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martedì 4 ottobre 2016

Artorius di Pierluigi Curcio Recensione + Intervista

Buon martedì cari lettori! La recensione che vi propongo oggi riguarda un romanzo storico. Pierluigi Curcio nel suo Artorius, narra le vicende di re Artù ma non basandosi sulla storia che tutti conosciamo ma facendo riferimento alla storia romana e ad un personaggio realmente esistito. Dunque, bando alla fantasia e al mito, per leggere qualcosa di vero e sentito. Leggete anche l'intervista, davvero interessante!



Titolo: Artorius
Autore: Pierluigi Curcio
Editore: Selfpublishing
Genere: Romanzo storico
Pagine: 562
Prezzo: 19,00 - eBook 4,99
L'ascesa degli antonini e in particolar modo dell'imperatore Marco Aurelio, porterà a uno dei momenti di maggiore splendore dell'Impero Romano ed entrerà nella storia. In quegli stessi anni, un ufficiale di fanteria romana annienterà le migliori forze di cavalleria del tempo per divenire leggenda.


















Artorius è un romanzo al di sopra di qualsiasi leggenda e mito sulla figura di re Artù. Un libro che attinge certamente dalla fantasia e dall’immaginazione con la quale siamo stati abituati a pensare a questo personaggio tanto amato, ma si concentra fondamentalmente sull’aspetto reale, quello vero, che parla della Storia direttamente dalla Storia stessa.

E’ possibile che re Artù sia realmente esistito e la sua figura coinciderebbe con Lucio Artorio Casto, un generale romano che visse realmente e le cui gesta e soprattutto la personalità ed il carattere, i personaggi incontrati e i luoghi frequentati, coincidevano con quello che sappiamo di Artù.

Questo significa che dopo tante leggende e una bella dose di fantasia, l’autore, questa volta, si concentra esclusivamente su quei fatti che possono essere considerati realmente accaduti e che comprendono scenari di ogni sorta.
Lucio nasce in condizioni a dir poco sfavorevoli.
  La rabbia gli distorse i lineamenti.«Forse quel bambino è speciale!» continuò lei imperterrita «Forse gode della protezione diretta di un Dio. Non puoi ritenerlo colpevole, sarebbero morti entrambi e lo sai. »
La sua venuta al mondo coincide con la morte terribile della madre e nello stesso momento si scatena su di lui, l’odio e l’ira del fratello e del padre che lo considerano colpevole di quella morte straziante. In realtà le condizioni in cui avviene il parto sono alquanto strane e coinvolgono un personaggio inquietante e misterioso che poi il lettore incontrerà in seguito e che avrà un ruolo fondamentale nell’ascesa di Lucio.
Il padre tutelava solo gli interessi del primogenito e non si era fatto scrupolo nell’avallare una decisione che equivaleva quasi a una sentenza di morte.
All’età di sedici anni, il padre decide che il giovane uomo è pronto per partire, allontanarsi dalla sua famiglia e dalla sua casa per intraprendere la carriera militare. In altre parole è da questo momento in poi che il carattere di Lucio inizia a formarsi. La sua tempra sarà molto forte, quella di un combattente, di un vero guerriero ligio al dovere e all’onestà.

I suoi viaggi saranno numerosi quanto i personaggi che incontrerà sul proprio cammino, ognuno di essi in grado di donargli qualcosa.
Ma chi gli donerà più di tutto? Naturalmente una donna, di nome Morana.
Figlia di Uther Pendragon, nemico di Roma ma capace di amare e di accettare Lucio nel proprio popolo come se fosse suo figlio, gli concederà anche la cosa più preziosa della sua esistenza: la donna che rappresenta la sua stessa carne ed il suo stesso sangue.
E infatti, il tuo ruolo ti soldato t’impone l’obbedienza. Nient’altro. Dovrai entrare nelle grazie del Pendragon e assorbire quanto più puoi sul suo popolo. Sei l’unico che sia riuscito ad avvicinarlo senza conseguenze. Dobbiamo capire se sarà possibile averli come alleati o considerarli nemici. Nel qual caso pretendo di conoscerne ogni punto debole per quando gli imperatori verranno e, per quel giorno, voglio che la vittoria sia già nostra. Sarai esentato da ogni servizio per avere maggior libertà di azione. Da adesso non dovrai rispondere a nessun altro se non a me e a Dubricius» indicò l’uomo con un cenno.
Amicizia, amore, passione, tradimento, inganni, lotte, guerre, vendette, tutti elementi che fanno parte di un romanzo scritto alla perfezione e che non ha nulla da invidiare ai romanzi storici molto più conosciuti ed apprezzati.

