Ultime recensioni

giovedì 13 agosto 2015

L'antiesorcista di Paolo Grugni Recensione

Eccomi con il secondo post di oggi riguardante la recensione di un romanzo dalla storia contrastante e molto provocatoria perché tocca un argomento delicato e scandaloso insieme: l’esorcismo e soprattutto la visione di una Chiesa altamente discutibile. Il romanzo s’intitola L’antiesorcista di Paolo Grugni, pubblicato da Novecento.


Ditemi come sempre cose ne pensate!



Titolo: L'antiesorcista
Autore: Paolo Grugni
Editore: Novecento
Pagine: 227
Genere: Thriller
Prezzo: € 9,90
Ebook: € 4,99
Uscita: Marzo 2015

 Trama
Chi è Josh Maine? Un serial killer ossessionato dai prelati? Un angelo sterminatore? L’Anticristo in persona? O, forse, semplicemente un uomo alla ricerca della sua vendetta, consapevole di una verità così poco accettabile da non poter nemmeno essere sussurrata tra le ombre di un confessionale? Contro Maine si erge un misterioso, potentissimo ufficio della Chiesa cattolica demandato alla missione estrema: la lotta contro il Demonio. Una Roma livida, inquietante, oscurantista fa da sfondo alla massacro che Maine conduce come una vendetta. Una massacro che si accompagna a una discesa nei meandri di una cospirazione che scavalca ogni parametro della fede, allargandosi a un progetto di dominio globale delle coscienze che va ben oltre il demoniaco. Il romanzo sfrutta gli stilemi dei noir per indagare nel mondo degli esorcismi (tra l'altro è recente la notizia di un corso per esorcisti organizzato presso l'Università Europea di Roma) e svelare gli inganni, le truffe e i raggiri che vi si nascondono. Un forma di controllo della credulità popolare non dissimile dalle pratiche di maghi e stregoni e guaritori che infestano l’Italia. Partendo dal fenomeno dell’esorcismo, il libro si trasforma in un’accusa contro la Chiesa e le sua malefatte storiche e recenti. “L’Antiesorcista” è un romanzo che non ha paura di puntare il dito contro uno dei grandi mali che attraversano da sempre la storia dell’umanità: la fede in un Dio che non esiste. "L'inferno in Terra ha una porta. Si chiama Vaticano. Da un autore - culto l'opera più eretica di sempre". (Alan D. Altieri)

Paolo Grugni (Milano, 1962), oltre a L’Antiesorcista, ha pubblicato sei romanzi: Let It Be (Mondadori, 2004), Mondoserpente (Alacrán, 2006), Aiutami (Barbera, 2009), Italian Sharia (Perdisa Pop, 2010), L’odore acido di quei giorni (Laurana, 2012) e La geografia delle piogge (Laurana, 2013).




L’antiesorcista è un romanzo denso di riflessioni, di stoccate, di rimproveri sull’operato della Chiesa e su tutti coloro che si considerano messaggeri di Dio in terra. I preti, in primis, come tutti coloro che si occupano di diffondere la parola del Signore, così come se fosse una vera e propria missione, avvantaggiata dalla presenza opprimente del Vaticano, diventano simbolo di un sistema oltraggioso, agli occhi dell’autore, e costruito ad arte per attanagliare la mente e l’anima delle persone affinchè la loro intelligenza e il loro apparente libero arbitrio, in questo caso l’assoluta libertà di scegliere  a cosa credere, diventi merce assoluta e di scambio di un totalitarismo religioso senza eguali. 

Paolo Grugni scrive un giallo molto articolato, nel quale si mescolano omicidi che si susseguono velocemente e una presenza opprimente e dilaniante, costituita dal Vaticano e dai suoi più alti rappresentanti. Ma la sua attenzione si rivolge in particolare ad una speciale categoria di coloro che rappresentano il Signore, ossia gli esorcisti. E’ contro il loro operato che la penna dell’autore si scaglia, creando un intreccio ad arte che tende a evidenziare lentamente, senza mai perdere il tono chiaro e assordante, le falle che si trovano alla base di questa presunta istituzione che dovrebbe difendere i deboli mentre non fa altro che approfittare della speranza e dell’ignoranza di tutti coloro che hanno una fede.

