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martedì 20 ottobre 2020

Recensione: I CENTO COLORI DEL BLU di Amy Harmon

Buongiorno! Oggi vi parlo di un romanzo un po' vecchio che volevo leggere da un po'. Ne avevo sempre sentito parlare bene e forse ho aspettato inutilmente perchè la lettura non si è rivelata come mi aspettavo. I cento colori del blu di Amy Harmon è stata una lettura interessante per un motivo, ma poco incisiva per tutto il resto.


i cento colori del blu

di Amy Harmon
Editore: Newton Compton
Pagine: 384
GENERE: Romance
Prezzo: 2,99€ - 5,90
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2014
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟

Trama:
Tutti a scuola conoscono Blue Echohawk. Abbandonata da sua madre quando aveva solo due anni, Blue non sa se quello sia il suo vero nome né quando sia davvero il suo compleanno. Ma ha imparato a fuggire il dolore con atteggiamenti da ribelle: indossa sempre vestiti attillatissimi e un trucco pesante. E soprattutto il sesso è il suo rifugio, un gioco per dimenticare tutto, per mettere sotto chiave le sue emozioni. A scuola poi è un caso disperato. Eppure il suo nuovo insegnante di storia, il giovane Darcy Wilson, non la pensa così: Darcy crede in lei, e sa che Blue ha bisogno di capire chi sia prima di trovare un posto nel mondo. E così la sprona a guardarsi dentro e a ripercorrere il passato, a scrivere la sua storia, a dar voce alle sue emozioni. Tra i due nasce una grande amicizia, e forse, a poco a poco, qualcosa di più: un sentimento forte, travolgente, a cui ciascuno dei due tenta in tutti i modi di resistere…

RECENSIONE

I cento colori del blu è un romanzo che mi ha lasciato alquanto perplessa. È una storia molto amata in cui io non sono riuscita a trovarvi nulla di indimenticabile o di così straordinario. 
La protagonista, Blue, è una ragazza che vive con la zia e che non sa chi sia sua madre, poiché è stata abbandonata quando era piccola e poi cresciuta da un uomo che lei ha sempre considerato come un padre, ma che in realtà non è il suo vero genitore. 
Per essere un romanzo rosa, inizia in modo piuttosto diverso dal solito, e questo aspetto mi ha convinto a leggerlo. Infatti, i primi capitoli si incentrano sull’infanzia di Blue e su uno strano omicidio che evidentemente va ricollegato proprio alla madre. Non ci è detto nulla ed è impossibile capire che cosa sia successo dalla prime pagine, infatti, si dovrà aspettare la fine del libro per avere un quadro completo dell’intera situazione. – È inutile cercare di scappare dal proprio passato. Non possiamo gettarlo via o fingere che non sia mai esistito.

In ogni caso, la vita di Blue è apparentemente felice grazie anche all’uomo che l’ha cresciuta. Nonostante questo è una ragazza molto particolare, si veste in modo appariscente e si trucca evidenziando oltremodo la sua bellezza per attirare gli occhi della gente e per sentirsi considerata da parte dei ragazzi. Non aspettatevi una verginella ingenua e priva di esperienza, la nostra Blue è dotata di un carattere molto forte, sa quello che vuole e non ha paura di chiederlo. Così, quando a scuola incontra il nuovo professore di Storia, le cose si complicano in modo esponenziale. 

Potrai anche non essere un'opera d'arte, 
ma sei un'opera.

Inizialmente nessuno dei due prova attrazione per l’altro. I loro discorsi sono caratterizzati da vari battibecchi, battutine allusive e, soprattutto Blue, non ha nessuna intenzione di permettere al professore di conoscere la sua vita e il suo passato. Il giovane, d’altro canto, ama il proprio lavoro, ama conquistare i propri studenti e conoscerli uno per uno, dimostrando una grande empatia e comprensione. Nei confronti di Blue, sin da subito, prova un interesse che va oltre il suo lavoro. Riconosce in lei un’anima solitaria e speciale. 

Infatti la protagonista esprime le proprie emozioni e il mondo di sentimenti che di solito tiene chiuso dentro di sé, attraverso la scultura. La sua è un’anima artistica, delicata e fragile, ma soprattutto sfuggente. Lei fugge i vari tentativi di Wilson di conoscerla più a fondo e soprattutto il suo desiderio di aiutarla. I due cominciano lentamente ad avvicinarsi e il loro legame si trasforma, non senza qualche difficoltà, in una profonda amicizia. Intanto lei frequenta altri ragazzi e rimarrà persino incinta, mentre lui avrà una relazione con una donna che però non ama. 

Tra vari eventi che mettono a dura prova la loro vita e il loro rapporto, l’affetto tra Blue e Wilson si trasformerà in qualcosa di più soltanto quando entrambi saranno veramente disposti ad ammettere i loro veri sentimenti. In varie occasioni tenteranno di farsi del male pur di restare lontani, ma si sa, l’amore è più forte di qualsiasi ostacolo e così sarà anche per loro. 

Perchè dolore e amore erano così strettamente uniti che sembrava impossibile vivere l'uno senza l'altro.

È una storia molto romantica. Di quel romanticismo che potrei definire di altri tempi. La psicologia dei personaggi è ben definita, soprattutto nel caso di Blue, anche se manca la controparte maschile, un po’ meno approfondita e quindi, secondo me, meno coinvolgente. Certo, Wilson è un uomo che sa quello che vuole, o almeno, che sa prenderselo quando è il momento. È sempre presente per Blue e si comporta da vero amico, aiutandola persino quando arriva il momento di cercare la verità sulla propria madre. 

Insomma, non è un romanzetto rosa qualunque. C’è una storia consistente alla base che a volte sembra prendere il sopravvento sul legame che si è venuto a creare tra i due protagonisti. Questo andrebbe anche bene, se però alla base questo rapporto fosse costruito in modo da risultare indimenticabile. Per me non è stato così. Non ho amato Blue né tantomeno Wilson. Non ho sofferto per loro, né ho compreso le loro ragioni. In altre parole non sono entrata in sintonia con questi personaggi, restando al margine. Una pecca molto grave dal mio punto di vista che ha reso questo romanzo una storia che non mi ha dato più di tanto. 

Il rimpianto è il retrogusto della vita. Qualsiasi decisione tu prenda, ti chiederai se non avresti dovuto fare in altro modo.

Ci sono scene commoventi che hanno catturato la mia attenzione e le mie emozioni, ma si possono contare sulle dita di una mano. Per il resto, l’ho letto senza alcun coinvolgimento. Credo che questo sentimento non abbia né la forza né la potenza necessari per graffiare il cuore di chi legge; magari anche per volontà dell’autrice, manca di pathos, di vera passione. – Non puoi controllare chi ti ama, non puoi decidere quanto lasciarti amare proprio come non puoi decidere di farti amare da qualcuno.
Quando Blue e Wilson decidono di dichiararsi senza più fingere di essere solo amici, sembra quasi che la loro decisione sia soltanto una conseguenza logica del percorso fatto fino a quel momento. Non c’è l’esplosione, né la rottura tipica di questi momenti che conducono all’exploit finale. C’è soltanto un raccontarsi quasi come se fosse dovuto che provoca una forzatura innaturale. 

I cento colori del blu è un romanzo interessante ma che non esplode, trattenendo un potenziale che rimane soltanto una promessa. Insomma, un’aspettativa alta, la mia, tradita da diversi cliché e da una storia un po’ troppo casta sotto tutti i punti di vista.

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