Buon venerdì! Prima del weekend vi
lascio con una recensione che conclude una trilogia di cui già vi ho parlato,
raccontandovi le mie impressioni riguardanti i primi due capitoli della saga.
Mi riferisco alla serie Le catene della notte scritta dall’esordiente Giusy
Sorci, di cui potete leggere le recensioni
rispettivamente a Il ricatto della luna e L'ombra dei ricordi.
Adesso è il momento di concludere questo
viaggio speciale con Le
trame del destino, all’interno di un mondo molto particolare oltre
che per l’intreccio ed i personaggi ma soprattutto per lo stile dell’autrice.
La sua conclusione mi avrà deluso?
Scopritelo leggendo e fatemi sapere come
sempre cosa ne pensate!
Titolo: Le trame del destino
Autore: Giusy Sorci
Editore: Youcanprint
Pagine: 302
Genere: Fantasy
Prezzo: € -
Ebook: € 1,99
Uscita: 2014
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Trama
<<Io so chi sei…e non posso vivere senza di te>> mormorò
tra le lacrime alzando appena lo sguardo sui miei occhi, cercando quella
certezza che le occorreva per rialzarsi anche stavolta.
Sybil e Anthony hanno affrontato gioie e dolori, e il loro amore è
sempre stato invincibile, persino più forte del tempo che scivolava su di loro
senza lasciar traccia. E anche adesso, dopo che i fantasmi del passato hanno
abbandonato entrambi, liberandoli dalle loro catene, solo quel fuoco li tiene
ancora in vita. Ma l’amore può salvarli dal destino? Cosa c’è scritto in cielo? Tra le luminose stelle che accendono la
notte c’è forse tracciato il destino degli uomini? E quel destino è sordo alle
preghiere umane o è l’uomo, con il suo impegno e le sue scelte, a descriverne
le trame?
Giusy
Sorci è nata
a Palermo nel 1997, vive a Bagheria con la famiglia e ne frequenta attualmente
il Liceo Classico “Francesco Scaduto”. Da sempre appassionata di lettura, fin
da bambina ha trovato nella scrittura un modo per esprimersi. “Il ricatto della
luna” è il primo libro di una trilogia fantasy, dal titolo “Le catene della
notte” e ne rappresenta l’esordio.
Dopo la recensione dei primi due
volumi della trilogia Le catene della
notte, siamo giunti al capitolo conclusivo che non a caso l’autrice ha
intitolato Le trame del destino.
Giusy Sorci si dimostra ancora una volta
padrona della sua storia, della quale conduce con fermezza e consapevolezza il
filo conduttore della narrazione, riavvolgendo il nastro della trama e colmando
tutti quei vuoti che inevitabilmente aveva lasciato sospesi nei libri precedenti,
proponendoci un finale ampiamente inaspettato.
La narrazione, come le precedenti,
si concentra essenzialmente sulla figura di
Anthony, il vampiro innamorato del demone Sybil. La loro è una storia d’amore tormentata per diversi motivi,
non solo per la diversità insita nelle loro razze ma soprattutto per il passato
che inchioda entrambi ad una infelicità e malinconia che sembra non avere via
d’uscita. Nel secondo libro, L’ombra dei
ricordi, la maggior parte della storia si concentrava intorno alla figura
del demone alle prese con le scoperte ed i segreti che riguardavano la sua
famiglia mentre adesso è il momento di Anthony e del suo passato ancora così
vivido nella sua coscienza. L’autrice con tatto e premura ci permette di
entrare ancora una volta nell’anima dei suoi personaggi, a contatto diretto con
il loro dolore, rancore e senso di colpa, perché è questo quello che Anthony
vive e che lo attanaglia subdolamente fino a farlo sentire soffocare.
Ancora una volta siamo partecipi di
una natura estremamente vivida che si riflette animatamente attraverso la sua
esteriorità nei sentimenti e nelle emozioni dei personaggi. Essa procede di
pari passo con il loro stato d’animo, specchiandosi e lasciandosi specchiare
dalle loro più profonde sensazioni, diventando veicolo per l’autrice, mezzo con
cui impreziosire uno stile già di per sé pregno di originalità e poesia. Uno sguardo lento e corposo che si compenetra
dell’individualità di chi vive questa storia e la rende sempre meno
superficiale, ma al contrario ogni volta più intima, più vicina, più incombente.