Pierluigi Curcio dimostra grande preparazione, studi approfonditi ed una passione ed una dedizione per l’argomento trattato che rendono la narrazione speciale agli occhi del lettore, una storia capace di dare molto di più di quanto già si sappia.

Lo stile è curato, adatto alla storicità affrontata, con parole certamente non comuni ma in perfetta sintonia con l’epoca e le ambientazioni.
Un universo privilegiato in cui il lettore ha la possibilità di guardare da una prospettiva diversa, estremamente concentrata sulla storia romana.
Le atmosfere sono coinvolgenti, pregne di sangue e di speranza. L’aria che si respira è quella dei grandi romanzi, dove il fervore, la rabbia, i grandi valori ancora fanno battere il cuore e le membra.
«Sei venuto per me.»«Sì...»Il bacio nacque spontaneo, leggero, poi semprepiù appassionato. Lucio, impacciato, le carezzò le gote.    «Ti amo, piccola selvaggia.»Morana non capì pienamente la frase, ma la dolcezza con cui la pronunciò la fece sciogliere completamente nell’abbraccio.
Lucio avrà molte donne nella sua vita, avrà anche una moglie, sposata per dovere ma il suo cuore apparterrà per sempre ad una sola donna: Morana.
L’autore si sofferma poco sulle scene d’amore ma l’intensità di alcune parole salta subito agli occhi e all’anima, permettendo a chi legge di intuire anche con poche righe la grandezza del sentimento che unisce i personaggi.

E’ vero che per descrivere le emozioni non servono molte parole e neanche tanta enfasi, basta poco, basta avere il dono di scegliere quelle giuste con le quali accarezzare le sensazioni di chi legge.
L’autore ci riesce molto bene, trasmettendo esattamente il tipo di passione che intercorre tra Lucio e Morana ma anche il forte senso del dovere dell’uomo, l’amore sconfinato di lei e i valori di coraggio, determinazione, fiducia e rispetto che popolano l’intera storia.
Il nuovo incarico sarebbe servito a combattere il nemico. Nemico: aveva mangiato, dormito con quella gente. Amava una donna di quella gente, eppure il senso dell’onore lo teneva prigioniero dell’uniforme che indossava.Uther gli aveva proposto una nuova vita, lo considerava come un figlio ed era disposto a dargli in moglie Morana, ma pur con la morte nell’anima, non aveva potuto accettare.
Artorius è un romanzo consistente ma estremamente intelligente e ben scritto. Un mito che abbandona per un attimo, anche se non del tutto, fantasia e magia, per concentrarsi sulla carne e sul sangue, sulla sofferenza, sul diniego, sull’ascesa di un personaggio così tanto amato da rischiare di confondere il vero dal falso.

Tutti coloro che hanno voglia di scoprire la verità e che sono un po’ stanchi sempre delle stesse storie su re Artù e mago Merlino, devono assolutamente leggere questa storia, capace di regalare un punto di vista inaspettato e piacevoli scoperte. Anche chi non ama in modo particolare i romanzi storici può trovare interessante questa lettura che trasporta con cognizione e bellezza in un mondo molto lontano ma affascinante, un mondo che ci appartiene perché è da lì che tutti veniamo: il mondo della nostra Storia.




Salve Pierluigi, grazie di aver accettato questa intervista e benvenuto!

Grazie a lei per l’opportunità che mi ha concesso.

1 - Cosa significa per lei scrivere e quando ha iniziato seriamente a farlo?

Sembra semplice come domanda, ma non lo è affatto. Scrivere per me è stato prima di tutto un espediente per riempire dei vuoti. Vuoti affettivi del tipo: moglie, figli, una famiglia. C’è chi direbbe che sono fortunato e magari ancora giovane per realizzarmi su quel piano, ma non si può forzare la mano al destino e quel che ha in serbo per il futuro. Nel frattempo colmo i vuoti, ma la scrittura è ormai non solo una forma di realizzazione personale, col passare degli anni è diventata una necessità. Un istinto naturale.

2 - Cosa rappresenta per lei questo romanzo? Perché lo ha scritto?

Rappresenta una forma di riscatto. Mio padre non ha mai conosciuto il mio amore per la scrittura e non sono sicuro di quanto mi stimasse. Aveva le sue ragioni. So però che sarebbe stato orgoglioso dei risultati che “Artorius” è riuscito a raggiungere e sono io a ringraziarlo per avermi trasmesso la sua passione per la lettura e la scrittura.

