Buongiorno cari lettori! Il post di oggi è dedicato alla recensione di un Fantasy scritto da Mattia Rubino dal titolo Uomo o lupo incentrato sulla leggenda dei licantropi, sulla magia e sulla lotta tra bene e male. Troverete di seguito anche l'intervista nella quale l'autore ci parla del suo romanzo e della sua scrittura.
Titolo: Uomo o lupo
Autore: Mattia Rubino
Editore: Selfpublishing
Pagine: 484
Genere: Fantasy
Uscita: Aprile 2016
TRAMA
Maledizioni e uomini lupo, streghe e stregoni, magia nera e magia bianca. Amore, amicizia e fratellanza. Odio, rabbia e disprezzo. Persone disposte a uccidere pur di raggiungere i propri scopi e persone pronte a morire pur di proteggere i propri cari. Fratelli che si amano e fratelli che invece si odiano. Amore e dolore. Uomo o lupo, il bene contro il male, la natura umana contro quella animalesca. Solo una vincerà. Ma quale delle due? Uomo o lupo?
Uomo o lupo è un romanzo scritto in modo scorrevole e semplice. Fluido nell’esposizione, accattivante nei contenuti e nella presentazione di una storia che attinge alla leggenda e al mito per improntare vicende in cui sono i valori umani ad essere i reali protagonisti, oltre gli stessi personaggi.
Creature reali ed immaginarie, persone e animali, fatti e misfatti, dolori e maledizioni si mescolano in una storia avvincente e pragmatica nel senso che tutto l’intreccio si basa esclusivamente sull’azione e sulla lotta.
Siamo nell’800 e gli sbalzi temporali sono frequenti ma solo per spiegare che oltre alla situazione attuale nella quale è realmente ambientato il romanzo, la radice del male e della trasformazione dei licantropi risale al passato e in particolar modo ad un preciso personaggio considerato il primo vero uomo lupo: Lord Blackwood.
«Che l’amore è il sentimento più distruttivo che esista. Il male del mondo. Un sentimento negativo.» «Ma che stai dicendo?» «Pensaci bene, ragazzo. Non sono stati forse degli atti d’amore a causare il dolore di molta gente? Non è sempre un sentimento d’amore a permettere alla maledizione di non estinguersi e di continuare a diffondersi tra gli uomini? Non fu un sentimento d’affetto a dare inizio alla diffusione degli uomini lupo? A dare inizio alla tragedia?»
I personaggi principali sono un gruppo di amici, Miles, Sybil e i due fratelli Henry e Jack che da tempo ormai si sono uniti in un gruppo creato per combattere la minaccia dei licantropi che si sta abbattendo su diverse parti dell’Inghilterra. I quattro sono uniti da un’amicizia inossidabile e da una fede nel loro coraggio e in un pizzico di pazzia che li contraddistingue. Del resto, per affrontare con capacità e con giudizio costantemente il pericolo di morte, devono necessariamente serbare dentro di sé un po’ di pazzia che li spinge a non avere paura e ad essere consapevoli, nonostante tutta la buona volontà, di rischiare la morte in ogni scontro e non soltanto quella. Ognuno di essi ha deciso che se in uno scontro verrà ferito dal morso di un lupo, dovrà essere ucciso all’istante per evitare che la maledizione abbia effetto, trasformandolo in un nuovo e terribile licantropo.
Essi faranno di tutto pur di sconfiggere la temuta belva e di proteggere gli abitanti del villaggio. Forse, dopotutto, non era ancora giunta la fine, forse c’era ancora una speranza. E questa speranza erano gli “Werewolves Hunters”.
I cacciatori di licantropi sono forti e determinati, ragazzi che sanno quello che vogliono e che hanno come scopo principale quello di difendere coloro che amano e anche tutte le persone che incolpevoli cadono vittime di questa maledizione. Ognuno di loro ha vissuto storie terribili in cui emerge sempre la figura dell’uomo lupo che ha infangato la loro vita passata, strappandogli le persone che amavano. Dunque, in un modo o nell’altro, i quattro amici sono accomunati da esperienze fin troppo simili e da un odio radicato e feroce per quelle creature mostruose che non rispondono a nessun controllo, che non hanno pace, che non hanno umanità e che devono essere irrimediabilmente uccise.
