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mercoledì 19 agosto 2015

La stagione del ritorno di Angela Di Bartolo Recensione

Buon mercoledì cari lettori! Oggi vi segnalo l’ultima recensione e di conseguenza l’ultimo post prima di una pausa che metterà il blog in stand-by per una decina di giorni! Precisamente dal 21 Agosto al 31 Agosto!

Potrete continuare a scrivermi sia alla mail che su Facebook o Twitter, cercherò di essere il più presente possibile ma per quanto riguarda le recensioni e le segnalazioni sarà tutto fermo.

Riprenderò a Settembre con tante novità e con un super mega Giveaway a base di libri ed altro… per festeggiare il blog che ha compiuto un anno e soprattutto tutte le persone che mi seguono con interesse e affetto.

Ma ora veniamo a noi, presentandovi La stagione del ritorno, un meraviglioso Fantasy Epico scritto da Angela Di Bartolo e pubblicato da Runa Editrice a Giugno. Grazie alla gentilezza e alla fiducia della casa editrice, che ringrazio moltissimo, ho avuto la possibilità di leggere questo romanzo che mi ha ispirato tanto e lasciato davvero soddisfatta dopo la lettura.
Spero, quindi, di lasciarvi in buona compagnia e come sempre attendo le vostre impressioni!

A prestissimo!



Autore: Angela Di Bartolo
Editore: Runa
Pagine: 700
Genere: Fantasy Epico
Prezzo: € 19,90
Ebook: € -
Uscita: 25 Giugno 2015

Trama

Nelle Terre d’Oriente si verificano strani delitti. Savìla e Lirian se ne addossano a vicenda la colpa. Diffidenza e sospetto si spargono come un veleno, dopo secoli di pace si torna a parlare di guerra. Pochi sanno che è un altro, il nemico: un’ombra maligna che penetra le menti degli uomini, che fa leva sul loro orgoglio per asservirli, per spingere i popoli a uno scontro totale. E la guerra esploderà, feroce fino alla barbarie, coinvolgendo tutte le Terre d’Oriente. L’unica speranza è un fiore d’argento, un talismano che solo un uomo potrà ritrovare. Sarà un cammino sull’orlo dell’abisso, un arduo viaggio per luoghi remoti ma anche all’interno di sé, a confronto coi propri demoni in una lotta dall’esito mai scontato. La Stagione del Ritorno è la storia di una discesa all’inferno e di una faticosa risalita, in un difficile percorso di maturazione di individui e popoli verso un nuovo equilibrio. Universo fantastico e realistico insieme, quello de La Stagione del Ritorno è un mondo dai tratti rinascimentali e mediterranei dove re e contadini, servitori e maghi si muovono tra intrighi di corte e incantesimi, creature del male e battaglie, eroismo e tradimento. Una storia a più voci narrata con una sensibilità moderna, attenta alle dinamiche interiori e interpersonali, agli interrogativi etici, ai conflitti, ai simboli. Un fantasy non convenzionale rivolto a lettori che amino immergersi in mondi complessi, lettori in cerca non solo di evasione, ma anche di stimoli di riflessione sui grandi temi dell’esistenza umana.

Angela Di Bartolo è nata a Bologna dove vive tuttora. Laureata in Scienze Politiche, lavora presso il suo Comune come Assistente Sociale. Le sue passioni, oltre alla letteratura, sono il giardinaggio, la storia e l’archeologia. Negli ultimi anni ha partecipato con successo a concorsi per racconti di genere fantastico, fra i quali il Premio Sentiero dei Draghi con Ottobre (poi pubblicato nell’antologia Il Ritorno, ed. Lulu, 2008), il Trofeo RiLL con Ponti (uscito in Cronache da Mondi Incantati, ed. Nexus, 2009), SFIDA con Relitti (in Riflessi di Mondi Incantati, ed. Giochi Uniti, 2010), Nostos (ne Il Carnevale dell’Uomo Cervo e altri racconti, ed. Wild Boar, 2012) e La conquista (in Perchè nulla vada perduto e altri racconti, 2013). Il racconto Proxima è stata pubblicato da Ciesse Edizioni nell’antologia Favole della Mezzanotte, 2011, a cura di Stefano Pastor. Nel 2014 ha pubblicato l’antologia di racconti fastastici Per altri sentieri (Runa Editrice) e il racconto illustrato per bambini Nero (Runa Editrice).  Nel 2015 il fantasy epico La Stagione del Ritorno (Runa Editrice).




