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venerdì 7 agosto 2015

Le trame del destino di Giusy Sorci Recensione

Buon venerdì! Prima del weekend vi lascio con una recensione che conclude una trilogia di cui già vi ho parlato, raccontandovi le mie impressioni riguardanti i primi due capitoli della saga. Mi riferisco alla serie Le catene della notte scritta dall’esordiente Giusy Sorci, di cui potete leggere le recensioni rispettivamente a Il ricatto della luna e L'ombra dei ricordi.

Adesso è il momento di concludere questo viaggio speciale con Le trame del destino, all’interno di un mondo molto particolare oltre che per l’intreccio ed i personaggi ma soprattutto per lo stile dell’autrice. La sua conclusione mi avrà deluso?


Scopritelo leggendo e fatemi sapere come sempre cosa ne pensate!




Titolo: Le trame del destino
Autore: Giusy Sorci
Editore: Youcanprint
Pagine: 302
Genere: Fantasy
Prezzo: € -
Ebook 1,99
Uscita: 2014

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Trama


<<Io so chi sei…e non posso vivere senza di te>> mormorò tra le lacrime alzando appena lo sguardo sui miei occhi, cercando quella certezza che le occorreva per rialzarsi anche stavolta.
Sybil e Anthony hanno affrontato gioie e dolori, e il loro amore è sempre stato invincibile, persino più forte del tempo che scivolava su di loro senza lasciar traccia. E anche adesso, dopo che i fantasmi del passato hanno abbandonato entrambi, liberandoli dalle loro catene, solo quel fuoco li tiene ancora in vita. Ma l’amore può salvarli dal destino? Cosa c’è scritto in cielo? Tra le luminose stelle che accendono la notte c’è forse tracciato il destino degli uomini? E quel destino è sordo alle preghiere umane o è l’uomo, con il suo impegno e le sue scelte, a descriverne le trame?

Giusy Sorci è nata a Palermo nel 1997, vive a Bagheria con la famiglia e ne frequenta attualmente il Liceo Classico “Francesco Scaduto”. Da sempre appassionata di lettura, fin da bambina ha trovato nella scrittura un modo per esprimersi. “Il ricatto della luna” è il primo libro di una trilogia fantasy, dal titolo “Le catene della notte” e ne rappresenta l’esordio.




Dopo la recensione dei primi due volumi della trilogia Le catene della notte, siamo giunti al capitolo conclusivo che non a caso l’autrice ha intitolato Le trame del destino

Giusy Sorci si dimostra ancora una volta padrona della sua storia, della quale conduce con fermezza e consapevolezza il filo conduttore della narrazione, riavvolgendo il nastro della trama e colmando tutti quei vuoti che inevitabilmente aveva lasciato sospesi nei libri precedenti, proponendoci un finale ampiamente inaspettato.

La narrazione, come le precedenti, si concentra essenzialmente sulla figura di Anthony, il vampiro innamorato del demone Sybil. La loro è una storia d’amore tormentata per diversi motivi, non solo per la diversità insita nelle loro razze ma soprattutto per il passato che inchioda entrambi ad una infelicità e malinconia che sembra non avere via d’uscita. Nel secondo libro, L’ombra dei ricordi, la maggior parte della storia si concentrava intorno alla figura del demone alle prese con le scoperte ed i segreti che riguardavano la sua famiglia mentre adesso è il momento di Anthony e del suo passato ancora così vivido nella sua coscienza. L’autrice con tatto e premura ci permette di entrare ancora una volta nell’anima dei suoi personaggi, a contatto diretto con il loro dolore, rancore e senso di colpa, perché è questo quello che Anthony vive e che lo attanaglia subdolamente fino a farlo sentire soffocare.

Ancora una volta siamo partecipi di una natura estremamente vivida che si riflette animatamente attraverso la sua esteriorità nei sentimenti e nelle emozioni dei personaggi. Essa procede di pari passo con il loro stato d’animo, specchiandosi e lasciandosi specchiare dalle loro più profonde sensazioni, diventando veicolo per l’autrice, mezzo con cui impreziosire uno stile già di per sé pregno di originalità e poesia. Uno sguardo lento e corposo che si compenetra dell’individualità di chi vive questa storia e la rende sempre meno superficiale, ma al contrario ogni volta più intima, più vicina, più incombente. Impossibile rifiutare l’avvicinarsi dei turbamenti che diventano gli assoluti condottieri di vicende in cui è l’anima, nel bene o nel male, ad avere l’esclusivo sopravvento.