Impossibile rifiutare l’avvicinarsi dei turbamenti che diventano gli assoluti
condottieri di vicende in cui è l’anima, nel bene o nel male, ad avere
l’esclusivo sopravvento.
Lo stile di Giusy Sorci è
particolare. Ti affascina e ti annebbia, ti conduce verso una meta che tu non
puoi e non riesci, anche sforzandoti, di intravedere. Immaginate un luogo pieno
di nebbia e una forza delicata ma tenace che vi avvinghia e vi accompagna verso
un luogo invisibile ma verso cui vi sentite dolcemente attratti. Provate anche
un’inspiegabile fiducia verso chi vi sta guidando, pur senza conoscerlo, pur
senza vederlo, perché c’è armonia, calma, pacatezza in ciò che state vivendo,
grazie alla presenza velata ma vera di chi scrive.
La scrittura non è semplice
narrazione, è impregnata dei colori del mondo, degli odori; è ravvivata dai
contorni luminosi e colorati della natura. Ma non sempre c’è luce, ci può
essere anche oscurità e buio, tristezza e dolore soprattutto quando il destino
comincia a sciogliere i lacci con cui teneva a freno le proprie trame.
Per Anthony e Sybil è giunto il
momento di tornare al villaggio e di affrontare i sentimenti contrastanti che
li attendono. L’odio e l’amore, il
rancore, l’affetto e il senso di mancanza provato dalle persone che li stavano
aspettando. In primis, Rachel, la sorella di Sybil, così chiusa, apparentemente
dura e fredda nella sua solitudine. E’ la sua reazione quella che i due temono
di più ma anche quella che più desiderano ricevere.
“Ma in fondo se per i Taylor la
nostra assenza era stata così amara, lei come l’aveva vissuta?”
Il lato tragico e drammatico dei
sentimenti è molto più forte di quello felice e spensierato. C’è un vero e
proprio tripudio di emozioni, di stati d’animo che ondeggiano tra il coraggio
ed il dolore, tra il risentimento e l’affetto. Protagonisti che mostrano tutte
le loro debolezze, le falle a cui vanno incontro, le cadute dalle quali
riescono a rialzarsi con addosso lividi e ferite apparentemente insormontabili.
L’intimismo, l’introspezione
psicologica acquistano nuova linfa vitale e coinvolgono il lettore in un
turbine fatto di contrasti e maledizioni, di scelte sbagliate e di richieste di
aiuto inascoltate. L’autrice usa in modo personale le metafore assurgendole
spesso a vere protagoniste della storia, rendendo il suo romanzo un piccolo
spicchio poetico in grado di donare ancora più profondità ad una storia che
potrebbe apparire usuale e superficiale.
Le azioni e i sentimenti sono
sempre filtrati da un incantato sguardo sulla realtà davanti alla quale è impossibile
restare indifferenti.
L’elemento principale di questo
capitolo conclusivo è il passato e la memoria. Anthony cercherà di rischiare il
suo presente per conoscere il suo passato e la sua storia, aiutato da Roxanne, vampira di stirpe reale che
riserverà non poche sorprese al nostro protagonista. Non solo lei diventerà
emblema della possibilità di riconciliazione con ciò che è stato ma anche
elemento attraverso cui sarà possibile conoscere ancora più profondamente e
dettagliatamente la vera natura di Sybil e il suo destino, stranamente legato a
quello di un drago. Mi è piaciuta molto questa parte dedicata alla spiegazione
del mistero contenuto nel taijitu,
simbolo presente sia sul demone che sulla vampira. Una presenza alquanto strana
ed inspiegabile che metterà tutti in allarme.
“Siamo davvero pochi a possedere il
taijitu, e chi di noi lo possiede non è casuale, viene scelto per possederlo,
capite?”
Il mistero si infittisce e la
curiosità cresce, alimentata dalla bravura di chi scrive nel riuscire ad intensificare
la storia donandole molti spunti di originalità e di intrigo. La maledizione in
cui verte tutta la famiglia di Sybil sembra avere proprio origine da quel drago
e dalla sua presenza invisibile ma sconcertante.
“Mischiò allora il suo sangue con
quello del drago creando così un micidiale ibrido che pensava potesse risultare
invincibile.”
