Buon mercoledì! Il titolo del romanzo che
vi propongo oggi mi ha conquistato immediatamente, soprattutto perché adoro la
parola smarrimento e tutte le sue declinazioni. Tutto l'amore smarrito è il
romanzo d’esordio di Antonella
Frontani, edito da Garzanti
che ringrazio per la fiducia. Una storia che non ha convinto alcuni ma che io
ho colto nel suo significato più profondo, in quello smarrimento che è voce
interiore e nella scrittura estremamente particolare dell’autrice.
Leggete e lasciatemi le vostre impressioni!
Titolo: Tutto l'amore smarrito
Autore: Antonella Frontani
Editore: Garzanti
Pagine: 176
Genere: Romanzo
Prezzo: € 14,90
Uscita: 2015
TRAMA
Adele adora fermarsi a guardare
l'orizzonte dove i confini del sole si perdono. Quel panorama le dona serenità,
nonostante tutto. Nonostante il lavoro da giornalista in cui non si sente
realizzata e i tanti sogni lasciati in un cassetto. La sua unica ragione di
vita è Amata, sua figlia. Amata, che ha bisogno di lei più che mai, chiusa nel
suo mondo fatto di melodie, spartiti e tasti del pianoforte. Ogni gesto, ogni
pensiero, ogni scelta di Adele è per lei nei suoi giorni che scorrono sempre
uguali. Fino a quando non conosce Pietro e il suo silenzio che non riesce a
trovare una voce. Pietro è sopravvissuto al campo di concentramento di
Mauthausen e porta ancora dentro il gelo di quel tempo lontano. I suoni, i
rumori, le immagini invadono i suoi incubi. Adele deve solo intervistarlo,
poche semplici domande per poi lasciarsi tutto alle spalle. Ma ci sono incontri
che cambiano la vita per sempre. Ci sono sguardi capaci di arrivare in luoghi
dove il buio non ha lasciato spiragli. Ci sono persone a cui non si può mentire.
E questo fa paura. Eppure, più Pietro tenta di fuggire davanti ai suoi
fantasmi, più capisce che Adele è la sola che può aiutarlo a fare pace con sé
stesso. Perché in lei riconosce i suoi stessi errori. E un dolore simile al
suo. Un dolore che parla di un amore impossibile che non ha avuto il coraggio
di vincere il destino. Di ferite mai rimarginate. Di scelte senza riscatto. Per
la prima volta si sentono vicini a qualcuno senza finzioni né scappatoie. Ma
quando il passato torna con la sua forza dirompente, c'è solo una strada da
percorrere. La strada più difficile. Quella della verità. A ogni costo.
Antonella Frontani, giornalista, scrittrice
e conduttrice televisiva, vive a Torino. Tutto l'amore smarrito è il suo primo romanzo.
“E allora è come se nell’universo
una forza elementare ridiventasse la madre di tutto l’amore smarrito.”
Vi siete mai chiesti dove va a
finire tutto l’amore smarrito? Il titolo di questo romanzo di Antonella Frontani spicca il volo
grazie ai versi di R.M. Rilke, uno
dei miei poeti preferiti, il poeta della nostalgia e chi, meglio di lui, poteva
comprendere il senso di smarrimento, di malinconia che vive tra le pieghe di
una perdita?
Avete mai riflettuto sulla
parola “smarrimento”? Credo che sia uno dei termini più affascinanti. Smarrirsi…
di qualcuno, per qualcuno o smarrire qualcosa… Smarrire l’amore, nel senso che
non finisce laddove dovrebbe finire, non nelle mani e nella braccia di chi
vogliamo, di chi è destinato…
La storia narra di Adele e Pietro, un uomo e una donna che non si conoscono, ma che hanno
vissuto un dolore molto, troppo simile e che quando il destino li metterà, per
puro caso, uno di fronte all’altra, si troveranno a dover estirpare dal proprio
petto quell’angoscia e quello stordimento che ha macchiato per lungo tempo le
loro esistenze.
“Ma non lo sai che non si è
mai soli? E che dovunque ci portiamo addosso tutto il peso del nostro passato e
anche quello del nostro futuro?”
Inizialmente emerge una sorta
di parallelismo tra la quotidianità di Adele e quella di Pietro. Essi vivono
due vite completamente diverse dove mentre la donna è ancora attiva, sia nel
campo lavorativo che familiare, occupandosi di una figlia sulla sedia a rotelle
che ama il pianoforte e tutto l’universo musicale, lui è rinchiuso nella sua
abitazione, distaccato ed imperturbabile, con la sua fortezza fatta di ricordi
e litanie che riconducono continuamente la sua mente ai tragici ed
indimenticabili momenti della vita nel campo di concentramento di Mauthausen.
“Ostenta i suoi ottantacinque
anni con fierezza, forza, ostinazione. E’ un vero duro che fa quasi paura
quando punta lo sguardo negli occhi di qualcuno.”