L’ho scritto perché “ispirato” se è così che vogliamo giustificare questa pseudo forma di pazzia. Una storia nasce dal profondo, senza un motivo razionale. Va approfondita, studiata, ma l’impulso deve nascere da dentro.
Non riesco a lavorare a tavolino e spesso sono gli stessi personaggi a condurmi attraverso gli eventi, senza che io abbia programmato un determinato episodio. Sotto un certo aspetto, come “metodica” è anche più divertente.

3 – Perché il genere Storico? Cosa l’affascina di questo tipo di narrazione?

Sono me stesso. Tutto qui. Ho scritto di paranormale, horror, western, raccontini di una paginetta dedicati all’universo femminile, ma solo con lo storico riesco a esprimermi al meglio. Ho spaziato fino a oggi tra il secondo e il quinto secolo d. C. e, se dovessi scegliere un periodo in cui catapultarmi per un prossimo romanzo, non saprei proprio orientarmi. Non ancora.
Sto lavorando attualmente a una nuova storia ambientata ai tempi dell’imperatore Marco Aurelio e, nell’immediato futuro, vorrei terminare la “saga” dei Pendragon che se ha visto in “Artorius” e in “La stirpe dei re” un inizio e un prosieguo, necessita di un terzo titolo conclusivo.

4 - Qual è il personaggio che ama di più del suo romanzo e quello che proprio non sopporta?

Dubricius. È lui il cardine di tutto. Un romantico idealista in eterna lotta per la realizzazione di un sogno, ma non c’è nessuno che sia arrivato a detestare. La vita è una scelta e ognuno compie le sue, nel bene come nel male. Lo stesso Artorius potrebbe essere da biasimare sotto alcuni punti di vista…

5 – Che tipo di studi ci sono dietro la stesura del suo romanzo e quanto impegno e tempo ha impiegato per realizzarlo?

Tre anni di lavoro, forse anche più. Non ho mai smesso di revisionarlo dopo ogni stesura.
Ho seguito le ricerche e i consigli della dott.ssa Linda A. Malcor che mi ha onorato nello scrivere la prefazione. Ho approfondito la storia romana del II sec. d. C. attraverso le parole di due storici del tempo: Dione Cassio e Cassiodoro. Studiato usi e costumi dell’epoca… dagli aspetti culinari alla celebrazione di un matrimonio o un funerale.
Per l’organizzazione della legione e alcune tecniche di combattimento, fondamentali sono stati i suggerimenti di un caro amico a cui devo ancora un paio di birre: Ferdinando Menconi.

6 – Se il suo romanzo dovesse diventare un film, quali attori sceglierebbe per interpretare i ruoli dei protagonisti?

Confermerei Clive Owen nella parte di Artorius, lo ha già interpretato sotto la guida di Antoine Fuqua nel 2004 ed era perfetto (in realtà si parla di un suo discendente). Mel Gibson sarebbe un perfetto Dubricius: un celta. Un druido.
La parte di Morana andrebbe a Julia Roberts e Gwynewyar potrebbe essere magistralmente interpretata da Angelina Jolie.

7 - Chi è Pierluigi Curcio nella vita di tutti i giorni?

Un figlio. Un lavoratore, perché di scrittura non si vive. Un ragazzino un po’ attempato a cui piace viaggiare perdendosi tra castelli e vecchie rovine accompagnato dalla sua inseparabile reflex.

8 –Quali emozioni prova mentre scrive?

Partecipo intensamente alla vita di ogni personaggio, quindi, qualsiasi sentimento da loro vissuto è mio. Scriverne non è facile soprattutto quando qualcuno deve sparire di scena e non per propria scelta.
Ho letto Artorius infinite volte e non ce ne è stata una in cui non mi sia commosso.

9 – Di che colore è il suo romanzo e se dovesse associarlo ad un odore, quale sarebbe?

Il rosso lo permea dal principio alla fine.
Rosso come la passione tra Artorius e Morana.
Rosso come il sangue dei Britanni versato al servizio di un sogno.
Rosso come il cuore di Mordred nel momento dell’addio.

L'odore sarebbe menta selvatica, odore di foresta e muschio e pioggia.

10 – Perché i lettori dovrebbero leggere Artorius?

