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giovedì 4 dicembre 2014

La setta delle tre erre di Stefano Uggè Recensione

Buon pomeriggio cari lettori! Dopo quasi una settimana, eccomi tornata con una nuova recensione di un romanzo che mi è piaciuto molto e che già come genere narrativo, rientrava perfettamente nelle mie preferenze. La setta delle tre erre di Stefano Uggè è un romanzo che racconta una vicenda soprannaturale, di magia e di morte, senza distaccarsi dalle atmosfere tipiche del thriller e del noir. 
Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate!





Titolo: La setta delle tre erre
Autore: Stefano Uggè
Editore: Linee Infinite
Pubblicazione: 2016
Genere: Thriller/Noir
Pagine: 474
Prezzo: 15,00 euro



TRAMA


Romanzo Noir in eccellenza, ambientato in Piemonte, fra le varie bellezze misteriose della Città di Torino, con i suoi dintorni, molto affascinante ma… magicamente nera. Sandro e Katy, i primi protagonisti, due giovani rappresentanti si incontrano a Torino e, rapidamente, vengono catapultati in un vortice di eventi provocati da Vincenzo, un uomo malvagio e potente, capo supremo di una setta satanica che svolge i suoi macabri rituali nei sotterranei del Tempio della Gran Madre di Dio. Lo scrittore presenta nel romanzo una sequenza di scenari e situazioni molto particolari, tra il reale ed il surreale, il Noir ed il Thriller, la fantasia e la realtà si intrecciano in modo fluido al punto di rendere l’opera mai noiosa al lettore. Si presenta leggibile e comprensibile ad una fascia di lettori dall’adolescenza in poi, ben definito nelle parti ambientali, fluido e scorrevole nella sintassi grammaticale.


BIOGRAFIA

Stefano Uggè nasce a Lodi il 15 giugno 1974. Sin dalle scuole medie mostra di avere grande fantasia e si cimenta con i propri compagni di classe a scrivere piccole parodie di film o di canzoni, per puro divertimento. Nel tempo libero legge i racconti di E.A. Poe e qualche libro di fantascienza. Attorno ai 18 anni scopre la passione per Stephen King, ma distratto dai divertimenti adolescenziali (playstation, amici, calcio…) accantona il piacere di scrivere. Nell’estate del 2006 divora “ON WRITING”, l’autobiografia di S. King. Grazie a quel libro, infatti, si riaccende in lui qualcosa che forse non si era mai del tutto spento, ma era stato solo accantonato in un angolo remoto della sua personalità. Un po’ per gioco e un po’ per sfida personale, scrive il suo primo racconto : “IL CASTELLO” che viene incluso nell’antologia del Premio Logos II edizione, come uno dei migliori racconti del concorso letterario. Successivamente scrive altri racconti che pubblica sul web: “IL TAGLIO PERFETTO”, “GALLERIE”, “LA FERITA”. Nel 2014 pubblica il suo primo romanzo, edito da “CAVINATO EDITORE INTERNATIONAL” intitolato “LA SETTA DELLE TRE ERRE”, e la raccolta Noir “POCHE STORIE”.



L’inizio di questo romanzo è eccezionalmente misterioso. Ci troviamo di fronte ad una storia che parla del Male, di cose cattive e sbagliate, ed è immediato il coinvolgimento in un clima carico di tensione e di inquietudine, respirandolo fin dalle prime pagine. 
La capitale di tutto il segreto e l’indomito e perverso mondo della magia è Torino, conosciuta come vertice unico di due triangoli magici. Vertice Bianco, insieme a Praga e Lione e Vertice Nero, insieme a Londra e San Francisco. L’ambientazione dunque, non lascia possibilità di fraintendimento: ci troviamo nel bel mezzo di un’atmosfera esoterica molto forte, che non fa assolutamente nulla per nascondere la sua potenza. 

Una voce narrante esterna ci racconta le azioni di quello che apparentemente sembra il protagonista di nome Sandro e lentamente fanno il loro ingresso gli altri personaggi, la cui consistenza e identità, almeno per il momento, non riesce minimamente ad intaccare l’attenzione del lettore, completamente catturata dalla descrizione della città, unica e grande padrona della scena. L’aria che si respira, rigo dopo rigo, è densa e cupa. Sembra quasi che dietro ad ogni frase, precisa, chiara ed efficace, ci sia un avvertimento nei confronti di chi legge, mettendolo in guardia di fronte ad una storia che può turbare per molti motivi e dunque suggerire a chi vuole fermarsi, di farlo adesso, perchè dopo sarà difficile tornare indietro. 

