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venerdì 3 giugno 2016

Uomo o lupo di Mattia Rubino Recensione + Intervista Autore!

Buongiorno cari lettori! Il post di oggi è dedicato alla recensione di un Fantasy scritto da Mattia Rubino dal titolo Uomo o lupo incentrato sulla leggenda dei licantropi, sulla magia e sulla lotta tra bene e male. Troverete di seguito anche l'intervista nella quale l'autore ci parla del suo romanzo e della sua scrittura.



Titolo: Uomo o lupo
Autore: Mattia Rubino
Editore: Selfpublishing
Pagine: 484
Genere: Fantasy
Uscita: Aprile 2016

TRAMA


Maledizioni e uomini lupo, streghe e stregoni, magia nera e magia bianca. Amore, amicizia e fratellanza. Odio, rabbia e disprezzo. Persone disposte a uccidere pur di raggiungere i propri scopi e persone pronte a morire pur di proteggere i propri cari. Fratelli che si amano e fratelli che invece si odiano. Amore e dolore. Uomo o lupo, il bene contro il male, la natura umana contro quella animalesca. Solo una vincerà. Ma quale delle due? Uomo o lupo? 

















Uomo o lupo è un romanzo scritto in modo scorrevole e semplice. Fluido nell’esposizione, accattivante nei contenuti e nella presentazione di una storia che attinge alla leggenda e al mito per improntare vicende in cui sono i valori umani ad essere i reali protagonisti, oltre gli stessi personaggi. 
Creature reali ed immaginarie, persone e animali, fatti e misfatti, dolori e maledizioni si mescolano in una storia avvincente e pragmatica nel senso che tutto l’intreccio si basa esclusivamente sull’azione e sulla lotta. 
Siamo nell’800 e gli sbalzi temporali sono frequenti ma solo per spiegare che oltre alla situazione attuale nella quale è realmente ambientato il romanzo, la radice del male e della trasformazione dei licantropi risale al passato e in particolar modo ad un preciso personaggio considerato il primo vero uomo lupo: Lord Blackwood 
«Che l’amore è il sentimento più distruttivo che esista. Il male del mondo. Un sentimento negativo.»  «Ma che stai dicendo?»  «Pensaci bene, ragazzo. Non sono stati forse degli atti d’amore a causare il dolore di molta gente? Non è sempre un sentimento d’amore a permettere alla maledizione di non estinguersi e di continuare a diffondersi tra gli uomini? Non fu un sentimento d’affetto a dare inizio alla diffusione degli uomini lupo? A dare inizio alla tragedia?» 
I personaggi principali sono un gruppo di amici, MilesSybil e i due fratelli Henry Jack che da tempo ormai si sono uniti in un gruppo creato per combattere la minaccia dei licantropi che si sta abbattendo su diverse parti dell’Inghilterra. I quattro sono uniti da un’amicizia inossidabile e da una fede nel loro coraggio e in un pizzico di pazzia che li contraddistingue. Del resto, per affrontare con capacità e con giudizio costantemente il pericolo di morte, devono necessariamente serbare dentro di sé un po’ di pazzia che li spinge a non avere paura e ad essere consapevoli, nonostante tutta la buona volontà, di rischiare la morte in ogni scontro e non soltanto quella. Ognuno di essi ha deciso che se in uno scontro verrà ferito dal morso di un lupo, dovrà essere ucciso all’istante per evitare che la maledizione abbia effetto, trasformandolo in un nuovo e terribile licantropo. 
Essi faranno di tutto pur di sconfiggere la temuta belva e di proteggere gli abitanti del villaggio. Forse, dopotutto, non era ancora giunta la fine, forse c’era ancora una speranza. E questa speranza erano gli “Werewolves Hunters”.  
I cacciatori di licantropi sono forti e determinati, ragazzi che sanno quello che vogliono e che hanno come scopo principale quello di difendere coloro che amano e anche tutte le persone che incolpevoli cadono vittime di questa maledizione. Ognuno di loro ha vissuto storie terribili in cui emerge sempre la figura dell’uomo lupo che ha infangato la loro vita passata, strappandogli le persone che amavano. Dunque, in un modo o nell’altro, i quattro amici sono accomunati da esperienze fin troppo simili e da un odio radicato e feroce per quelle creature mostruose che non rispondono a nessun controllo, che non hanno pace, che non hanno umanità e che devono essere irrimediabilmente uccise. 