Lo stile di Giusy Sorci è particolare. Ti affascina e ti annebbia, ti conduce verso una meta che tu non puoi e non riesci, anche sforzandoti, di intravedere. Immaginate un luogo pieno di nebbia e una forza delicata ma tenace che vi avvinghia e vi accompagna verso un luogo invisibile ma verso cui vi sentite dolcemente attratti. Provate anche un’inspiegabile fiducia verso chi vi sta guidando, pur senza conoscerlo, pur senza vederlo, perché c’è armonia, calma, pacatezza in ciò che state vivendo, grazie alla presenza velata ma vera di chi scrive.

La scrittura non è semplice narrazione, è impregnata dei colori del mondo, degli odori; è ravvivata dai contorni luminosi e colorati della natura. Ma non sempre c’è luce, ci può essere anche oscurità e buio, tristezza e dolore soprattutto quando il destino comincia a sciogliere i lacci con cui teneva a freno le proprie trame.

Per Anthony e Sybil è giunto il momento di tornare al villaggio e di affrontare i sentimenti contrastanti che li attendono.  L’odio e l’amore, il rancore, l’affetto e il senso di mancanza provato dalle persone che li stavano aspettando. In primis, Rachel, la sorella di Sybil, così chiusa, apparentemente dura e fredda nella sua solitudine. E’ la sua reazione quella che i due temono di più ma anche quella che più desiderano ricevere.

“Ma in fondo se per i Taylor la nostra assenza era stata così amara, lei come l’aveva vissuta?”

Il lato tragico e drammatico dei sentimenti è molto più forte di quello felice e spensierato. C’è un vero e proprio tripudio di emozioni, di stati d’animo che ondeggiano tra il coraggio ed il dolore, tra il risentimento e l’affetto. Protagonisti che mostrano tutte le loro debolezze, le falle a cui vanno incontro, le cadute dalle quali riescono a rialzarsi con addosso lividi e ferite apparentemente insormontabili.

L’intimismo, l’introspezione psicologica acquistano nuova linfa vitale e coinvolgono il lettore in un turbine fatto di contrasti e maledizioni, di scelte sbagliate e di richieste di aiuto inascoltate. L’autrice usa in modo personale le metafore assurgendole spesso a vere protagoniste della storia, rendendo il suo romanzo un piccolo spicchio poetico in grado di donare ancora più profondità ad una storia che potrebbe apparire usuale e superficiale.
Le azioni e i sentimenti sono sempre filtrati da un incantato sguardo sulla realtà davanti alla quale è impossibile restare indifferenti.

L’elemento principale di questo capitolo conclusivo è il passato e la memoria. Anthony cercherà di rischiare il suo presente per conoscere il suo passato e la sua storia, aiutato da Roxanne, vampira di stirpe reale che riserverà non poche sorprese al nostro protagonista. Non solo lei diventerà emblema della possibilità di riconciliazione con ciò che è stato ma anche elemento attraverso cui sarà possibile conoscere ancora più profondamente e dettagliatamente la vera natura di Sybil e il suo destino, stranamente legato a quello di un drago. Mi è piaciuta molto questa parte dedicata alla spiegazione del mistero contenuto nel taijitu, simbolo presente sia sul demone che sulla vampira. Una presenza alquanto strana ed inspiegabile che metterà tutti in allarme.

“Siamo davvero pochi a possedere il taijitu, e chi di noi lo possiede non è casuale, viene scelto per possederlo, capite?”

Il mistero si infittisce e la curiosità cresce, alimentata dalla bravura di chi scrive nel riuscire ad intensificare la storia donandole molti spunti di originalità e di intrigo. La maledizione in cui verte tutta la famiglia di Sybil sembra avere proprio origine da quel drago e dalla sua presenza invisibile ma sconcertante.

“Mischiò allora il suo sangue con quello del drago creando così un micidiale ibrido che pensava potesse risultare invincibile.”