Il linguaggio è scorrevole, privo di errori, capace di accompagnare la descrizione dei fatti senza alcuna falla nel sistema narrativo, creando un intreccio in cui storia e leggenda si mescolano, rendendo l’atmosfera o tremendamente affascinante o irrimediabilmente inquietante. A poche pagine dall’inizio siamo già con i piedi immersi nel terreno macabro e nero del romanzo, a tu per tu con l’orrore ed il terrore del sangue e della morte, a cavallo tra realtà ed illusione. I personaggi appaiono come marionette che agiscono in nome di forze molto più potenti di qualsiasi controllo. Le descrizioni dei momenti più terribili sono fatte con dovizia di particolari e con precisione tanto da apparire come vere e proprie scene cinematografiche. 

“Serrò gli occhi e urlò dalla disperazione, sperando in qualche modo di scacciare l’orrore che stava vivendo. Il getto d’acqua aumentò e in breve tempo si trovò avvolto in una leggera nebbiolina, vestita con classe dei colori dell’inferno.” 

Un incubo così reale da avere fattezze terribilmente umane. Descritto così bene da terrorizzarti, a tal punto da vederlo diventare carne ed ossa davanti ai tuoi occhi. Peccato che di carne umana ne sia rimasta poca e ci sia soltanto un ammasso informe fatto di macabro e di perversione. Per stomachi forti. Per quelli amanti del brivido e del respiro mancato, della suspense e dell’ansia che maledettamente cresce. 

La storia è ambientata in un futuristico ma neanche tanto lontano 2020 ma più che il momento attuale, gran parte del romanzo è incentrato su una serie molto lunga di flashback che riguardano la vita di Sandro e di altri attori che attraversano un arco temporale molto grande, risalente fino agli anni novanta. L’evento più importante, dal quale sembra essersi scatenata ogni cosa è la morte di Linda, moglie di Sandro, avvenuta per un incidente stradale che sembra aver provocato proprio lui. Da allora l’uomo si sente colpevole di aver ucciso la donna da lui amata e pensa addirittura al suicidio fino a quando, non scopre che l’auto della moglie fu probabilmente sabotata. 

Eventi strani ed inspiegabili si accodano a racconti di vite complicate ed irrisolte che contribuiscono ad infittire la trama di scoperte sconvolgenti e di un omicidio apparentemente irrisolvibile. Ogni capitolo non si conclude mai banalmente ma lasciando sempre qualcosa di importante in sospeso, che se per un verso chiude il fatto precedentemente narrato, spiegandolo in parte, dall’altro, apre subito un nuovo scenario, che attende intrepido di essere seguito. Non c’è tempo di concentrarsi su un personaggio e sulle sue vicissitudini che immediatamente l’autore ci chiede si spostare la nostra attenzione su una nuova scena e su nuovi fatti. 

Non tarda a fare la sua apparizione anche la magia nera, nella sua veste suprema ed efferata: il Gran Sovrano, capo indiscusso della Setta delle tre erre che si nasconde nei sotterranei della chiesa della Grande Madre. Una miriade di personaggi sono coinvolti nella storia ma tutto mi sarei aspettata tranne che Sandro, quello che credevo il protagonista, non avesse neanche il tempo di agire, e diventasse subito vittima di qualcosa di incredibilmente malvagio e potente. Un colpo di scena ben assestato mette in evidenza l’intelligenza e l’arguzia dell’autore, che dispensa con bravura gli elementi in grado di complicare la trama senza appesantirla. 

Ma ora dimenticatevi per un po’ di Sandro, perché colui che catturerà tutta la vostra curiosità è un personaggio che non vi aspettate, uno che ne ha combinate tante, di cui difficilmente dimenticherete il nome fino alla fine. Un pazzo senza alcun appiglio di formale ragione, di cui l’autore ci descrive con minuzia di particolari la vita difficile e gli altrettanto complicati processi mentali che hanno contribuito a rendere ancora più oscura un’aurea maligna all’interno di una coscienza già lungamente provata. Vincenzo Rizzo è un anonimo infermiere, premuroso e disponibile fino a quando nella sua testa si risveglia il verme malato della perversione, e corrode fino all’osso il poco di ragione che ancora teneva un piedi un uomo che con l’odio e la rabbia verso il mondo nutre il suo istinto malato, marcito da un’infanzia di violenza e di abbandono che ha reso il suo equilibrio un costante abisso di miserie e devastazione. L’autore ci descrive meticolosamente ciò che avviene nella mente criminale, ci racconta di un fuoco che arde e che riesce a spegnersi solo dopo aver commesso un crimine, eppure all’inizio l’uomo prova ancora un po’ di vergogna fino a quando la parte bestiale non prende totalmente il sopravvento e la mutazione verso il male giunge al suo ultimo stadio. 