Lo stile dell’autrice è
metaforico fino all’inverosimile, è carico di paragoni e di figure retoriche, è
come attraversare un giardino pieno di fiori e di colori tanto forti che ti
danno alla testa. Il suo modo di scrivere è poesia, è sognante, una scrittura
che trasfigura continuamente la realtà anche laddove non è necessario. La
realtà anche più semplice, come può essere quella quotidiana, viene
continuamente evocata da altro, resa meravigliosamente attraente e quasi
spirituale per essere trasportata altrove, in un mondo fatto esclusivamente
dallo stile e dalla magia dell’autrice.
Amata, figlia di Adele, è anche figlia prediletta della musica, amante del suo pianoforte nonostante la vita l’abbia
costretta su una sedia a rotelle. Non ha un padre, perché Adele gli ha
raccontato che era un pilota ed è morto seguendo la sua passione, ma è una
bugia, la più grande bugia che tiene in piedi un teatro di emozioni represse le
cui mura non attendono altro che di cadere al suolo.
A questo penserà Pietro con la
sua storia, con la sua freddezza prima e debolezza dopo. Un incrocio di anime
che trovano riparo l’una nell’altra anche laddove una comunione e un
riconoscimento sembrava impossibile. Adele e Pietro sono legati da ciò che non
potevano neanche immaginare, sono legati eternamente proprio da quell’amore
smarrito che entrambi hanno perso e di cui non hanno mai conosciuto la fine.
Emozioni forti, immagini
intense che fanno trasecolare. E’ come se Antonella Frontani cercasse in tutti
i modi di scarnificare il corpo, denudare il cuore, fino a giungere alle ossa
prendendo quella carne e donandola alle emozioni, per renderle vive, pulsanti e
palpitanti. C’è aria di tempesta in tutto il romanzo, perché c’è un vento
feroce che si chiama sentimento smarrito, in un’estenuante ricerca della
propria casa.
Tutto l’amore smarrito è un
romanzo tempestoso non perché sia attraversato da vicende forti o violente, ma perché è lo stile ad essere capace di smuovere dentro di te persino
l’incredibile. Tutti i moti dell’animo che passano dal corpo fino alla mente
sono descritti con minuzia e dettagliatamente. L’autrice li fa a pezzi,
separandoli gli uni dagli altri e li pulisce, come se li lucidasse,
eliminandogli le ombre e rendendoli chiari e impossibili da non vedere.
Adele è una donna forte, che
ancora lotta e combatte, la sua unica ragione di vita è Amata, tutto ciò che fa
è soltanto per lei. Pietro invece è un personaggio contraddittorio, un uomo che
ha vissuto un dolore lacerante, che ha
compiuto un gesto condannabile e il senso di colpa di un fantasma lo perseguita
senza dargli via d’uscita. In lui si concentrano tante emozioni contraddittorie
come la nausea per la vita, la rabbia, l’inquietudine, la debolezza, la
tenerezza del pianto come sfogo a tutto il male del mondo, le lacrime che
sgorgano e il rimorso.
Le parole scritte si confondono alle note musicali e alla pittura di Pietro che diventa emblema del suo segreto
e unico mezzo attraverso cui egli riesce a trovare una sorta di sollievo all’orrore
del suo gesto.
“Quella rabbia sale,
assomiglia alla follia. Diventa voglia di urlare, ma non lo farà. Diventa
desiderio represso di distruggere tutto, ogni oggetto che appartenga al
presente e, soprattutto, al passato. Ma non lo farà.”
La scrittura di Antonella
Frontani è passionale e tormentata, dannatamente musicale, a volte ridondante
ma è l’essenza stessa della melanconia.
Quando Adele e Pietro si incontrano
per la prima volta, lui la vede e lei vacilla. Basta uno sguardo per arrivarsi
dentro e non uscirne più. E’ una guerra che si dichiara in silenzio e i due
reduci dovranno combattere contro il desiderio di scappare e non affrontare
quei demoni che li tengono legati l’uno all’altra senza neanche saperlo.
Quando
si guardano è quell’amore smarrito che si riconosce per loro.
“Adele sa che deve tornare lì
anche se tutto la spaventa. Lo sguardo di Pietro, la penombra di una casa piena
di ricordi, il soggetto ossessivo dei suoi dipinti e la sensazione che quel
luogo sia familiare al suo dolore.”
L’amore nel romanzo non è mai
facile. Sia lui che lei hanno vissuto nel loro passato sentimenti difficili ma
totalizzanti.
“Sono ancora due estranei
eppure sono entrati nel meandro più profondo del loro buio.”
Straziante, impietoso, urlante
di dolore che scorre denso come pece e imbratta tutto, Tutto l’amore smarrito è
commovente, lucido ma anche sognante, è un romanzo che colpisce per la sua scrittura
molto particolare, che qualcuno ha definito mielosa, io dico che arriva
direttamente al cuore. What else?
Bellissimo titolo, molto poetico e la recensione è magnifica, viene voglia di leggerlo subito
RispondiEliminaNe sono felice! <3
EliminaNon lo conoscevo e solo dalla trama mi attira come una calamita! *-*
RispondiEliminaBenissimo!^^
EliminaHo amato questo libro, anche io amo la poesia e ne è pieno.
RispondiEliminaSono pienamente d'accordo.
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