Buon giovedì cari lettori! Oggi vi parlo di un fantasy scritto davvero bene che narra di un mondo assolutamente immaginario, adatto alla lettura di tutti. Di seguito trovate anche l'intervista all'autrice!
l'eredità della spada
di Cristina Azzali Editore: SensoInverso Pagine: 630 GENERE: Fantasy Prezzo: 25,00 € - 6,99 € Formato: Cartaceo - eBook Data d'uscita: 31 Agosto 2015 Link d'acquisto: QUI
Trama:
Nei quattro grandi Regni del continente di Eryon impazza la guerra. Un conflitto sanguinoso, che non risparmia nemmeno i villaggi più sperduti, come Ivennon, dove Lenya Dalen vive con suo figlio Arthur e la piccola Ethel. Quando alcuni guerriglieri invadono la loro dimora, è Arthur, ancora piccolo ma con un sacro fuoco che gli arde dentro, a trarre in salvo sua madre e sua sorella grazie a una misteriosa spada lasciatagli dal defunto padre. Anni dopo, con la pace nel frattempo sopraggiunta, Arthur sarà impegnato a dover trovare il suo posto nel mondo, e le sue avventure si intrecceranno a quelle di maghi, divinatrici, banditi e spadaccine. “L’eredità della spada” è un romanzo articolato, scritto con una prosa che fa del dettaglio e della cura descrittiva la sua peculiarità più visibile. Una storia che narra di un mondo d’altri tempi ma raccontando sentimenti, emozioni e umanità che non hanno età.
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RECENSIONE
L’eredità della spada è un romanzo di ambientazione storica medievale scritto molto bene, con uno stile descrittivo apprezzabile che non lascia in sospeso nessuna raffigurazione narrativa dei luoghi e dei personaggi. Una scrittura particolarmente matura che utilizza la formula del fantasy senza essere troppo inserita in quella precisa definizione e senza neanche popolare la storia di creature proprie di questo genere di romanzi.
Cristina Azzali trasporta il lettore in un mondo popolato da figure che chi ama i fantasy conosce bene ma senza calcare troppo la mano e utilizzando la magia in modo lieve e sofisticato.
In un universo dominato dalla guerra e dalla sete di potere e di conquista, emerge una figura speciale, dall’animo nobile e coraggioso: Arthur Dalen. Già all’età di dieci anni, il destino lo mette duramente alla prova, portandolo inconsciamente ed in modo totalmente sorprendente a salvare sia la madre che la sorellina più piccola dall’attacco di alcuni guerriglieri. Così piccolo eppure in grado di fronteggiare un pericolo evidentemente più grande di lui. Cosa significa questo?
In verità, Arthur Dalen aveva molte ragioni per essere inquieto. Persino un giovinetto come lui era consapevole di quanto oscuri fossero quei tempi di guerra e morte, in cui la vita di un uomo poteva mutare da un momento all’altro e quasi mai per il meglio. Molti dei suoi ricordi erano nebulosi: era piuttosto sicuro che la guerra non infuriasse durante la sua infanzia, ma che i fuochi della battaglia fossero divampati non appena il concetto stesso di guerra gli fu comprensibile.
Il bambino, con l’aiuto di una misteriosa e potente spada lasciatagli dal padre, riesce a salvare la sua famiglia e molti anni dopo, la sorte, con tutta la sua forza ed il suo impeto, torna a bussare alla sua porta, reclamando nuovamente il suo coraggio e la sua determinazione.
Arthur è un ragazzo che non sa ancora bene cosa fare della propria vita. Il romanzo oltre a rappresentare un piacevole e lodevole affresco storico, si presenta altresì come romanzo di formazione che vede l’avvicendarsi di scene che hanno come protagonista questo giovane personaggio, seguendolo in tutta la sua crescita e maturazione.
