Salve lettori! Alakim. Le regole del gioco è il
secondo romanzo che leggo di Anna Chillon e mi sono perdutamente
innamorata anche di questo! L’autrice ha creato un personaggio ed una storia
molto originali, incastrando all’interno una molteplicità di argomenti e di
visioni che lasciano a bocca aperta. Curiosi? Ecco a voi cosa ne penso!
Titolo: Alakim. Le regole del gioco
Autore: Anna Chillon
Editore: Selfpublishing
Pagine: 434
Genere: Urban Fantasy
Prezzo: € 3,49
Uscita: Ottobre 2015
TRAMA
Lontano. Solo.
Libero di accantonare quel poco di umanità rimasta, Alakim terrorizza le notti
parigine dando sfogo alla parte più oscura di sé. È in queste condizioni che
s’imbatte in un un uomo dalle grandi risorse ed empia inventiva, il cui potere
cela azioni criminali. Alakim resta perciò a Parigi, lungi dall’idea di far
ritorno e ignaro di chi, per amore o per vendetta, si è già messo sulle sue
tracce. Per trovarlo, Nicole e Muriel hanno infatti deciso di intraprendere un
viaggio che li costringe a mettersi in gioco nel più esplicito dei modi. Scelte
difficili e persone senza scrupoli ostacoleranno il loro cammino, ma ciò che
conta è trovare Alakim per essere uniti ancora una volta nel tentare
l’impossibile, scommettendo ancora tutto in nome di un’amicizia. Lotteranno, cederanno alla carne e
scenderanno a compromessi con la propria coscienza, per comprendere che, in fin
dei conti, il gioco non è soltanto quello che si palesa come tale, ma è la vita
stessa, nella quale ogni vittoria non è altro che l’inizio di una nuova
avventura. E chi tira le fila, non sempre ottiene esattamente ciò che vuole.
Anna Chillon
nasce a Modena nel 1977, si diploma come ragioniera ed esercita per anni in
tale ambito, pur coltivando da sempre il gusto per la scrittura. Di giorno
contabile e di notte autrice, spinta dalla voglia di mettersi in gioco, nel
2010 decide di rendere pubblici alcuni scritti tramite un suo blog di racconti che
si rivela un successo inaspettato. Da ciò riceve il giusto incentivo per
dedicarsi al progetto “Alakim”, un romanzo urban-fantasy che l’appassiona
toccandola nel vivo con argomenti quali fede e amore.
Alakim. Le regole
del gioco di Anna Chillon è
doverosamente migliore del suo predecessore, opportuno dirlo, necessario
affermarlo, perché la capacità di questa autrice di superare se stessa e le
aspettative di chi la segue, è rara e come tale va evidenziata e soprattutto
impreziosita con un giudizio che sia in grado di trasmettere cosa è in grado di
creare.
Abbiamo conosciuto Alakim,
nel romanzo precedente Alakim. Luce dalle
tenebre. Un serafino, un permanente, una strana e perversa creatura con
luce e tenebre, con sfavillanti e gloriosi echi paradisiaci uniti alle più cupe
e sinistre ecatombe infernali. Alakim mi aveva già totalmente conquistata,
dunque era davvero difficile andare oltre, eppure Anna Chillon lo ha fatto,
creando una trama carica di sorprese, colpi di scena e una conturbante
sensualità che difficilmente è possibile trovare altrove.
Oltre ad Alakim, c’è Nicole,
l’Invocantes, la sua donna e la sua salvezza, e Muriel, il Nephilim, il cui sguardo e il cui corpo sono un continuo
invito al sesso ma al contempo la sua anima è un preludio costante di
malinconia e tristezza.
Personaggi complessi, autonomi, assolutamente indipendenti l’uno
dall’altra a tal punto da poterci dedicare un libro intero ad ognuno di loro.
Samshat è morto e Alakim è scappato via, dimenticando anche
il più piccolo barlume della sua umanità, abbandonando Muriel e Nicole e si è
rifugiato a Parigi, dove compie stragi ogni notte, uccidendo e cibando la sua
fame di malvagità, guadagnandosi così il soprannome di Knife Killer.
“Trovare una tavola calda per sfamarsi di cibo non
costituiva certo un problema, ma riuscire a fare una buona scorpacciata di
malvagità, senza compromettersi, si stava rivelando un’impresa sempre più
ardua. La polizia gli stava con il fiato sul collo in attesa di un passo falso
del Knife Killer e lui sapeva che prima o poi ci sarebbe cascato; per lui nutrirsi
era un fatto istintivo, non ci andava molto per il sottile, ci si tuffava
anzi come un bambino sulla cioccolata.”
