Buongiorno! L’ultima recensione di questa settimana è
dedicata a I cavalieri del Nord di Matteo Strukul,
pubblicato da Multiplayer, che
ringrazio per la fiducia. Un romanzo che volevo leggere da subito perché per
istinto sapevo essere assolutamente nelle mie corde. Vi capita mai di sentire,
alla fine di una lettura, che quel libro sembra essere stato scritto proprio
per voi? E’ qualcosa che a me capita rarissimamente. Qui è successo ed è stato
incredibile.
Titolo: I cavalieri del Nord
Autore: Matteo Strukul
Editore: Multiplayer
Pagine: 456
Genere: Fantasy
Prezzo: € 16,90
Uscita: Ottobre 2015
TRAMA
Salvato, ancora
bambino, in una notte di luna e lupi, Wolf è diventato un giovane cavaliere
Teutone. Cresciuto sotto la guida di Kaspar von Feuchtwangen, suo mentore e
maestro, il ragazzo intraprende insieme ad altri settanta cavalieri crociati,
un lungo viaggio dalla Russia alla Transilvania per raggiungere e difendere il
castello di Dietrichstein, ultimo avamposto della fede cristiana in una terra
ormai in preda a orde di barbari e diaboliche forze oscure. Lungo la via, fra
terre addormentate in un inverno infinito, Wolf incontra Kira, che tutti
credono una strega, ma che in realtà nasconde una storia di ribellione e
violenza nei bellissimi occhi color temporale. La sua è una presenza che getta
scompiglio nella schiera Teutone, poco avvezza alla presenza femminile, e che
reagisce con sospetto e rabbia, ritenendo la donna responsabile delle molte
sventure che costellano il lungo viaggio. Ma niente è come sembra nell’Europa
del 1240. Fra magia e religione, passioni e tradimenti, Wolf conoscerà se
stesso attraverso il sacrificio e il coraggio fino ad affrontare una terribile
guerriera che si fa chiamare La Madre dei Morti, un diabolico negromante e un
re senza corona, mentre l’amore per Kira martella il cuore aprendo ferite: perché
Wolf è un cavaliere dell’Ordine e la Regola proibisce di amare una donna,
soprattutto quando è una creatura irresistibile. A meno che…
Matteo Strukul: nato a Padova nel 1973, laureato in giurisprudenza e
dottore di ricerca in diritto europeo dei contratti, è ideatore
e fondatore di Sugarpulp, movimento letterario veneto che ha avuto la
benedizione di Joe R. Lansdale e Victor Gischler. Ha esordito nel 2011 con “La
Ballata di Mila” (e/o), un romanzo pulp noir ambientato in Veneto con
protagonista la bounty hunter Mila Zago, cui hanno fatto seguito “Regina nera”
(e/o 2013) e “Cucciolo d’uomo” (e/o 2015). Nel 2014, Matteo ha pubblicato “La
giostra dei fiori spezzati” (Mondadori). I suoi romanzi sono tradotti in 16
Paesi nel mondo – fra cui Stati Uniti, Inghilterra, India e Australia – e
opzionati per il cinema. Matteo scrive per “il Venerdì di Repubblica.
I cavalieri del Nord è un romanzo di cui è difficile
parlare per la molteplicità di aspetti che in esso convergono e che dovrebbero
avere spazio e tempo singoli ad essi assolutamente dedicati in modo da
esprimere al meglio il senso e l’atmosfera che ogni dettaglio, ogni frase,
contesto, immagine è capace di trasmettere al lettore. Un lettore che sia
davvero in grado di apprezzare tutto quello che l’autore ci ha messo di suo,
del suo mondo, delle sue aspettative e dei suoi sogni.
Vogliamo partire dalla copertina? La
casa editrice Multiplayer a suo
tempo aveva organizzato un concorso per stabilire quale fosse la cover vincente
e più rappresentativa per la storia narrata. La scelta caduta sulla
realizzazione della giovane Valeria Brevigliero
è eccellente. La neve, la foresta, il sangue, il cavaliere e la strega, l’uno
il riflesso dell’altra sono l’immagine perfetta di tutto ciò che il libro
canta. Perché questo romanzo è pura musica che proviene da lontano. E’ un eco,
una sinfonia fredda ma anche profondamente calda, sentita, avvolgente piena di
sensazioni, colori, di armonie che giungono da un’epoca distante ma ancora
terribilmente viva grazie alle parole dell’autore che diventano magia.