A dispetto di un qualsiasi giallo nel quale l’assassino si conosce solo alla fine, qui sappiamo fin dalle prime pagine chi è l’antiesorcista. Si chiama Josh Maine e lavora all’ambasciata. La sua vita è estremamente complicata, caratterizzata da un passato turbolento nel quale egli stesso ha avuto a che fare da vicino proprio con quella sezione del Vaticano che si occupa dell’esorcismo. Da giovane volle diventare prete e in questo modo potè valutare in prima persona e vedere con i propri occhi quanto di marcio si cela dietro il velo della Chiesa. Ne fu disgustato a tal punto da passare dalla parte opposta, essendo sorretto e guidato in questo cammino di comprensione e conoscenza, da una figura misteriosa ed estremamente inserita all’interno del gruppo più vicino al capo della Rinascita, ossia l’organizzazione che si occupa proprio di lottare contro tutti coloro che vengono considerati sovvertitori dell’ordine stabilito. 

Maine è solo. Su di lui ricade tutta la responsabilità di giustiziare qualsiasi figura che si arroghi il diritto di praticare una qualche forma di esorcismo e che abbia a che vedere con la presunta credenza nel demonio, nella superstizione, persino nella magia.
L’atmosfera che si respira nel romanzo è bianca e nera, tranciata di netto, assolutamente suddivisa in due parti, dominata da due folgori, eccezionalmente significative e tuonanti. Da un lato l’antiesorcista che uccide con un’arma bianca e gira il mondo intero pur di liberarlo dalla presenza malata ed ossessiva di tutte quelle figure che con il loro operato sbagliato e sinistro, si approfittano di chi crede realmente in Dio, e dall’altro gli esorcisti stessi e i preti membri della Rinascita, capeggiata da Padre Throma, un individuo malefico e terribile che apparentemente si comporta come se fosse l’ultimo paladino rimasto in vita di quella giustizia che deve a tutti i costi proteggere la vera fede ma dall’altro, nel suo privato, non è altro che un malato, un semplice e piccolo uomo che si approfitta di coloro che si credono impossessati dal demonio, per usufruire sessualmente delle loro rimostranze senza alcuna remore.

Maine è un uomo ferito da una perdita molto grave, quella che lo ha visto rinunciare alla sorella, scomparsa molti anni prima senza lasciare nessuna traccia. Si teme un coinvolgimento della malavita e soprattutto della Chiesa, che non a caso, per il protagonista, diventa non solo una missione ma anche una sorta di vendetta privata.

“Era una lotta senza fine, un esorcista ucciso veniva immediatamente sostituito da un altro, più cattivo, più maligno, più perverso. Avrebbero dovuto essere in molti a ripulire il mondo dagli esorcisti per sperare di poter, un giorno, cantare vittoria. Ma Maine era solo e tale sarebbe rimasto.”

Il potere ecclesiastico viene denudato e impoverito di qualsiasi concezione religiosa che possa in qualche modo salvarlo. L’autore non perdona e spoglia il Vaticano, con tutta la sua incredibile lotta contro il demonio, di qualsiasi valenza positiva, definendolo soltanto un sistema perverso, sporco e manipolatore. Un potere oscurantista e fuorviante, teso soltanto ad impressionare e a rendere inermi gli uomini per comandarli e per serpeggiare nella loro mente fino ad impadronirsi di ogni volontà.
Gli esorcismi, alta manifestazione della lotta contro il male, vengono definiti messinscene degne dei più famosi teatri, momenti in cui tutto è organizzato alla perfezione per colpire le falle deboli dell’intelligenza dei partecipanti e condurli, inconsapevolmente, dalla parte della Chiesa.