Il romanzo si presenta come un meta-racconto in quanto è una narrazione nella narrazione grazie alla presenza di un diario e di una serie di flashback che ci permettono di andare indietro nel tempo e curiosare tra le vicende più cruente e sanguinose che hanno portato alla comparsa dei primi licantropi. Secondo i racconti di Miles, il principale personaggio del romanzo, sua padre e suo nonno hanno vissuto molto da vicino l’incubo della maledizione e il riportare le loro esperienze diventa fondamentale per il gruppo al fine di conoscere davvero quale possa essere la radice di quel sortilegio e cercare di eliminare il male alla sua base. Non è facile perché le avventure pericolose si susseguono una dietro l’altra, soprattutto quando ai quattro cacciatori sembrerà di aver trovato addirittura la dimora dell’erede del primo licantropo. Tutti sembrano convinti di dover fronteggiare il problema e mettere fine una volta per tutte a quella ventata di morte e terrore. 
«No, Miles. Non lo sa, davvero. Non gli abbiamo detto nulla, non abbiamo detto nulla a nessuno. Non sa che sei stato azzannato. Nessuno al villaggio lo sa.»  «Sybil, non è uno stupido. Ti dico che lo sa. È un uomo sveglio.»  «Ti ho detto che andrà tutto bene, Miles. Sta tranquillo.»  Sybil si strinse forte a lui, poggiando il viso sulla sua spalla e chiudendo gli occhi. Miles la guardò, abbassando poi la testa e trattenendo un sospiro, senza aggiungere nient’altro.  Sapeva cosa lo aspettava e si rassegnò all’inevitabile. 
La leggenda racconta che il primo lupo divenne tale per una smisurata voglia di potenza e sembra che ancora adesso le motivazioni non siano cambiate. La magia è uno degli elementi principali insieme al coraggio e alla voglia di lottare per riportare la pace e la tranquillità ma soprattutto per far prevalere il bene su quell’ammasso di odio e di ferocia. 
La maledizione colpisce la vittima privandola di tutta la sua umanità ed è cosi che l’uomo si trasforma in bestia uccidendo chiunque si trovi sul proprio cammino senza più distinguere neanche le persone che ama e che ha amato durante la sua vita. 
L’autore usa uno stile asciutto, diretto, abbastanza descrittivo che sembra molto simile a quello di una favola. In alcuni momenti mi sono anche chiesta se davvero davanti ad un lupo mannaro ci si possa rivolgere in un modo che ho percepito come leggero, un linguaggio quasi frivolo, che può risultare avventato se ti trovi di fronte ad una belva umana. Un modo di esprimersi un po’ infantile, adatto forse ad un tipo di lettori più piccoli, rendendo questo romanzo scritto bene ma forse per un target di pubblico di un’età inferiore. 
Ogni capitolo è anticipato da un’introduzione della scena seguente e questo l’ho trovato un elemento disturbante. Come se stessimo leggendo un’opera teatrale e fossimo introdotti sulla scena e nella relativa ambientazione. 
Nonostante questi elementi su cui porre l’attenzione, il romanzo è ben costruito, mettendo in evidenza il grande lavoro che l’autore ha effettuato e la volontà di raccontare la sua personale visione di questo mondo nel quale si oppone l’animo umano a quello bestiale in una lotta che non è solo fisica ma è soprattutto spirituale. Sono tante infatti le tematiche che vengono fuori al di là di una semplice lotta tra bene e male e sono il senso dell’amicizia, dell’amore, della famiglia, il rispetto, la solidarietà, il valore del potere in contrasto con la salvezza, quello della protezione e dell’affermazione di sé. E’ stato piacevole leggere di una realtà in cui sono il coraggio e l’affetto ad essere i protagonisti attraverso le vicende di questi ragazzi che si pongono come piccoli grandi eroi di un mondo che nonostante sia fantastico, è sempre più reale nelle sue intenzioni e nel suo senso figurato. Un percorso di crescita e di affronto delle proprie paure e debolezze al fine di vivere una storia in cui emerge il contrasto molto forte tra maledizioni e benedizioni, tra sentimenti ed istinti, tra umanità e bestialità. 