Quando finirà tutto questo?
Quando un uomo accenderà una stella.


La stagione del ritorno è un romanzo epico e fantastico, considerando la volteggiante assunzione di sensi infiniti che a questi due termini possono essere  attribuiti. Un romanzo scritto con amore e per amore di uno dei più grandi maestri di questo genere narrativo: J. R. R. Tolkien. Ma nel caso del Signore degli Anelli non si può parlare di una storia, di una trama, ma bensì di un universo creato ad immagine e somiglianza della stessa mente dell’autore, capace di inventare un mondo contornato da tante piccole realtà che sarebbe un oltraggio chiamare soltanto romanzo. Vorrebbe dire impoverire la genialità di uno scrittore che, a mio parere, deve incondizionatamente ricevere la medesima devozione di un Creatore, di un Dio.

Angela Di Bartolo a lui s’ispira e lo fa con coraggio e avveduta capacità narrativa, dando vita ad un insieme di accadimenti che riportano dolcemente a quelle atmosfere impossibili da dimenticare, ricoprendole di una personale visione fatta di meraviglia e maledizione.

Tutto inizia con il ritrovamento di un manoscritto anonimo che narra i trascorsi delle Terre d’Oriente, le guerre, le morti, le condanne e la lotta eterna contro il male che mette a repentaglio la vita di popoli e città, sulle quali incombe un’Ombra apparentemente invisibile, ma che trascina lentamente ed inesorabilmente tutti verso una tragica fine.
Un’epoca in cui la bellezza sembra aver lasciato posto al disfacimento, all’odio, al sangue, nella quale le città si scontrano con altre città e Re e Reggenti dimostrano a tratti la loro umanità. Sembrano tutti ansiosi di acquistare potere, controllo, annebbiati da una sete di prevaricazione che li conduce ad una guerra che solo apparentemente è dettata dalla loro volontà, mentre nel profondo del loro cuore, essa non è altro che frutto della presenza del male.

Un male antico che porta il nome di Wormor, il cui potere si concentra nella pietra Melnit, del colore del sangue versato e che si espande di luogo in luogo, attraverso la natura e gli stessi animali, che fungono da condottieri delle anime dei personaggi, umanizzandosi fino a diventare parte integrante della storia.

“Folli fummo a pensarci al sicuro, chè egli non può morire ma soltanto essere sconfitto, e mai per sempre, e sempre a caro prezzo.”

Dunque, La stagione del ritorno racchiude nel titolo, il senso di una rinascita, di un ritorno a quella bellezza e a quella pace perduta nei secoli e che adesso è arrivata proprio al punto di rottura e di irrimediabile sconvolgimento. Non esistono eroi ma soltanto uomini capaci di sbagliare e di mettere a dura prova la loro anima, il loro coraggio, la loro determinazione. Ogni azione, anche il più piccolo movimento è avvolto da una cupa e sentita oscurità, perché più si procede nella storia, più l’Ombra con tutti i suoi rappresentanti, prende il sopravvento, influenzando sinistramente e tacitamente la mente ed il cuore di chi deve combattere.

La città di Lirian e quella di Savila si oppongono, e dal loro contrasto iniziale scaturisce la guerra, un tormentoso avvicendarsi di forze che si scaricano l’una sull’altra al fine di prevalere e finalmente comandare su tutte le Terre d’Oriente. Ma molti non hanno fatto i conti con le presenze oscure e maledette che si aggirano nel bosco, dove si rintana il terribile Wormor e che macchinano al buio, tendendo trappole infide e pericolose per tutti coloro che ancora hanno fede e voglia di combattere in nome della giustizia e della verità. Solo il Mago Wisenard riconosce immediatamente la minaccia che incombe e confida ciecamente in un uomo che possa, grazie alla sua origine elfica, combattere e vincere finalmente l’Ombra, abbattendo definitivamente il suo potere e la sua malvagità. 
Quell’uomo è il capitano di Lirian e si chiama Glirien. Egli sarà costretto ad iniziare un viaggio catartico attraverso terre e città fino a giungere a scoprire l’oggetto più temuto ma anche più desiderato che potrà finalmente riportare la pace tra i popoli e ridare alle terre conforto e sicurezza ma soprattutto giustizia. 
Lo stile di Angela Di Bartolo è armonioso, sinfonico, dettagliato, adattabile, mutevole e sconfinato. E’ infinito nelle sue descrizioni, così come i luoghi e gli stati d’animo che ama raccontare. E’ incredibile come ogni singolo aspetto della sua storia sia ritagliato perfettamente, inciso nel legno come una scultura, con cura e devozione, limando anche la più piccola increspatura per rendere la lettura scivolosa come la seta. Non puoi non restare incantato, catturato dagli angoli di terra e cielo che come una preghiera, una canzone millenaria, un canto pronunciato da creature mistiche e selvagge, ella racconta, senza mai perdere quella lucidità che però è in grado di regalarti attimi di delirante magia. Suoni, odori, passi e rumori, incedere di spade che tagliano il vento, urla demoniache di creature della notte, sangue e parole che si mescolano in un territorio fatto di sogni e di incubi ma soprattutto di paure e di desideri.  

