Buon mercoledì
lettori! Oggi vi parlo di un romanzo che intreccia molti generi, dal giallo all’erotico
con sfumature BDSM. Una lettura molto intrigante è stata quella di Sgambetto di donna, scritto da Luigi David Gandolfo. Un
libro che consiglio per lo stile curato e la storia intricata ed interessante!
Titolo: Sgambetto di donna
Autore: Luigi David Gandolfo
Editore: Selfpublishing
Pagine: 283
Genere: Romanzo Giallo/Erotico/BDSM
Prezzo: € 0,99
TRAMA
Una dominatrice professionista al culmine della
sua carriera, un giovane creativo che si occupa d’intimo femminile in crisi
d’ispirazione, una timida universitaria alla ricerca di visibilità tra i suoi
colleghi emancipati, un ricco imprenditore milanese amante delle feste a sfondo
sadomaso, un potente e perverso oligarca russo abilissimo giocatore di scacchi
e segreto trafficante di donne. Sono i principali personaggi di una storia in
cui l’atmosfera tipica del romanzo d’azione sfuma in quelle del thriller e del
romanzo BDSM, e nella quale le vite dei protagonisti finiscono per intrecciarsi
tra loro, mettendo in luce gli aspetti più intimi e segreti di ognuno, vizi e
virtù insospettabili. Il racconto, inizialmente ambientato a Milano, vedrà
spostarsi gli eventi in Russia e infine su un lussuoso yacht in crociera sul
Mediterraneo, a bordo del quale, mentre segretamente si ordisce una congiura
politica, i passeggeri assisteranno incuriositi a un particolarissimo
spettacolo bondage.
Sgambetto di donna è un
romanzo che si legge con piacevole partecipazione, mi aveva attratta subito,
fin dalle prime righe della trama e aveva alimentato la mia curiosità una cover
in stile fumettistico e un genere giallo con risvolti BDSM. Insomma, un istinto
che ancora una volta non ha sbagliato, il mio, e che anzi, ha ricevuto in
cambio, come premio, una notevole sorpresa.
La storia è quella di Betta, attualmente padrona-dominatrice,
insomma Mistress di giochi e perversioni tra sadomaso ed ossessioni, che ha
attraversato la tragedia del cancro e l’inutilità di una vita che l’ha vista
costretta a ricominciare da zero, creandosi dal nulla il proprio destino. La
sua scelta è ricaduta sul sesso e sulla volontà di incarnare umanamente e
spiritualmente i desideri più laconici e nascosti dei partecipanti delle serate
dedicate a questo genere di prestazioni sessuali. Betta, nome in codice Brunhild, la Valchiria, è una donna,
una femmina in forma e contenuto dalla grande forza d’animo, vestita di pelle
nera e con attrezzi adatti al contesto per rappresentare al meglio il senso del
proprio ruolo di signora delle perversioni e del BDSM. E’ la numero uno in
Italia, e non ammette cedimenti né risvolti amorosi nella sua attività di
controllo del sesso altrui. Molto fredda e determinata, ha messo da parte il
cuore per lanciarsi in una vita che le ha inferto le sue ferite come la
malattia e il licenziamento dovuto alle sue cicatrici post cura proprio da
parte di quell’azienda, Perle d’Intimo,
che sarà al centro della storia.
“I due personaggi erano
facce della stessa medaglia: lei era l’una e l’altra insieme; ma Betta
rappresentata ormai solo un fatto privato, mentre Brunhild giocava con tutti
gli altri.”
Come in una sorta di
rassegna cinematografica, l’autore ci presenta passo dopo passo tutti i protagonisti.
Dopo Betta, è il turno di Alfio, altrimenti
detto Alfeo, un abile stilista che si ritrova a disegnare modelli BDSM proprio
per quell’azienda sfrontata ed indelicata. Infine Serena, una giovane ragazza universitaria che è completamente fuori
da questo insidioso sistema e che somiglia più ad una suora che ad una
fanciulla moderna.
