Buon inizio settimana. Oggi
inauguro una nuova sezione del blog che s’intitola Petali
di recensioni che riguarda le recensioni brevi di alcuni romanzi che
ho pensato di unire in modo da aiutare nella scelta della lettura dei testi.
Iniziamo con Scritto sulla mia pelle di Pietro Vaghi,
pubblicato da Salani e La fata dei ghiacci
di Maxence
Fermine, pubblicato da Bompiani.
Ringrazio entrambe le case editrici per le copie e adesso inoltratevi con me nella
quotidianità e nei problemi adolescenziali oppure, se preferite, nel magnifico mondo del Regno
delle Ombre!
Titolo: Scritto sulla mia pelle
Autore: Pietro Vaghi
Editore: Salani
Pagine: 314
Genere: Romanzo
Prezzo: € 14,90
Uscita: 2015
TRAMA
Tutti si separano, separarsi è normale.
Stefano ha sedici anni e odia la parola normale da quando sua madre se n’è
andata di casa. È successo tutto in pochi minuti, il giorno del trasloco. Gli
sono rimasti il silenzio di un padre, un fratellino pieno di domande e un nonno
ammalato. Per la prima volta il dolore entra nella sua vita spezzando certezze
e sogni. Ma Stefano ha un segreto. Anche Elisa ha un segreto e forse è proprio
per questo che riesce a leggere fino in fondo l’anima di Stefano. È entrata in punta
di piedi nel periodo più inquieto della sua vita, quando solo l’adrenalina dei
fine settimana contrasta una solitudine da cui sembra impossibile riemergere.
La loro amicizia li aiuterà a combattere le paure più profonde, quelle che
scrivono sulla nostra pelle chi siamo veramente. Scritto sulla mia pelle
racconta l’incredibile forza di Stefano, un adolescente in cerca di un nuovo
equilibrio per la sua famiglia. Seguendo in prima persona i suoi pensieri e le
sue emozioni, svela il segreto di molti ragazzi: in un mondo sempre più povero
di figure di riferimento, sono i figli a farsi carico delle fragilità dei
genitori, cercando di scoprire, giorno per giorno, la fatica e la bellezza
dell’amore. E così, pagina dopo pagina, Scritto sulla mia pelle parla dell’adolescenza
di tutti, raccontando conflitti e desideri che toccano ogni età del cuore.
Pietro Vaghi, trentatré anni, ha una laurea e un dottorato in Filosofia.
Copywriter in un'agenzia di comunicazione, si occupa anche di educazione e coaching per adolescenti.
Scritto sulla mia pelle è un
romanzo per gli adolescenti ma non solo. La storia di Stefano e della sua delusione, rabbia, incomprensione di fronte al
lento disfacimento della propria famiglia è raccontata con sapienza e
disinvoltura dall’autore, un abile conoscitore delle problematiche umane.
Stefano è un ragazzo come
tanti, da un giorno all’altro, la madre abbandona il tetto coniugale senza dare
una spiegazione, ed egli si trova a dover fronteggiare il padre, solo e
abbandonato, il fratellino più piccolo che sembra non aver ricevuto il colpo
dell’allontanamento e la malattia del nonno, ferito di Alzahimer. Insomma nel
romanzo di Vaghi si coniugano tanti verbi adolescenziali ma soprattutto due:
amare ed odiare.
La vita di Stefano, come quasi
tutte quelle della sua età, si conforma ad una visione nella quale sono i sogni
ad essere l’ultimo espediente che ti consente di vivere ancora una volta
attaccato alla realtà. I sogni adolescenziali sono quelli più puri ed
incontaminati eppure finiscono sempre e troppo in fretta, sbattuti in galera
dalla quotidianità.
Il protagonista vive momenti
difficili nei quali gli sembra di annegare nella sua vita priva di conclusioni
e di scelte giuste, a confronto con un padre ed una madre verso i quali
comincia a provare distacco e sconforto. Eppure solo una figura riesce a
ricondurlo sulla strada del calore e dell’affetto, una giovane che vive i suoi
stessi disagi, a contatto con problemi molto più grandi della sua fragile
esistenza: Elisa.
