Buon
lunedì! Oggi vi propongo la recensione di un romanzo di cui, probabilmente,
avrete letto anche su altri blog. Mi riferisco alla storia scritta dal giornalista Simone
Toscano che voi tutti conoscerete come inviato del programma di Rete Quattro, Quarto Grado, intitolata Il Creasogni. Un romanzo pieno di metafore e
di riflessioni sulla vita e sui nostri sogni.
Lasciatemi
le vostre impressioni se vi va, sarò felice di rispondervi!
Titolo: Il Creasogni
Autore: Simone Toscano
Editore: Castelvecchi
Pagine: 192
Genere: Romanzo
Prezzo: € 16,00
Ebook: -
Uscita: 2015
Trama
Il Signor Ettore è
un uomo schivo, di poche parole, con un velo di tristezza negli occhi. Nulla si
conosce di lui, se non che possiede un dono speciale: sa di quale materia sono
fatti i sogni. Ne conosce l'essenza lieve, che ha imparato a modellare, nella forma
e nei colori, nelle sfumature e nei dettagli, riuscendo a creare visioni
bellissime e avvolgenti. Nella piccola comunità di Mangiatrecase spetta a lui
il compito di esaudire le richieste di chi, pur tra mille difficoltà, non vuole
rinunciare a inseguire un sogno. Per tutti costruisce illusioni su misura,
tranne che per sé e per la sua particolare "famiglia": una cagnetta
che lo segue come un'ombra, e un bambino, spuntato anche lui dal nulla. Dietro
questa apparente serenità ribolle però un mondo di speranze infrante, di
assenze e rimpianti, di amori perduti. Sarà un evento drammatico come
l'improvvisa scomparsa del bambino a risvegliare i cuori dei protagonisti che
troveranno la forza di superare le difficoltà della vita e di sognare ancora,
con coraggio. Un romanzo lieve e delicato come un sogno, ingenuo e difficile
come l'amore, vero come la vita stessa.
Simone Toscano è
un giornalista del gruppo Mediaset dal 2005, anno in cui è entrato – come
stagista – al Tg5, realizzando il suo sogno di bambino. Dal 2012 ha fatto
parte, come conduttore, della squadra del canale all news Tgcom24. Fin dalla
prima puntata di messa in onda è uno degli inviati della trasmissione Quarto
Grado. Blogger e opinionista per l’«Huffington Post» e il sito Tgcom24.it, sul
web è #ungiornalistanellarete.
Il Creasogni di Simone Toscano è un
romanzo che non ti aspetteresti da un giornalista e da un uomo che ha visto
quello che ha visto, che ha sentito e ha provato sulla propria pelle le storie,
le brutture e le terribili sentenze del lato oscuro del nostro mondo. Toscano è
dalla prima messa in onda del programma, inviato di Quarto Grado. Il suo lavoro
lo tiene costantemente impegnato e coinvolto in un’atmosfera inquietante e
rappresa, dove la giustizia è fin troppo spesso appesa ad un filo che chiunque
potrebbe recidere.
Ma non parliamo di questo adesso.
Parliamo invece di questo romanzo fatto di una materia opposta a quella a cui
probabilmente il suo autore è abituato nella sua complicata realtà. Un romanzo
che parla di sogni, di aspettative, di speranze, che racconta prima di tutto la
storia del SignorEttore (non ho sbagliato a scrivere, il nome è proprio tutto
attaccato), e di ciò di cui magicamente si occupa ogni santo giorno: creare
sogni per gli altri. E’ importante specificare questo particolare che dettaglio
non è, per comprendere quale sia il suo vero ruolo all’interno di una storia
che potrebbe apparire semplice ma si riveste di significati profondi e
metaforici.
Il SignorEttore, da diverso tempo
ormai, non riesce più a sognare. In passato aveva deriso tutti coloro che
vivevano di sogni e adesso, per una strana legge del contrappasso, è proprio
lui ad essere testimone e creatore dei sogni di tutti coloro che fanno appello
al suo dono, così apparentemente prezioso e soprattutto unico.