Alakim è un concentrato di follia, di quella più angusta e tormentata,
tutto ciò che non dovrebbe mai essere detto né fatto è lì, in questo
personaggio, essere, creatura senza tempo né limite, che vive dell’oltre e se
ne sbatte altamente di ogni confine.
Con tutta la sua malvagità, la sua sete di sangue, la sua
voglia di diffondere il male, di sporcarsi, di annientarsi nel dolore e nel
piacere che ne scaturisce, egli si ritrova coinvolto in un gioco molto
pericoloso dove è in ballo la vita e la morte delle persone, senza alcuna via
di scampo. Muriel e Nicole partono insieme alla sua ricerca e affronteranno
molte insidie esterne ma anche interne, condotti sull’orlo della sopportazione
di un’attrazione piena di carne e di spirito che inesorabilmente li avvinghia l’uno
all’altra.
Le atmosfere sono oscure, sono tinte di rosso, ma anche di
bianco e di nero come una scacchiera umana, perché in questo romanzo si gioca, si gioca così tanto fino
all’inverosimile. Personaggi perfetti che sbucano distruggendo le mura sottili
e fragili della moralità, donne e uomini che scendono in campo, nudi, alla stregua
delle loro passioni e desideri più nascosti, pronti a sfidare se stessi e la
morte pur di raggiungere quell’orgasmo chiamato soddisfazione.
Un intreccio carico di attesa, di ribellione, di ansia e di
sensualità. Anna Chillon non è mai volgare eppure tutto ciò che dice è pervaso
da un senso di fascino primordiale, atavico che si congiunge inevitabilmente ai
sensi, come un fosco richiamo al quale non puoi rinunciare. I suoi personaggi,
da quelli principali fino a quelli secondari, sono tutti abili manipolatori del
tuo cervello e delle tue sensazioni. Mentre leggi, smetti di essere un lettore
qualunque e ti trovi catturato, piegato, ingabbiato dalla loro volontà, diventi
una bambola, una marionetta nelle mani dei loro desideri e non puoi smettere di
assecondarli.
Assecondando loro, tu assecondi l’autrice, che brava come
pochi, riesce con disinvoltura, con eleganza, con un savoire faire tutto suo a
non farti capire nulla e alla fine hai fatto esattamente ciò che lei voleva.
Hai amato Alakim, nonostante sia nefasto, violento, rude e
malefico. Hai amato Nicole, giovane ragazza vergine in molti sensi ma
sicuramente pronta a sacrificare tutta la sua moralità e le sue poche certezze
in nome di una creatura che le può promettere solo l’inferno. Hai amato Muriel,
mezzo angelo devoto al sesso più sfrenato, capace di una dolcezza inaspettata
ma anche di una calma e freddezza che lasciano poco spazio a qualsiasi
opposizione sensata.
“Pensava che non lo avrebbe mai perdonato, ma ora, tra le
sue braccia, riusciva solo a sentire con quanta forza lo aveva desiderato e
ancora, suo malgrado, continuava a bramarlo. Nello stesso momento in cui se lo
era trovato davanti era tutto riemerso, nel bene e nel male, all’ennesima
potenza. Non c’era logica che valesse: cedergli equivaleva a vivere… sulle montagne
russe o, come aveva pensato la prima volta, sull’altalena, lasciandosi spingere
su, sempre più su. Lui era quel nodo in gola, di paure, sofferenze e gioie che
le prendeva il respiro.”
Hai amato tutto di questo romanzo e dell’autrice che
considero una Signora Autrice, per la sua capacità perfetta di scrivere, per la
sua originalità, per lo studio che accompagna le sue creazioni, per la serietà,
per il suo non sbandierare mai se stessa né ciò che scrive ai quattro venti,
solo per riceverne pubblicità.
Anna Chillon è come i suoi personaggi: sicura, determinata, matura,
cosciente a tal punto da non aver bisogno di mostrare o mostrarsi per affermare
le proprie capacità.
Ogni frase diventa un effetto, un richiamo, un riverbero che
rimanda a sensazioni di pelle. Alcuni passi sono scritti in modo semplice ed
immediato, altri con un linguaggio un po’ più particolare, elevato, e questo
rende la storia più forte, più sana. Non cede il romanzo della Chillon, non
cede agli errori, alle ripetizioni, alle incongruenze, ma soprattutto non cede
alla noia perché è tutto un fluire veloce ma che ti rende capace di
distinguere. Nonostante ci siano molti avvenimenti, ci sia sangue, morte,
amoralità, profano, dissenso, il sacro che si tinge di nero, non perdi mai di
vista l’obiettivo. Non ti confondi mai nonostante lei ti porti nella melma come
nella villa più principesca: è tutto un vivido susseguirsi di visioni e di
immagini di cui non perdi mai il filo.
La lotta interiore dei personaggi è estremamente forte. Le
scene erotiche sono spiazzanti sempre condotte sul filo del rasoio, in grado di
attanagliare mente e corpo in un gioco al limite dell’accettazione. Alakim e
Nicole si ritrovano e il loro legame è ancora più denso, ancora più carnale ma
anche spirituale.
“Osservandola in volto, si perse negli occhi del verde di un
prato provato dal gelo, sui quali erano scritte tutte le disavventure e il
dolore patito; occhi incapaci di offuscare un desiderio che nemmeno il timore
di lui poteva spegnere. Lei sapeva che era un assassino, un demonio, ma si
stava comunque abbandonando alla sua mercé permettendogli di fare ciò che
voleva.”
La loro storia ha messo a dura prova entrambi, sin dal primo
libro, e continua anche in questo secondo capitolo, dove tutto diventa più
intenso, soprattutto nelle seconda parte, dove ciò che è più importante sono le
scelte.
“Perciò stette a lungo così, cullando la bimba e la donna
che lei era, come nessuno aveva fatto mai. Incapace di tenerla al sicuro da se
stesso, si impegnò a custodirla al sicuro dal mondo, mentre, poco a poco, il
dolore veniva gettato via.”
Ma non pensate che una scelta possa essere stabilita in base
a ciò che è giusto o sbagliato, perché l’autrice vi mostrerà come non esista
nessun confine e in questo caso, sì che vi confonderà, perché vi troverete ad
apprezzare, a cercare, ciò che mai avreste immaginato, semplicemente perché Alakim
sveste il dolore ed il piacere di qualsiasi artificio, li rende nudi, e ve li
porge su un piatto d’argento. Siete in grado reggere il suo sguardo?
In Alakim. Le regole del gioco tutto viene messo ancora una
volta in discussione e quant’è vero il sottile paragone che intercorre tra il
master del gioco che Alakim, Muriel e Nicole sono costretti a fare con lo
stesso Dio, signore e padrone delle nostre misere e fragili esistenze. Il
romanzo è carico di metafore, di significati che virano verso molteplici
direzioni, capaci di lasciarsi catturare ed interpretare da ciascun lettore in
base a quello che si porta dentro.
Una storia che definire avvincente è poco. Intrigante, non
basta. E’ di più, molto di più. Spesso leggendo, mi sono fermata a pensare:
come ha fatto Anna a creare tutto questo? Non si tratta solo della trama in sé,
di come è costruita, del suo intrecciarsi alle vite dei personaggi. Ma è il
modo di mescolare tanti aspetti della vita e della morte, della mente e dei
sensi ad essere realizzato in maniera impeccabile.
Alakim ti consuma, lentamente. Entri in un luogo che ti
sembra profano perché sai già con chi hai a che fare, eppure lo adori come se
fosse sacro. E’ questa la grandezza dell’autrice: invertire consapevolmente i
concetti di divino e sconsacrato ed insidiarteli nella testa e nell’anima,
senza che tu te ne renda conto. E laddove lo facessi, ormai è troppo tardi. Per
tutto.
“…Pensi di saper
distinguere il Paradiso dall’Inferno? I cieli blu dal dolore?”
Ho letto il primo e non posso perdermi il secondo!
RispondiEliminaSono d'accordissimo, non perderlo!
EliminaNon ho letto il primo e non conosce neanche l'autrice, ma sembra un libro fantastico! *-*
RispondiEliminaCara Valentina, è una saga molto bella e particolare, diciamo diversa dal solito! E vale la pena! ^^
EliminaHo acquistato sia il primo libro che il secondo, ma devo essere sincera, non li ho ancora letti. Però dopo aver percepito il tuo entusiasmo per questi libri, ho deciso che mi dedicherò a loro, appena finirò il libro che sto leggendo in questo momento!
RispondiEliminaNe sono felice, perchè Alakim merita davvero!
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