Buongiorno
cari lettori. Dopo aver recensito, qualche settimana fa, il romanzo di Flavio Girardelli, Io ritorno domani, eccomi a proporvi l’intervista!
Se
volete leggere la recensione, cliccate qui.
Salve Flavio, grazie per aver accettato questa intervista.
1 - Com’è nato l’amore per la scrittura e quando ha iniziato
a dedicarsi seriamente ad essa?
Io ho
iniziato circa all’età di vent’anni a dedicarmi alla scrittura. Un percorso partito
dalla poesia, per arrivare alla musica scrivendo testi di canzoni e
successivamente, alla stesura del mio primo romanzo. Scrivevo sempre nei ritagli di tempo ma
sempre sentendo la necessità di farlo. Devo ritenermi fortunato perchè ho
sempre avuto grandi soddisfazioni sia dalla critica che dal pubblico, lettori. Solamente con il mio primo romanzo “IO RITORNO
DOMANI”, mi ci sono dedicato però in maniera professionale. Potevo pubblicare con diverse case editrici
avendo pareri positivi da queste ma per vari motivi, lo tenevano fermo e così,
ho deciso di prendere in mano la situazione e stamparlo come scrittore
indipendente, seguendo però una linea editoriale ben precisa, appoggiandomi a
professionisti, dall’editing alla stampa e traduzioni. Inoltre sto seguendo un
progetto anche dal punto di vista commerciale, usando l’esperienza acquisita in
questi anni lavorativi nel settore vendite-marketing.
2 – Ci parli del suo romanzo.
La
storia inizialmente è descrittiva sia dei personaggi che luoghi per avere ad un
certo punto una svolta, un cambio di marcia e portare il lettore a un finale a
sorpresa. Un romanzo che spero arrivi a toccare le corde emotive di chi lo
legge, lo porti al suo interno per far vivere qualche momento di piacevole
lettura, lo accompagni per mano fra le montagne, nella vita di una famiglia, a
vivere fra le parole ed emozioni. La storia l’ho ambientata fra i luoghi che
amo di più al mondo, cioè le montagne. Il tutto si svolge in prevalenza in
Trentino ma va a toccare altre città come Trieste, Reggio Calabria e Padova.
3 – La storia racconta dell’amore per la famiglia e di tutte
le sfumature che questo sentimento può assumere. Qual è il messaggio che i
lettori dovrebbero cogliere?
La
storia ha la caratteristica di poter appartenere a chiunque la legga. Il messaggio
più evidente che voglio trasmettere e spero il lettore colga, è quello di far
capire dove un uomo, un padre, può spingersi fisicamente e interiormente,
grazie all’amore che prova per la propria famiglia, la propria moglie e figlie.
4 – Si è ispirato a qualcuno o a qualcosa in particolare per
la stesura del suo romanzo?
Devo
dire non ho avuto un’ispirazione particolare. La storia nasce da dentro senza
avere un volto o riferirsi a qualche situazione particolare. Tutto è ruotato
intorno al titolo“io ritorno ( passato) domani (futuro)”, dai personaggi allo stile
agli eventi, al finale. Il titolo, un sogno, una visione. Queste tre cose hanno
portato in poche settimane a ricamare parole e pensieri, la storia dall’inizio
alla fine.
5 – Quale personaggio le ha creato maggiori difficoltà e
quale ha amato di più?
Un
personaggio che mi ha creato qualche difficoltà è stato la “lolita”. Volevo
risultasse ambigua e sensuale, lei come la sua famiglia e tutta la situazione
che la riguarda. I due personaggi che ho invece più amato, sono sicuramente
Francesca e il nonno. Lei, una donna forte e decisa, femminile e sensuale, sempre
con in mano il suo futuro anche quando questo cambierà perché sarà trascinato
dalle sue emozioni, dall’amore. Poi adoro la figura del nonno, sembra una
comparsa nella storia, ma invece c’è nei momenti che contano. Come lo sono i
veri nonni.
6 – C’è stato un momento in cui hai pensato di abbandonare la
scrittura?
Sinceramente
non ne ho avuto mai motivo e spero non capiti mai.
7 – C’è anche una
forte presenza del dolore e della drammaticità degli eventi che sfociano in
tragedia. Quanto conta, secondo lei, la speranza nella vita?
Io
penso sia fondamentale, una delle radici della vita, dalle quali dobbiamo
attingere energia per stringere fra le mani il nostro futuro.
8 – Ad oggi con la pubblicazione, si è pentito di qualcosa e
vorrebbe cambiarla?
Mi
piace confrontarmi con i lettori e in questi pochi mesi dall’uscita del romanzo,
ho raccolto molti commenti, consigli e opinioni. Devo dire che la maggior parte
di questi sono stati di parere positivo.
Anche al di sopra di ogni mia aspettativa. Non cambierei quanto ho deciso, sono
contento delle scelte fatte anche se alle volte sono state difficili o sapevo
potessero portare a qualche critica ed osservazione. Penso sia impossibile
piacere a tutti e la presunzione di essere il migliore o aver scritto il più
bel libro del mondo lo lascio ad altri. Io sono contento che sia uscito un buon lavoro
dal punto di vista editoriale, anche se un refuso o imperfezione tecnica so
possono capitare. La cosa importante per me è l’essere riuscito a raccontare
una storia che è veramente piaciuta, ha regalato qualche ora di lettura piacevole
fra immagini di luoghi meravigliosi e di personaggi spesso risultati empatici, una storia che è riuscita a sorprendere e
soprattutto emozionare.
9 – Quando ha capito che fare lo scrittore era la sua strada?
Ho
iniziato a camminare in questo sentiero, vedremo se diventerà una strada.
10 – Cosa significa per lei questo romanzo?
Significa
molto dal punto di vista emotivo. Lo considero un figlio divenuto adulto,
pronto ad innamorarsi del lettore che lo andrà a leggere sperando sia un amore
corrisposto.
11- Quali sono gli autori dai quali trae ispirazione?
Francamente
amo diversi autori ma non ne ho uno preferito. Amo molto il genere fantasy,
psicologico e storico.
12 – Chi è Flavio Girardelli nella vita di tutti i giorni?
Sono
una persona penso come tante altre, con la fortuna forse di avere un talento,
un dono, quello di riuscire a scrivere qualcosa che arrivi ad emozionare.
13 – Scriverà ancora
romanzi?
Si certo, le bozze del secondo sono pronte. Una
storia completamente diversa sia nella trama, dialoghi, situazioni e finale.
14 – Se dovesse dedicare questo romanzo a qualcuno, a chi lo dedicherebbe?
Lo dedico a chi mi vuole bene, chi me ne ha
voluto, chi me ne vorrà...
È sempre molto interessante conoscere il percorso degli altri autori, quasi sempre scopro che la scrittura nasce da un bisogno interiore di esprimere se stessi. Mi ritrovo quasi sempre nella stessa emozione creativa. Giulia
RispondiEliminaE' vero, Giulia, anche io ho notato la stessa cosa.Tutto sottintende il bisogno di "buttare fuori" qualcosa, darlo al mondo, per ricevere in cambio, comunque vadano le cose, una sorta di soddisfazione, di appagamento, un modo per riaccordarsi con la realtà. Nel mio caso, la scrittura, l'immaginazione, la creazione mi riconcilia con il mondo. :)
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