Una festa altamente
pericolosa metterà in scena tutti i personaggi più importanti e permetterà al
narratore di intessere gli intrecci necessari affinchè nuovi segreti ed
altrettanti misteri scendano in campo, facendo interagire i protagonisti
apparentemente più lontani, evidenziando vecchi rancori, improbabili vendette e
nuove e sinuose scoperte.
Proprio a questa festa
in stile BDSM, conosceremo Medved,
il perverso oligarca russo con il quale proprio Betta ha un conto in sospeso, l’imprenditore Marini e persino la pura e innocente
Serena, che imbucandosi nella festa sbagliata verrà coinvolta in uno spettacolo
terribile e maledettamente doloroso non solo per il suo corpo ma soprattutto
per la sua mente.
La festa fungerà da
iniziazione verso questo mondo completamente avvolto dall’ombra eppure così
soffice da apparire persino sofisticato e altamente godibile. Veniamo a
conoscenza, grazie allo stile scorrevole
e preciso dell’autore, dei dettagli più importanti che riguardano l’atmosfera e
soprattutto i giochetti centrali di questi momenti così incredibili e
sicuramente indimenticabili. Per le persone facilmente impressionabili sono
situazioni eclatanti ma l’autore riesce sempre a descriverle con distacco e
consapevolezza. E’ chiaro che la scelta di usare una struttura simile come
quella del mondo del BDSM è il punto centrale di tutta la vicenda, ciò che fa
scoppiare la trama, ciò che esalta ogni minimo passaggio.
L’argomento è
scabroso, a tratti anche scandaloso per chi potrebbe considerarlo oltraggioso
ma lo studio dell’autore rispetto a questa condizione sessuale così particolare
ed intrigante, così diversa e curiosamente perversa, non è qualcosa di buttato
lì a caso, tanto per dare una traccia alla trama ma è motivo di approfondimento
e di conoscenza, che evidenzia tutto l’interesse nel voler creare un gioco di
fili e di nodi tanto ingarbugliati da essere difficili da sciogliere. Con uno
stile pacato e compatto, le pratiche vengono descritte ampiamente senza mai
scendere nella volgarità o in qualcosa
di fastidiosamente perturbabile. Esse sono utilizzate per evidenziare la
differenza che intercorre tra la normalità
e la follia di coloro che partecipano a questi eventi, macchiati certamente di
sadismo e a volte persino di orrore.
Più volte viene
sottolineato il consenso che sta alla base di queste manifestazioni eppure l’evento
scatenante di tutto l’intreccio è proprio un equivoco che metterà in serio
pericolo la vita di uno dei personaggi, proprio quello meno avvezzo a questo
genere di propensioni.
In un contesto
stilizzato e in alcune scene persino fumettistico e imbrattato del colore
giallo tipico di un thriller mancato, dove spie, rapimenti, giochi di potere e
illusioni si giocano il ruolo di intrattenitori, il clima è sempre teso e intrigante.
La voglia di scoprire non abbandona il lettore che avverte addosso la
sensazione di qualcosa di nuovo, come mai visto, aleggiare sulla sua pelle fino
a confondergli la mente. I colori sono scuri, a tratti l’atmosfera è dark e
tagliente, le immagini che emergono sono ottenebranti e formicolanti, ti sembra
di assistere davvero a qualcosa che è al di fuori del mondo, di quello normale.
Qualcosa di drastico ma morbido al tempo
stesso, come una frusta di cuoio che t’invita a provare il non detto. I toni
sono forti ma sempre contenuti, gli elementi più disparati si incastrano
perfettamente e l’intreccio è ragguardevole. Quel mondo è fatto di realtà
alternative, eppure qualcosa scappa sempre al senso di giustizia, per
macchiarsi irrimediabilmente di criminalità e di illecito.
Il bello di questo
romanzo è scoprire fino a che punto i personaggi si spingeranno e quando, in
che momento preciso, il limite della moralità e del consenso smetterà di essere
teso e comincerà dannatamente a traballare. A quel punto il castello di carta
delle vecchie promesse e dei tanto sospirati grazie, cadrà rovinosamente,
rivelando il vero volto che si cela dietro le maschere di coloro che tengono in
mano le redini di questo gioco, sporcandole.
