Ultime recensioni

venerdì 1 luglio 2016

Aspettando Bojangles di Olivier Bourdeaut Recensione

Buon venerdi! Grazie alla NeriPozza ho letto Aspettando Bojangles di Olivier Bourdeaut, un romanzo dolce e significativo, la storia di un bambino con una famiglia davvero speciale che mi ha commosso.


Titolo: Aspettando Bojangles
Autore: Olivier Bourdeaut
Editore: NeriPozza
Genere: Romanzo
Pagine: 141
Prezzo: 15,00
Uscita: 2016
Immaginate di essere un bambino e di avere un padre che non chiama mai vostra madre con lo stesso nome. Immaginate poi che a vostra madre quest’abitudine non dispiaccia affatto, poiché tutte le mattine, in cucina, tiene lo sguardo fisso e allegro su vostro padre, col naso dentro la tazza di latte oppure col mento tra le mani, in attesa del verdetto; e poi, felice, si volta verso lo specchio salutando la nuova Renée, o la nuova Joséphine, o la nuova Marylou... Se immaginate tutto questo, potete mettere piede nel fantastico universo familiare descritto dal bambino in queste pagine. Un universo in cui a reggere le sorti di tutto e tutti è Renée, Joséphine, Marylou… la madre. Di lei, suo marito dice che dà del tu alle stelle, ma in realtà dà del voi a tutti, a suo marito, al bambino e alla damigella di Numidia che vive nel loro appartamento, un grosso uccello strambo ed elegante che passeggia oscillando il lungo collo nero, le piume bianche e gli occhi di un rosso violento. Renée, Joséphine, Marylou, o anche, ogni 15 febbraio, Georgette, ama ballare con suo marito sempre e ovunque, di giorno e di notte, da soli e in compagnia degli amici, al suono soprattutto di Mister Bojangles di Nina Simone, una canzone gaia e triste allo stesso tempo. Per il resto del tempo si entusiasma e si estasia per ogni cosa, trovando incredibilmente divertente l’andare avanti del mondo. E non tratta il suo piccolo né da adulto né da bambino, ma come un personaggio da romanzo. Un romanzo che lei ama molto e nel quale s’immerge in ogni momento. Di una sola cosa non vuole sentire parlare: delle tristezze e degli inganni della vita; perciò ripete come un mantra ai suoi: «Quando la realtà è banale e triste, inventatemi una bella storia, voi che sapete mentire così bene». La realtà, però, è a volte molto banale e triste, così scioccamente triste che occorre più di una prodigiosa arte del mentire per continuare a gioire del mondo.
















Aspettando Bojangles è un titolo che fa riferimento ad una canzone di Nina Simone e che viene citata anche nel romanzo, tra le mura domestiche e dell’anima di una famiglia composta da tre persone: padre, madre e figlio.
Una famiglia colorata, disturbante, allucinata, una famiglia anticonvenzionale. Una famiglia che fa del ritmo scatenato la propria linea di vita, una famiglia che non conosce tregua dalla follia.
Questa è la mia storia vera, con alcune menzogne a dritto e altre a rovescio, perché spesso la vita è così.
Tutto è iniziato quando il padre e la madre del protagonista-bambino si sono incontrati. Tra le pagine si scorgono umori, dissapori, coup de foudre e dissonanze di passioni avvolte in boccoli di cotone che esprimono con le lacrime agli occhi la nascita di un amore bacato. Lei, la madre, già all’epoca giovane folle, sperduta e perduta nei meandri della sua mente al di fuori di ogni regola, incapace di dettati e dettami logici, incastrata nelle sue distorsioni, diventa fuga fugace verso l’amore da parte di quell’uomo, che pur consapevole della sua evidente malattia, l’abbraccia con tutta la sua foga di amante e poi di marito.
Quando la realtà è banale e triste, inventatemi una bella storia, voi che sapete mentire così bene.
Il piccolo protagonista la cui voce è quella principale, con i suoi occhi da cerbiatto a volte impaurito, altre sorpreso, mostra senza vergogna, la sua famiglia, i suoi doni, la sua imperfetta simmetria, la sua pazzia, il suo colore e il suo buio.