L’elemento soprannaturale che all’inizio del romanzo aleggiava turbando l’aria, si manifesta sempre più insistentemente, accalorando l’atmosfera di una strana presenza che è molto più di qualsiasi manifestazione umana. Lo stesso Vincenzo, si rivelerà il capo supremo di quel male che inonda le strade e le vite inconsapevoli di tutti coloro che nel silenzio condividono il grande segreto di un esperimento mai realizzato prima. La storia di quest’uomo è fatta di rabbia e di vendetta ma è soprattutto una storia d’amore, di un amore mancato che si trasforma in qualcosa di macabro e di malvagio e laddove non può esistere come atto di benevolenza, diventa sfogo di tutto l’orrore del mondo. Un filo invisibile collega Sandro a Vincenzo, attraverso la figura soltanto accennata di Linda e del figlio che silenziosamente portava in grembo proprio quando è morta. Ma è morta davvero? 

E se da quel gioco perverso che si colora delle tinte innominabili della maledizione e del sacrilegio, nascesse un essere talmente immondo da essere paragonato al più infernale dei demoni che presiedono l’inferno: Marbas. Ma qui, dentro questa terribile storia, egli è soltanto un ragazzo che cresce in modo terribile, come fosse un guerriero armato dall’arte militare e dalla magia nera di colui che se ne prende cura fino a renderlo un temibile assassino senza alcuna speranza di redenzione. Una macchina di distruzione e di devastazione, incapace di provare qualsiasi pietà. 

“Il suo potere era così devastante che emanava una carica molto forte, una specie di magnetismo, il quale riusciva ad essere individuato da quell’apparecchio di nuova generazione, ma era invisibile all’occhio umano.” 

La trama è abilmente costruita ad incastro. All’inizio ci si può sentire spaesati e confusi perché appaiono personaggi da ogni dove ma senza mai perdere la curiosità di scoprire cosa ancora non è stato detto, ci inoltriamo in un procedimento a ritroso nel tempo che sappiamo, prima o poi, ci condurrà alla verità. 

Torino è un simbolo, una leggenda dal punto di vista esoterico e nonostante all’inizio la storia possa apparire banale, è il modo in cui l’autore decide di raccontarla, ad avermi conquistata. Ogni volta che leggevo di una rivelazione ne rimanevo piacevolmente colpita perché l’autore riesce molto bene a presentare una storia e poi a non lasciarla cadere nello scontato ma ad incastrare perfettamente i tasselli che la compongono senza mai permettere al lettore di distrarsi. E uno dei tocchi narrativi che ho apprezzato di più è stato proprio l’introduzione di Marbas, un personaggio molto particolare, che non puoi fingere di non vedere. Il suo cervello agisce solo in nome dei criteri che gli hanno insegnato, senza alcun valore per i sentimenti. Il suo cuore è un giocattolo rotto, che qualcuno, senza neanche chiedergli il permesso, ha buttato. 

Marbas nella Demonologia, la scienza che studia i demoni, è un demone diurno, un Presidente che governa 36 legioni di spiriti. Ci si chiede per quale motivo l’autore abbia addirittura scomodato un’entità tanto potente, donandogli il nome di un suo personaggio. Non attenderete molto per ottenere la risposta. Intanto sappiate che anche per lui, come per tutti gli altri, c’è una profonda introspezione psicologica, attraverso cui il padre di questo romanzo, dimostra di aver dedicato intere pagine per spiegarci cosa i suoi personaggi pensano e i motivi delle loro azioni. Entrare in una mente criminale può risultare affascinante soprattutto quando si scopre che c’è sempre un motivo per qualsiasi decisione. 
Ed è così che Marbas nasce incarnando l’incrocio tra la vita umana e quella ultraterrena, tra la normalità e la più cupa follia, diventando egli stesso, a sua insaputa, contenitore della malvagità più inammissibile e nello stesso tempo di una latente benevolenza che lo lega inesorabilmente ad un personaggio che non dobbiamo dimenticare: Sandro. 