Salve Mattia, grazie per aver accettato questa intervista.
1 - Com’è nato l’amore per la scrittura? Raccontaci.
Nutro da sempre la passione per la scrittura. Da bambino amavo inventare e scrivere storielle, che avevano come protagonisti solitamente un cane e un gatto, i quali ogni giorno vivevano divertenti avventure. Scrivere un romanzo è sempre stato un mio grande desiderio e spero tanto di affermarmi come scrittore.
2 – A cosa ti sei ispirato per scrivere la storia di Uomo o lupo?
I lupi sono gli animali che più mi affascinano e conosco molte leggende che li riguardano, tra cui, appunto, quelle sugli uomini lupo. Non mi sono, però, ispirato a qualcosa in particolare per scrivere il mio romanzo.
3 – Quali sono gli scrittori o le letture a cui hai fatto riferimento?
Nessuna in particolare. Mi sono documentato su alcune leggende riguardanti i licantropi, come quella sul sovrano Licaone, ho letto di alcune antiche superstizioni che in passato portarono le persone a credere all’esistenza degli uomini lupo. Tutto il resto è frutto della mia fantasia. Per quanto riguarda l’aspetto del licantropo, mi sono ispirato al film Wolfman del 2010, diretto da Joe Johnston, con attore protagonista Benicio del Toro nei panni dell’uomo lupo.
4 – Quanto tempo hai impiegato a scriverlo?
Ho impiegato molto tempo per scrivere il mio romanzo, circa due anni, modificandolo diverse volte, fino a giungere alla storia che ho infine pubblicato. Ho dedicato tanto impegno, dedizione e passione a questo romanzo e ne sono molto affezionato.
5 – Quanto curi i personaggi di contorno?
Nel mio romanzo tutti i personaggi, anche quelli all’apparenza secondari, hanno la loro importanza nella storia, determinandone, nel bene o nel male,  gli eventi che si ricollegano  ai protagonisti principali. Ogni personaggio colpisce, in qualche modo, il lettore, sia positivamente che negativamente.
6 – Quale personaggio ami di più e quale odi allo stesso modo del tuo romanzo?
Il personaggio che preferisco è il protagonista, Miles, l’eroe della storia. Il giovane, malgrado vittima della maledizione che lo trasforma ogni notte di plenilunio in bestia famelica, non si arrende al suo istinto animalesco e cerca in ogni modo di preservare la sua natura umana, non dimenticando mai chi sia egli realmente. Lawrence Blackwood è, invece, esattamente l’opposto di Miles, essendo un uomo vile e meschino, che gode della sofferenza altrui. Un uomo che ha, dunque, rinnegato la propria natura umana, abbandonandosi ai suoi istinti più feroci. Questi due personaggi si scontrano continuamente nel romanzo, mettendo in evidenza quella che è la continua lotta tra il bene e il male, tra sentimenti, ragione e istinto, tra uomo e bestia.
7 – C’è stato un momento in cui hai pensato di abbandonare la scrittura?
Sì, c’è stato un periodo nel quale ho messo da parte la scrittura per un po’ di tempo, avendo altri pensieri per la testa e problemi da affrontare. L’amore per la scrittura, però, si è presto fatto sentire e ho cominciato ad avvertire il desiderio di continuare a scrivere e inventare. Ce l’ho nel sangue e difficilmente rinuncerò alla mia passione. Vada come vada, continuerò a scrivere per puro piacere, sperando che le mie storie vengano, primo o poi, conosciute e apprezzate.
8 – Ad oggi con la pubblicazione, ti sei pentito di qualcosa, volendola cambiare?
 No, non sono pentito di nulla e non c’è niente che io voglia cambiare nel mio romanzo o nella storia.
9 - Amore e magia sono fondamentali nel tuo romanzo. Quanto contano questi aspetti nella vita di Mattia Rubino?
La magia è ciò che stimola principalmente la fantasia di ognuno di noi, qualcosa che attira e incuriosisce, che da sfogò all’immaginazione di grandi e piccoli, che ci porta ogni giorno a sognare e inventare. Credo che sia la fantasia ciò di più affine alla magia, ciò che le dà vita. Senza l’immaginazione non esisterebbe proprio niente. L’amore è, in generale, il sentimento più importante che esista a questo mondo, di qualunque natura sia. L’amore per una data persona, l’amore per un figlio, l’amore per un fratello, per un amico, per un padre, per una madre ecc.  Ciò che è davvero importante non è, tuttavia, l’amore che riceviamo dagli altri, bensì l’amore che proviamo per coloro i quali vogliamo bene e che ci dà la forza di compiere le cose più incredibili.  E’ l’amore che guida le azioni dei personaggi del mio romanzo, spingendoli a compiere atti coraggiosi e folli allo stesso tempo, pur di proteggere chi amano. Ed è dall’amore che deriva tutta la loro forza e il loro eroismo.
10 – Cosa significa per te questo romanzo?
Sono molto legato a questo romanzo, posso affermare con schiettezza che è cresciuto con me. Ci ho dedicato, come già detto, tanto impegno e dedizione, nonché tanta passione. Io ne sono più che soddisfatto e spero che possa essere apprezzato allo stesso modo anche da altri. Per me questo romanzo è importante, perché racchiude i miei pensieri e le mie idee, tutto ciò in cui credo. Per me è motivo d’orgoglio averlo pubblicato, spero solo che sia un libro fortunato.