Il romanzo si presenta come un meta-racconto in quanto è una narrazione nella narrazione grazie alla presenza di un diario e di una serie di flashback che ci permettono di andare indietro nel tempo e curiosare tra le vicende più cruente e sanguinose che hanno portato alla comparsa dei primi licantropi. Secondo i racconti di Miles, il principale personaggio del romanzo, sua padre e suo nonno hanno vissuto molto da vicino l’incubo della maledizione e il riportare le loro esperienze diventa fondamentale per il gruppo al fine di conoscere davvero quale possa essere la radice di quel sortilegio e cercare di eliminare il male alla sua base. Non è facile perché le avventure pericolose si susseguono una dietro l’altra, soprattutto quando ai quattro cacciatori sembrerà di aver trovato addirittura la dimora dell’erede del primo licantropo. Tutti sembrano convinti di dover fronteggiare il problema e mettere fine una volta per tutte a quella ventata di morte e terrore.
«No, Miles. Non lo sa, davvero. Non gli abbiamo detto nulla, non abbiamo detto nulla a nessuno. Non sa che sei stato azzannato. Nessuno al villaggio lo sa.» «Sybil, non è uno stupido. Ti dico che lo sa. È un uomo sveglio.» «Ti ho detto che andrà tutto bene, Miles. Sta tranquillo.» Sybil si strinse forte a lui, poggiando il viso sulla sua spalla e chiudendo gli occhi. Miles la guardò, abbassando poi la testa e trattenendo un sospiro, senza aggiungere nient’altro. Sapeva cosa lo aspettava e si rassegnò all’inevitabile.
La leggenda racconta che il primo lupo divenne tale per una smisurata voglia di potenza e sembra che ancora adesso le motivazioni non siano cambiate. La magia è uno degli elementi principali insieme al coraggio e alla voglia di lottare per riportare la pace e la tranquillità ma soprattutto per far prevalere il bene su quell’ammasso di odio e di ferocia.
La maledizione colpisce la vittima privandola di tutta la sua umanità ed è cosi che l’uomo si trasforma in bestia uccidendo chiunque si trovi sul proprio cammino senza più distinguere neanche le persone che ama e che ha amato durante la sua vita.
L’autore usa uno stile asciutto, diretto, abbastanza descrittivo che sembra molto simile a quello di una favola. In alcuni momenti mi sono anche chiesta se davvero davanti ad un lupo mannaro ci si possa rivolgere in un modo che ho percepito come leggero, un linguaggio quasi frivolo, che può risultare avventato se ti trovi di fronte ad una belva umana. Un modo di esprimersi un po’ infantile, adatto forse ad un tipo di lettori più piccoli, rendendo questo romanzo scritto bene ma forse per un target di pubblico di un’età inferiore.
Ogni capitolo è anticipato da un’introduzione della scena seguente e questo l’ho trovato un elemento disturbante. Come se stessimo leggendo un’opera teatrale e fossimo introdotti sulla scena e nella relativa ambientazione.
Nonostante questi elementi su cui porre l’attenzione, il romanzo è ben costruito, mettendo in evidenza il grande lavoro che l’autore ha effettuato e la volontà di raccontare la sua personale visione di questo mondo nel quale si oppone l’animo umano a quello bestiale in una lotta che non è solo fisica ma è soprattutto spirituale. Sono tante infatti le tematiche che vengono fuori al di là di una semplice lotta tra bene e male e sono il senso dell’amicizia, dell’amore, della famiglia, il rispetto, la solidarietà, il valore del potere in contrasto con la salvezza, quello della protezione e dell’affermazione di sé. E’ stato piacevole leggere di una realtà in cui sono il coraggio e l’affetto ad essere i protagonisti attraverso le vicende di questi ragazzi che si pongono come piccoli grandi eroi di un mondo che nonostante sia fantastico, è sempre più reale nelle sue intenzioni e nel suo senso figurato. Un percorso di crescita e di affronto delle proprie paure e debolezze al fine di vivere una storia in cui emerge il contrasto molto forte tra maledizioni e benedizioni, tra sentimenti ed istinti, tra umanità e bestialità.