Il linguaggio è costruito per trasportarti, avvolgerti, annichilirti ed esplorarti. Solo in apparenza ti sembrerà di esplorare quelle terre e quelle soltanto, ma in realtà stai esplorando anche te stesso, lasciandoti prendere dalla disperazione, dal senso di sconfitta, dal desiderio di verità che attanaglia l’anima dei protagonisti così come diventa parte integrante della tua stessa coscienza, che non può e non deve restare intatta ed inerme di fronte ad un viaggio che non è soltanto fisico ma è soprattutto spirituale.

In gioco non c’è solo il potere ma anche la memoria di un interno popolo. Un tempo Lirian fu governata dagli Elfi ed è proprio la loro presenza distorta, tra realtà e sogno, a condurre Glirien nel suo viaggio, fino a raggiungere la meta non senza dolore e sofferenza. Tutto il valore di una storia che si racchiude nel passato, nella leggenda, nella tradizione che diventa il cuore pulsante di un’intera stirpe.

Oltre al viaggio, alla memoria, ciò che arricchisce le azioni dei personaggi è l’amore, il sentimento, le emozioni, importanti valori al di sopra del tempo e dello spazio. Glirien è innamorato di Varenia, sorella di Efi, il suo giovane amico che compirà con lui quel viaggio e che diventerà, suo malgrado, lo strumento principale nelle mani di Wormor, che si approprierà, attraverso un maleficio, della sua volontà, rendendolo una presenza scomoda e pericolosa per Glirien, senza però riuscire a sradicare completamente dal suo animo, l’affetto e il senso di amicizia. 
I sentimenti dunque, sono maggiormente rappresentati dalle presenze femminili che apparentemente hanno un ruolo secondario, eppure fondamentale, perché attraverso di esse, l’animo degli uomini rimane puro fino alla fine. Le donne sono incantatrici, di una bellezza quasi magica, emblema di un desiderio che s’insidia nella carne e che si annida nello spirito, indimenticabile. Esse sono la casa, verso cui gli eroi desiderano tornare, e anche quando saranno lontano, le donne visiteranno i loro sogni affinchè la purezza dei loro spiriti non sia perduta del tutto. Sono come dei catalizzatori di speranze e promesse, sono forti e fiere, indomite e tenaci, hanno un fascino regale e la loro essenza è esaltazione e divinizzazione tesa ad idealizzarle, per renderle simbolo di un amore che deve salvare il salvabile.

“Se mai dovessi tornare, tornerò a prenderti.”

Glirien compirà il suo viaggio, accompagnato da uomini forti e valorosi, sui quali inevitabilmente ricadrà l’ombra silente della maledizione ma il fulcro del romanzo è proprio la lotta all’interno del proprio spirito. Una volta che il male ti ha sfiorato non sarai più lo stesso ed è proprio questo che accade a tutti i personaggi, i quali assaporeranno, in prima persona, cosa vuol dire la sconfitta, la perdita, il dolore e la mistificazione. L’inganno e l’odio, ma contro gli orrori e i terrori ci saranno anche i valori, come quello dell’amicizia, della fratellanza e della solidarietà.

La presenza del male è opprimente, scottante, li segue passo passo, è come una nebbia eterna che soffoca. Si respira dappertutto ed incondizionatamente. Lo scontro è vivido, soprattutto nella psicologia degli attori narrativi, nella quale l’ombra tenta continuamente di sopraffare l’anima, perché al di là della sua presenza fisica, essa cerca di insidiarsi nel cuore, abbattendo tutte le difese ed approfittandosi delle debolezze. La sua è corruzione e menzogna, illusione e disumanità.

