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mercoledì 31 maggio 2017

Eppure cadiamo felici di Enrico Galiano Recensione

Buongiorno! Grazie alla Garzanti, oggi vi parlo di un romanzo che sorprende, dotato di tanta dolcezza ma che spinge verso molte riflessioni. Leggendolo, imparerete tante parole nuove e vi saranno regalate le emozioni più preziose: quelle pure, come la protagonista di Eppure cadiamo felici.

eppure cadiamo felici
di Enrico Galiano

Editore: Garzanti
Pagine: 384
GENERE: Young Adult
Prezzo: 16,90 € 
Formato: Cartaceo 
Data d'uscita: 2017
Link d'acquisto: QUI

Trama:
Il suo nome esprime allegria, invece agli occhi degli altri Gioia non potrebbe essere più diversa. A diciassette anni, a scuola si sente come un’estranea per i suoi compagni. Perché lei non è come loro. Non le interessano le mode, l’appartenere a un gruppo, le feste. Ma ha una passione speciale che la rende felice: collezionare parole intraducibili di tutte le lingue del mondo, come cwtch, che in gallese indica non un semplice abbraccio, ma un abbraccio affettuoso che diventa un luogo sicuro. Gioia non ne hai mai parlato con nessuno. Nessuno potrebbe capire. Fino a quando una notte, in fuga dall’ennesima lite dei genitori, incontra un ragazzo che dice di chiamarsi Lo. Nascosto dal cappuccio della felpa, gioca da solo a freccette in un bar chiuso. A mano a mano che i due chiacchierano, Gioia, per la prima volta, sente che qualcuno è in grado di comprendere il suo mondo. Per la prima volta non è sola. E quando i loro incontri diventano più attesi e intensi, l’amore scoppia senza preavviso. Senza che Gioia abbia il tempo di dare un nome a quella strana sensazione che prova. Ma la felicità a volte può durare un solo attimo. Lo scompare, e Gioia non sa dove cercarlo. Perché Lo nasconde un segreto. Un segreto che solamente lei può scoprire. Solamente Gioia può capire gli indizi che lui ha lasciato. E per seguirli deve imparare che il verbo amare è una parola che racchiude mille e mille significati diversi. Ci sono storie capaci di toccare le emozioni più profonde: Eppure cadiamo felici è una di quelle. Enrico Galiano insegna lettere ed è stato nominato nella lista dei migliori cento professori d’Italia. I giovani lo adorano perché è in grado di dare loro una voce. Grazie al suo modo non convenzionale di insegnare, in breve tempo è diventato anche un vero fenomeno della rete: ogni giorno i suoi post su Facebook e i suoi video raggiungono milioni di visualizzazioni. Un romanzo su quel momento in cui il mondo ti sembra un nemico, ma basta appoggiare la testa su una spalla pronta a sorreggere, perché le emozioni non facciano più paura.

RECENSIONE

Eppure cadiamo felici è un romanzo di una dolcezza infinita, con una protagonista che non può non arrivarti come ti arrivano esattamente i gesti più spontanei, naturali e quindi più rari. Gioia, il cui nome è già di per sé un inno alla vita e alla felicità è proprio quella ragazza che tutti considerano strana, quella che non fa amicizia con nessuno, che i compagni di scuola prendono in giro per le sue stranezze e per il suo carattere particolare.

Gioia non è bella ma è bellissima dentro. È una ragazza di diciassette anni che vive creandosi un mondo assolutamente magico grazie al quale tenta e riesce di superare le brutture della vita e anche gli atti poco gentili che le sono riservati. Vive in un quartiere popolare con la mamma e con la nonna e la sua famiglia non è molto equilibrata dal punto di vista affettivo. Infatti la madre è alcolizzata ed è ossessionata dagli uomini mentre Gioia cerca in tutti i modi di trovare sollievo nella propria fantasia e nella sua amica immaginaria.

Ma la sua straordinaria testolina riesce a fare molto di più, come collezionare parole particolari provenienti da tutte le lingue del mondo e utilizzarle nei momenti che lei stessa ritiene più opportuni.
Sai perché mi scrivo sul braccio tutti i giorni quelle parole, “la felicità è una cosa che cade”? Per ricordarmi sempre che la maggior parte della bellezza del mondo se ne sta lì, nascosta lì: nelle cose che cadono, nelle cose che nessuno nota, nelle cose che tutti buttano via.
Gioia è proprio come una maga, si toglie il suo cappello magico e in alcune situazioni sfodera parole dal suono più diverso, talvolta dolce, altre più aggressivo, per esprimere attraverso un insieme di lettere dei veri e propri concetti, intensi e profondi che in pochi secondi di pronuncia, racchiudono il significato di un momento o di una storia.

La sua vita procede monotona fino a quando non incontra Lo, sì, anche il nome è decisamente strano. Un ragazzo ancora più particolare di lei, semmai fosse possibile, che cammina solitario con un barattolo di sassolini sotto il braccio. Una presenza che è come un’epifania, che illumina ancor di più la bellezza della protagonista e costituisce una svolta importante nella sua crescita e nella sua maturità.

