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venerdì 13 novembre 2015

Alakim. Le regole del gioco di Anna Chillon Recensione

Salve lettori! Alakim. Le regole del gioco è il secondo romanzo che leggo di Anna Chillon e mi sono perdutamente innamorata anche di questo! L’autrice ha creato un personaggio ed una storia molto originali, incastrando all’interno una molteplicità di argomenti e di visioni che lasciano a bocca aperta. Curiosi? Ecco a voi cosa ne penso!



Titolo: Alakim. Le regole del gioco
Autore: Anna Chillon
Editore: Selfpublishing
Pagine: 434
Genere: Urban Fantasy
Prezzo: € 3,49
Uscita: Ottobre 2015

TRAMA


Lontano. Solo. Libero di accantonare quel poco di umanità rimasta, Alakim terrorizza le notti parigine dando sfogo alla parte più oscura di sé. È in queste condizioni che s’imbatte in un un uomo dalle grandi risorse ed empia inventiva, il cui potere cela azioni criminali. Alakim resta perciò a Parigi, lungi dall’idea di far ritorno e ignaro di chi, per amore o per vendetta, si è già messo sulle sue tracce. Per trovarlo, Nicole e Muriel hanno infatti deciso di intraprendere un viaggio che li costringe a mettersi in gioco nel più esplicito dei modi. Scelte difficili e persone senza scrupoli ostacoleranno il loro cammino, ma ciò che conta è trovare Alakim per essere uniti ancora una volta nel tentare l’impossibile, scommettendo ancora tutto in nome di un’amicizia.  Lotteranno, cederanno alla carne e scenderanno a compromessi con la propria coscienza, per comprendere che, in fin dei conti, il gioco non è soltanto quello che si palesa come tale, ma è la vita stessa, nella quale ogni vittoria non è altro che l’inizio di una nuova avventura. E chi tira le fila, non sempre ottiene esattamente ciò che vuole.

Anna Chillon nasce a Modena nel 1977, si diploma come ragioniera ed esercita per anni in tale ambito, pur coltivando da sempre il gusto per la scrittura. Di giorno contabile e di notte autrice, spinta dalla voglia di mettersi in gioco, nel 2010 decide di rendere pubblici alcuni scritti tramite un suo blog di racconti che si rivela un successo inaspettato. Da ciò riceve il giusto incentivo per dedicarsi al progetto “Alakim”, un romanzo urban-fantasy che l’appassiona toccandola nel vivo con argomenti quali fede e amore.





Alakim. Le regole del gioco di Anna Chillon è doverosamente migliore del suo predecessore, opportuno dirlo, necessario affermarlo, perché la capacità di questa autrice di superare se stessa e le aspettative di chi la segue, è rara e come tale va evidenziata e soprattutto impreziosita con un giudizio che sia in grado di trasmettere cosa è in grado di creare.

Abbiamo conosciuto Alakim, nel romanzo precedente Alakim. Luce dalle tenebre. Un serafino, un permanente, una strana e perversa creatura con luce e tenebre, con sfavillanti e gloriosi echi paradisiaci uniti alle più cupe e sinistre ecatombe infernali. Alakim mi aveva già totalmente conquistata, dunque era davvero difficile andare oltre, eppure Anna Chillon lo ha fatto, creando una trama carica di sorprese, colpi di scena e una conturbante sensualità che difficilmente è possibile trovare altrove.

Oltre ad Alakim, c’è Nicole, l’Invocantes, la sua donna e la sua salvezza, e Muriel, il Nephilim, il cui sguardo e il cui corpo sono un continuo invito al sesso ma al contempo la sua anima è un preludio costante di malinconia e tristezza.

Personaggi complessi, autonomi, assolutamente indipendenti l’uno dall’altra a tal punto da poterci dedicare un libro intero ad ognuno di loro.
Samshat è morto e Alakim è scappato via, dimenticando anche il più piccolo barlume della sua umanità, abbandonando Muriel e Nicole e si è rifugiato a Parigi, dove compie stragi ogni notte, uccidendo e cibando la sua fame di malvagità, guadagnandosi così il soprannome di Knife Killer.