Salve
Mattia, grazie per aver accettato questa intervista.
1 - Com’è nato
l’amore per la scrittura? Raccontaci.
Nutro da sempre la passione
per la scrittura. Da bambino amavo inventare e scrivere storielle, che avevano
come protagonisti solitamente un cane e un gatto, i quali ogni giorno vivevano
divertenti avventure. Scrivere un romanzo è sempre stato un mio grande
desiderio e spero tanto di affermarmi come scrittore.
2 – A cosa ti sei
ispirato per scrivere la storia di Uomo o lupo?
I lupi
sono gli animali che più mi affascinano e conosco molte leggende che li
riguardano, tra cui, appunto, quelle sugli uomini lupo. Non mi sono, però,
ispirato a qualcosa in particolare per scrivere il mio romanzo.
3 – Quali sono gli
scrittori o le letture a cui hai fatto riferimento?
Nessuna
in particolare. Mi sono documentato su alcune leggende riguardanti i
licantropi, come quella sul sovrano Licaone, ho letto di alcune antiche
superstizioni che in passato portarono le persone a credere all’esistenza degli
uomini lupo. Tutto il resto è frutto della mia fantasia. Per quanto riguarda
l’aspetto del licantropo, mi sono ispirato al film Wolfman del 2010, diretto da
Joe Johnston, con attore protagonista Benicio del Toro nei panni dell’uomo
lupo.
4 – Quanto tempo
hai impiegato a scriverlo?
Ho
impiegato molto tempo per scrivere il mio romanzo, circa due anni,
modificandolo diverse volte, fino a giungere alla storia che ho infine
pubblicato. Ho dedicato tanto impegno, dedizione e passione a questo romanzo e
ne sono molto affezionato.
5 – Quanto curi i
personaggi di contorno?
Nel mio
romanzo tutti i personaggi, anche quelli all’apparenza secondari, hanno la loro
importanza nella storia, determinandone, nel bene o nel male, gli eventi
che si ricollegano ai protagonisti principali. Ogni personaggio colpisce,
in qualche modo, il lettore, sia positivamente che negativamente.
6 – Quale personaggio
ami di più e quale odi allo stesso modo del tuo romanzo?
Il
personaggio che preferisco è il protagonista, Miles, l’eroe della storia. Il
giovane, malgrado vittima della maledizione che lo trasforma ogni notte di
plenilunio in bestia famelica, non si arrende al suo istinto animalesco e cerca
in ogni modo di preservare la sua natura umana, non dimenticando mai chi sia
egli realmente. Lawrence Blackwood è, invece, esattamente l’opposto di Miles,
essendo un uomo vile e meschino, che gode della sofferenza altrui. Un uomo che
ha, dunque, rinnegato la propria natura umana, abbandonandosi ai suoi istinti
più feroci. Questi due personaggi si scontrano continuamente nel romanzo,
mettendo in evidenza quella che è la continua lotta tra il bene e il male, tra sentimenti,
ragione e istinto, tra uomo e bestia.
7 – C’è stato un
momento in cui hai pensato di abbandonare la scrittura?
Sì, c’è
stato un periodo nel quale ho messo da parte la scrittura per un po’ di tempo,
avendo altri pensieri per la testa e problemi da affrontare. L’amore per la
scrittura, però, si è presto fatto sentire e ho cominciato ad avvertire il
desiderio di continuare a scrivere e inventare. Ce l’ho nel sangue e
difficilmente rinuncerò alla mia passione. Vada come vada, continuerò a
scrivere per puro piacere, sperando che le mie storie vengano, primo o poi,
conosciute e apprezzate.
8 – Ad oggi con la
pubblicazione, ti sei pentito di qualcosa, volendola cambiare?
No,
non sono pentito di nulla e non c’è niente che io voglia cambiare nel mio romanzo
o nella storia.
9 - Amore e magia
sono fondamentali nel tuo romanzo. Quanto contano questi aspetti nella vita di
Mattia Rubino?