Dopo un periodo di
allontanamento nel quale Stefano ha cercato invano di fregarsene di tutto, di
trovare una soluzione, una risposta almeno nel fallimento di un atteggiamento
comprensivo e di preoccupazione nei confronti dei brandelli della sua forma
familiare, ecco arrivare lei, l’unica vera amica, autentica e sincera, in grado
di riconciliarlo con il mondo e soprattutto con se stesso.
La realtà adolescenziale è
fatta di una lotta continua che si muove su binari paralleli tra l’esterno e
l’interno di noi stessi. Una fase che tutti abbiamo vissuto e nella quale, per
quanto lontana ci possa sembrare, ritroviamo gran parte dei nostri sogni e
della nostre scelte mancate.
E sono proprio i sogni a fare
da banco nel romanzo di Vaghi. L’amore, unico elemento portante che tenta
invano di mantenere saldi i rapporti eppure non impedisce lo sgretolarsi dei
legami.
Stefano comincia a credere che
l’amore per sempre sia impossibile perché ha davanti a sé la madre che è
scappata e che ha segnato dentro di lui un profondo ed angusto baratro dal
quale la sua fede non intende risalire. La fede nel futuro, nelle nuove e
promettenti possibilità. La fede di una promessa che dovrebbe essere per
sempre.
Pietro Vaghi dedica il suo
romanzo d’esordio ai giovani ma anche agli adulti, per trovare un modo, una
strada, una via seppur disastrata con la quale salvare i sogni, i giovani e con
essi il futuro.
Il suo stile è diretto,
asciutto, pratico ma soprattutto sincero come il suo protagonista. La
confusione, il senso di disagio, l’essere disadattato in una realtà nella quale
non ci si sente affatto comodi né accettati, sono espressi con immediatezza,
con una fluidità e scorrevolezza necessari al fine di raggiungere il pubblico
degli adolescenti e permettergli, senza giri di parole, di cogliere il
significato più profondo del messaggio.
Stefano ha la costante
sensazione di essere stato vittima di un’ingiustizia, ha paura di sbagliare,
paura di farsi male, paura di non potersi salvare dall’abbandono e dalla
noncuranza. Ha paura di non capire il perché accadano certe cose e la solitudine,
lo sconforto e la rabbia diventano i suoi compagni di gioco. Elisa gli
permetterà di riacquistare quella fiducia che ormai ha perso, lo aiuterà a
maturare perché matureranno insieme e si avvieranno uniti verso una nuova
esperienza di vita piena di rinata consapevolezza.
Scritto sulla mia pelle è un
romanzo a tratti deciso ma anche delicato, intenso, molto vicino alla famiglia,
alla vita fragile di chi è più giovane e in bilico davanti agli scossoni del
destino. Una lettura che può aiutare a guardare con occhio più attento ciò che
ci circonda, che con molte probabilità non salverà nessuno ma sicuramente mostrerà
un punto di vista differente, meno scontato, con il quale osservare il mondo
dei giovani: soprattutto non distruggergli i sogni prima di aiutarli a
realizzarli.
Titolo: La fata dei ghiacci
Autore: Maxence Fermine
Editore: Bompiani
Pagine: 160
Genere: Romanzo
Prezzo: € 12,00
Uscita: 2015
TRAMA
Malo pensava di trascorrere una spensierata vacanza sugli
sci, ma il giorno stesso del suo arrivo in montagna si scatena una tempesta di
neve. Una strana tempesta di neve. E mentre cerca di non perdersi, il giovane
finisce per scontrarsi con Lina ragazza bellissima e misteriosa, che vive in
una casa di ghiaccio. Il suo nome? La Fata dei Ghiacci. La sua missione?
Accogliere i viaggiatori che si sono smarriti nel Regno delle Ombre d'inverno.
Così Malo torna per la terza volta nel Regno delle Ombre, un luogo che ama
molto, almeno quanto gli fa paura. E se questa esperienza non fosse frutto del
caso, ma piuttosto un'occasione per affrontare le sue paure? Con l'aiuto della
Fata dei Ghiacci, infatti, dovrà vivere molte avventure e trovare così la sua strada.