“La cerimonia iniziò con inni e preghiere. I fedeli presero a genuflettersi e a rialzarsi, sollevando e battendo le mani al ritmo degli inni sacri. L’effetto scenico della folla adorante che si muoveva all’unisono era straordinario. La massa aveva un suo potere, un carisma dal quale era difficile rifuggire.”

Attraverso le parole dell’autore non c’è via di scampo: è tutto terribilmente finto, persino l’amore di Dio e verso Dio mostrato dai preti, sembra essere soltanto un gioco, un illusione per giocare e spezzare le credenze più radicate e stravolgerle a loro vantaggio.
Grugni non mostra pietà e mette sotto accusa l’intera categoria ecclesiastica, il mondo dei santi, quello dei papi, senza alcun ripensamento, senza mostrare alcun tipo di debolezza o di accettazione. Il suo antiesorcista agisce per il bene dell’umanità, e attraverso la morte egli libera il mondo da una presenza torbida e sconclusionata.

Il male è il punto centrale dell’intera storia, la sua è una visione distorta che vede continuamente capovolgersi il senso vero della questione. Per la Chiesa il male è il demonio con il quale camuffa tutti i problemi psicologici e psichiatrici dei fedeli, fingendo di curarli ed assoggettando così le loro menti. Per l’antiesorcista e coloro che lo sostengono, Dio non esiste e non esiste neanche il demonio, il vero male si cela nel Vaticano e in tutte quelle pratiche che distruggono l’amor proprio e la dignità delle persone.

Lo stile dell’autore è privo di macchie, essenziale, lucido, mira dritto allo scopo: coinvolgere il lettore senza neanche dargli il tempo di pensare, di fermarsi, di riflettere. E’ pieno di rivelazioni, di scoperte, di sentenze su ciò che riguarda tutto il mondo religioso. Può essere addirittura sconvolgente per chi non è pronto ad affrontare determinate concezioni, visioni della nostra realtà. Bisogna essere pronti a confrontarsi e a valutare senza lasciarsi prendere dalla particolarità di alcuni concetti che potrebbero, se non preparati, mettere su un'altra strada. Una storia che non perde tempo e non ti fa perdere tempo, che si rivela per quello che è, nella sua sanguinaria ed eretica valenza di sdoppiamento del ruolo di chi ne è coinvolto. Una missione rigenerante che dovrebbe ripulire il mondo e che ha come base una lotta antica tra il bene e il male, dimostrando ancora una volta, come le due parti continuamente si cedano il posto. 

Un fascino indiscutibile riveste eternamente il male, da qualsiasi prospettiva lo si guardi. In questo caso non è importante valutare se sia quella giusta o quella sbagliata, ma lasciarsi semplicemente coinvolgere da un giallo scritto bene e a suo modo emozionante.
L’autore concentra tutto il suo romanzo sulla figura del demonio che nonostante sia il grande assente di tutta la storia, quello più nominato e offeso, non è altro che un mezzo per valutare, invece, la presenza consistente delle due opposizioni che si giocano il vero ruolo centrale, tra benedizioni e maledizioni. Il demonio è solo una scusa, una pausa sbagliata, un equivoco, uno sgambetto per darti l’illusione di cadere in un abisso molto più grande di te, contro il quale non puoi lottare, non puoi capire, non puoi venirne fuori se non con le ossa fratturate. Ma in realtà non c’è nulla di tutto questo, non c’è nulla di così intangibile e misterioso. L’antiesorcista è un romanzo pratico, dannatamente materiale, dove il vero male lo fanno gli esseri umani, con le loro mani e le loro teste. Togliete la pellicola di protezione al vostro spirito e lasciatevi macchiare dall’immondo, non farete altro che accorgervi che è più umano di qualunque altra cosa, persino di voi.

2 commenti: