Buongiorno
cari lettori. Oggi leggerete una recensione di un libro molto particolare. Per chi
mi conosce sa bene quanto sia forte il mio interesse per tutto ciò che riguarda
gli aspetti filosofici, morali e religiosi, oltre qualsiasi accezione di sacro
o di profano. E’ per questo che ho deciso di leggere questo saggio, scritto da Gianluca
Giusti, che s’intitola Qualcosa non torna. Un’opera vasta e
significativa, che non pretende di dare risposte alle nostre eterne domande su
tutto ciò che ci circonda, sul visibile ma soprattutto sull’invisibile, bensì,
ci spinge semplicemente a riflettere, perché poi, ciò che davvero conta, è non
lasciarsi condizionare, ma pensare e scegliere il più possibile con la mente
aperta.
Aspetto
come sempre le vostre impressioni!
Titolo: Qualcosa non torna
Autore: Gianluca Giusti
Editore: C’era una volta
Pubblicazione: 2014
Pubblicazione: 2014
Genere: Saggio
Pagine: 356
Trama
Religione, paranormale religioso, paranormale in generale; temi di grande attrazione in grado di accendere dibattiti infuocati e dal fascino irresistibile. L’inspiegabile, l’ignoto, il divino, dobbiamo solo arrenderci all’evidenza? Si può uscire dall’angolo stretto del ring dell’irrazionale? La contromossa è in questo libro perché anche quando sembra che non ci sia via di uscita, la logica ci aiuta. È il pensiero che va oltre le apparenze per uscire dall’angolo ogni volta che provano a raccontarci le loro apparenti, inspiegabili verità. Troppe cose ancora oggi sembrano quello che non sono ma non possiamo fermarci qui, possiamo invece provare a riflettere e cercare di capire qualcosa in più, non solo per cambiare opinione ma anche rafforzare quella che abbiamo. Mettiamo alla prova quello in cui crediamo e faremo un cambiamento di nuova generazione. Un libro unico, scioccante, coraggioso e ironicamente spietato.
Biografia
Dopo gli studi all’Isef di Firenze sono entrato a lavorare nel settore farmaceutico nel gruppo Johnson&Johnson a 26 anni, posizione che occupo ancora adesso da 23 anni in qualità di Informatore Scientifico del Farmaco Specialist. Questo mi ha permesso di lavorare in varie aree mediche e specialistiche consentendomi di capire non solo i lavori scientifici ma anche l’importanza delle pubblicazioni e del metodo scientifico sperimentale. Ad oggi l’unica arma a difesa del progresso e delle pseudoscienze. Oggi sono impegnato a seguire, nel mio lavoro di tutti i giorni, l’onco-ematologia. Con l’azienda ho fatto oltre a costanti approfondimenti scientifici nelle diverse tematiche terapeutiche che sono state e sono di mia competenza. Come autore sono al terzo libro. Pubblicazioni:“OscuraMente” E’ vero che usiamo solo il 10% del nostro cervello? Uscito a settembre 2013 con Errekappa edizioni. “Cuba istruzioni per l’uso” Come ottimizzare tempo e soldi per una super vacanza a Cuba. Uscito a novembre 2013 con La Caravella edizioni. “Qualcosa non torna” uscito a settembre 2014 con edizioni C’era una volta. Libro che ha ottenuto il patrocinio gratuito del comune di Roma e presentato in prima esclusiva nella sala del Carroccio presso il comune di Roma venerdì 17 ottobre 2014. Ho in preparazione un quarto libro che andrà a sfatare altri miti della mente e un quinto ambientato nella città di Montecatini Terme.
Qualcosa non torna è un saggio incredibilmente interessante,
scritto con un linguaggio semplice ed immediato da uno scrittore, quale
Gianluca Giusti, che dimostra un’evidente preparazione scientifica e spirituale
nei confronti di quelle argomentazioni trattate, che sono estremamente vaste e
per certi versi anche abbastanza inquietanti. Del resto, tutto ciò che riguarda
in primis la religione e in secondo luogo il paranormale, è oggetto di
inevitabile curiosità, ansia di conoscenza, apprendimento ed esaltazione seppur
nello stesso tempo il tutto debba essere sempre preso con le “pinze”, perché mai
e dico mai, bisogna credere senza provare a capire, a chiedere, a riflettere.
L’opera
di Gianluca Giusti non vi dirà mai a cosa dovete credere o a cosa non dovete
credere, è un testo che prima di tutto vuole suggerirvi un dubbio, ma non tanto
i numerosi dubbi che si rincorrono per tutto il testo perché esso riflette le
condizioni assai improbabili di talune accezioni a cominciare dalla stessa
esistenza di Dio e della creazione del mondo, ma piuttosto un dubbio
universale, generale, che non ha nessun interesse a mettere in bilico taluna
affermazione piuttosto che un’altra, ma mira a far nascere dentro ognuno di voi
la consapevolezza che la logica, il ragionamento, la spiegazione può aiutare a
comprendere e dunque a crearsi una propria opinione che prescinde dalla fede o
dall’illusione.
Il testo si divide in tre parti. Nella prima, l’autore, con tono
serio ma anche spesso ironico e non privo di qualche battuta al vetriolo, ci “narra”
come un bravo padre ai propri figli, la favoletta della creazione del mondo. Una
storia che ha dell’incredibile perché essa viene valutata sia dal punto di
vista della scienza e sia da quello di Dio. Preparatevi a constatazioni
scioccanti che sicuramente metteranno in crisi anche i più ferventi credenti ma
ricordatevi che in queste pagine non è in gioco la fede o la scienza, non vi si
chiede di abbandonare tutte le vostre certezze spirituali per convertirvi
assolutamente in freddi e distaccati scienziati, semplicemente vi si chiede un
po’ di attenzione e di logica, non tanto per plagiarvi, quanto per permettervi di
capire.
Sapete quanto tempo è stato necessario per avere il pianeta Terra? 7 miliardi
e mezzo di anni e non semplicemente 6 giorni. La religione tramanda che Dio abbia
creato il mondo per l’uomo, quindi un universo talmente complesso, dove non
esiste solo la terra ma 200 miliardi di galassie, pianeti, sistemi che lo
rendono estremamente complicato ma soprattutto, notate bene, continuamente in
espansione, per un essere umano capace di tradire il proprio Dio alla prima
occasione. Beh allora Dio deve essersi davvero arrabbiato molto quando Adamo ed
Eva lo hanno disubbidito e deve aver anche maledetto quello che aveva creato per
lui, se questo è stato il ringraziamento. Ma l’autore si chiede: perché creare
un universo così complesso in nome soltanto della terra, cioè di un luogo dove
ospitare l’uomo? Ma soprattutto perché metterci così tanto tempo? E non è
finita qui. Dopo la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso, Dio decide che gli
uomini non possono più accedervi e per riscattare il loro peccato originale,
manda suo figlio Gesù sulla terra, a morire crocifisso, per salvare i peccati
dell’uomo.
Perché lo fa? Perché è proprio da lì che nasce il concetto di senso
di colpa.
“Gesù che ha preso su di sé i peccati del mondo, ed è morto in
sacrificio per noi. Peccato e senso di colpa al massimo grado di efficacia: Morto
in sacrificio per noi.”
Da questo momento in poi, Gianluca Giusti ci mostrerà come la
religione cattolica non ha fatto altro che creare tutta una serie di
psicotrappole legate ad un unico senso comune: il peccato. Un peccato che oltre
ad essere quello originale, si incarna in altri due atteggiamenti considerati
assolutamente sbagliati dalla Chiesa: il divorzio ed il sesso.
Tutto ciò che ci circonda richiama inevitabilmente il peccato. Se
fossimo tutte anime buone e prive di macchia, il mondo non avrebbe senso, lo
stesso Dio non avrebbe senso, la religione perderebbe la sua forza redentrice.
E’ il senso di colpa derivato dal peccato, la stessa consapevolezza di doverlo
riscattare che ci spinge tra le braccia di Dio, l’unico in grado di salvarci.
Questa è la più grande delle psicotrappole secondo Gianluca Giusti. Una trappola
mentale che qualcuno ha creato a tavolino per renderci eternamente schiavi del
peccato e della sua purificazione.
L’uomo ha dunque, bisogno di Dio, per
salvarsi, ma quanto Dio ha bisogno dell’uomo per esistere?
Se l’Onnipotente ci
ha creato a sua immagine e somiglianza come dicono, ha creato lui stesso il
sesso e con esso tutte le sue proprietà benefiche, che l’autore con parsimonia
elenca, sottolineando come sia possibile che lo stesso Dio abbia creato tutto
questo e poi abbia decretato che sia peccato. Ci sono delle contraddizioni
evidenti che mettono in luce almeno qualche dubbio sulla reale esistenza di un
Dio tanto vendicativo e “bacchettone”, moralmente ineccepibile, nonostante sia
lui stesso ad averci fornito le coordinate per vivere una vita da lui stesso
creata a sua immagine e somiglianza, che inducono leggermente a pensare che
forse è più opera umana che divina e che il tutto sia soltanto un’ingegnosa
trappola psicologica.
“Religione: E’ la credenza che un dio abbia creato un universo con
circa 13, 75 miliardi di anni luce di estensione, con oltre 200 miliardi di
galassie, ciascuna di esse contenente in media 200 miliardi di stelle perché lui
potesse avere un rapporto personale con te (e di preoccuparsi della tua vita
sessuale).”
Ma il vero nocciolo della questione è sicuramente un altro: qual è l'origine del Male? La risposta la conosciamo tutti, non è così? Dio. Per la
religione Lucifero era un angelo ribelle che contrastando Dio, ha condannato sé stesso
ad una sconfitta perenne e denigratoria ma era anche una creatura del Paradiso.
Questo cosa significa? Che è stato lo stesso Dio a creare il male. Dando ai
suoi angeli la possibilità di scelta, egli si crea da solo il problema perché tra
i numerosi angeli che popolano il cielo, soltanto uno, caso strano, decide di
ribellarsi. Ma la sua ribellione non è altro che predestinazione, esattamente
come quella dell’uomo. Se Dio è davvero onnipotente perché non ha distrutto in
una sola volta Lucifero, senza invece abbatterlo di volta in volta con piccole
e umilianti sconfitte, ma comunque permettendogli di sopravvivere e tentare i suoi adorati figli, ossia gli uomini? La risposta è una: perché l’esistenza del male fa
comodo all’Onnipotente. E’ una giustificazione, è una risposta, è una colpa.
Attraverso di esso, Dio tiene in scacco l’uomo e può ricattarlo con il peccato.
La psicotrappola di cui Giusti parla, consiste proprio nell’esistenza del male
come escamotage per rendere l’uomo bisognoso di Dio.
Il Signore indiscusso dei
cieli, non eliminerebbe mai il male, perché, udite, udite, senza le tentazioni
la vita non avrebbe senso. Egli ci ha donato l’illusione di scegliere ma dice in
continuazione – No, non si fa – eppure mettendocelo davanti non fa altro che
dire – Ora soffri –
E allora non è una scelta, ma è un ricatto. Se sbagli, vai all’inferno,
quindi vedi di non sbagliare. Il
cristianesimo dunque si basa sulla punizione e sul ricatto ma quando mai il
ricatto è stato una libera scelta?
Ciò che l’autore ci tiene a sottolineare più volte all’interno del
saggio e che credo sia molto importante, è che la Fede è qualcosa di personale,
legato alla propria visione della vita e delle intime necessità. Se abbiamo
bisogno di credere che una forza superiore ci protegga e ci salvi, è una scelta
che nel libro non sarà mai messa in discussione. Perché non è tanto la Fede a
lasciare spesso allibiti di fronte a fin troppo chiare contraddizioni, quanto l’incapacità
di vedere oltre quando essa coincide con la volontà di non farlo. Perché,
sembra volerci suggerire l’autore, fermarci alle apparenze, a ciò che ci hanno
detto “deve essere” senza farci almeno una domanda?
“Le persone credono di essere libere, ma sono solo libere di
crederlo.”
L’analisi procede affrontando la problematica dei Vangeli, di cui
solo quattro sono stati riconosciuti, mentre gli altri sono apocrifi. Ciò che
più sconcerta sono le numerose incongruenze che attraversano queste scritture
soprattutto se messe in relazione con la consistente assenza dell’aspetto
storico che circonda la figura di Gesù. Egli faceva miracoli, resuscitava
persone, eppure nessuno ha mai scritto nulla su questi fatti così eccezionali
al di là delle letture che conosciamo. Lo stesso equivale per i miracoli che di
lui ci hanno raccontato. Su molti di essi emergono perplessità non indifferenti
e soprattutto sulla sua figura che non era così buona e pacifista come vogliono farci credere.
Il secondo capitolo è dedicato interamente al Paranormale dal
punto di vista religioso e dunque, con estrema pazienza e conoscenza, Gianluca
Giusti ci introduce in questo mondo veramente altalenante, nel quale siamo
sempre più confusi di fronte ad una complessità di avvenimenti che sembrano
essere comunque e doverosamente devoti alla manifestazione divina. La stessa
concezione che esista una vita dopo la morte è assolutamente inaccettabile dal
punto di vista scientifico, se la si collega ad una improbabile reincarnazione.
La vita, nella sua accezione più generica è stata resa possibile dall’esplosione
di una stella detta Super Nova. Da essa si è originato il Sole e il sistema
solare. Ciò che eravamo all’inizio,
ossia polvere e gas è diventato il pianeta Terra grazie all’esplosione di
questa stella, senza la quale non esisteremmo. E quasi sicuramente, come afferma
l’autore, è ciò che torneremo ad essere, soltanto polvere, ma non perché lo ha
deciso Dio ma perché “Tutti noi siamo una conseguenza delle leggi fisiche dell’Universo.”
E se è vero che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si
trasforma, allora la vera immortalità sta proprio in questa concezione. Tutti
noi, la vita, la Terra esistevamo fin dal principio, da qualche parte, in qualche punto ed è così che ritorneremo, anche dopo morti,
nell’estremo ed espanso sistema che è l’universo.
