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mercoledì 18 maggio 2016

Dentro soffia il vento di Francesca Diotallevi Recensione

Buon mercoledì! Grazie alla Neri Pozza ho letto questo meraviglioso romanzo di Francesca Diotallevi, intitolato Dentro soffia il vento. Già il titolo è un pezzo di poesia e la storia... mi ha totalmente incantata.



Titolo: Dentro soffia il vento
Autore: Francesca Diotallevi
Editore: Neri Pozza
Pagine: 190
Genere: Romanzo
Prezzo: 16,00
Uscita: Aprile 2016

TRAMA


In un avvallamento tra due montagne della Val d’Aosta, al tempo della Grande Guerra, sorge il borgo di Saint Rhémy: un piccolo gruppo di case affastellate le une sulle altre, in mezzo alle quali spunta uno sparuto campanile. Al calare della sera, da una di quelle case, con il volto opportunamente protetto dall’oscurità, qualche «anima pia» esce a volte per avventurarsi nel bosco e andare a bussare alla porta di un capanno dove vive Fiamma, una ragazza dai capelli così rossi che sembrano guizzare come lingue di fuoco in un camino. Come faceva sua madre quand’era ancora in vita, Fiamma prepara decotti per curare ogni malanno: asma, reumatismi, cattiva digestione, insonnia, infezioni… Infusi d’erbe che, in bocca alla gente del borgo diventano «pozioni » approntate da una «strega» che ha venduto l’anima al diavolo. Così, mentre al calare delle ombre gli abitanti di Saint Rhémy compaiono furtivi alla sua porta, alla luce del sole si segnano al passaggio della ragazza ed evitano persino di guardarla negli occhi. Il piccolo e inospitale capanno e il bosco sono perciò l’unica realtà che Fiamma conosce, l’unico luogo in cui si sente al sicuro. La solitudine, però, a volte le pesa addosso come un macigno, soprattutto da quando Raphaël Rosset se n’è andato. Era inaspettatamente comparso un giorno al suo cospetto, Raphaël, quando era ancora un bambino sparuto, con una folta matassa di capelli biondi come il grano e una spruzzata di lentiggini sul naso a patata. Le aveva parlato normalmente, come si fa tra ragazzi ed era diventato col tempo il suo migliore e unico amico. Poi, a ventuno anni, in un giorno di sole era partito per la guerra con il sorriso stampato sul volto e la penna di corvo ben lucida sul cappello, e non era più tornato. Ora, ogni sera alla stessa ora, Fiamma si spinge al limitare del bosco, fino alla fattoria dei Rosset. Prima di scomparire inghiottita dal buio della notte, se ne sta a guardare a lungo la casa dove, in preda ai sensi di colpa per non essere andato lui in guerra, si aggira sconsolato Yann, il fratello zoppo di Raphaël… il fratello che la odia.

















Dentro soffia il vento è il secondo romanzo che leggo di Francesca Diotallevi ed è stato non solo una conferma ma ancora una volta un misto di mistero e scoperta del suo stile meraviglioso e della sua attenzione nei confronti di storie che hanno un sapore assolutamente magico e che si nutrono della bellezza del mondo per essere ancora più splendenti. 
E’ questo quello che fa l’autrice: si appropria degli aspetti più nascosti ma anche più tormentati, cupi ed oscuri della realtà, andando a ricercare il dettaglio, il senso di appartenenza, quell’istinto di sopravvivenza che è parte delle cose più belle ma celate e le dona ai lettori rivestendole con le sue parole che diventano esse stesse fonte di un incantesimo. 
La scrittura di Francesca Diotallevi è forza allo stato puro, tenacia, consistenza, impeto, magnificenza. Grandezza nello sguardo e nella consapevolezza che le sue storie come i suoi personaggi sono figli della vita e ne portano addosso tutte le ferite. Uno stile sontuoso non per arroganza ma per potenza, per la capacità di abbracciare con le singole parole interi universi di emozioni, tra paura e sconcerto, amore e passione, tormento e meraviglia.
E’ un fluire costante che ti entra dentro come ti entra dentro il vento quando hai la sensibilità di afferrare il suo senso, di conoscere il significato di quell’aria fresca che ti accarezza il viso ed è in essa che puoi riconoscere qualsiasi cosa, basta che sia il più possibile vicina alla tua anima. 
Le avevo tenuto la mano, fino alla fine, senza rivelarle che io amavo già. Che l’amore mi aveva scelto una notte di tormenta, mi aveva avvinto senza lasciarmi scampo.
Vento e anima, sono due parole che ho ritrovato in ogni pagina, in ogni riga non detta e detta, pronunciata e taciuta nel mezzo di questa storia che trasporta, abbraccia, travolge, tortura e condanna di fronte all’immensità di un universo che mescola superstizione e fede, amore e odio, passione e silenzio. 
Fiamma è considerata una strega e vive in completa solitudine nel bosco di Saint Rhemy. Di giorno tutti la odiano e la considerano la figlia del diavolo, di notte tutti vanno da lei per farsi dare piccole pozioni in grado di guarirli dai malanni. Fiamma ha i capelli dello stesso colore del fuoco e gli occhi come il bosco che è da sempre la sua casa, ma in quella casa così immensa ed immersa in una vita parallela, le manca un sostegno, quello di Raphael, la persona che considera più vicina dopo aver perso la madre. Lui è l’unico che la comprende ma è morto in guerra e Fiamma non si dà pace per il solo fatto di non poterlo vedere tornare. La sua vita è triste, misera, paurosamente avvinghiata a quel bosco pieno di silenzi e di promesse senza fiato. In più a rendere ancora più insopportabile il suo tormento, c’è l’odio di Yann, fratello di Raphael, che le è incomprensibilmente ostile. Fiamma non si dà pace, non si dà pace Yann e nemmeno Don Agape, il nuovo parroco del paesino, che insieme fungono da voci narranti dell’intera storia. Tre personalità completamente diverse, tre esseri portati al limite dalla loro stessa esistenza, tre creature del mondo consumate dal tormento e dal dolore.
La sua pelle non la potevo dimenticare. Mi si era impressa addosso, e non riuscivo a scrollarla via. Ci avevo provato ad odiarlo. Lui in fondo mi odiava con facilità. Ma ogni tentativo era vano. L’odio tornava da me trasformato in amore, come quei cani che anche se li scacci a calci, non smettono di scodinzolare, le orecchie basse e lo sguardo fiducioso. 
L’atmosfera è palpabile, mi è arrivata addosso con tutto il peso di quella solitudine e di quella disgrazia che è la consapevolezza di non poter amare. La superstizione è uno degli aspetti principali che condannano Fiamma e la tengono lontana da tutti. Ma quanto ancora è più palpabile, toccante, pregnante, il sentimento che scorre tra Yann e Fiamma? Qualcosa che è impossibile descrivere a parole, non con le mie, ma quelle di Francesca Diotallevi. Un contrasto inespugnabile, qualcosa che non torna, che si contorce su se stesso e che lotta per venire alla luce. 
Raphael è un miraggio, Yann è il mondo, Fiamma è l’eterno.  