Wolf è un giovane orfano salvato dai lupi che
viene allevato ed indirizzato nell’Ordine
dei Cavalieri Teutonici da Kaspar,
padre adottivo e soprattutto maestro di vita e di esercizio. La sua esistenza
subisce un notevole stravolgimento quando è costretto a partire con altri 70 cavalieri alla volta di una città
della Transilvania, ultimo baluardo cristiano nella terra devastata e degradata
dall’attacco pagano dei popoli cumani e magiari.
Wolf, insieme ai suoi compagni, compie un viaggio lunghissimo che lo vedrà attraversare la Russia fino alla Transilvania
e sarà proprio durante questa lunga discesa verso l’inferno di ghiaccio e fuoco
che incontrerà Kira, una splendida
fanciulla dagli occhi color tempesta che gli strapperà il cuore per farlo per
sempre suo. La prima volta che la vede, Kira sta per essere punita perché considerata
una strega e sarà proprio allora che Wolf dimostrerà il suo carattere e la sua
forza, salvandola, e cercando in tutti i
modi di proteggerla pur non avendola mai vista.
Dunque, il loro incontro si
rivela come un vero e proprio coupe de foudre che lascia incantati entrambi. Ma
chi è realmente Kira? Da quel momento in poi accompagnerà Wolf e gli altri
cavalieri nel lungo viaggio verso la città perduta e nel frattempo morti
violente, sanguinose vendette, misteri e magia si fronteggeranno capeggiati da
una miriade di personaggi che sembrano usciti direttamente dai libri di storia.
“Wolf rivelava invece i propri
pensieri già solo a fissarlo negli occhi. Lei aveva capito che questo fatto lo
metteva a disagio perché, in qualche modo, avrebbe voluto tenere per sé quello
che gli frullava nella mente. Ma d’altra parte era proprio quella sua
caratteristica a piacerle moltissimo. Era una delle cose più belle che un uomo
potesse avere: una sorta di candore, di purezza che gli impedivano di fare
calcoli e strategie. Non le era mai capitato di imbattersi in qualcuno del
genere.”
Strukul dimostra una grande
preparazione storica che si evidenzia nel racconto dettagliato, pregnante, solido, mai sbrigativo del contesto realmente accaduto di cui usufruisce per rendere l’invenzione
un vero e proprio miracolo di creatività e passione.
Per sua stessa ammissione i
cavalieri Teutonici sono stati sempre un’attrazione irrefrenabile per lui, come
lo è stato il desiderio di scrivere di loro, donandogli finalmente una storia
che esprimesse al meglio ciò che la sua anima e il suo cuore conservavano.
Ed è così che è nato Wolf, il figlio
dei lupi, giovane cavaliere che incarna perfettamente la leggenda del soldato
valoroso, generoso, pieno di passione ma anche di tormento perché in nome di
quell’amore assolutamente proibito per ciascun
membro dell’Ordine, egli andrà contro tutto il suo sapere, ogni
singola conoscenza e legge, per salvare ciò che ama.
“Fra loro, da qualche parte, c’era
Kira. Wolf sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontarla, ma sperava anche
che per allora, sarebbe riuscito a mettere insieme a parole tutto quello che
provava per lei. Ci sarebbe riuscito. Doveva riuscirci. Lei lo meritava più di
chiunque altro.”
Un personaggio che non dimentichi
facilmente come non dimentichi Kira, piena di coraggio e di determinazione, il
suo fascino magnetico e selvaggio, la sua magia che consiste nell’aria
incantevole che la circonda e che rapisce la mente di chiunque l’avvicini.
Infatti sarà proprio la sua presenza ad essere allarmante per tutti i cavalieri
perché il loro animo, insieme a quello di Wolf, sarà messo a dura prova dalla
passione e dal desiderio che la sua figura e il suo fascino particolare, fatto
di calma e di tempesta, scaturiscono.
Oltre ai protagonisti di questa
incredibile storia, i personaggi minori, ma solo apparentemente, raccolgono
ulteriori qualità che li rendono credibili e assolutamente identificabili in
quel contesto e in quel momento.