Questo romanzo è una stagione epica fatta di uomini, di anti eroi che combattono e cercano la verità, che non è altro che la metafora del senso dell’esistenza. Essi sono materiali, pratici, essi combattono e soffrono, feriscono ed uccidono, la loro è un’essenza selvaggia che si annoda alla terra e al sangue versato, alle urla, alla follia di un mondo che si sta distruggendo preda dell’ombra e della morte. Le donne invece sono l’altra metà, quella che salva lo spirito, i sentimenti, per mantenere intatte le emozioni. Sono la ragione e la speranza del cuore.

“Varenia severa e dolce che gli era cresciuta dentro e che sempre gli era stata nel cuore, come una nostalgia di felicità, come un rimprovero, un’accusa, una promessa continuamente rinviata.”

Tutti, indistintamente, sono preda del male, ingoiano errori, bugie, lasciandosi inavvertitamente sopraffare dall’oscurità, rischiando di perdere completamente la propria umanità. Il personaggio che ho apprezzato molto è stato quello di Efi, nel quale si concentrano tutti i contrasti, le tragedie e il dramma del non avere scelta. La sua anima è preda del male ma nello stesso tempo egli continua a lottare per non abbandonarsi completamente all’ombra che gli attanaglia lo spirito e che gli sta oscurando il cuore. Ha compiuto atti ignobili, violenti, terribili ma nella sua interiorità, quella più nascosta, è ancora presente una luce che forse può chiamarsi salvezza.

La stagione del ritorno è un dono a favore del dovere, del rispetto, del coraggio e della lealtà. Un fantasy completo, molto simile ad una pietra, grande ed antica, così pesante e dura, da diventare un approdo, un punto di riferimento, una certezza per un genere narrativo che ha bisogno di autori come Angela Di Bartolo, per narrarci ancora di mondi che profumano di magia, d’incanto ma che sono anche profondamente legati alla realtà, quella nostra, che è possibile riconoscere attraverso una lettura metaforica che non tralascia le brutture e le tristezze della nostra epoca. E’ tutta una dimensione universale, eterna ed insondabile. Un abbraccio di nostalgia e di malinconia per qualcosa che si è perduto ma che può tornare. Poetico, canterino, danzante nell’incastro di frasi e motivetti che si alternano alle più brutali descrizioni, necessarie ed appetibili per rendere la storia magnificamente compiuta.

Un romanzo capace di trasportarti dove vuole, intenso, misterioso e segreto, indulgente, magico, sensibile, violento ma anche delicato. Un omaggio ma soprattutto un regalo per tutti coloro che ancora credono e che hanno bisogno di storie come questa, perché trasfigurare la realtà, incedere nell’incanto, sognare un altrove lontano, è un dono che pochi hanno. 

Grazie ad Angela Di Bartolo per aver creato una terra terribile e meravigliosa nella quale andarsi a riposare, fatta di memoria e leggenda, di creature magiche e umane. Un luogo speciale nel quale rifugiarsi tutte le volte che la realtà ci andrà stretta, dove l’immaginazione potrà ancora una volta volare lontano, libera, senza rimpianti e senza recriminazioni. Perché come diceva qualcuno… L’immaginazione è il più grande rifugio che esista. Sono sicura che una volta chiuso il libro, vi sentirete un po’ più liberi, e questo è il regalo più grande che un autore possa fare: la libertà.



18 commenti:

  1. Recensione stupenda, sono senza parole! Hai colto aspetti di cui non ero consapevole, e l'hai fatto con una chiarezza e una capacità di analisi stupefacenti.
    Grazie! Sono felice che il mio romanzo ti sia piaciuto!
    Complimenti per il tuo bellissimo blog e buone vacanze!
    Angela Di Bartolo

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    1. Grazie mille Angela. Ho solo espresso ciò che il suo romanzo mi ha ispirato. Una bellissima lettura sotto tutti i punti di vista. :-)

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  2. Le tue recensioni sono sempre veri e propri viaggi .....Complimenti sei talentuosissima !

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  3. Che bella recensione, e che libro intrigante! Missà che sarà il prossimo che acquisterò!

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  4. Wow!! Questo è il genere che mi piace...complimenti per la tua recensione :)

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  5. E' il genere che prediligo, la citazione di Tolkien e la tua recensione così accurata e chiara non possono che incuriosirmi.

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    1. Deve piacerti necessariamente, è un Fantasy imperdibile!

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  6. Un fantasy imperdibile da come ne parli. Mi piace! Buone vacanze! :-******

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  7. Bellissima recensione per un bellissimo romanzo!

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