Buonasera cari lettori! Vi propongo la recensione di un romanzo scritto da Daniela Quadri e intitolato Le stelle di Srebrenica, una storia che ha come protagoniste due donne che lottano anche se in modo molto diverso, per la loro vita e che si ritrovano unite pur appartenendo a due realtà completamente differenti. Un romanzo pieno di emozioni, di realismo dove emerge incontrastata la forza tutta al femminile e la solidarietà di un'amicizia che non conosce limiti.
Titolo: Le stelle di Srebrenica
Autore: Daniela Quadri
Editore: Leucotea
Pagine: 228
Genere: Romanzo
Prezzo: 14,90
Uscita: 2015
Uscita: 2015
TRAMA
Le vite di due donne, Marta Valtorta giornalista free-lance in una piccola redazione brianzola e Elma Osmanovic arrivata in Italia per sfuggire agli orrori della guerra in Bosnia-Erzegovina, s'intrecciano casualmente. La caccia ad un piccolo malavitoso slavo, Tarik Mulavdic, boss emergente di una organizzazione criminale che traffica in droga e donne, le fa incontrare in circostanze equivoche. L'amore per Nadia, la figlia affetta da Sindrome di Down di Elma, le unirà in un legame così profondo, che Elma deciderà di svelare proprio a Marta l'orribile morte della madre e del fratello nel giorno del massacro di Srebrenica e la sua discesa nell'inferno di un bordello a Sarajevo. La prima indagine di Marta Valtorta, suo malgrado singolare e atipica Miss Marple della Brianza, si conclude con un interrogativo e un nuovo mistero.
Le stelle di Srebrenica è un romanzo sulla solidarietà femminile e sul concetto di aiuto in tutte le sue forme. Una storia delicata e coinvolgente, una carezza vellutata che non risparmia gli ossi duri e le ferite della vita senza mai perdere quel velo di speranza, che nonostante più volte sia sul punto di strapparsi, riesce e proteggere come un miracoloso talismano trasparente la vita delle due protagoniste: Marta ed Elma.
Due donne molto diverse, vissute in modo totalmente opposto, rappresentanti di due culture agli antipodi che però dal loro primo incontro si accorgono che una strana connessione, ai più inspiegabile, persino a loro stesse, le unirà in un percorso difficile ma estremamente umano.
Quegli occhi la stavano cercando, insistentemente. Ma non per osservarla e scrutarla. Era come se le stessero lanciando un messaggio doloroso. Una disperata richiesta d’aiuto.
Perchè prima di tutto Daniela Quadri ci racconta di umanità, di quella propensione interiore che ogni essere umano dovrebbe sentire dentro di sé e che lo conduce a prendersi cura dell’altro, un legame empatico, commovente, ricco di compassione e di passione intesa come coinvolgimento emozionale mirato ad unire due persone che seppur diverse, camminano sulla stessa terra e che non hanno poi così tante differenze.
Marta è una giornalista, un donna in carriera, sola, con un gatto di nome Dakota a farle compagnia. La sua vita scorre veloce tra impegni lavorativi, scambi di battute con amici e colleghi e improbabili incontri amorosi, appena accennati, che colorano purtroppo di poco la sua semplice esistenza. E’ l’arrivo di Elma che le sconvolgerà la vita.
Marta è sempre in cerca di uno scoop che possa dare la svolta definitiva alla sua carriera e quando viene a conoscenza quasi per caso che Elma è l’ex moglie di Tarik, pericoloso criminale ed alto esponente della malavita, cerca in tutti i modi di avvicinare la donna per estorcergli informazioni importanti sulla vita del marito. Un incontro apparentemente formale e votato esclusivamente al lavoro si trasformerà nella scoperta di una vera e propria amicizia e soprattutto darà vita ad un legame basato prima di tutto sul rispetto e poi sull’affetto.
Infatti Elma ha una bambina di nome Nadia, affetta da Sindrome di Down. Una creatura dolce ed indifesa che inaspettatamente si lega in modo indissolubile a Marta senza che lei stessa se ne renda conto. Infatti dagli iniziali contatti esclusivamente di lavoro, tra loro si stabilisce subito un’intesa molto forte, una comunione tutta al femminile che metterà in luce le gravi difficoltà della vita di Elma e tutto ciò che ha dovuto affrontare prima di arrivare a quel punto.