Avvolto in un panno leggero, giaceva un tesoro che Arthur credeva perduto e che riconobbe senza indugi: la spada di suo padre. L’arma era assai diversa da come la ricordava: la lama aveva perduto la sua affilatura, l’elsa era sporca di terra, fango e forse anche sangue rappreso, ma il danno più ingente riguardava una parte della guardia crociata che era stata tranciata di netto. Quelle erano le condizioni in cui la spada era tornata dal campo di battaglia, adagiata sul corpo inerte di suo padre, l’elsa posta tra le mani fredde e livide.
Inizialmente la sua figura appare piuttosto spaesata ed incapace di imporsi a livello di personalità e di carattere ma appena gli eventi cominciano a prendere la piega giusta, viene fuori immediatamente tutto l'irruenza e la furia di Arthur che desidera ardentemente diventare un cavaliere della Resistenza.
Lo stile dell’autrice è ricco di descrizioni, di momenti lunghi e sentiti nei quali riesce a rendere al lettore un mondo in tutta la sua completezza, nei suoi colori e nelle sue prospettive cangianti ed incandescenti. La penna è fluida, priva di errori, particolarmente matura, delicata e pregnante laddove la storia lo richiede.
I personaggi sono tanti, ognuno di essi vivido e reale, pieno di angolazioni caratteriali diverse e con un ruolo ben definito sia rispetto alla trama che alla figura di Arthur.
Oltre a lui, è bene evidenziare la riuscita nella creazione di altri tre personaggi da parte dell’autrice, fondamentali per l’evolversi della vicenda. La bellissima e letale Gwinneth, così bella eppure così terribile. Una giovane spadaccina dagli occhi verdi ed ammaliatori che trafigge il cuore di Arthur al primo sguardo. Il loro legame, all’inizio estremamente precario, si baserà su discussioni e su battute, su dispetti e recriminazioni, non tanto per lui quanto per il carattere piuttosto complicato della donna. Gwinneth è un personaggio davvero ben riuscito. Fin dai suoi primi movimenti e le sue prime apparizioni, così brava con la spada, così tagliente nell’uso della lingua e delle parole, così bella nella sua dannata freddezza, mi è apparsa molto affascinante. Una figura altera ed elegante nel suo imperturbabile distacco eppure così reale, pungente, piena di passione e di tormento.
Perché, dunque, li aveva seguiti? Cosa l’aveva spinto a un gesto che ora, a mente lucida, egli stesso era arrivato a giudicare sconsiderato? La risposta giunse, mista a un moto d’amarezza: li aveva seguiti, perché nei loro modi circospetti e nel formidabile talento con la spada della giovane donna aveva intravisto un altro mondo, fatto di avventura, eroismo ed eccitazione. Aveva immaginato se stesso in quel mondo, come seguitava a fare dall’età di dodici anni. Li aveva seguiti per sfuggire alla pesante monotonia di Rayden e ai toni grigi e spenti che lì il suo futuro avrebbe finito per assumere.
Con Arthur saranno davvero guai. Perché lui è attratto inesorabilmente da tutto ciò che lei rappresenta, sia interiormente che esteriormente. La trova bellissima e allo stesso tempo maledetta e seguire l’evolversi indisciplinato del loro rapporto, è un piacere per il lettore, incuriosito dallo scoprire come andrà realmente a finire tra loro.
Ma non c’è spazio solo per l’amore o per i sentimenti. Un posto importante, come da tradizione, lo ricopre la magia, con la dolcissima maga Maelin, che si preoccupa dei suoi amici e di mantenere l’equilibrio tra tutti i protagonisti di questa storia che sono davvero molto diversi tra loro. Infine Rayleigh, tutto muscoli e forza che dona un impatto certamente più fisico e ironico all’impianto narrativo. Il gioco tra i personaggi è realizzato alla perfezione. Ognuno di loro si mostra per le sue peculiarità, incastrandosi perfettamente con gli altri e creando una lettura avvincente e difficilmente noiosa o banale.
Ma non c’è spazio solo per l’amore o per i sentimenti. Un posto importante, come da tradizione, lo ricopre la magia, con la dolcissima maga Maelin, che si preoccupa dei suoi amici e di mantenere l’equilibrio tra tutti i protagonisti di questa storia che sono davvero molto diversi tra loro. Infine Rayleigh, tutto muscoli e forza che dona un impatto certamente più fisico e ironico all’impianto narrativo. Il gioco tra i personaggi è realizzato alla perfezione. Ognuno di loro si mostra per le sue peculiarità, incastrandosi perfettamente con gli altri e creando una lettura avvincente e difficilmente noiosa o banale.
Io voglio che le cose cambino.
Come ripeto sempre, la scelta di scrivere un fantasy dimostra coraggio e anche molta convinzione, perché a meno che l’autore non scriva una storia tanto per buttarla nella mischia, ma in quel caso il lettore lo percepisce appena lo legge, la genesi di un romanzo come questo non è semplice, anzi, esige preparazione, formazione, una conoscenza di base di autori che magari hanno fatto scuola riguardo questi generi narrativi e che devono essere presi come modello e come punto di partenza, usando poi, la propria creatività e originalità.
L’eredità della spada è pieno di combattimenti, di lotte con le spade, di sorrisi e di lacrime. Una storia a tutto tondo, in cui non manca davvero nulla. Di base si legge una passione che brucia, e che io ho avvertito sia nei personaggi ed in particolare in Arthur e Gwinneth, sia nella stessa autrice.
Come dire… ho avuto la sensazione che tutto ciò che abbia scritto, lo ha fatto con il cuore. E deve essere necessariamente così, perché per scrivere una storia simile, così complessa ma anche fruibile, semplice nei sentimenti, nei valori e nelle emozioni esposte, devi amare necessariamente quello che fai, altrimenti non scegli un genere che non è per niente auspicabile, sia per ragioni di vendita, sia perché è sostanzialmente più arduo da scrivere. Dunque passione e cuore per questa storia scritta bene e che è capace di regalare al lettore ancora un’altra visione di quel mondo fantasy che tanto amiamo perché ci fa andare lontano, molto lontano, così lontano da farci stare bene.
INTERVISTA
Salve Cristina, grazie di aver accettato questa intervista e benvenuta!
Cristina Azzali |
1 - Cosa significa per te scrivere e quando hai iniziato seriamente a farlo?
Ho sempre avuto la passione per la scrittura; fin da piccola amavo inventare storie, ma soprattutto personaggi. Scrivere era per me un passatempo, un modo per riempire le ore libere e dar sfogo alla fantasia. I generi variavano di frequente: ho scritto racconti umoristici, gialli, fan fiction, diari, e persino uno pseudo romanzo fantascientifico, ai tempi del liceo. Ad ogni modo, in tutti quegli anni la scrittura rimaneva, appunto, un gioco, affrontato con molto entusiasmo, ma scarsa professionalità. Intorno al 2010, ho iniziato ad avvertire la voglia di dedicarmi ad un progetto “serio”, di dar vita ad un romanzo che fosse effettivamente pubblicabile. Mi piace pensare che, in fondo, si trattasse solo di trovare la storia giusta da raccontare. “L'eredità della spada”, quindi, non è solo il mio primo romanzo edito, ma anche il primo completato.
Credo che la scrittura sia un incredibile mezzo d'espressione, che soddisfa un bisogno per me vitale; non sarei più me stessa se smettessi di dedicarmici.
2 - Cosa rappresenta per te questo romanzo? Perché lo hai scritto?
“L'eredità della spada” è prima di tutto la realizzazione di un sogno e la dimostrazione che il duro cammino compiuto per scriverlo e vederlo infine pubblicato non è stato tempo sprecato. Un percorso durato 5 anni e mai veramente terminato, dal momento che ora sono attivamente impegnata nella fase di promozione. A dirla tutta, però, ho un rapporto un po' complesso con questa mia opera prima: da un lato le sono profondamente legata e lo sarò per sempre; dall'altro, però, la guardo ora a distanza di qualche anno e noto alcuni piccoli difetti dovuti all'inesperienza. Dopotutto, si tratta del mio romanzo d'esordio e spero che i lettori capiranno; se non altro, posso garantire una maturazione dello stile per il secondo capitolo della serie.
