Buongiorno!
La recensione di oggi tra cioccolata e caramelle della calza, è dedicata al romanzo Dark di Giovanna Roma, dal
titolo Il Siberiano. Dopo La
mia vendetta con te, questa autrice molto particolare e coraggiosa, torna con
il sequel che ho considerato molti passi avanti rispetto al precedente.
Prossimamente partirà il blog tour grazie al quale, nella tappa a me destinata,
ci sarà un’interessante intervista… Stay tuned!
Titolo: Il Siberiano
Autore: Giovanna Roma
Editore: Selfpublishing
Pagine: 347
Genere: Dark Romance
Prezzo: € 1,99 Ebook
Uscita: Dicembre 2015
TRAMA
Sono stato tradito dal mio
migliore amico. Maksim non ha ben chiaro contro
chi ha dichiarato guerra. È giunto il momento di un cambio al vertice, di
pagare per i propri errori. Lacrime di sangue righeranno le guance della sua
bella Katerina. Non supererà mai il dolore che
gli infliggerò. Ha avuto l’audacia di tradirmi ancora, ma scoprirà sulla sua
pelle che sarebbe stato meglio non essere ritrovati dal Siberiano.
**Attenzione**
Dark Contemporary Romance.
Questi romanzi contengono
situazioni inquietanti, scene molto forti, violente, esplicite e un linguaggio
crudo. Non adatti a minori o persone particolarmente sensibili o suscettibili.
Leggerli potrebbe scioccarvi, persino disturbarvi.
Il Siberiano è il degno sequel de La
mia vendetta con te e sapete perché dico degno? Perché prima di tutto è
senza dubbio superiore al suo predecessore per molti motivi che sto per spiegarvi.
Lo stile di Giovanna Roma difficilmente lo
trovate da qualche altra parte, ve lo dico subito. Potrà piacere o non piacere,
potrà farvi storcere il naso, infastidire, ma è suo, e non è facilmente
equivocabile. Cosa significa questo? Che il modo in cui scrive non lo
confondete con quello di qualcun altro e questo è sicuramente un punto a suo
favore.
La personalità di un
autore viene prima di ogni cosa, secondo me. Al di là del suo piacere o meno,
essere riconoscibili rende uno scrittore unico nel suo genere, nel bene e nel
male.
Come nel precedente
romanzo, anche questa volta l’autrice non si tira indietro e racconta una
storia forte, terribile, dannata, macchiata di sangue e di violenza, di morte,
ma ascoltando forse una voce che giunge da lontano, ha smorzato un po’ i toni
di quell’irruenza tanto passionale e spesso feroce che la contraddistingue,
nella forma come nel contenuto, al punto da rendere questa storia meno
spigolosa, e in qualche modo più avvicinabile.
Avvicinabile nel senso
di coinvolgente e apprezzabile da più persone, più vicina e meno travolgente
dal punto di vista dell’aggressività eccessivamente marcata dimostrata nella
trama e nel linguaggio del primo romanzo.
“Voglio che ricordi che
io non sono l’eroe buono e mai lo sarò. La voce densa mi aggroviglia lo stomaco
e salire le lacrime agli occhi. A sentirlo parlare sembra davvero condannato
alle fiamme per l’eternità e a non bramare altro. Quindi era giusto ucciderli?
Ha un’espressione tesa. Perché è questo che fanno i cattivi, uccidono i buoni,
non è vero? Sta zitta! scatta in piedi, stringendo forte i pugni. Non c’è bontà
in me, Kate. Non perdere tempo a cercarla. Gli occhi sono inferociti e urlano
un bisogno selvaggio di distruzione.”
Ritroviamo Maksim e la sua Katerina in un rapporto amoroso al di fuori di qualsiasi schema di
controllo che possa essere ricondotto alla moralità e alla normalità. Ma a
qualcuno interessa la normalità? Ditemi di no, vi prego. Perché senza indugiare
inutilmente in vezzi e sciocchezze proprie delle storie d’amore per timorosi e
puritani, quello dei due protagonisti è un legame forte ma pungente, caldo ma
anche freddo che ghiaccia corpo e cuore se non adeguatamente surriscaldato.
Vita e vivere, questo è quello che emerge dalle pagine attraverso un uso, senza
mezze misure, del pericolo, dell’inganno, del tormento e soprattutto della
vendetta.
Eh sì, ancora un’altra
vendetta che questa volta metterà il nostro eroe cupo e nero in pericolo. Lo
metterà in catene e la sua forza, la sua durezza, il suo animo rude ed
incontrastato verrà messo ancora una volta alla prova dal nemico più spietato,
quello che un tempo era suo amico: il Siberiano.
