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lunedì 2 febbraio 2015

Intervista a Stefania Sabadini, autrice di Capture

Buongiorno! Anche oggi vi presento un’intervista molto interessante realizzata a Stefania Sabadini, autrice esordiente di cui ho già recensito il primo romanzo della sua saga fantasy, intitolato Capture. La storia mi ha davvero colpita molto e le domande che ho fatto all’autrice riguardano sia la trama ma soprattutto anche le sue esperienze di vita personali sulla quali è importante riflettere e approfondire.

Potete leggere la recensione qui.


Date un’occhiata!




Ciao Stefania, grazie di aver accettato questa intervista.

1- La prima domanda riguarda la scrittura. Cosa rappresenta per te e perché hai iniziato a scrivere?

Innanzitutto, desidero ringraziarti, dal profondo del cuore, di questa bellissima opportunità che mi hai dato, permettendomi di far parte del tuo bellissimo blog.
Rispondendo alla tua prima domanda, per me la scrittura rappresenta la passione allo stato puro, la magia di staccarmi dalla realtà e far parte di questo fantastico mondo formato da creature mitologiche e luoghi incantati. È il mio “rifugio segreto”, se così vogliamo definirlo. Ho da sempre amato scrivere, e ho cominciato a scrivere attorno ai tredici anni, quando la mia vita è stata stravolta dalla malattia e dalla sofferenza. Se non avessi avuto questa “scappatoia”, tra visite mediche e degenze ospedaliere, sale di rianimazione e tant’altro, non so se sarei sopravvissuta. All’epoca, quando tutti pensavano a costruirsi una vita, e io ero in attesa di perenni verdetti dei medici, è stata l’essenza stessa della mia vita.

2- La tua vita è stata piena di esperienze. Sei stata in coma e hai subito due importanti interventi chirurgici per guarire la tua malattia. Cosa ti porti dentro di questa terribile esperienza?

Inizialmente, queste esperienze traumatiche, mi facevano sentire debole e inadeguata. Provavo solo perenne dolore. Poi, però, ho cominciato a vedere la vita in modo differente: ho capito che essere sopravvissuta più volte alla morte, aver lottato per la vita, non era una sconfitta, ma una vittoria, una prova di forza. Insomma, ho lottato più volte per sopravvivere, e ora mi sento di dire che, nonostante gli strascichi e i segni della malattia stessa, amo la vita più che mai.

3- Sin da piccola hai avuto a che fare con ospedali e medici. Molti credevano che non ce l’avresti fatta, eppure è accaduto il miracolo. Qual è la chiave che ti permette di non arrenderti mai?

Io ho sempre creduto di essere fragile e debole, ma posso affermare con assoluta certezza che in ognuno di noi c’è la forza per lottare. Questa forza ci è data dalle persone di cui siamo circondate, da esperienze che viviamo, da chi crede in noi e, soprattutto, dall’amore nei confronti della vita.

4- Perché hai scelto di scrivere un Fantasy?

Fino al 2003, più o meno, scrivevo romanzi gialli e sentimentali. Poi però, ho cominciato ad abbracciare i libri fantasy, leggendo Harry Potter, Twilight ad esempio, e ho cominciato ad innamorarmi di questi mondi straordinari e mitologici. Sono sempre alla caccia di saghe fantasy, non riesco a farne a meno, è come una droga per me. Se la sera prima di dormire non dovessi leggere, non so se riuscirei a dormire… Non ti dico quanti libri compro e quanto abbondi la mia libreria, ma amo i libri.

5- Qual è il significato morale, se c’è, e interpretativo della storia da te narrata nel tuo romanzo? Quanto in esso, può essere accolto come un insegnamento verso la vita e il modo di affrontarla nel modo giusto?

I miei libri sono abbondantemente composti da ostacoli, intrecci, intrighi e dalla costante lotta del bene contro il male, un po’ come la vita in fondo. Ho affrontato molti ostacoli e i miei libri dicono molto di me, ma il messaggio, che essi vogliono lanciare ai lettori, è che nella lotta del bene contro il male, alla fine vince e vincerà sempre il bene, prima o poi. E si spera sempre prima che poi. Inoltre, nei capitoli successivi al primo, si parla della lotta tra religioni, delle discriminazioni,  e il messaggio che vuole lanciare la protagonista e altri personaggi di rilievo della saga, è che, sia che noi crediamo in un Dio, piuttosto che in più dèi, la vera essenza del credere è quella di rispettare il prossimo e le idee altrui, senza discriminare chi non la pensa come noi. Inoltre, anche se la protagonista è perennemente inseguita dal passato, dai ricordi e dagli ostacoli, mai smette di lottare e credere nell’amore e in un mondo migliore. Prima di pretendere che siano gli altri a cambiare, dobbiamo essere noi stessi ad apportare importanti trasformazioni in noi.

6- Fate, sacerdotesse ma soprattutto streghe. Il tuo mondo è pieno di magia e di incantesimi. Quanta fede hai nell’immaginazione?

Mmm… Posso affermare con assoluta certezza che nella vita sono molto pratica e realista. Però, penso che sognare un po’ ad occhi aperti, ci possa permettere di staccare la spina e ritrovare quella pace interiore che a volte la vita ci fa perdere. L’immaginazione è stata la mia salvezza e sono felice di averla. Mi ha permesso di credere e sperare in un domani migliore, quando i medici mi avevano detto che non ne avrei avuto uno, che sarei morta.

7- Qual è il valore supremo dei sogni?

I sogni ci fanno tornare un po’ bambini e sappiamo molto bene che non c’è niente di più puro e di più bello della genuinità dei sogni. Ci costellano la vita di eterni arcobaleni e di speranza.