Ho scritto questo libro per lo stesso motivo per cui ho già scritto un seguito e continuerò a scriverne in futuro: non per un ritorno economico o per ricevere lodi, bensì per far vivere sulla carta i personaggi che ho creato e condividerne le storie con i lettori.
3 – Se dovessi associare il tuo romanzo ad un colore e ad un odore, cosa sceglieresti?
La scelta del colore è facile, dal momento che ognuno dei miei libri è legato ad un preciso colore simbolico. Nel caso de “L'eredità della spada” si tratta del verde, un colore che rappresenta il contatto con la natura, con la terra, ma anche la perseveranza, la tenacia e la grandezza d'animo; tutte caratteristiche che ben si adattano al protagonista della storia.
Scegliere un odore è già più complicato e ammetto di non averci mai pensato prima d'ora. Credo che, data l'abbondanza di ambientazioni boschive e selvagge, il profumo pungente del muschio e della resina potrebbero fare al caso nostro.
4 – Qual è il messaggio o i messaggi contenuti nel tuo romanzo che i lettori dovrebbero cogliere?
“L'eredità della spada” è fondamentalmente un romanzo d'intrattenimento, pensato per appassionare i lettori e tenerli incollati fino all'ultima pagina. Tuttavia, ci sono molte tematiche importanti che possono essere colte ad una lettura più attenta, e altrettanti messaggi: il protagonista lotta per realizzare un sogno, l'ambizione di una vita, affrontando un ostacolo dopo l'altro, condizione in cui molti potranno riconoscersi (me compresa); questo può essere considerato il tema portante della trama, ma accanto a questo si trovano anche il rapporto tra maestro e allievo, l'amicizia, il superamento dei propri limiti e delle proprie paure, l'elaborazione del lutto, la spiritualità, e molto altro ancora. Credo che ognuno potrà cogliere sfumature differenti in base alle proprie esperienze personali.
5 – Chi è Cristina Azzali nella vita di tutti i giorni?
Una sognatrice che ama rifugiarsi nei mondi di fantasia per sfuggire alla monotonia e alle incombenze del mondo reale. Una nerd con la passione per la letteratura e la storia del cinema, che vive con tre gatti e lavora come commessa... almeno fino a quando non riuscirà a vivere di sola scrittura.
6 – Perché i lettori dovrebbero L’eredità della spada?
Come ho già detto, questo romanzo è pensato soprattutto per intrattenere e chi ama le storie avvincenti, con personaggi ben caratterizzati, che rimangono impressi nella memoria avrà pane per i suoi denti. È un fantasy medievale che può essere apprezzato anche dai non appassionati del genere, senza discriminanti di età o altro. Il primo capitolo di una storia che vi farà volare con la fantasia, trasportandovi in un mondo che non vorrete più abbandonare, questo ve lo garantisco.
Ciao Antonietta, la tua recensione mi ha trasmesso la stessa passione che ha trasmesso a te l'autrice attraverso la sua storia. Il fantasy è un genere che ho iniziato ad apprezzare da poco e l'ambientazione storica medievale mi ispira parecchio! Sicuramente ci farò un pensierino, l'autrice credo che meriti!
RispondiEliminaUn abbraccio grande grande :-*
Ciao Maria! E' un romanzo da cui traspare davvero tutto l'amore per questo mondo fantastico ed è evidente l'impegno e la cura per la scrittura e per la stesura della storia stessa. Mi è sembrato un punto fondamentale del testo, ecco perchè ho voluto evidenziarlo il più possibile. ^_^
EliminaSono felice che ti abbia trasmesso la passione che ha trasmesso a me!
Un abbraccio forte! :***