Perché è uno di noi. Un uomo che sbaglia, cade e si rialza e cade ancora. Lo contraddistinguono l’amore per la propria famiglia e il senso del dovere nei confronti della patria.

11 – Le chiedo di lasciarci con una citazione tratta dal suo romanzo che vuole leggano i lettori.

«È andato in cerca di mia figlia.»
«Glielo hai permesso.» La sua era più un’affermazione che una domanda.
«Ha preso con sé l’uomo che parla con gli Déi.»
«Credi che le troveranno?»
«Non lo so. Questa non è una favola e non ci sono fonti magiche o spade nella roccia qui.»
«Mi piacciono quelle storie» disse Bedwyr, quasi in tono di scusa.
«Piacciono anche a me, ma ci credi?»
«Credo solo nella forza del mio braccio e in te Uther, lo sai.»
«Lo so amico mio, lo so.»


10 commenti:

  1. Ciao Antonietta, un'altra bellissima recensione della serie: "Colpita e affondata", perché sebbene non abbia letto molti romanzi storici, mi affascinano queste storie, questi personaggi misteriosi, tutti da scoprire, ad esempio ho letto delle biografie e autobiografie, e adesso quella che mi viene in mente è Mafalda di Savoia, che ho amato moltissimo, è bellissima, così come il film che ne hanno fatto. ^_____^
    Un abbraccio!! <3<3<3

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    1. Ciao Federica, i romanzi storici non sono facili, nel senso che bisogna sicuramente amarli per affrontare la lettura. Artorius è molto particolare perchè abbraccia una figura molto amata, osservandola e raccontandola da un punto di vista diverso rispetto a quello a cui siamo abituati.
      Un abbraccio! <3<3<3

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  2. Ciao Antonietta :-* Dopo il thriller, l'altro mio genere preferito è proprio il romanzo storico (anche i saggi) e la figura di re Artù la a-d-o-r-o, ho letto molto a riguardo e sapevo anche che poteva essere realmente esistita, proprio in epoca romana..
    E appena ho visto il tuo post nella home di blogger mi sono emozionata ^_^ sembra che scrivi i post apposta per me, perché 9 volte su 10 i libri da te recensiti rispecchiano i miei gusti :)
    Bella anche l'intervista all'autore, complimenti <3 <3
    Inutile dirti che questo libro l'ho appena segnato in wishlist :)
    Un bacioneee :-*

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    1. Ciao Maria, ma com'è questa storia?! Anche io la maggior parte delle volte penso la stessa cosa quando leggo le tue recensioni. Di solito sono sempre libri che mi incuriosiscono e attraverso le tue parole trovo conferma o in un senso o nell'altro.
      E' proprio una bellissima coincidenza che tu adori re Artù perchè questo romanzo lo affronta in un modo completamente diverso, molto realistico ma allo stesso tempo non manca un pizzico di leggenda e di magia... che rendono così affascinante questa figura ed il suo mondo.
      Grazie di cuore per le tue parole.
      Un abbraccio! <3

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  3. Ciao:) Un po' mi ricorda il film con Keira Knightley (ovviamente non ricordo il titolo), ma solo nell'impostazione: la storia di Artù tra i Romani. In ogni caso, non è molto il mio genere, anche se questo non sembra male:)

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    1. Ciao Virginia, sì, ho visto il film che hai citato e anche l'autore nell'intervista fa riferimento a quella versione in risposta ad una mia domanda su una eventuale trasposizione cinematografica. ^__^

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  4. Già letto e apprezzato questo romanzo. Artù è un personaggio affascinante, che sia trattato con "verosimiglianza" o sconfinando nel fantasy. Purtroppo in Italia non c'è molta attenzione per questo tipo di storie, ed è un peccato perchè autori come Curcio meriterebbero più risonanza.
    Molto bella anche l'intervista, la domanda sul colore l'ho trovata davvero originale.

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    1. Ciao Ery, ti ringrazio per aver lasciato le tue impressioni. Sono perfettamente d'accordo con te in tutto. E' un romanzo che merita come merita l'autore.

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  5. Che affascinante proposta di lettura gemellina, il romanzo storico è uno dei miei preferiti e Artù mi ha sempre incuriosita, wow che bel libro, me lo segno sperando di riuscire a recuperarli tutti gli infiniti libri dell'infinita wl lo spero <3

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    1. Ciao dolce Ely, sono felice che ti abbia colpito e che tu consideri questo romanzo una lettura affascinante. Lo considero anche io così per la figura di cui racconta e ancora di più dopo averlo letto. ^__^

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