11- Quanto c’è di Mattia nel personaggio di Miles?
Miles è un personaggio eccezionale, che dimostra, il più delle volte, un grande coraggio. Non sta a me, però, stabilire se c’è qualcosa di me in questo personaggio. Sarebbe troppo facile dire di essere simile al protagonista del romanzo, al personaggio più forte. Posso, semmai, affermare che Miles è indubbiamente un modello di riferimento. Un giovane valoroso e tenace, pronto a tutto per il bene del prossimo e, soprattutto, per quello dei suoi compagni. Funge da esempio, non soltanto a me, ma a chiunque altro lo ammiri. Nessuno di noi può essere perfetto, possiamo solo cercare di migliorarci ogni giorno, senza mai cedere allo sconforto e ricordandoci sempre chi siamo realmente, proprio come il folle e coraggioso Miles, il protagonista della storia.
12 – Chi è Mattia Rubino nella vita di tutti i giorni?
Sono un ragazzo di 20 anni, mi chiamo Mattia Vanfiori e vivo a Canicattì, in Sicilia. Per pubblicare utilizzo lo pseudonimo Rubino. Sono diplomato da circa un anno, attualmente non lavoro. Coltivo da sempre la passione per la scrittura e, se sarò fortunato, farò in modo che diventi la mia professione. In caso contrario, continuerò comunque a scrivere, a prescindere dal lavoro che svolgerò in futuro. La scrittura rimane ciò che realmente mi piace, più di qualsiasi altra cosa.
13 – Nel romanzo sono molto forti i valori dell’amicizia e dei legami familiari. Quanto contano nella tua vita?
E’ chiaro che l’amicizia sia molto importante, poiché significa principalmente gioco di squadra. Entrare, cioè, in sintonia con gli altri e instaurare un profondo legame affettivo, al pari di una fratellanza. I legami familiari sono altrettanto importanti. Non è, però, tanto il legame sanguigno a unire le persone, non quanto lo è l’affetto. Ritengo, infatti, che il legame di sangue sia assolutamente inutile, se ad esso non coesiste un sentimento d’affetto. Quest’ultimo, nient’altro, ci lega davvero ai nostri familiari. L’amore è l’unico legame che dura nel tempo. Sarà certamente banale dirlo, ma la famiglia e gli amici sono indubbiamente fondamentali, poiché con il loro amore, danno un senso alla vita di ognuno di noi.
14 – Meglio cartaceo o e-book? L’editoria sta cambiando ma secondo te cosa offre oggi di diverso rispetto al passato quando un autore emergente faticava davvero a farsi conoscere?
Una fondamentale risorsa per l’autore emergente sta, secondo me, nel self-publishing. Grazie all’autopubblicazione, infatti, uno scrittore esordiente ha la possibilità di far conoscere la propria opera, pubblicizzandola in ogni modo, grazie alle varie piattaforme di self-publishing presenti in rete. Io ho pubblicato Uomo o Lupo con il ilmiolibro.it, usufruendo dei servizi che il sito offre ai propri iscritti. Sia il self-publishing, sia la casa editrice, offrono grosse opportunità. Per un autore emergente, però, non è sempre facile trovare una casa editrice disposta a pubblicarne l’opera. Per questo il self-publishing offre una maggiore possibilità per farsi conoscere e per tentare di affermarsi come scrittore. Per quanto riguarda la scelta tra il cartaceo e l’ebook, penso che sia opportuno pubblicare in entrambi i modi. Il mio romanzo esiste, infatti, anche in versione digitale. Il cartaceo resta certamente il più richiesto e apprezzato, ma provvedere a pubblicarne la versione ebook è indispensabile, poiché permette ad un autore emergente, di venire incontro ai molteplici gusti della gente, che potrà scegliere il formato che più preferisce. Ritengo che bisogni approfittare della varietà di scelta che al giorno d’oggi il mondo dell’editoria offre allo scrittore emergente e non, in modo che raggiungere i propri obiettivi, non comporti il superamento di ostacoli quasi insormontabili, ma al contrario, ne faciliti il percorso.
15 – C’è un libro che avresti voluto scrivere tu?
 A dire il vero non ho mai pensato a una cosa del genere. Ci sono libri che apprezzo e che mi piacciono molto, ma non ho mai desiderato o, anche solo pensato, che mi sarebbe piaciuto scriverli di mio pugno. L’unico mio desiderio era scrivere un libro tutto mio ed è quello che ho fatto.
16 – Quali sono i libri che ti hanno cambiato l’esistenza?
Non ce ne uno in particolare. I buoni libri, di qualunque genere siano, offrono insegnamenti importanti e valori fondamentali nella vita di ognuno. Leggendo si apprende sempre qualcosa di nuovo, di banale o di importante, che può spingere o meno a riflettere. Ogni libro, se valido, può far da maestro.
17 – Ti chiedo di lasciarci con la citazione di un passo del tuo romanzo  che ha un’importanza particolare per te.
E va bene. - disse - Come dici tu. Ma ciò non toglie che tu adesso sia un uomo lupo. Non puoi reprimere la tua natura.
- Questa non è la mia vera natura! - gridò forte Miles - Nonostante le apparenze, io dentro sono e rimarrò sempre un uomo! Il male non trionferà!  (Miles e lord Lawrence: pag. 454)