Un romanzo diverso, un romanzo dai toni delicati ma riflessivo, un romanzo sognante, come una fiaba dai colori autunnali che preannuncia l’arrivo dell’inverno senza però mai lasciare l’odore dell’estate. Non lo lascia perché non ne è capace, non ancora. E così i protagonisti di questa storia così surreali, assurdi, ma profondamente e dolorosamente incontaminati, di quella purezza di cui è capace solo la follia.

Un padre che chiama la madre ogni giorno con un nome diverso senza mai chiamarla con il suo vero nome perché è lei a chiedere questo. Una casa in cui vive un uccello enorme, libero di muoversi, umanizzato a tal punto da essere l’unico amico di quel bambino che vive fantastiche avventure con due genitori così al di sopra della realtà fino a diventare creatori di una nuova vita.
L’autore ha uno stile eccentrico ma leggero, l’eccentricità consiste nella sua mente e nell’estrosità di scrivere una storia che non ha inizio né fine, una di quelle storie che se volete un traguardo finale, beh non lo troverete.

Non c’è un perchè in questa storia, è la stessa storia il perché.
Sono le riflessioni che ne scaturiscono, le splendide immagini di musica, di feste, di danza che ne vengono fuori ad essere il senso di quella strana felicità che si assapora tra le pagine.
Mamma mi raccontava spesso la storia di Mister Bojangles. La sua storia era come la sua musica: bella, ballabile e malinconica. E lei ballava per far tornare lui, il signor Bojangles. Era per questo che ballava tutto il tempo. Semplicemente perché lui ritornasse.
Un romanzo che ho apprezzato per quel romanticismo triste, per quel sottile senso di precarietà, per quel filo così sottile sul quale tutti i protagonisti camminano e che rendono questa storia fragile ma potente.
L’intensità di un sentimento che non conosce ragione. Un uomo che si innamora di una donna pur sapendo della sua follia, quale atto più libero da qualsiasi costrizione, legge, definizione? Bello e meraviglioso nella sua terribile ineluttabilità. Dentro questa magia dai contorni della verità, c’è purtroppo l’aspetto umano, quello malato che entra di petto a scandagliare ogni emozione e ogni sentimento. La madre viene rinchiusa per evitare che si faccia del male e faccia del male agli altri.
Mi portava spesso al cinema, perché al buio poteva piangere senza che io lo vedessi.
Dolore e pazzia, amore e gratitudine, bisogno e appartenenza. Aspettando Bojangles è un romanzo breve, che si legge in un soffio. Scorrevole, sottile, morbido, celestiale e miracoloso. Di quelli che ti aprono prospettive e che anche nelle giornate in cui vorresti davvero piangere, così, per liberarti un po’ di quel peso che ti opprime il cuore, ti da quella carezza, quell’alito di vento che ti permette di ricacciare dentro la tristezza e di guardare. Guardare e ricordare quanto sappiano essere magiche le parole. Magico l’odore di un libro tra le mani, il senso di un istante, così intenso, da racchiudere un mondo che si apre e ti accoglie senza riserve ed è lì soltanto per te e tu non pensi altro che ‘grazie.’


4 commenti:

  1. Con un tocco straordinariamente leggero e con l'eleganza che ti contraddistingue gemellina mi hai conquistata. Un libro che è un bouquet di sentimenti a quanto mi hai trasmesso, profondo ma delicato, sembra davvero una lettura assolutamente da assaporare. Meravigliosa come sempre, toccante ed unica. Un bacione gemellina :*****

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie dolce Ely, le tue parole sono sempre come carezze. Riesci ad essere profonda e a capire tutte le emozioni che cerco di trasmettere.
      Grazie, gemellina! Un abbraccio grande grande grande <3<3<3

      Elimina