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venerdì 6 novembre 2015

Per altri sentieri di Angela Di Bartolo Recensione

Buon venerdì cari lettori! Il libro che vi propongo è una raccolta di racconti di un’autrice che ho già avuto modo di conoscere leggendo il suo romanzo Fantasy, La stagione del ritorno, di cui avevo espresso un giudizio assolutamente positivo. Credevo che oltre non si potesse andare con Angela Di Bartolo ed invece, leggendo questo piccolo volume, Per altri sentieri, ho dovuto ricredermi e ritrovarmi totalmente conquistata per tanti motivi, molti di essi più vicini di quanto potessi immaginare. Grazie alla Runa Editrice!


Vi affido questa lettura e lasciatemi un pensiero, se vi va!


Titolo: Per altri sentieri
Autore: Angela Di Bartolo
Editore: Runa
Pagine: 186
Genere: Racconti
Prezzo: € 10,00
Uscita: 2014
TRAMA

La nostalgia, il desiderio, l'amore, la bellezza, il tempo e i viaggi attraverso il tempo: sentimenti, circostanze o frangenti incontrati o percorsi per altri sentieri, immersi in atmosfere surreali, evanescenti quanto apparentemente tangibili, in un intreccio caleidoscopico di magia, sogni, incubi e follia che si mescolano, riflessi tra la realtà e l'incredibile. Questi sono gli elementi che accomunano i racconti di Angela Di Bartolo, dieci racconti di genere e stile diverso, con ispirazione mitologica o storica o vagamente fantascientifica o fantasy. Un allucinante viaggio nel tempo, dal mito di Ulisse all'antica Roma, da una gita a Pompei ai riverberi di una Venezia sommersa, dalla rinascita di un pittore a uno scrittore perduto nel tempo, fino all'ultimo dei Centauri.

Angela Di Bartolo è nata a Bologna dove vive tuttora. Laureata in Scienze Politiche, lavora presso il suo Comune come Assistente Sociale. Le sue passioni, oltre alla letteratura, sono il giardinaggio, la storia e l’archeologia. Negli ultimi anni ha partecipato con successo a concorsi per racconti di genere fantastico, fra i quali il Premio Sentiero dei Draghi con Ottobre (poi pubblicato nell’antologia Il Ritorno, ed. Lulu, 2008), il Trofeo RiLL con Ponti (uscito in Cronache da Mondi Incantati, ed. Nexus, 2009), SFIDA con Relitti (in Riflessi di Mondi Incantati, ed. Giochi Uniti, 2010), Nostos (ne Il Carnevale dell’Uomo Cervo e altri racconti, ed. Wild Boar, 2012) e La conquista (in Perchè nulla vada perduto e altri racconti, 2013). Il racconto Proxima è stata pubblicato da Ciesse Edizioni nell’antologia Favole della Mezzanotte, 2011, a cura di Stefano Pastor. Nel 2014 ha pubblicato l’antologia di racconti fastastici Per altri sentieri (Runa Editrice) e il racconto illustrato per bambini Nero (Runa Editrice).  Nel 2015 il fantasy epico La Stagione del Ritorno (Runa editrice).




Dopo aver letto La stagione del ritorno di Angela Di Bartolo, mi sono ritrovata tra le mani questo piccolo libricino, così indifeso, apparentemente fragile in confronto al corpulento e possente volume del suo romanzo Fantasy. Eppure, nonostante io abbia un po’ di timore a dirlo, in queste piccole pagine, si concentra tutta la visionarietà, la poesia, la delicatezza di un’autrice che riesce, con la sua scrittura, a riappacificare la distorsione e la miseria quotidiana con l’immaginazione, il sogno, l’eterno.

Brividi mi hanno percorso durante la lettura per un motivo ben preciso: in alcuni racconti ho ascoltato e assaporato temi a me molto cari, sentimenti ed emozioni celati nell’animo e annidati nelle pieghe del tempo, di cui è difficile disfarsi, nonostante la solitudine, nonostante il dolore.

I racconti spaziano dal fantasy, con qualche accenno alla fantascienza, alla storia e alla mitologia, ma dove la scrittura si erge in tutta la sua grandezza e passione è in quelli che raccontano di un passato lontano e leggendario, dove si respira l’odore dei poemi antichi, dei viaggi dei grandi eroi e dell’amore dannato e contrastato che li ha resi protagonisti. Incrociamo nei sentieri di Angela Di Bartolo, Ulisse e la sua Penelope, personaggi dell’antica Roma, Pompei nella sua grandezza e nella sua vita che nonostante la morte, continua a pulsare nell’atmosfera che si respira in mezzo a quelle strade, incastrata tra le crepe delle mura rosse.

Vorrei poter dire tante cose ma rischierei di svelarvi il mistero che si cela tra quelle pagine. Un mistero di antica natura, una propensione, un sesto senso, sensibile all’animo che va percepito soltanto nell’intimo del proprio cuore e della propria mente.

Ciò che l’autrice racconta non sono semplici fatti ma sono memorie. Sono echi, richiami fatti di nostalgia, poesia, esilio, sconcerto, rammarico, lontananza.
E’ un altro tempo quello che ti inchioda a sentirti scivolare addosso una sensazione di eterno ritorno, come se tutto dovesse inequivocabilmente essere di nuovo qui, adesso e per sempre.

L’autrice denuda il proprio mondo interiore, ci permette di conoscerlo, di avvicinarci con timore alle sue creature, ai suoi sensi che riversano nella scrittura sussurri di altri mondi.