Anthony avverte sempre più
pesantemente il suo compito di proteggere il demone di cui si è innamorato ma
Sybil è una furia incontenibile, a volte appare davvero egoista ed insensibile
di fronte agli sforzi innumerevoli del vampiro di amarla e di regalarle
finalmente quella pace di cui abbisogna. Lui cerca di assorbire la violenza e
l’aggressività delle emozioni della compagna, riversando su se stesso tutto
l’odio e la recriminazione.
“La strinsi e piansi, perché non
riuscivo più a fare altro, perché non avevo più voce, perché l’orgoglio era
diventato cenere e il coraggio lacrime.”
Ancora un passo nella melodiosa ed
armonica visione dell’autrice che ci porta sempre così vicino e così dentro
l’anima di ciò che racconta da rendere tutto, pur nella sua drammaticità, pieno
di magia, quella magia che ha un unico nome: scrittura.
Anthony compie un nuovo viaggio nel
mondo degli umani e per la prima volta si trova di fronte la sua famiglia che
sta cercando di vivere senza di lui, non essendo a conoscenza della sua vita da
vampiro e credendolo ormai morto. Egli assiste al suo stesso funerale e guarda
con occhi disincantati l’affetto che tutti provano per lui ma è una realtà ormai,
dalla quale si sente profondamente distante. Uno spunto questo che fa
riflettere e permette all’autrice di inserire tematiche importanti come la
morte e le responsabilità che, seppur in un contesto fantastico, non perdono il
loro valore e il loro interesse.
“Avevo voltato pagina senza
desiderare farlo, ma senza poter più tornare indietro. La loro imperfezione era
per me irraggiungibile, la loro innocenza era un miraggio, la loro
inconsapevolezza un regalo che non avrei mai più potuto ricevere.”
I suoi pensieri fanno pensare alla
triste condizione in cui vive, al dolore e alla sofferenza per non essere più
innocente, innocente della vita stessa, la sua esistenza è stata macchiata
dalla morte e dall’assenza, egli non è più inconsapevole e non ha più quella
purezza di coloro che appartengono al mondo umano. Anthony combatte contro la
sua stessa presenza-assenza, contro la
sofferenza di chi lo ha amato e ci si chiede, con lui, come può essere assistere
al proprio funerale.
Giusy Sorci scrive una storia che
non si esaurisce in una lotta/convivenza tra vampiri e demoni, ma c’è molto
altro reso palpabile e fruibile dalla stessa caratterizzazione dei personaggi
nei quali c’è un evidente evoluzione e maturazione, negli intenti e nelle
rappresentazioni di azioni e luoghi.
La trama appare semplice ma
complicata nel modo in cui s’incastrano i numerosi personaggi, ognuno portatore
di un pensiero, di una visione tanto mistica quanto reale e magica.
L’autrice non ha risparmiato nulla,
il suo mondo è fatto di oscurità e di luce e la sua capacità di dare ad
entrambi il giusto peso e la giusta misura, rende i suoi romanzi interessanti.
Il finale è ciò che non ti aspetti,
davvero. Me l’ero immaginato molto diverso e devo ammettere che non c’è nulla
che valga più della sorpresa quando essa coincide con la meraviglia. Non c’è
stata delusione ma solo consapevolezza che potrebbe esserci un seguito
spostando l’asse della narrazione e il fulcro dei protagonisti su altri
personaggi, il cui accenno dell’autrice già li rende meritevoli di una valida
continuazione.
Al di là di questo, ciò che mi ha
sin da subito colpito di questa trilogia è l’intromissione di elementi in grado
di approfondire qualsiasi trama fantastica, di renderla degna di un pensiero
consistente e penetrante, capace di emozionarti e di portarti a rileggere più
volte un passo perché vuoi essere sicuro di averlo assorbito fino in fondo. Per
questo, oltre al finale, che denota una scelta intelligente e ponderata, mi
rimarranno ancora in testa molti pezzi di questa storia di cui ho sicuramente
condiviso e sentito l’aria malinconica, i pensieri profondi e la poesia, tratto
distintivo di un’autrice che è solo all’inizio e può dare ancora tanto.
Una recensione molto dettagliata come sempre... viene voglia di leggerlo! Buon fine settimana! :***
RispondiEliminaSpero lo leggerai, iniziando dal primo! :-)
EliminaOra che ho letto anche la terza recensione, posso leggere il primo libro! ;-)
RispondiEliminaE vai Ada! Attendo responso! ^_^
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