi, alle memorie mai perdute e agli attimi eterni fatti di emozioni che non smettono di tornare.
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Nello
strazio di certe sere, quando mi prende la malinconia, devo tenermi forte alla
ringhiera, lasciare casa mia, rimandare tutto e tutti, farmi complice del mio
male, di quel vino amaro che sono costretto a bere, di quella musa grave e del
suo pugnale d'argento.
Da bambino, davanti ai vetri della mia infanzia, restavo
ipnotizzato dalla pioggia, ammaliato dalle foglie, dai racconti delle stagioni,
e mi feriva ogni soffio di vento, ogni sasso rimasto più in là, ogni invisibile
solitudine, ogni passante, incurante di tutta quella sofferenza. Non capivo,
percepivo soltanto, sentivo fortemente e mi tenevo tutto dentro, stipato a
sangue.
Come potevo raccontarlo agli altri? Quali parole avrei potuto dire? Per dire cosa? Io soffrivo senza una ragione, imparavo a morire... perdevo la direzione, la lezione in classe, gli appunti, gli amici. Come fanno, mi chiedevo, come possono essere così felici?
Come potevo raccontarlo agli altri? Quali parole avrei potuto dire? Per dire cosa? Io soffrivo senza una ragione, imparavo a morire... perdevo la direzione, la lezione in classe, gli appunti, gli amici. Come fanno, mi chiedevo, come possono essere così felici?
C'è un fuori che trema, che sanguina
e chiama il nessun nome delle cose perdute. Eppure, ahimè, loro erano sempre
felici, urlanti e scherzosi, sicuri e bellissimi.
M'innamorai di una ragazza,
di una qualsiasi, bella come io percepivo la bellezza, di una bellezza
nascosta, quindi, di una timidezza fatale, di un salutare lieve, di un ciao
silenzioso, un ciao privato, sofferto, con appena un accenno di sorriso.
M'innamorai di una ragazza, e il pugnale mi fu dolcissimo, quel morire mi fu
altalena, risalita e discesa, un tutto quanto altissimo, un fortissimo e
continuo schianto emotivo. M'innamorai di una ragazza, è vero, ma non le ho mai
detto nulla.
Mi succede ancora, mi succede ogni sera, e ho voglia di piangere,
di morire per qualcosa, di morire per qualcuno, di sentire la vita esplodermi
nel petto, di essere felice della mia tristezza, questa musa infinita e
tragica, magica, mia, soltanto mia...
Ti odio, sensibilità, per tutte le foglie
che lasci cadere, creando in me, maledetta, uno schianto terribile. Ti amo,
sensibilità, per tutte le foglie che lasci cadere, creando in me, mia diletta,
una musica incantevole.
Nice Inspirations
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