Le donne sono un elemento che si ripete in quasi tutti i racconti, soprattutto quelli legati in qualche modo al passato. Donne belle, sensuali, che attraggono gli uomini come sogni indistinti ma lontani. Donne legate ai fiumi, donne stregate, donne fantasma che diventano simboli, metafore di sentimenti che valicano qualsiasi confine e ritornano, ritornano per riprendersi ciò che gli appartiene.

Le descrizioni dei luoghi, degli ambienti, sono piene di poesia, di dettagli, di una capacità emotiva che riesce a venire fuori e a completare la tua percezione dei segreti più nascosti.
E’ impossibile non avvertire la candida e delicata carezza delle parole dell’autrice, la sua eleganza nell’incedere calma e consapevole come una guida protettiva e sicura in mezzo a quei sentieri che hanno il dono di mostrarci altri orizzonti, magnifiche visioni nelle quali laddove la nostra immaginazione non giunge, accorre in aiuto la magia della parola.

Il racconto Ottobre è uno di quelli che mi è piaciuto di più, perché c’è Pompei nella sua maestosità, nella sua riverenza, nella sua immortalità. Ho avvertito chiaramente ciò che l’autrice voleva trasmettere perché in mezzo a quelle strade io ci sono stata e non puoi fare un solo passo senza sentire addosso che qualcosa è ancora vivo. Non si tratta di fantasmi, né di anime in pena come qualcuno potrebbe suggerire, è l’aria densa di un ricordo che neanche il tempo, i secoli possono spazzare via. E’ la consapevolezza che la vita in quei luoghi ha smesso di battere ma non di esistere. L’eco, in alcuni momenti, ti spezza il respiro e se ti fermi non ti senti perduto, ma è come se avessi trovato altro.

“C’è un filo, sottile ma solido che ci lega, ed è viva questa città, ancora viva se ci siamo noi a farla vivere.”

Nell’ultimo racconto Proxima, la storia si muove tra personaggi inconsueti come i nani, gli elfi e i centauri ma ciò che rimane impresso è il messaggio che l’autrice intende lasciare agli avventori che leggono. Gli umani hanno distrutto la natura, la loro terra e hanno schiavizzato le creature che la abitavano. Gli esseri umani non credono nella fantasia, nell’immaginazione, nella visione di qualcosa che vada oltre e ci permetta di sognare. Ci credono, forse, sì, per la durata di un sonno, ma non ci credono come ci crede l’autrice, come ci credo io, con quella fede che senti sbattere dentro e per la quale soffri, combatti e coltivi, prendendoti cura di ciò che immagini. La fantasia è sempre più bandita dalla nostra vita, senza che ce ne accorgiamo, la realtà sta prendendo il sopravvento e noi finiremo per distruggere tutto.

“Invidia e vano desiderio e non si accorgono, stolti, di essere loro i mostri. Loro che hanno scordato la terra, che hanno scordato se stessi, e che uccidendo noi, credevano di impadronirsi della nostra forza. Loro che perseguitando noi esorcizzavano la loro paura, tentando invano di scacciare la morte così come scacciavano noi, fuori dal loro mondo, fuori da loro stessi.”

Un altro racconto che ho amato è Ponti. Perché? Perché ci ho ritrovato tanto di mio, tanto di quella malinconia che ti insegue e per la quale sacrificheresti qualunque cosa pur di non smettere di sentire ciò che ti eleva dalla percezione dell’immediato e del superficiale.

Due mondi, più realtà, diversi tempi che si intersecano e danno la possibilità ad un uomo ed una donna distanti di trovarsi, seppur senza toccarsi.
La languida certezza che l’amore sia sofferenza, impossibilità, soprattutto follia.

“Dèi immortali, è dunque questo l’amore, perdere il senno fino a vedere cose che non esistono? O ci sono altri mondi che ci scorrono accanto? Spaventosi ed alieni?”

Ponti raccoglie molto del significato dell’intero libro. Esso mette insieme l’odore del passato, la compresenza di piani paralleli nei quali s’intersecano le vite degli esseri umani ed è per questo che meglio rappresenta quell’immagine di “altri sentieri” che l’autrice ha voluto suggerirci. Quei sentieri che ci conducono altrove, che ci spingono a lasciarci andare, ad ascoltare il ritmo del silenzio e l’alone dell’incredulità per convincerci a resistere. A restare, a guardare oltre le mura perché ci cono altre strade, anche se non saranno tutte belle, perchè poi la consapevolezza non significa sempre bellezza, né salvezza. 

Per altri sentieri ti ricuce l’animo dal senso di abbandono e dalla mancanza, ti riporta laddove credevi di esserti perso, ti conforta, ti fa sapere che il senso di appartenenza non è solo frutto della tua follia, ma esiste e continuerà ad esistere fino a quando tu lo sentirai vivere e ci sarà chi saprà scriverlo con incantevoli parole come quelle di Angela Di Bartolo.

“So che lei esiste da qualche parte, donna di carne sotto un altro cielo, e a volte sento la sua presenza accanto a me sul ponte: un fremito, un alito lieve, e supplico invano gli dèi di poterla vedere un istante sotto la luce del sole, di poterla un istante sfiorare.”



8 commenti:

  1. Grazie per questa bellissima segnalazione Antonietta! Dopo aver letto diverse tue recensioni, ho capito che abbiamo più o meno gli stessi gusti in fatto di letture! Mi piacciono molto questo tipo di libri che sono delle antologie composte da vari racconti molto diversi gli uni dagli altri!

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  2. Sembra davvero bello e non è neanche grande come libro, perfetto per le mie letture!

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  3. Cavoli sembra davvero un bellissimo libro dalla recensione! :)

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