La
magia è ciò che stimola principalmente la fantasia di ognuno di noi, qualcosa
che attira e incuriosisce, che da sfogò all’immaginazione di grandi e piccoli,
che ci porta ogni giorno a sognare e inventare. Credo che sia la fantasia ciò
di più affine alla magia, ciò che le dà vita. Senza l’immaginazione non
esisterebbe proprio niente. L’amore è, in generale, il sentimento più
importante che esista a questo mondo, di qualunque natura sia. L’amore per una
data persona, l’amore per un figlio, l’amore per un fratello, per un amico, per
un padre, per una madre ecc. Ciò che è davvero importante non è,
tuttavia, l’amore che riceviamo dagli altri, bensì l’amore che proviamo per
coloro i quali vogliamo bene e che ci dà la forza di compiere le cose più
incredibili. E’ l’amore che guida le azioni dei personaggi del mio
romanzo, spingendoli a compiere atti coraggiosi e folli allo stesso tempo, pur
di proteggere chi amano. Ed è dall’amore che deriva tutta la loro forza e il
loro eroismo.
10 – Cosa significa
per te questo romanzo?
Sono
molto legato a questo romanzo, posso affermare con schiettezza che è cresciuto
con me. Ci ho dedicato, come già detto, tanto impegno e dedizione, nonché tanta
passione. Io ne sono più che soddisfatto e spero che possa essere apprezzato
allo stesso modo anche da altri. Per me questo romanzo è importante, perché
racchiude i miei pensieri e le mie idee, tutto ciò in cui credo. Per me è
motivo d’orgoglio averlo pubblicato, spero solo che sia un libro fortunato.
11- Quanto c’è di
Mattia nel personaggio di Miles?
Miles è
un personaggio eccezionale, che dimostra, il più delle volte, un grande
coraggio. Non sta a me, però, stabilire se c’è qualcosa di me in questo
personaggio. Sarebbe troppo facile dire di essere simile al protagonista del
romanzo, al personaggio più forte. Posso, semmai, affermare che Miles è
indubbiamente un modello di riferimento. Un giovane valoroso e tenace, pronto a
tutto per il bene del prossimo e, soprattutto, per quello dei suoi compagni.
Funge da esempio, non soltanto a me, ma a chiunque altro lo ammiri. Nessuno di
noi può essere perfetto, possiamo solo cercare di migliorarci ogni giorno, senza
mai cedere allo sconforto e ricordandoci sempre chi siamo realmente, proprio
come il folle e coraggioso Miles, il protagonista della storia.
12 – Chi è Mattia
Rubino nella vita di tutti i giorni?
Sono un
ragazzo di 20 anni, mi chiamo Mattia Vanfiori e vivo a Canicattì, in Sicilia.
Per pubblicare utilizzo lo pseudonimo Rubino. Sono diplomato da circa un anno,
attualmente non lavoro. Coltivo da sempre la passione per la scrittura e, se
sarò fortunato, farò in modo che diventi la mia professione. In caso contrario,
continuerò comunque a scrivere, a prescindere dal lavoro che svolgerò in
futuro. La scrittura rimane ciò che realmente mi piace, più di qualsiasi altra
cosa.
13 – Nel romanzo
sono molto forti i valori dell’amicizia e dei legami familiari. Quanto contano
nella tua vita?
E’
chiaro che l’amicizia sia molto importante, poiché significa principalmente
gioco di squadra. Entrare, cioè, in sintonia con gli altri e instaurare un
profondo legame affettivo, al pari di una fratellanza. I legami familiari sono
altrettanto importanti. Non è, però, tanto il legame sanguigno a unire le
persone, non quanto lo è l’affetto. Ritengo, infatti, che il legame di sangue
sia assolutamente inutile, se ad esso non coesiste un sentimento d’affetto.
Quest’ultimo, nient’altro, ci lega davvero ai nostri familiari. L’amore è
l’unico legame che dura nel tempo. Sarà certamente banale dirlo, ma la famiglia
e gli amici sono indubbiamente fondamentali, poiché con il loro amore, danno un
senso alla vita di ognuno di noi.
14 – Meglio
cartaceo o e-book? L’editoria sta cambiando ma secondo te cosa offre oggi di
diverso rispetto al passato quando un autore emergente faticava davvero a farsi
conoscere?
