Buongiorno! Raccontami dei fiori di gelso di Aline Ohanesian, edito da Garzanti, è il romanzo di cui vi racconto oggi. Una storia d'amore e di guerra, con uno stile delicato e morbido, ricco di introspezioni e di riflessioni sulla vita e sui sentimenti. Una storia in grado di regalare tante emozioni, dedicata a chi ama i libri fluidi e che ti sfiorano come carezze.
Titolo: Raccontami dei fiori di gelso
Autore: Aline Ohanesian
Editore: Garzanti
Genere: Romanzo
Pagine: 288
Prezzo: 16,90
Genere: Romanzo
Pagine: 288
Prezzo: 16,90
Uscita: 2016
Quando i ricordi ritornano alla mente, a volte non si è preparati ad accoglierli. Soprattutto se si è fatto di tutto per far tacere la loro voce, per nascondere le sensazioni che portano con sé. È così per Seda, che credeva di aver finalmente seppellito il passato per sempre. Ma ora è tornato e parla del paese da cui si è allontanata senza voltarsi indietro. Parla della Turchia dove affondano le sue radici, il paese di cui sente ancora il profumo delle spezie e il rumore dei telai al lavoro nell'azienda della sua famiglia. Da lì proviene il giovane Orhan, che adesso vuole delle risposte. Vuole sapere perché suo nonno, Kemal, ha lasciato la loro vecchia casa a Seda, una sconosciuta che vive in America. Lei capisce che è arrivato il momento di scendere a patti con la sua memoria e con quella colpa che non ha mai confessato a nessuno. Decide di affidare a Orhan la sua storia. La storia di lei ancora ragazzina che si innamora di Kemal all'ombra di un grande albero di gelso, i cui rami si innalzavano fino a voler raggiungere il cielo. Un amore spezzato dalle deportazioni degli armeni, all'alba della prima guerra mondiale. Un amore che ha costretto Seda a scelte difficili i cui rimpianti non l'hanno mai abbandonata. Solo con Orhan ha trovato il coraggio di riaprire quelle vecchie ferite. Di rivelare una verità da cui possa nascere una nuova speranza. Perché il passato, anche se doloroso, va ascoltato e deve insegnare a non dimenticare. Raccontami dei fiori di gelso è un esordio che ha conquistato gli editori di tutto il mondo. Venduto in 15 paesi, è stato recensito dalla stampa più autorevole. Un romanzo profondo e intenso che dà voce alla Storia quando diventa più oscura e scuote le coscienze. Un romanzo su uno dei più crudeli genocidi che l'uomo abbia mai commesso. Un romanzo in cui l'amore resiste agli urti del tempo e alle ferite della guerra.
Raccontami dei fiori di gelso è un titolo che subito mi ha catturato. E’ evidente per me il richiamo romantico e poetico di tale frase ma è bene chiarire subito che l’amore è importante ma non quanto il racconto della Storia di cui si prendono carico le parole delicate e protettive dell’autrice.
Una storia di cui
non è stata ancora riconosciuta la gravità, il peccato, il fragoroso e
vergognoso oltraggio che è stato compiuto nel 1915 ai danni degli armeni
cristiani accusati di opporsi al governo Ottomano in Turchia.
Il passato non muore mai. E non è neanche passato.
Il racconto
intreccia tante vite e fa capo a due di esse in particolare: quella di Orhan, giovane turco mussulmano, nipote
di Kemal, ormai morto, legato
inesorabilmente a Seda, una donna
lontana, che vive in una casa di risposo in America.
Quando Orhan
scopre di aver ereditato l’attività del nonno ma non la sua casa che capisce
essere stata donata a Seda, un’emerita sconosciuta, si chiede il perché di tale
scelta e cotanto mistero.
‘Non voglio i suoi soldi’ risponde Seda aggrottando le sopracciglia con disprezzo. ‘Se firmo lei se ne va e non si fa più vedere?’ Orhan annuisce. ‘Ha la mia parola.’
I due sono destinati
ad incontrarsi e dalla loro riunione si compie il destino di una storia e della
Storia. Sade, inizialmente non vuole raccontare i motivi che la legano a Kemal
ed è molto diffidente nei confronti di quel giovane così irruento ed impaziente
di conoscere la sua storia, che lei ha considerato sempre profondamente privata
e personale. Amava Kemal contro tutto e contro tutti, in un’epoca in cui per l’amore
c’era davvero poco tempo e poco spazio.