8 commenti:

  1. Provo sempre un sentimento di orgoglio quando giovani ragazzi italiani riescono a pubblicare un loro scritto. Davvero complimenti all'autore, la storia mi incuriosisce molto, mi piacciono i richiami a leggende e miti antichi. L'intervista è stata molto interessante, curioso leggere l'opinione di uno scrittore appartenente alle nuove generazioni riguardo i libri digitali e cartacei.

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    1. Sono perfettamente d'accordo con te, Erica. Per i tuoi stessi motivi ho deciso di leggere questo romanzo, per i richiami alle storie passate e per la versione personale realizzata dall'autore. Le interviste come questa, permettono di conoscere qualcosa in più sugli scrittori e sulla loro visione letteraria. :-)

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    2. Grazie per la risposta! A presto :)

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  2. Non amo molto i fantasy ma la recensione è completa e chiara. L'intervista molto interessante.

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  3. Ciao Cara Antonietta che bello che hai inserito l'intervista all'autore e si è bello sapere che un libro così sia stato scritto non da uno straniero ma da un italiano e per di più giovane! Sembra davvero promettente!grande! *_*

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    1. Ciao dolce Ely, ho pensato proprio di creare un post con recensione ed intervista insieme per rendere tutto più completo e per creare dei rimandi tra la recensione e l'intervista, appunto, in modo da fornire un'immagine chiara dell'autore e di ciò che ha scritto.
      Un abbraccio forte! <3

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