Lo, insieme al professore Bova, sono le uniche due persone che vedono attraverso l’esteriorità, che non giudicano Gioia come strana, ma che anzi, l’apprezzano profondamente per tutto ciò che è e che rappresenta.
"Cosa vuoi fare da grande?", rispondeva sempre nello stesso modo, e cioè: "felice qualcuno".
La sua figura è miracolosa, è un omaggio alla spontaneità, alla purezza, alla gioia di vivere.
Come afferma l’autore, la bellezza della vita e di ciò che ci circonda risiede proprio nelle cose che cadono, ossia in quelle cose a cui non prestiamo attenzione, che buttiamo via o che ci sembrano inutili.

Gioia, con le sue strane parole, con i discorsi pieni di riflessioni con il suo professore e con il legame di affetto e di rispetto che stabilisce con Lo, rappresenta un vero e proprio risveglio per la coscienza umana.
Attraverso di lei, l’autore ci permette di guardare oltre, di guardare verso qualcosa di diverso, di non perfetto ma di ancora più bello.
E noi che pensiamo la felicità come un'ascesa ne sentiremmo il tocco, che quasi ci sgomenta, quando una cosa felice cade.
La caduta è sempre stata considerata qualcosa di negativo, di oltraggioso, di umiliante, di sbagliato, di vergognoso, eppure Enrico Galiano, in questo romanzo, riesce a tratteggiarne la bellezza. Una bellezza che ci permette di cadere e di essere ugualmente felici.

Lo stile è scorrevole, la storia si legge con velocità e passo dopo passo, le pagine si riempiono di citazioni provenienti da tanti autori e da tante storie, dalla letteratura, dalla poesia, dalla musica.
Gioia ama citare Rilke, uno dei miei poeti preferiti, rincorre i suoi sogni e quando conosce Lo si sente finalmente parte del mondo e si sente clamorosamente felice.

Eppure cadiamo felici non è un romanzo lineare, non è quel tipo di libri che è stato scritto per darti risposte certe ma per farti fare una serie di domande che si spera, possano portarti più lontano di dove sei adesso. E questo dipende soltanto da te. Gioia con la sua stranezza, con la sua fragilità, con il suo dono di regalare la felicità, ti mostrerà come fare, ti insegnerà che la vita, per essere bella non deve essere per forza priva di inquietudini o di difficoltà. Come dice Cathleen Schine nella sua Lettera d’amore del 1999, Com’è innamorarsi? Cadere e sbucciarsi un ginocchio? Vuol dire soffrire, dolore? La stessa cosa è la vita, se ti fai male, allora sei vivo e se sei vivo, sei ancora qui. Caduto ma felice di rialzarti.


7 commenti:

  1. Ciao Antonietta :)
    Come sempre è un piacere leggere le tue parole, sto vedendo in giro spesso questo libro e mi ispira sempre di più! Chissà che arrivi il momento per leggerlo più avanti!

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    1. Ciao Federica! :) Credo che ti piacerebbe moltissimo, è davvero affascinante e per certi versi diverso dal solito. Le parole che si possono imparare di tante lingue diverse, sono davvero belle. <3

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  2. Ciao Antonietta <3 Questo libro ha un titolo bellissimo, mi ha colpito subito. E poi mi piacciono i protagonisti un po' emarginati, esclusi (forse perché mi ricordano un po' la mia esperienza da adolescente) perché spero sempre in una loro rivincita o rinascita.
    Un'altro elemento che mi ha convinto è il fatto che sia una storia molto dolce, come tu la descrivi e per questo motivo che ora ho tanta voglia di leggere questo promettente libro, sono proprio curiosa *_*
    Grazie del prezioso consiglio :-*
    Un abbraccio forte <3<3<3<3

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    1. Ciao Maria! <3 È esattamente come dici tu, è una storia di anime piuttosto in disparte che trovano un modo tutto loro di comunicare. È una storia affascinante e particolare con un titolo davvero poetico. Credo proprio che ti piacerebbe!
      Un abbraccio forte! :****

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  3. A scoppio molto, molto ritardato arrivo anch'io... :)))
    E con mia grande Gioia, posso dire che proprio ieri è atterrato sulla mia libreria, e ho subito appurato anche se non l'ho ancora iniziato, che, nonostante sia stato letto tantissimo prima di me, ha conservato quel profumo così buono che mi dà letteralmente alla testa!!
    E sono sicura di adorarlo già, dopo aver letto la tua recensione traboccante di emozioni allo stato puro, Antonietta.
    Grazie. *______*

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  4. Ci sono due momenti che mi sono piaciuti del libro. Quando ho visto la sua copertina e quando l'ho riportato in biblioteca. Sì, perché "Eppure cadiamo felici" é il libro più brutto che si possa leggere. Enrico Galiano si dimostra essere uno scrittore che cerca di immedesimarsi nel mondo degli adolescenti, fallendo. Il libro é pieno di stereotipi e luoghi comuni su quel mondo, distinguendosi come un inno alla mediocrità. Per non parlare delle parolacce. Lo scrittore é convinto che aggiungendole il suo libro riesca ad essere di interesse ai ragazzi, che secondo lui usano. Galiano prova ad imitare scrittori di successo come Pennac inserendo momenti di lettura più facile e scorrevole, ma il risultato non é altro che noia e perdita di tempo per il lettore. Trama piatta, fa specchio su una società violenta, scurrile e spregevole.
    Il libro dovrebbe essere orientato verso gli adolescenti, ma non fa altro che mandare messaggi opposti. Ho 16 anni e neanche una delle 400 e più pagine mi ha coinvolto.

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  5. scusi percaso sa dirmi in che periodo è ambientato il romanzo e in che luoghi si svolgono le vicende?

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