“Trovare una tavola calda per sfamarsi di cibo non costituiva certo un problema, ma riuscire a fare una buona scorpacciata di malvagità, senza compromettersi, si stava rivelando un’impresa sempre più ardua. La polizia gli stava con il fiato sul collo in attesa di un passo falso del Knife Killer e lui sapeva che prima o poi ci sarebbe cascato; per lui nutrirsi era un fatto istintivo, non ci andava molto per il sottile, ci si tuffava anzi come un bambino sulla cioccolata.”

Alakim è un concentrato di follia, di quella più angusta e tormentata, tutto ciò che non dovrebbe mai essere detto né fatto è lì, in questo personaggio, essere, creatura senza tempo né limite, che vive dell’oltre e se ne sbatte altamente di ogni confine.

Con tutta la sua malvagità, la sua sete di sangue, la sua voglia di diffondere il male, di sporcarsi, di annientarsi nel dolore e nel piacere che ne scaturisce, egli si ritrova coinvolto in un gioco molto pericoloso dove è in ballo la vita e la morte delle persone, senza alcuna via di scampo. Muriel e Nicole partono insieme alla sua ricerca e affronteranno molte insidie esterne ma anche interne, condotti sull’orlo della sopportazione di un’attrazione piena di carne e di spirito che inesorabilmente li avvinghia l’uno all’altra.

Le atmosfere sono oscure, sono tinte di rosso, ma anche di bianco e di nero come una scacchiera umana, perché in questo romanzo si gioca, si gioca così tanto fino all’inverosimile. Personaggi perfetti che sbucano distruggendo le mura sottili e fragili della moralità, donne e uomini che scendono in campo, nudi, alla stregua delle loro passioni e desideri più nascosti, pronti a sfidare se stessi e la morte pur di raggiungere quell’orgasmo chiamato soddisfazione.

Un intreccio carico di attesa, di ribellione, di ansia e di sensualità. Anna Chillon non è mai volgare eppure tutto ciò che dice è pervaso da un senso di fascino primordiale, atavico che si congiunge inevitabilmente ai sensi, come un fosco richiamo al quale non puoi rinunciare. I suoi personaggi, da quelli principali fino a quelli secondari, sono tutti abili manipolatori del tuo cervello e delle tue sensazioni. Mentre leggi, smetti di essere un lettore qualunque e ti trovi catturato, piegato, ingabbiato dalla loro volontà, diventi una bambola, una marionetta nelle mani dei loro desideri e non puoi smettere di assecondarli.

Assecondando loro, tu assecondi l’autrice, che brava come pochi, riesce con disinvoltura, con eleganza, con un savoire faire tutto suo a non farti capire nulla e alla fine hai fatto esattamente ciò che lei voleva.

Hai amato Alakim, nonostante sia nefasto, violento, rude e malefico. Hai amato Nicole, giovane ragazza vergine in molti sensi ma sicuramente pronta a sacrificare tutta la sua moralità e le sue poche certezze in nome di una creatura che le può promettere solo l’inferno. Hai amato Muriel, mezzo angelo devoto al sesso più sfrenato, capace di una dolcezza inaspettata ma anche di una calma e freddezza che lasciano poco spazio a qualsiasi opposizione sensata.

“Pensava che non lo avrebbe mai perdonato, ma ora, tra le sue braccia, riusciva solo a sentire con quanta forza lo aveva desiderato e ancora, suo malgrado, continuava a bramarlo. Nello stesso momento in cui se lo era trovato davanti era tutto riemerso, nel bene e nel male, all’ennesima potenza. Non c’era logica che valesse: cedergli equivaleva a vivere sulle montagne russe o, come aveva pensato la prima volta, sull’altalena, lasciandosi spingere su, sempre più su. Lui era quel nodo in gola, di paure, sofferenze e gioie che le prendeva il respiro.”

Hai amato tutto di questo romanzo e dell’autrice che considero una Signora Autrice, per la sua capacità perfetta di scrivere, per la sua originalità, per lo studio che accompagna le sue creazioni, per la serietà, per il suo non sbandierare mai se stessa né ciò che scrive ai quattro venti, solo per riceverne pubblicità.

Anna Chillon è come i suoi personaggi: sicura, determinata, matura, cosciente a tal punto da non aver bisogno di mostrare o mostrarsi per affermare le proprie capacità.