Marbas è un giovane nato sotto una cattiva stella, la stella più malvagia che possa esistere, quella di Satana. Lui non ha potuto scegliere cosa diventare, cosa essere, è cresciuto con dentro l’incubo di un sogno nero e perverso, macchiato da un’anima immonda. Ho apprezzato la descrizione delle emozioni, senza filtri e senza ragioni. Terribili nella loro malvagità, crude, brutali, cruente e violente, mistificatrici di tutto ciò che di buono può esserci ancora in una storia come questa. Quando la fine della storia si avvicina Marbas acquista sempre più spessore, ma è uno spessore doppio, nero come la morte e inebriante nella sua impura e angusta forma di perdizione più assoluta: la follia. E’ un mostro nel quale convivono due forze e nessuna delle due può essere controllata. 

"E qui nasceva il mostro. L'esatto opposto delle due decisioni - da una parte quella di uccidere, e dall'altra quella di salvare - creava nel cervello di Marbas un duello virtuale, in cui le sue cellule assumevano ruoli simbolici di angeli e demoni, perennemente in lotta tra loro."

Sullo sfondo di una storia soprannaturale, si muovono come ombre illuminate da fari nella pioggia sporca e lugubre in una città che è inghiottita dai suoi stessi segreti e dalle sue stesse forze arcane, poliziotti e commissari, adepti ed assassini, segretarie ed uomini apparentemente normali, tutti coinvolti in questa storia di sangue e resurrezione. Ho amato le immagini che l’autore è riuscito ad evocare attraverso l’uso delle sue parole. Immagini in grado di provocare sensazioni e di accelerare il processo conoscitivo e di coinvolgimento verso una storia che diventa via via più avvincente. 
Fin dall’inizio c’è una caccia all’uomo asfissiante, interminabile che cambia vorticosamente così come cambiano e si alternano le posizioni delle pedine di questa scacchiera di sangue. Colui che sembrava il protagonista diventa un’ombra, una macchia scura sul muro della dimenticanza, perché altri attori prendono possesso della scena egregiamente. 
I protagonisti di questo romanzo sono tanti e nessuno. Ognuno ha il proprio fascino senza che questo possa svilire l’altro. Di solito di una storia si ama un personaggio, massimo due, perché molto spesso gli altri sono creati per fare sfacciatamente da contorno. Ma qui no. Ho apprezzato tutti, in modo diverso, ognuno di essi ha mantenuto alto lo scettro della mia attenzione, senza mai perderlo. 

Per chi voglia leggere La setta delle tre erre di Stefano Uggè sappia che non vi troverà alcuna forma di pietà o di buonismo. Questa storia è spietata e non perché racconti di sette o di adepti del male, ma perché parla di una follia seminascosta dalla ragione umana, che cova, cova fino a quando l’autocontrollo si spezza e lascia strabordare tutto l’odio e la rabbia di una vendetta capace di generare una tempesta di morte e violenza. 

In una città maledetta, che nel silenzio turba le anime di coloro che l’attraversano e veglia sulle ceneri del male in attesa che esso risalga le porte infernali, per presentarsi nuovamente al cospetto degli uomini, questo è un racconto per chi non ha paura. Per chi ama le atmosfere segrete e in penombra, accolte dal buio della notte, unica grande custode di ciò che non può e non deve ancora essere detto. Per chi sa aspettare con pazienza l’arrivo della fine, gustandosi attimo dopo attimo l’ansia che cresce e quando si arriva ad un passo dall’impronunciabile, accettare che ogni fine non è altro che un nuovo e terrificante inizio.




9 commenti:

  1. Bravissima Antonietta, hai colto pienamente la bravura di Stefano Uggè !

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  2. L'ho cercato su IBS per acquistarlo ma non lo trovo.
    Tu dove l'hai preso? :)
    Sembra davvero interessante. Io poi sono appassionata di esoterismo!
    Baci

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    1. Per chi è interessato all'acquisto dell'ebook lo può trovare su amazon oppure cercandolo da google.
      Grazie a tutti !

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    2. Ciao Chiara, abbiamo gli stessi gusti! Anche a me piacciono molto questo genere di storie.
      Se hai qualche problema a reperire l'ebook contattami su fb.
      Un abbraccio!

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    3. Ti ringrazio e ringrazio anche l'autore.
      Cercherò volentieri il romanzo su Amazon!
      Grazie mille!

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  3. E' davvero inquietante, ma il bello di queste storie è proprio questo!

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