“Noi siamo il risultato finale di tutto questo. La vita e noi,
siamo formati da un millesimo di materia ed energia di questa stella esplosa. La
maggior parte dell’umanità è ancora primitiva nel saperlo e fa dell’arroganza e
della stupidità il suo credo di vita.”
L’autore continua, nel terzo capitolo, la sua esplorazione degli angoli e degli aspetti più commercializzati e meglio conosciuti dell’ambito paranormale e considerato
sacro, riflettendo sulle stigmate, sui miracoli, sulla possibilità della
reincarnazione, fino a giungere alla possessione diabolica. Discorsi
estremamente affascinanti, che lasciano spesso a bocca aperta, di fronte a
riflessioni coadiuvate da studi approfonditi ed altrettante citazioni bibliografiche
che non lasciano scampo alla veritiera posizione di chi scrive. Il Paranormale
viene anche affrontato dal punto di vista del mistero in sé, citando fenomeni
quali i cerchi nel grano, gli Ufo, il Triangolo delle Bermuda, che mettono in
evidenza una serie di spiegazioni logiche che al di là del crederci o meno,
esistono sempre e comunque.
Sotto l’occhio indagatore di Giusti finiscono anche
lo spiritismo e le pratiche dei sensitivi, sottolineando il potere attrattivo
della telecinesi e della pirocinesi. Ciò che preme sottolineare all’autore è
che a fronte di questi fenomeni indubbiamente affascinanti è la consapevolezza
che ad oggi, nonostante alcune istituzioni e laboratori mondiali abbiano messo
in palio premi e riconoscimenti, per chiunque sia in grado di riprodurre una
tale e siffatta capacità mentale all’interno di un contesto assolutamente “controllato”,
essi siano rimasti una triste e malinconica illusione. Una speranza forse, o
semplicemente un desiderio che ha più a che vedere con la natura umana dell’uomo
che con una presunta natura soprannaturale dell’individuo.
Lo stile di Gianluca Giusti è apprezzabile nella sua semplicità.
Anche i concetti più difficili e quindi più scientifici, vengono spiegati in
modo naturale, permettendo a chi legge di comprendere e riflettere davvero su
ciò che sta leggendo. Sicuramente non è e non può essere una lettura sterile ma
anzi una proposta intelligente e mirata nel mettere a confronto religione e
scienza e tutto ciò che riguarda quell’ambito paranormale che fa del mistero la
sua più grande fonte di interesse. Mi è
piaciuto per la sua schiettezza, per l’assenza di giri di parole, per la
capacità di arrivare direttamente al nocciolo della questione, anche laddove si
parla di scienza e di fede. Cercare, sempre e comunque, di dare una risposta
logica, lasciando la libertà di credervi o meno. Il tono non scade mai nella
dottrina pura e semplice ma si accompagna ad una sottile ironia che rende
apprezzabile anche i passi più astrusi ed evidentemente delicati.
Qualcosa non torna è un saggio che va assolutamente letto, al di là
delle preferenze di lettura, dei generi che appassionano o delle letture che
attraggono. In esso ci sono aspetti importanti della nostra vita che, volente o
nolente, ci opprimono e ci indicano la via. Non ha importanza se abbiate fede o
meno, non ha importanza in cosa crediate. Non ha importanza se cambierete o
meno idea, l’importante è che capiate che c’è sempre un’altra scelta, che se la
fede non vi basta più, altrove ci possono essere delle risposte, seppur piccole e
ancor timide, che stanno aspettando proprio voi. Perché la ragione non chiude
le porte all’abisso e all’inspiegabile. La ragione non rifiuta ciò che non può
capire, ma combatte affinchè esso sia
accessibile a tutti.
“Compito della scienza non è aprire una porta all’infinito sapere,
ma porre una barriera all’infinita ignoranza.”
Piacciono anche a me questi argomenti, dovrei solo trovare il tempo da dedicargli..
RispondiEliminaCerca di trovarlo perchè sono davvero interessanti ed aiutano a riflettere...
EliminaDavvero interessante!
RispondiEliminaSì!!!
RispondiEliminaCare Antonietta, Ada e Fata del vento, sono Gianluca l'autore. Grazie a tutte voi per l'interessamento al libro. Su Amazon in questo momento, Qualcosa non torna, non è disponibile ma potete trovarlo qui: http://www.c1vedizioni.com/#!qualcosa-non-torna/c1ztn oppure in tutte le librerie Feltrinelli. Se invece volete contattarmi mi trovate sul mio sito e nelle pagine fb. Ciao a presto
RispondiEliminaGrazie Gianluca, chiunque è interessato farà come hai scritto! ^_^
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