Naturalmente essendo un fantasy oltre che un
romanzo storico, la suddivisione tra buoni e cattivi è assolutamente netta e
precisa ed è proprio tra quelli meno benevoli che si nascondono altrettanti personaggi
inquietanti e pregnanti come Vjsna e
Kam. La prima, seppur appaia come una
furia, piena di malvagità e aggressività, e nonostante incarni il male per
eccellenza, cela dentro il suo animo un dolore indicibile causato proprio in
passato dall’agire dei cavalieri che le hanno inferto una ferita insanabile.
Il
suo personaggio è profondo, consistente, forte, che lascia il segno. Inoltre
attraverso di essa s’impone la volontà dell’autore di creare una storia che non
abbia solo un risvolto al maschile, come spesso accade nei romanzi fantasy, ma
che dimostra la scelta univoca di dare spazio e potere a quel lato femminile
che dona alla storia un ampio respiro, facendole conquistare dignità e
spessore.
I luoghi sono estremamente affascinanti,
per me che amo quelle atmosfere fredde fatte di neve e lupi, di notte e di luna piena, è stato un viaggio consolatorio e miracoloso che mi ha piacevolmente strappato
all’irritante realtà.
Molti sono gli aspetti su cui
riflettere perché I cavalieri del Nord non è solo storia e non è solo fantasia.
E’ anche potere, religione, fede, misticismo, valori e giustizia. I territori
descritti fin nei minimi particolari sono selvaggi, immagini perfette di un'epoca, quella medioevale, nella quale
tutto ciò che è descritto accadeva realmente, persino quella presenza così
toccante e spesso asfissiante della magia e soprattutto della stregoneria che
per lungo tempo ha portato il marchio della Santa Inquisizione.
Ma non c’è
soltanto questo, aleggia tra le pagine, non solo scritte, ma anche
magistralmente illustrate con disegni che fanno l’occhiolino costante all’immaginazione,
una passione, un desiderio di raccontare che valica i confini del libro stesso,
permettendo alla sensibilità di chi sta dall’altra parte di esserne rapito,
come dire ammaliato, conquistato, così come si conquista l’amore o la fiducia.
Strukul ha conquistato la mia e
posso ammettere che non avevo dubbi. Amo questo genere di storie, apprezzo
profondamente quando dietro un racconto c’è una passione, uno studio per
renderla di carne e realtà, e quando c’è una voglia innata di creare. Davanti a
tutto questo il mio istinto non può fallire come non ha fallito quello dell’autore
che si è lasciato trasportare dal canto misterioso e leggendario dei suoi eroi,
ed egli da bravo padre, senza fare differenze di sorta, è riuscito a dare a ciascuno
di essi la dignità necessaria per essere parte di un romanzo tra i migliori che
abbia mai letto.
La sua capacità di farti sentire addosso quegli orrori, quelle
lotte ma anche le passioni nel bene e nel male che scorrono nelle vene e nel
sangue di chi le vive attimo dopo attimo, riesce a scalfire qualsiasi dubbio o timore
davanti ad un racconto per il quale perdi qualsiasi riserva.
C’è qualcosa di
cinematografico nelle visioni che crea ma non è solo un fattore esclusivamente
tecnico, in questo libro c’è l’anima. In esso batte qualcosa di vivo, che ha
una sua forza, una sua volontà, e credo dipenda da quello che rappresenta per l’autore.
E forse, lo ammetto, da quello che rappresenta per me. Vi capita mai di leggere
un libro che pensiate sia fatto esattamente per voi? Beh, per me è un evento
rarissimo ma questa volta è successo. Ho toccato la sua anima e com’è giusto
che sia adesso provo nostalgia, quel senso di mancanza per qualcosa che ti
entra dentro e che sai non tornerà più.
Già mi ispirava prima! Ora la mia curiosità è salita alle stelle!
RispondiEliminaE' bellissimo Ilenia, vale davvero la pena leggerlo! ^___^
EliminaMagico !! Ti avvolge e ti porta nel tempo e nel luogo che mentre scorri le pagine ti fanno vivere quella vita.
RispondiEliminaSono d'accordo! Da leggere!
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