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giovedì 6 agosto 2015

Intervista a Stefano Giovinazzo, fondatore della casa editrice Edizioni della Sera!

Eccomi di nuovo con voi per proporvi un’intervista molto interessante realizzata al fondatore della casa editrice Edizioni della Sera, con la quale ho il piacere di collaborare. Stefano Giovinazzo, giovane editore, ha risposto gentilmente a tutte le mie domande riguardanti sia la stessa casa editrice che il mondo editoriale.

A voi l'intervista!

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Salve Stefano, grazie per aver accettato questa intervista.


1 – Quando è nata la casa editrice Edizioni della Sera e qual è stato il percorso che ha intrapreso lei, in quanto titolare, per avviare questa attività? Ci racconti la storia che sta dietro a questo progetto editoriale.

La casa editrice è nata come idea e spirito alla fine del 2009, per spirito di sfida a una realtà circostante che mi stava stretta. Dopo un percorso accademico piuttosto lineare a Roma e due stage, ho sentito l'esigenza di cambiare aria e trasferirmi a Milano dove ho acquisito alcune competenze presso una multinazionale e assorbito i ritmi del nord. Tornato nella mia città, ho convogliando le esperienze come giornalista culturale e la passione per l'editoria in un mio progetto: da qui Edizioni della Sera, siamo ancora qui nonostante tutto. E tutti.

2 – Cosa l’ha spinta  a fondare una casa editrice oltre all’amore per i libri?

La consapevolezza, forse folle, di imporre un'idea, un modo di fare cultura, uno spirito tenace di stare sul mercato. Una sfida personale, per altri versi.

3 – Qual è il rapporto con il mondo del giornalismo, dei blog e dei social per una casa editrice piccola che però dimostra consistenza ed intelligenza?

Importanza fondamentale. Oggi abbiamo l'esigenza di non perdere le opportunità che ci vengono offerte, soprattutto a costo zero. In fin dei conti non è cambiato molto. Ognuno ha bisogno dell'altro e gli editori, ogni giorno, vengono stimolati a far meglio e per questo motivo hanno anche bisogno di dimostrare quanto fanno e quanto lavoro c'è dietro. Con il mondo dei blog letterari, poi, abbiamo un rapporto particolare: è come se  fosse la voce del lettore medio, per noi è fondamentale ascoltare, recepire, dialogare.

4 – Promuovere un libro è importante. Quanto conta farlo e quanto conta il modo con cui si porta avanti la promozione?

È la cosa più difficile: rendere visibile il libro. Sui media, in libreria: arrivare al lettore in poche parole. La promozione la gestiamo lavorando in anticipo sul volume, dialogando molto col distributore, col libraio e con la stampa (tradizionale e online, blog ecc.). Parte fondamentale di questo percorso è l'autore, senza di lui non si va lontano. Insieme, invece, si abbattono le barriere.

5 – Edizioni della Sera non è una casa editrice a pagamento. Quali sono i presupposti sui quali si basa per scegliere un autore e la sua opera?

Banalmente potrei direi: qualità e originalità. Cerchiamo opere vive, che abbiano quel qualcosa in più sia culturalmente che commercialmente. Cerchiamo, poi, autori che concepiscano l'opera come un figlio da crescere. Ribatto molto sul concetto editore-autore.

6 – La crisi editoriale è palpabile. Come si colloca Edizioni della Sera in questo contesto?

La crisi ha investito tutti, forse più i grandi che i piccoli. La differenza è che noi, piccoli-medi, sbalziamo subito e cadiamo. Finora abbiamo resistito cercando di dare vita lunga al libro e non abbandonare, autore e titolo, al loro destino. Una scelta che, alla lunga paga. Non solo questo però, è chiaro: ci vuole costanza, lungimiranza, equilibrio e follia. D'altronde è un mestiere d'azzardo, no?

7 – Edizioni della Sera ha un catalogo prevalentemente cartaceo. Cosa pensa della pubblicazione in ebook?

Abbiamo qualche pubblicazione in ebook, l'abbiamo sperimentata ma con risultati mediocri. Il fascino della carta ci fa ancora fare questo mestiere. Ma non ho nulla in contrario.

8 – Oltre ad essere fondatore di una casa editrice, Stefano Giovinazzo chi è?

Diventare Editore mi ha cambiato un po', lo ammetto. Nel bene e nel male. Fuori dal lavoro sono un amante dei viaggi, delle emozioni, delle città che ti rimangono dentro, del cibo, del calcio. Della buona vita, non della bella.

9 – Qual è la difficoltà più grande per una casa editrice come la sua, oggi?

Quella di sempre, la distribuzione. Essere presenti o meno pregiudica, a volte, la buona riuscita di un libro. La vita di un volume ne può risentire soprattutto agli inizi, in fase di lancio malgrado poi, a volte accade, invertire la tendenza e cominciare a macinare copie. Arrivare al libraio è sempre complicato: hanno tutti poco tempo, ognuno ha il suo giro, c'è poca capacità di acquisto, si compra poco e c'è poco spazio: lavorando bene, quotidianamente, cerchiamo di superare questo ostacolo. Girando anche molto per l'Italia, si intende.

10 – Qual è la soddisfazione più grande e per la quale vale la pena esserci in questo mondo editoriale?

Sono tante. I complimenti di librai e distributori, dei lettori, degli autori che ho portato in giro. La più grande è quella che faccio a me stesso: averci provato.


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