Dentro soffia il vento è un piccolo miracolo di poesia, di arte e di pittura. Le scene sono realizzate con le parole come pennelli, i colori sono vividi, i toni bruni e scuri del bosco che contrastano con quelli dei sentimenti, delle emozioni, della vita e della morte. In questo libro c’è musica e pittura, c’è un racconto che valica i limiti del tempo, non per diletto ma per tormento. Il titolo è pura estasi, immaginazione, visione, invocazione. L’autrice come pochi, riesce a creare nuove immagini incastrando le parole e metterci in mezzo i sentimenti, donandogli un posto che prima non avevano mai avuto. Donandogli un posto che non sarebbe mai esistito senza la sua parola, senza il suo sguardo. 
Questo romanzo è spazio per il mio cuore, entra e non andartene. In esso vi ho letto tante cose che mi appartengono, tante memorie e illusioni. L’arte è illusione o magia, è realtà o fantasia? Qualsiasi cosa essa sia, l’autrice conosce bene la strada che porta verso il miracolo dell’emozione, verso la resa dei conti della presa di coscienza che a dispetto di tutto, ci sono storie che sembrano scritte per te, e chissenefrega se a qualcuno non piace. Peccato per voi, perché manca un pezzo alla vostra sensibilità, manca il sentire attraverso il soffio del vento, il tocco dell’anima. 
  

17 commenti:

  1. Grazie mille ho propio voglia di correre in libreria a comprare questo libro :*
    www.sweethoneyblog.com

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  2. Wow!!!
    Mi piace tanto ma proprio tanto questa recensione, soprattutto alla fine... se potessi ti darei il cinque per quel chissenefrega. Penso che dovrebbe rientrare nella mia lista infinita di motti, più che altro per sopravvivere nel delirio deliroso come l'ha chiamato stamattina l'uragano Ely de Il regno dei libri per descrivere una sua situazione particolare, e mi ha colpito a tal punto da farlo anche mio, anzi, da oggi per definire la mia vita userò proprio queste parole: delirio deliroso. Le adoro, ho un debole per i termini che ci inventiamo, e anche qui ci sta un bel chissenefrega se qualcuno pensa e dice che non sia corretto. Che delirio deliroso sia!! Mi dà la carica.
    Altro teaser bellissimo!! <3 <3 <3

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    1. Ciao Federica! Trovo anche io che ci stava a pennello e ti dirò di più per come vanno le cose anche nella vita, quel chissenefrega deve diventare davvero un motto generale perchè in giro c'è gente che non merita nemmeno di essere nominata.
      Anche delirio deliroso è meraviglioso, e comunque mette di buon umore!

      Grazie per le tue parole!

      Un abbraccio forte! <3<3<3

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  3. La trama di questo libro sembra molto bella, passo dopo in libreria per vedermelo!

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  4. Complimenti davvero toccante e sincera la recensione.
    Nel leggerla mi sono sentita trasportata in quei luoghi che hai descrittto.

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  5. bellissima la trama di questo libro, sicuramente sarà uno dei miei prossimi acquisti

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  6. Ho letto il tuo post e la trama del libro ,mi piace e in settimana andrò a comprarlo.

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  7. Non amo molto leggere, non è tra i miei hobbies. Ma il tuo blog mi ha invogliato molto

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