8- I tuoi personaggi sono in grado di creare un legame di empatia con il lettore. Da dove nasce l’ispirazione per la tua storia?

Ebbene, questa domanda non me l’aveva mai fatta nessuno prima di ora. Sul serio, sei la prima in assoluto! Riderai, ma giuro che è vero. L’ispirazione della mia storia è nata da dei sogni particolari: avevo sognato la situazione in cui Sarah veniva inseguita da Mark, durante la caccia alle streghe, il periodo della Santa Inquisizione e altri particolari, tutti così reali da sembrare veri. È nato tutto da un gioco: una mia amica mi aveva detto di un modo in cui “era possibile ricordare vite precedenti”. Be’, non so quanto sia vero, però, seguendo le sue istruzioni, ho sognato alcuni episodi e particolari del mio romanzo e ho pensato di crearne un romanzo che, in tutta onestà, non avrei mai pensato di pubblicare, perché è parte della mia anima.

9- Quanto tempo hai impiegato a scriverla?

Ho cominciato nel 2003, quando feci quei strani sogni. Abbozzai solo un capitolo, poi smisi. Nel 2008 ripresi in mano il romanzo, e questa volta non smisi di scrivere. Scrivo mediamente una pagina o due al giorno, in formato A4. Se fosse per me, starei ore a scrivere. Quando comincio, non riesco più a smettere!

10- Sei pentita di qualcosa?

Sono pentita di una sola cosa: di non aver preso in mano le redini della mia vita molto prima, di aver trascorso molto tempo pervasa dalla sofferenza. Ho sprecato tanto tempo, ma ora non voglio che accada più. Vorrei che tutte le persone del mondo che soffrono, riuscissero a cogliere il lato bello della vita, nonostante la malattia metta troppo spesso una persona con le spalle al muro.

11- Qual è il personaggio che ti ha creato maggiori difficoltà nella stesura del romanzo?

A dire il vero Lenny. Ho enfatizzato un episodio che mi è accaduto nella vita, attribuendo a questo personaggio la sua personalità. Ha esorcizzato il ricordo amaro che per un po’ mi ha perseguitato. La protagonista si scontrerà con lui in molte situazioni, perché il passato la perseguita, ma alla fine… Be’, non voglio anticipare, ma come in tutte le favole…

12- C’è un personaggio che non sopporti?

Più di uno. Lenny, Arabelle e Renea, per citare quelli che appaiono nel primo libro. Sono insidiosi e pericolosi, come certe persone nella vita reale.

13- Nell’incanto del tuo universo narrativo, io ci ho letto un immenso amore per la vita. Quanto pensi abbia influito la tua esperienza di vita nella scrittura del tuo mondo ed in che modo lo ha fatto?

Indubbiamente ha influito moltissimo, in esso ci sono infinite sfaccettature di ciò che è successo nella mia vita. Ci sono le mie paure, i miei disagi… Non li ho voluti nascondere. Però, come è successo nella mia vita, sono proprio questi ostacoli a renderla più forte e determinata, e non sarà più la ragazzina spaventata che inizialmente era.

14- Ci sono fantasy molto cruenti, spaventosamente cattivi, sanguinosi, irriverenti. Il tuo invece racconta quasi a bassa voce l’amore e la magia in modo delicato e soffuso. Se dovessi dedicarlo a qualcuno, a chi lo dedicheresti?

A tutte le persone che soffrono. Se sapessi che, almeno una di loro, leggendo il mio romanzo, riuscisse a trasformare, almeno per un istante, il dolore in gioia, io sarei la persona più felice della terra.

15- Magia e amore. Quanto credi nell’uno e nell’altro?

Credo in entrambe. La magia è amore e l’amore stesso è magia. Come potremmo vivere senza di essi? Lasciarci sopraffare dall’odio e dal rancore uccide la nostra anima, e io li lascio a qualcun altro, non fanno per me. La magia e l’amore, invece, ci fanno vivere in un’estasi costante: ci fanno sorridere, ci fanno sperare e credere, riescono a proiettarci in un mondo migliore. Ed è così che voglio la mia vita, sta a noi scegliere. E anche quando decidiamo di non scegliere, compiamo una scelta.

16- Chi è Stefania Sabadini nella vita di tutti i giorni?

Impiegata in una Pubblica Amministrazione, studentessa, faccio parte di una fondazione, La Fondazione Scoliosi Italia (grazie al meraviglioso medico che mi ha operata per la scoliosi), e pseudo - scrittrice. Sognatrice prima di tutto… Ma amo molto anche fare shopping, guidare, uscire con gli amici e la mia dolcissima e ruffiana barboncina Holly. Insomma, non mi annoio per nulla!

17- Quali sono gli autori da cui trai ispirazione?

Moltissimi, un’infinità: Stephenie Meyer, Sophie Kinsella (adoro i suoi libri anche se non sono fantasy), Claudia Gray, P.C. & Kristin Cast, Becca Fitzpatrick – che sto leggendo in questi giorni – Laurell K. Hamilton, Alyson Noel… La lista è molto lunga credimi. Interminabile, oserei dire.

18- Vorrei che questa intervista terminasse con una frase che vuoi lasciarci. Una frase del tuo romanzo o di altro che rappresenta qualcosa di importante per te e che vuoi rimanga a chi ti ha letta.

Volentieri. Ti lascio con quella del mio booktrailer: “Quando il passato ti insegue, solo l’amore ti può salvare”. Credo molto in questa frase. Senza l’amore, inteso verso cose e persone, e stato d’animo costante del nostro cuore, la nostra vita non sarebbe nulla.

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