Quante volte nella sua vita sguardi ipocriti, che la blandivano con parole vuote, le avrebbero ricordato che quella era la sua tragedia che doveva farcela da sola.
Ora è una donna rispettata e vive in Italia ma il suo passato nasconde gli orrori più crudeli e terribili legati alla strage di Srebrenica, avvenuta durante la guerra in Jugoslavia. Elma è bosniaca e la sua esistenza è un connubio di emozioni forti e contrastanti legati alla perdita della famiglia proprio durante quella tragedia e alla scoperta dell’amore con Tarik che durante l’innamoramento e gli anni vissuti con la passione e il coinvolgimento, era per lei l’uomo della sua vita, trasformatosi poi nel mostro da cui scappare.
Infatti l’uomo continua a crearle problemi e a perseguitarla mettendo in serio pericolo anche Nadia, rapita proprio dal padre e poi felicemente ritrovata.
Daniela Quadri ci trasporta in una storia che tocca molti punti focali della nostra esistenza: l’integrazione, l’amore, la solidarietà, la comunione d’intenti e di prospettive, i legami forti ed indissolubili, il rispetto e la magia della vita che può risarcire anche l’esistenza più distrutta ed infangata.
Non sarebbe riuscita a resistere oltre. Un altro pezzo della sua vita se n’era andato. Altre stelle erano cadute dal cielo di Sarajevo.
Un romanzo che non è solo la voce di due donne che imparano a conoscersi e ad amarsi, a sollevarsi e ad accompagnarsi durante il percorso difficile che le caratterizza ma è anche attraversato da una serie di piccoli misteri di cui è piacevole scoprire l’esito.
Infatti Marta ed Emma scopriranno di possedere ognuna di loro l’esatta metà di un’icona che messe insieme rendono l’oggetto perfetto. Un segno del destino? Sicuramente il legame della due donne non è qualcosa di casuale ma evidentemente di già scritto e anche il loro incontro e la loro successiva conoscenza, un qualcosa di superiore e di legato inevitabilmente al fato.
Lo stile è scorrevole, colorato da sprazzi di ironia che rendono la lettura leggera e mai tediosa. Scene più veloci e movimentate mentre altre sono dedicate al racconto, a quel passato torbido e malvagio che ha portato la guerra e la morte.
Daniela Quadri ci regala un racconto dove c’è la Storia, il dolore e l’angoscia, l’ansia della solitudine, la paura di non potercela fare. Si parla di integrazione attraverso più punti di vista: quello rappresentato dal clandestino e dallo straniero incarnato da Elma e quello espresso dalla presenza di Nadia, diversa e disabile.
Con occhio attento e mai violento ma morbido e accondiscendente, la penna dell’autrice si muove in punta di piedi in un contesto terribilmente fragile come sono fragili le anime delle protagoniste, non perché siano donne, ma perché profondamente umane.
Un’umanità che Daniela Quadri esprime attraverso se stessa e con la scelta di narrare una vicenda così vicina eppure irrimediabilmente lontana con la quale chiama all’appello i lettori più sensibili e prossimi alla condivisione di un’esperienza che fa riflettere e che parla a voce misurata, senza urlare di ciò che è straziante e lacerante come la perdita della propria famiglia e l’abbandono della speranza, ma sussurrando con partecipazione e solidarietà di un sentimento universale che si chiama accoglienza, compassione e accettazione. Elma e Nadia sono lo specchio di quella diversità tanto temuta e contrastata mentre Marta è simbolo della ribellione alla paura, all’intolleranza e all’egoismo di una mancata fratellanza. Le stelle di Srebrenica è coraggio ed indulgenza, un atto di carità e di altruismo raccontato con parole semplici e genuine, parole fatte con il pane del cuore.
Un argomento molto attuale ma da come ho letto, l'autrice lo ha sviluppato mescolando più cose e mi sembra positivo.
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