Una
fondamentale risorsa per l’autore emergente sta, secondo me, nel
self-publishing. Grazie all’autopubblicazione, infatti, uno scrittore
esordiente ha la possibilità di far conoscere la propria opera,
pubblicizzandola in ogni modo, grazie alle varie piattaforme di self-publishing
presenti in rete. Io ho pubblicato Uomo o Lupo con il ilmiolibro.it, usufruendo
dei servizi che il sito offre ai propri iscritti. Sia il self-publishing, sia
la casa editrice, offrono grosse opportunità. Per un autore emergente, però,
non è sempre facile trovare una casa editrice disposta a pubblicarne l’opera. Per
questo il self-publishing offre una maggiore possibilità per farsi conoscere e
per tentare di affermarsi come scrittore. Per quanto riguarda la scelta tra il
cartaceo e l’ebook, penso che sia opportuno pubblicare in entrambi i modi. Il
mio romanzo esiste, infatti, anche in versione digitale. Il cartaceo resta
certamente il più richiesto e apprezzato, ma provvedere a pubblicarne la
versione ebook è indispensabile, poiché permette ad un autore emergente, di
venire incontro ai molteplici gusti della gente, che potrà scegliere il formato
che più preferisce. Ritengo che bisogni approfittare della varietà di scelta
che al giorno d’oggi il mondo dell’editoria offre allo scrittore emergente e
non, in modo che raggiungere i propri obiettivi, non comporti il superamento di
ostacoli quasi insormontabili, ma al contrario, ne faciliti il percorso.
15 – C’è un libro
che avresti voluto scrivere tu?
A
dire il vero non ho mai pensato a una cosa del genere. Ci sono libri che
apprezzo e che mi piacciono molto, ma non ho mai desiderato o, anche solo
pensato, che mi sarebbe piaciuto scriverli di mio pugno. L’unico mio desiderio
era scrivere un libro tutto mio ed è quello che ho fatto.
16 – Quali sono i
libri che ti hanno cambiato l’esistenza?
Non ce
ne uno in particolare. I buoni libri, di qualunque genere siano, offrono
insegnamenti importanti e valori fondamentali nella vita di ognuno. Leggendo si
apprende sempre qualcosa di nuovo, di banale o di importante, che può spingere
o meno a riflettere. Ogni libro, se valido, può far da maestro.
17 – Ti chiedo di
lasciarci con la citazione di un passo del tuo romanzo che ha
un’importanza particolare per te.
E va
bene. - disse - Come dici tu. Ma ciò non toglie che tu adesso sia un uomo lupo.
Non puoi reprimere la tua natura.
-
Questa non è la mia vera natura! - gridò forte Miles - Nonostante le apparenze,
io dentro sono e rimarrò sempre un uomo! Il male non trionferà! (Miles e
lord Lawrence: pag. 454)
Provo sempre un sentimento di orgoglio quando giovani ragazzi italiani riescono a pubblicare un loro scritto. Davvero complimenti all'autore, la storia mi incuriosisce molto, mi piacciono i richiami a leggende e miti antichi. L'intervista è stata molto interessante, curioso leggere l'opinione di uno scrittore appartenente alle nuove generazioni riguardo i libri digitali e cartacei.
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo con te, Erica. Per i tuoi stessi motivi ho deciso di leggere questo romanzo, per i richiami alle storie passate e per la versione personale realizzata dall'autore. Le interviste come questa, permettono di conoscere qualcosa in più sugli scrittori e sulla loro visione letteraria. :-)
EliminaGrazie per la risposta! A presto :)
EliminaGrazie a te! <3
EliminaNon amo molto i fantasy ma la recensione è completa e chiara. L'intervista molto interessante.
RispondiEliminaGrazie, Mony! <3
EliminaCiao Cara Antonietta che bello che hai inserito l'intervista all'autore e si è bello sapere che un libro così sia stato scritto non da uno straniero ma da un italiano e per di più giovane! Sembra davvero promettente!grande! *_*
RispondiEliminaCiao dolce Ely, ho pensato proprio di creare un post con recensione ed intervista insieme per rendere tutto più completo e per creare dei rimandi tra la recensione e l'intervista, appunto, in modo da fornire un'immagine chiara dell'autore e di ciò che ha scritto.
EliminaUn abbraccio forte! <3