Mangiatrecase è il paesino nel quale
il romanzo è ambientato, popolato da personaggi molto particolari, ognuno dei
quali cova dentro di sé desideri inesplorati di cui chiede la realizzazione
almeno nei sogni e il SignorEttore non riesce mai a dire di no, si sforza,
mette in gioco tutto se stesso pur di realizzare anche il più complicato di
essi. E’ l’unico ad avere questo dono immenso, a creare, a modellare e a far
arrivare ciascun sogno fin dove desidera.
“I soldi richiesti per i suoi
prodigi li valeva eccome, perché nel suo mestiere non aveva rivali, unico
com’era al mondo in quell’arte: il solo a essere in grado di dare vita ai sogni
e di farli arrivare a chiunque decidesse; di crearli nel vero senso della
parola, modellandoli con le mani e con la mente, nello stesso modo in cui un
artigiano, seduto al tornio, lavora a un vaso di creta.”
E’ un uomo tormentato, silenzioso,
di pochissime parole, non ha nessun legame familiare se non l’affetto per un
piccolo cane chiamato Cerino ed un giovane trovatello senza nome che vive con
lui da quattro anni e che ha chiamato Catello.
I suoi occhi sono sempre velati di
tristezza e nessuno conosce la sua vera storia, come se facesse di tutto per
tenere nascosto il suo passato e cercasse di andare avanti nel vano tentativo
di non essere mai più ferito. Ma da chi o da che cosa?
Il romanzo procede con delicatezza
e leggerezza. E’ una favola moderna nella quale l’amore e i sogni si cedono
volentieri il posto, alternandosi nell’importanza e nell’esaltazione della
narrazione stessa, fungendo da punti focali per ognuna delle azioni dei
personaggi.
Una fiaba metaforica, estremamente
educativa, che cela un valore morale molto alto non tanto perché nella sua
immediatezza celebra i sogni ma perché il messaggio concreto e reale è quello
riguardante l’esistenza stessa dell’uomo e di tutto ciò che riguarda il suo
essere nel mondo.
Alcuni passi sono davvero
significativi ed è stato molto piacevole leggerli come quelli riguardanti la
creazione materiale di un sogno, attraverso i quali l’autore permette al
lettore di guardare magicamente da vicino il lavoro del suo protagonista,
portandolo ad un passo dalla sua fantasiosa immaginazione. L’ipamide è la
sostanza onirica che deve essere modellata per creare un sogno ma non è un
procedimento facile, assolutamente. Ci vuole esperienza e pazienza, soprattutto
concentrazione per evitare che tutto si risolva in una bolla di sapone.
“Creare un sogno è una delle arti
più oscure al mondo. E chi afferma di conoscerne i segreti mente senza dubbio
alcuno.”
Ogni sogno ha le sue regole, prima
di tutto quella di essere contenitore e riflesso di ciò che il suo sognatore ha
dentro di sé, diventando quasi un prolungamento della sua stessa mente, dei
suoi ricordi, di tutto ciò che caratterizza e brucia nella sua esistenza. Un
sogno deve essere vita e deve battere, essere vivido dall’inizio alla fine.
Il rapporto che intercorre tra Il
SignorEttore e Catello non è quello che ci si potrebbe aspettare. Non è il
rapporto tra padre e figlio nonostante sia evidente l’affetto seppur nascosto,
che l’uomo nutre per il bambino. Eppure qualcosa blocca entrambi. Catello deve
aver vissuto un’infanzia complicata, lo si evince dai suoi comportamenti e dal
suo modo di essere ironico e pungente, mentre l’altro che dovrebbe essere più
paterno e protettivo, sta sempre sulle sue e raramente mostra dolcezza o amore paterno
nei confronti del suo protetto.
Insomma un legame davvero strano
che avrà la sua ragione di esistere e soprattutto di cambiare andando avanti
con la storia, non mancando di riservare numerose sorprese.
Lo stile dell’autore è pulito,
chiaro, molto scorrevole. I capitoli sono brevi, con molte frasi ad effetto e
attraverso di esse è chiaro l’intento di voler lanciare importanti segnali al
lettore, spingendolo a cogliere lezioni fondamentali che dovrebbero ampliare il
suo sguardo su ciò che lo circonda.
In primis l’attenzione sembra tutta
rivolta, oltre che al sogno stesso, alla lotta. Quando si ama qualcuno e si sta
cercando di proteggerlo nulla può e deve fermarci. Nulla può abbatterci o farci
considerare vinti. C’è sempre una speranza alla quale aggrapparsi per andare
avanti, senza mollare mai.