Ogni frase diventa un effetto, un richiamo, un riverbero che rimanda a sensazioni di pelle. Alcuni passi sono scritti in modo semplice ed immediato, altri con un linguaggio un po’ più particolare, elevato, e questo rende la storia più forte, più sana. Non cede il romanzo della Chillon, non cede agli errori, alle ripetizioni, alle incongruenze, ma soprattutto non cede alla noia perché è tutto un fluire veloce ma che ti rende capace di distinguere. Nonostante ci siano molti avvenimenti, ci sia sangue, morte, amoralità, profano, dissenso, il sacro che si tinge di nero, non perdi mai di vista l’obiettivo. Non ti confondi mai nonostante lei ti porti nella melma come nella villa più principesca: è tutto un vivido susseguirsi di visioni e di immagini di cui non perdi mai il filo.

La lotta interiore dei personaggi è estremamente forte. Le scene erotiche sono spiazzanti sempre condotte sul filo del rasoio, in grado di attanagliare mente e corpo in un gioco al limite dell’accettazione. Alakim e Nicole si ritrovano e il loro legame è ancora più denso, ancora più carnale ma anche spirituale.

“Osservandola in volto, si perse negli occhi del verde di un prato provato dal gelo, sui quali erano scritte tutte le disavventure e il dolore patito; occhi incapaci di offuscare un desiderio che nemmeno il timore di lui poteva spegnere. Lei sapeva che era un assassino, un demonio, ma si stava comunque abbandonando alla sua mercé permettendogli di fare ciò che voleva.”

La loro storia ha messo a dura prova entrambi, sin dal primo libro, e continua anche in questo secondo capitolo, dove tutto diventa più intenso, soprattutto nelle seconda parte, dove ciò che è più importante sono le scelte.

“Perciò stette a lungo così, cullando la bimba e la donna che lei era, come nessuno aveva fatto mai. Incapace di tenerla al sicuro da se stesso, si impegnò a custodirla al sicuro dal mondo, mentre, poco a poco, il dolore veniva gettato via.”

Ma non pensate che una scelta possa essere stabilita in base a ciò che è giusto o sbagliato, perché l’autrice vi mostrerà come non esista nessun confine e in questo caso, sì che vi confonderà, perché vi troverete ad apprezzare, a cercare, ciò che mai avreste immaginato, semplicemente perché Alakim sveste il dolore ed il piacere di qualsiasi artificio, li rende nudi, e ve li porge su un piatto d’argento. Siete in grado reggere il suo sguardo?

In Alakim. Le regole del gioco tutto viene messo ancora una volta in discussione e quant’è vero il sottile paragone che intercorre tra il master del gioco che Alakim, Muriel e Nicole sono costretti a fare con lo stesso Dio, signore e padrone delle nostre misere e fragili esistenze. Il romanzo è carico di metafore, di significati che virano verso molteplici direzioni, capaci di lasciarsi catturare ed interpretare da ciascun lettore in base a quello che si porta dentro.

Una storia che definire avvincente è poco. Intrigante, non basta. E’ di più, molto di più. Spesso leggendo, mi sono fermata a pensare: come ha fatto Anna a creare tutto questo? Non si tratta solo della trama in sé, di come è costruita, del suo intrecciarsi alle vite dei personaggi. Ma è il modo di mescolare tanti aspetti della vita e della morte, della mente e dei sensi ad essere realizzato in maniera impeccabile.

Alakim ti consuma, lentamente. Entri in un luogo che ti sembra profano perché sai già con chi hai a che fare, eppure lo adori come se fosse sacro. E’ questa la grandezza dell’autrice: invertire consapevolmente i concetti di divino e sconsacrato ed insidiarteli nella testa e nell’anima, senza che tu te ne renda conto. E laddove lo facessi, ormai è troppo tardi. Per tutto.


Pensi di saper distinguere il Paradiso dall’Inferno? I cieli blu dal dolore?”



6 commenti:

  1. Ho letto il primo e non posso perdermi il secondo!

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  2. Non ho letto il primo e non conosce neanche l'autrice, ma sembra un libro fantastico! *-*

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    1. Cara Valentina, è una saga molto bella e particolare, diciamo diversa dal solito! E vale la pena! ^^

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  3. Ho acquistato sia il primo libro che il secondo, ma devo essere sincera, non li ho ancora letti. Però dopo aver percepito il tuo entusiasmo per questi libri, ho deciso che mi dedicherò a loro, appena finirò il libro che sto leggendo in questo momento!

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