L’amore
era un pensiero, uno sguardo, un soffio di vento che portava una carezza da
lontano. L’amore era un luogo come quello del loro magico incontro che rimarrà
impresso nella sua memoria per l’eternità. Quel luogo era un albero, l’albero
dei fiori di gelso, e diventerà il simbolo della loro unione e di quel racconto
meticoloso e profondamente doloroso che la donna farà a Orhan per permettergli
di capire, la sua storia e quella di tutti.
E’ come se Kemal avesse dato a ogni ricordo doloroso la forma di quella vecchia casa, l’avesse avvolta come un regalo di Natale e poi avesse costretto il nipote a consegnare il dono. Bè, lei avrebbe restituito quella cosa a chi gliel’aveva mandata.
L’autrice ha
raccontato di essere stata coinvolta in questa vicenda in prima persona poiché è
stata proprio la sua bisnonna a raccontarle di quelle morti senza motivazione,
della deportazione degli armeni e di una fetta di Storia sporcata da sangue
innocente e non ancora riconosciuta.
Una storia che parla anche di amore, di rispetto e di
tenerezza. Seda è una meravigliosa protagonista, attraverso le sue parole, ti
sale sulla pelle tutto il peso della sofferenza che t’incrina le braccia e non
sai se avresti la forza di sopportare tutto quello che questa donna, e tanti
esseri umani come lei, hanno sopportato, hanno affrontato in nome di un Dio che
si è dimenticato di loro.
La donna che ha davanti è come un razzo antico in cui fili fittamente tessuti potrebbero raccontare una storia notevole, se solo sapesse come districarli. Basterebbe trovare un filo allentato e tutto quanto rotolerebbe fuori da quelle labbra serrate.
Quanta nostalgia,
malinconia vera, non di quelle che si beano soltanto delle parole, ma quella
malinconia che ancora sanguina, febbricitante perché chi la prova non è ancora
in grado di capire il perché gli sia stato strappato tutto e probabilmente non
lo capirà mai.
Chi legge questo
romanzo, invece, capirà molte cose, rifletterà sulle ingiustizie umane,
imparerà a guardare in faccia il dolore, quello che non insegnano a scuola ma
che c’è stato, anche se non è annoverato tra i fatti “importanti” da sapere.
Aline Ohanesian dona un pezzo di Storia al mondo,
quella più oscura, quella meno conosciuta, quella insabbiata e sotterrata dall’ignoranza
e dalla prepotenza. Dona un abbraccio a quelle vittime e alla loro storia
donandogli quella dignità che non gli è mai stata riconosciuta, perché scrivere
ricuce i pezzi strappati della memoria, rimette insieme i vuoti del tempo e
dona un miraggio di comprensione e di accettazione della vita.
Il titolo è veramente poetico e delicato*-* Soprattutto, pare porre l'accento su un pezzo di Storia ignorato dai più, o comunque passato sotto silenzio.
RispondiEliminaE' verissimo cara Virginia, il titolo è molto suggestivo ed in più anche la storia, seppur dolorosa, riesce ad essere perfettamente in sintonia con quel titolo.
EliminaBuondì gemellina! cover, titolo e trama avevano catturato la mia attenzione e la tua recensione mi ha trascinata via con te fin dentro gli scenari che hai dipinto. Tu dici che io scrivo col cuore ma tu scrivi con TUTTA te stessa, tu sei una pittrice gemellina, tu dipingi i libri che leggi ed io ADORO la tua collezione di dipinti, più che se fossero Monet! *_* Ho già fatto lo screen di questa pagina per non dimenticare questo libro e di aggiungerlo alla WL appena arriverò a casa. Voglio leggerlo assolutamente *_* <3 <3 <3 un abbraccio grande grande!
RispondiEliminaCiao gemellina, le tue parole non smettono mai di sorprendermi e di emozionarmi! <3 Come fai? Parlare di me come di una pittrice è bellissimo, mai nessuno aveva detto nulla di simile. Come faccio a non adorarti? ^__^
EliminaGrazie di cuore e grazie ancora di più se leggerai questo romanzo, sarò stra felice di leggere la tua opinione.
Un abbraccio fortissimo <3<3<3
La tua descrizione fa veramente venire voglia di leggere questo libro. Amore e storia due ingredienti che mi piacciono
RispondiEliminaSalve Antonio, grazie mille, sono molto felice che le mie parole le abbiano trasmesso la voglia di leggerlo! ^__^
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