E cosa c’è di più
terribile, sanguinoso, disarmante dell’amicizia che si trasforma in tradimento
e poi vendetta? E’ questo ciò che ci mette davanti l’autrice. Tre personaggi
che si contendono lo scettro di protagonisti. Maksim, l’ineguagliabile fonte di
forza e peccato, la stella marcia che si nutre delle tenebre, l’indomabile
assassino che lentamente mostra pezzi del proprio cuore. Risultato: inarrivabile,
come nel primo romanzo. Katerina, la
giovane donna vittima dei suoi stessi desideri che nel primo romanzo sembra più
una bambola che una vera protagonista. Dimenticatevi di lei per come la
ricordate. Adesso è un’altra, finalmente. Mostra polso, ritmo e costanza.
Mostra di saper padroneggiare il nuovo ruolo che le è stato affidato, a suo
modo gestisce una fetta di controllo nonostante i tentativi subdoli di Maksim
di irretirla. Risultato: migliorata al cento per cento rispetto al precedente,
assicurato. E infine, lui, il Siberiano,
la new entry sul palcoscenico, colui che appare a tratti e crea una serie
infinita di strappi che passo dopo passo giungono fino alla carne martorizzata
delle sue vittime. Un assassino senza coscienza, una macchina da guerra, il
peggiore di tutti, colui che incarna il silenzio freddo della morte. Risultato: è lui. Che altro?
“Ti sei offerta a me, senza
sapere cosa si nasconde dietro le mie azioni? È a lui che sto affidando la mia
vita. La disperazione fa prendere decisioni folli. Boccheggio sotto la sua
perfidia, però non lo implorerò di lasciarmi respirare.”
Scene piccanti, bollenti
in cui il sesso diventa senza dubbio espressione di dominazione, potenza,
controllo e se prima l’amore non era neanche avvisabile, adesso c’è qualcosa
che si muove e lo fa anche velocemente! Maksim si sente sempre più catturato dalla
sua donna, da colei che un tempo considerava solo una prostituta ma che adesso
comincia a volere quasi per sempre. Sempre sì, nonostante questa parola gli
faccia un po’ paura, ma più passa il tempo e più lui si rende conto che ha
bisogno della sua presenza e soprattutto comprende quanto Katerina riesca a
colmarlo, accettandolo in tutta la sua bestialità.
Per chi ha letto la mia
recensione al romanzo precedente sa che alcune cose non mi erano piaciute ma
avevo ugualmente premiato il coraggio di Giovanna Roma nel perseguire le sue
idee, le sue creazioni, anche se consapevole della loro durezza e violenza. Uno
stile spiccio, spesso volgare che in questa seconda prova trova una sua
collocazione e accettazione. I modi si sono ammorbiditi, la storia è cresciuta,
le atmosfere sono sempre pregne di suspense e attesa.
Apprezzo l’aria da
thriller che si respira, che tiene sempre sulle spine, e la sua capacità di
andare a fondo nei personaggi, non esiste superficialità in questo senso. Di
ognuno di essi riesce a darci un quadro completo, insomma è facile identificarli
come fossero di carne ed ossa, talmente presenti da essere quasi soffocanti.
Oppressivi come le maniere di Maksim che a volte ti fanno sentire spaesata ma
curiosa. E’ così anche nella lettura.
Le scene ti scuotono, scorrono veloci,
animate, tragiche nella loro drammaticità perché i protagonisti di Giovanna
Roma non sono esseri facili, la loro umanità va cercata, scavata, e forse
trovata. Le loro azioni non sono assolutamente condivisibili e il loro mondo è
fatto di odio e di morte. Non sono salvabili, né prima né dopo. Non ci sono
prospettive utopiche di salvazioni memorabili. Maksim è questo: una roccia che
non ammette cedimenti, se non quelli avvertiti con il battito del suo cuore. Ma
sono solo accenni… Non illudetevi.
Certo è che la storia
matura, il rapporto amoroso prende una strada, smettendo di restare in bilico,
il Siberiano è un elemento estremamente valido per accompagnare i veri protagonisti
a fondo della loro storia, senza pentimenti né remissioni. Perché una cosa ho
capito con i romanzi di Giovanna Roma: non esistono incertezze né passi
indietro. Lei procede dritto per la sua strada, qualunque sia il bagaglio che
si porta sulle spalle, e credetemi, ne ha scelto uno davvero pesante. Ha scelto
di scrivere diversamente, ma ha mostrato la sua intelligenza quando ha reso le
sue storie più vicine alla realtà, meno burbere e intoccabili. Le ha rese un po’
più umane e ha dimostrato di maturare, di crescere, di migliorarsi. Non credo
esista successo più grande di questo: superarsi e mai tornare indietro.
Grazie, grazie, grazie per la recensione. Le tue parole mi fanno riflettere su tutto il lavoro dietro Il Siberiano. Il tuo scritto e' il risultato che anelavo di raggiungere: il riconoscimento di avere uno stile mio e migliorare sempre.
RispondiEliminaA presto con il blog tour.
Giovanna Roma
Un risultato meritato cara Giovanna, come per la prima recensione anche in questa sono stata sincera e mi è piaciuto molto per tutte le motivazioni che ho indicato. Continua così e grazie a te!
EliminaCi sarà il seguito del libro?? Quando??
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