I capitoli sono brevi,
la lettura scorre, le descrizioni soddisfano nella loro sinteticità, in modo
che l’autore non si perda in inutili vezzi capaci di alterare soltanto la
lettura. E’ tutto molto diretto, per arrivare al sodo.
“L’essere umano è un
animale, il più intelligente, è vero ma anche il più feroce: queste ragazze,
così fragili e indifese… non può nemmeno immaginare cosa diventano passando da
vittime a carnefici se gliene si dà la possibilità!”
Il rapporto
dominazione-sottomissione è tutto un intreccio di possessione ed ossessione,
figurativamente rappresentato anche dal concetto del disegno attribuito alle
elucubrazioni mentali di Alfio, la cui mente e cuore appartengono a Betta.
“Ecco perché la
Valchiria gli era sembrata così infinitamente attraente nella notte mentre si
allontanava: era se stessa per se stessa.”
Il giovane, da quando la
vede per la prima volta alla festa, né è profondamente attratto per tutto ciò
che ella rappresenta. Anche lei è incuriosita da quell’uomo che appare
completamente out rispetto al contesto a cui lei è abituata a tal punto che le
due donne dentro di lei, quella sensibile e la dominatrice, lottano per imporsi
l’una sull’altra.
“Quell’uomo aveva un
animo così sensibile da essere riuscito a vedere attraverso la maschera della
Valchiria, perché in quel ritratto non c’era raffigurata la personalità di
Brunhild ma la dolcezza di Betta.”
Una connessione inaspettata
metterà la vita di Betta nelle mani di Alfio ed emergerà proprio nei capitoli
finali del romanzo la grande metafora su cui si basa tutta la storia: una
improbabile e affascinante partita a scacchi particolareggiata, dove si
giocherà fino all’ultimo brandello di umanità.
Ossessione, possessione,
controllo, sadismo, tutti concetti che spopolano nella storia e che fungono da
collante tra i vari personaggi che appaiono perfettamente inchiodati ai loro
ruoli.
Betta è l’eroina.
Medved è il cattivo.
Marini è il pavido.
Serena è la vergine.
Alfio è il buono.
Claudio è la legge.
Infatti anche la polizia
entrerà in scena proprio attraverso Claudio, poliziotto, vecchio amico di
Betta. Persinso il KGB comparirà fornendo al romanzo quell’aria di spy story
che sicuramente lo impreziosisce senza stonare minimamente.
La scena finale dedicata
agli scacchi è impressionante e molto visionaria.
Lo stile dell’autore è
nuovo, particolare. Egli passa con disinvoltura dalla narrazione semplice di
fatti e contenuti a descrizioni
fantasiose e dettagliate di momenti differenti e persino drastici, sicuramente
intensi. Attimi al di fuori della quotidianità che diventano eleganti ed
interessanti per come vengono posti dalla maestria dell’autore che è capace di
alleggerire anche ciò che potrebbe apparire più pesante e meno digeribile.
Sgambetto di donna è un
romanzo scritto molto bene, capace di fornire un’immagine di un contesto non
usuale come quello del BDSM che grazie all’autore diventa un ottimo
co-protagonista di uno scenario avvolgente ed allo stesso tempo inquietante,
dove Bene e Male come sempre si combattono ma questa volta con vestiti di
lattice e sinuose figure che promettono sconosciuti e conturbanti piaceri. Un romanzo
maturo, dal ritmo veloce, con scenari che cambiano e con un finale movimentato
perfettamente in linea con tutto ciò che viene narrato.
Grazie per l'ottima recensione,Antonietta, soprattutto per aver messo in luce gli elementi psicologici dei personaggi che mi sono sforzato di far emergere nella narrazione. Di nuovo grazie!
RispondiEliminaE' stata una piacevolissima lettura! :-)
Elimina