Anthony avverte sempre più pesantemente il suo compito di proteggere il demone di cui si è innamorato ma Sybil è una furia incontenibile, a volte appare davvero egoista ed insensibile di fronte agli sforzi innumerevoli del vampiro di amarla e di regalarle finalmente quella pace di cui abbisogna. Lui cerca di assorbire la violenza e l’aggressività delle emozioni della compagna, riversando su se stesso tutto l’odio e la recriminazione.

“La strinsi e piansi, perché non riuscivo più a fare altro, perché non avevo più voce, perché l’orgoglio era diventato cenere e il coraggio lacrime.”

Ancora un passo nella melodiosa ed armonica visione dell’autrice che ci porta sempre così vicino e così dentro l’anima di ciò che racconta da rendere tutto, pur nella sua drammaticità, pieno di magia, quella magia che ha un unico nome: scrittura.
Anthony compie un nuovo viaggio nel mondo degli umani e per la prima volta si trova di fronte la sua famiglia che sta cercando di vivere senza di lui, non essendo a conoscenza della sua vita da vampiro e credendolo ormai morto. Egli assiste al suo stesso funerale e guarda con occhi disincantati l’affetto che tutti provano per lui ma è una realtà ormai, dalla quale si sente profondamente distante. Uno spunto questo che fa riflettere e permette all’autrice di inserire tematiche importanti come la morte e le responsabilità che, seppur in un contesto fantastico, non perdono il loro valore e il loro interesse.

“Avevo voltato pagina senza desiderare farlo, ma senza poter più tornare indietro. La loro imperfezione era per me irraggiungibile, la loro innocenza era un miraggio, la loro inconsapevolezza un regalo che non avrei mai più potuto ricevere.”

I suoi pensieri fanno pensare alla triste condizione in cui vive, al dolore e alla sofferenza per non essere più innocente, innocente della vita stessa, la sua esistenza è stata macchiata dalla morte e dall’assenza, egli non è più inconsapevole e non ha più quella purezza di coloro che appartengono al mondo umano. Anthony combatte contro la sua stessa presenza-assenza,  contro la sofferenza di chi lo ha amato e ci si chiede, con lui, come può essere assistere al proprio funerale.

Giusy Sorci scrive una storia che non si esaurisce in una lotta/convivenza tra vampiri e demoni, ma c’è molto altro reso palpabile e fruibile dalla stessa caratterizzazione dei personaggi nei quali c’è un evidente evoluzione e maturazione, negli intenti e nelle rappresentazioni di azioni e luoghi.
La trama appare semplice ma complicata nel modo in cui s’incastrano i numerosi personaggi, ognuno portatore di un pensiero, di una visione tanto mistica quanto reale e magica.
L’autrice non ha risparmiato nulla, il suo mondo è fatto di oscurità e di luce e la sua capacità di dare ad entrambi il giusto peso e la giusta misura, rende i suoi romanzi interessanti.

Il finale è ciò che non ti aspetti, davvero. Me l’ero immaginato molto diverso e devo ammettere che non c’è nulla che valga più della sorpresa quando essa coincide con la meraviglia. Non c’è stata delusione ma solo consapevolezza che potrebbe esserci un seguito spostando l’asse della narrazione e il fulcro dei protagonisti su altri personaggi, il cui accenno dell’autrice già li rende meritevoli di una valida continuazione.

Al di là di questo, ciò che mi ha sin da subito colpito di questa trilogia è l’intromissione di elementi in grado di approfondire qualsiasi trama fantastica, di renderla degna di un pensiero consistente e penetrante, capace di emozionarti e di portarti a rileggere più volte un passo perché vuoi essere sicuro di averlo assorbito fino in fondo. Per questo, oltre al finale, che denota una scelta intelligente e ponderata, mi rimarranno ancora in testa molti pezzi di questa storia di cui ho sicuramente condiviso e sentito l’aria malinconica, i pensieri profondi e la poesia, tratto distintivo di un’autrice che è solo all’inizio e può dare ancora tanto.


4 commenti:

  1. Una recensione molto dettagliata come sempre... viene voglia di leggerlo! Buon fine settimana! :***

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  2. Ora che ho letto anche la terza recensione, posso leggere il primo libro! ;-)

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