“Ma non bisogna mai darsi per
vinti, c’è sempre qualcosa che si può fare, sempre un’altra carta da giocare,
quando stiamo lottando per una persona cara.”
Dopo la lotta è la famiglia il
valore supremo al quale bisogna aspirare. Famiglia intesa in molti modi: come
nucleo familiare vero e proprio oppure semplicemente come creazione e
solidificazione di un legame che va oltre la condivisione del sangue ma si rivela
potente e radicato nel profondo dell’animo grazie al senso di appartenenza
capace di legare due persone molto di più di una qualsiasi relazione
legittimata dalla natura.
“Famiglia, una parola tutta tonda
ed avvolgente come un abbraccio affettuoso.”
I sogni di Simone Toscano sono
morbidi e soffici, l’uso delle sue descrizioni che cercano, riuscendoci, di
farci immaginare la materialità anche di ciò che è per sua stessa definizione
immateriale ed intangibile, ci conducono attraverso paesaggi di bellezze sconfinate
perché piene di sentimenti ma soprattutto di coraggio.
Perché questa è una storia di sogni
ma anche di passione e di forza d’animo. E’ una storia che ha come credo “il
crederci” sempre e comunque, lottare per se stessi e per ciò in cui crediamo.
Purtroppo però le difficoltà non
mancano e l’autore le raccoglie tutte nella rappresentazione del circo che
arriva in paese, portando sulla propria carovana personaggi strani ed
inquietanti ma soprattutto diventando l’emblema di una società, la nostra, avida,
schiavista e schiavizzata perché capace di strappare a ciascun individuo anche
il più piccolo barlume di speranza. Così gli individui vagano soli e disperati
senza più sogni. Ma la visione dell’autore volta pagina e dà le spalle a tutta
quella tristezza. Il suo mondo è fatto di sorrisi e anima, pertanto è
impossibile non lasciarsi contagiare dal suo positivismo e dalla sua voglia di
cambiamento che non è altro che la certezza di difendere ciò che siamo a costo
di qualsiasi cosa.
Ma come hai fatto, Simone, a vedere
tutto questo? A non lasciarti contaminare dalla tua realtà, quella che ogni
giorno ti tormenta davanti a quella telecamera, con il microfono in mano, a
raccontare di innominabili tragedie, morti e sangue? In questa società dove
sembra sia diventato più facile fare del male che accarezzare, tu ci accarezzi
tutti con la tua storia, come a volerci
mostrare una strada, che quella luce esiste ancora. E noi ci crediamo e sai
perché?
Perché il Creasogni è dentro ognuno
di noi. Ciascuno lo è per se stesso se conserva inalterata la speranza che
senza sogni non ha alcun senso l’esistenza.
“Ora lo so che senza sogni non si
vive…”
Non guardo molta TV né programmi di cronaca nera quindi l'autore non lo conosco. Però parlate tutti così bene di questo libro che prima o poi lo leggerò :)
RispondiEliminaVerrò a leggere sicuramente la tua recensione per capire se anche a te è piaciuto! ^__^
EliminaM'incuriosisce, sembra bello!
RispondiEliminaLo è!^^
EliminaSembra una storia bellissima, da leggere :)))
RispondiEliminaFammi sapere se lo leggi!:-)
Eliminalo compro, ne ho sentito parlare davvero bene in giro :)
RispondiEliminaSe ne è parlato molto bene, è verissimo, spero possa piacere anche a te. ^^
EliminaHo letto il libro e lo reputo intelligente e significativo
RispondiEliminaSono d'accordo, lo spiego ampiamente nella recensione! :-)
EliminaSolo il titolo mi ispira tantissimo !!!!! Alcune frasi che riporti sono verament molto belle non posso che aver voglia di leggerlo
RispondiEliminaSì è delicato e profondo insieme. Insomma una bella lettura!
Eliminaspero questo libro non mi deluda durante la lettura mi attira troppo!
RispondiEliminaNon credo ti deluderà, è una dolcissima fiaba!
Eliminaspero questo libro non mi deluda durante la lettura mi attira troppo!
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