Maxence
Fermine è
nato ad Albertville, ha trascorso parte della sua infanzia a Grenoble e
attualmente vive in Alta Savoia. Di lui Bompiani ha pubblicato Neve (1999), che
ha già raggiunto ventisei edizioni, Il violino nero (2001), L’apicoltore
(2002), che ha ricevuto il Premio Murat “Un romanzo francese per l’Italia”, La
trilogia dei colori (2003), cofanetto che raccoglie i tre volumi precedenti,
Opium (2003), Billard Blues (2004), Amazone e la leggenda del pianoforte bianco
(2005) e Tango Masai, l’ultimo sultano (2006). In uscita in contemporanea con
questa edizione illustrata di Neve, sempre per Bompiani, il nuovo romanzo, Il labirinto del tempo.
La fata dei ghiacci è l’ultimo romanzo appartenente alla serie Il regno delle ombre, scritta da Maxence Fermine che ha come protagonista Malo, il bambino curioso ma anche un po’ triste che viaggia attraverso un tempo strano e conosce tante creature particolari che lo accompagnano alla scoperta di una realtà tanto alternativa quanto immaginaria.
Dopo aver incontrato la
piccola mercante di sogni e essersi accompagnato alla bellissima bambola di
porcella di nome Louison, adesso è
il momento per Malo di ritornare nel Regno delle ombre e di conoscere Lea, la fata dei ghiacci.
Durante una vacanza sulla neve
dalla zia, improvvisamente a causa di una tempesta, Malo si ritrova in un
crepaccio dal quale verrà salvato proprio dalla fata dei ghiacci che ha il
compito di accogliere tutti i viaggiatori del Regno delle ombre. Una fatina con
la F maiuscola, bella e magica, ma non è l’unica creatura che il bambino
conoscerà.
Lo stile di Fermine si
riconferma magico, elegante, ma sempre essenzialmente semplice e scorrevole. Un
vero e proprio incanto capace di generare armonia, una melodica fantasia che
rapisce mente e cuore. Con le sue descrizioni magiche, puntuali e quasi capaci
di disegnare quel mondo che rende così vicino a tutti noi, permette a chi legge
di inoltrarsi con fiducia e speranza in quel mondo, senza alcun timore.
La fata dei ghiacci è
un’esperienza di crescita per Malo, il momento di abbandonare l’infanzia e di
maturare senza mai perdere la fede nei sogni e la certezza della speranza.
Ancora una volta consiglio questo libro non solo ai bambini ma soprattutto agli
adulti perché nella scrittura di Fermine è raccolto un messaggio che valica i
confini del genere romanzo per raggiungere il cuore del lettore: mai
arrendersi, combattere sempre e comunque per i propri sogni e per ciò che
s’intende realizzare.
A parte la storia in sé, il
libro, il profumo, la copertina e le illustrazioni sono meravigliose, fanno
parte tutti di questo regno inventato nel quale si conserva un pizzico di
realtà.
Tra personaggi vecchi e nuove
conoscenze, Malo con la sua Lea affronteranno nuovi pericoli e risolveranno
inquietanti misteri, primo fra tutti il perché il bambino riesca così
facilmente ad andare e venire da quel mondo.
Anche in questo terzo episodio
Fermine si conferma uno dei miei autori preferiti, con una tale delicatezza e
immaginazione, una visione raffinata e mai scontata, che ti spinge a sentirti
avvolto completamente da quell’atmosfera sognante e brillante che pur
nell’oscurità del regno delle ombre, brilla di luce propria, una luce che
infonde calore.
Io sto uscendo pazza per La fata dei ghiacci *-*
RispondiEliminaBellissimo per storia e cover! ;-)
Eliminabellissima la recensione a Fermine, l'ho letto!
RispondiEliminaGrazie!
EliminaVoglio leggere "La fata dei ghiacci"! *___*
RispondiEliminaFallo, è davvero bello! ^_^
EliminaLa copertina de "La fata dei ghiacci" è semplicemente stupenda!! Credo proprio che sarà uno dei regali che mi farò per Natale!
RispondiEliminaSono d'accordo! Le cover dei tre romanzi sono tutte fantastiche, ma questa è il massimo! :-)
EliminaHo letto di recente "La Fata dei Ghiacci" e mi è piaciuto da impazzire, il tutto concentrato in solo 160 pagine! "Scritto sulla mia pelle" ha una cover molto evocativa, mi intriga!
RispondiEliminaMi sono piaciuti entrambi ma la trilogia de Il regno delle ombre mi rimarrà nel cuore!
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