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domenica 29 marzo 2015

Intervista ad Emanuele Petrilli, autore di Semeru. La grande battaglia

Buona domenica cari lettori! Oggi chiudiamo la settimana con la pubblicazione dell’intervista ad Emanuele Petrilli, autori del Fantasy pubblicato da Mondadori, intitolato Semeru. La grande battaglia.


Se vi siete persi la recensione, potete leggerla qui.


Ciao Emanuele, grazie per aver accettato questa intervista.

Ciao Antonietta, grazie a te per l’opportunità. Ancora grazie per la bellissima recensione che hai fatto di Semeru, sono molto contento che ti sia piaciuto.

1 - Com’è nato l’amore per la scrittura? Raccontaci.

Fantastico continuamente per natura. E’ inevitabile immaginare situazioni non-reali o, comunque, alternative. Capita che alcune di queste prendano forma fino a diventare vere e proprie storie. Metti insieme questa mia caratteristica con il mio essere un grafomane (non nel senso patologico, mi piace molto la sensazione della penna sulla carta), ed ecco soddisfatti due bisogni: quello di scrivere (qualsiasi cosa, anche senza senso) e quello di immaginare situazioni inverosimili. Un’attività stimola l’altra! A volte è un esercizio rilassante, altre volte sono costretto a scrivere d’impeto, sull’idea del momento, su un qualsiasi supporto trovi a disposizione. Mi piace anche utilizzare diversi strumenti e supporti. In genere le prime idee vengono messe su carta, ragionate e modificate. Poi passo alla scrittura vera e propria delle scene che voglio descrivere, ed in genere lo faccio sul tablet (il tablet è anche una necessità, spesso scrivo in movimento). Solo alla fine passo al pc per rimettere tutto assieme. Ovviamente, oltre a tutto questo, c’è di base che adoro le storie, di qualsiasi tipo.

2 – A cosa ti sei ispirato per scrivere la storia di Semeru?

Questa domanda, sempre presente, è troppo complessa per ottenere una risposta davvero completa. Quantomeno da me. Non c’è nulla di specifico che io possa richiamare. Mi sono ispirato ad ogni fonte possibile, non solo dai libri. Film, cartoni, fumetti. Ogni mia esperienza ha avuto l’occasione di entrare a far parte di Semeru e, onestamente, avrei difficoltà ad individuarne di specifiche. E’ la vita di Emanuele e tutto quello che in essa è accaduto ad essere l’ispirazione. Tutto quello che in qualche modo posso aver trovato interessante, potrebbe essere confluito nel romanzo.

3 – Quali sono gli scrittori o le letture a cui hai fatto riferimento?

Anche in questo caso, come per il punto che precede, è difficile trovare una risposta. Ci sono tanti autori che adoro, alcuni per lo stile altri per ciò che raccontano. Ma sono più che altro mie lontane ed irraggiungibili aspirazioni, esempi che non potrò mai eguagliare. Per citarne qualcuno:AndrzejSapkowski, Patrick Rothfuss, Stephen King e Michael Crichton.

4 – Quanto tempo hai impiegato a scriverlo?

Sono passati tanti anni da quando iniziai. Ma non sono stato costante e mai sono riuscito a dedicarci grandi periodi. Posso dire 6-7 anni, ma ovviamente non ci lavoravo sopra come fosse un lavoro, appunto. Buttavo giù qualche appunto quando mi andava e poi ancora, quando mi andava, mi concentravo per mettere insieme i pezzi. E’ stato qualcosa che facevo nel tempo libero oltre a mille altre cose. Vorrei iniziare a dedicarmi di più alla scrittura, ora.

5 – Quanto curi i personaggi di contorno?

Molto, quantomeno nella mia testa. Sono tutti piuttosto definiti. Per chi ha letto Semeru, posso dire che nel suo seguito,quasi ogni personaggio che ha da me ricevuto un nome (ed ancora vivo) tornerà per continuare la sua storia. Alcuni, a seguito degli eventi, cambieranno anche radicalmente il proprio ruolo. Ovviamente, quando inizio a scrivere la storia, non sempre l’idea che ho di un personaggio rimane costante e si compone poi nel testo. Semeru, ad esempio, è molto cambiato rispetto alla prima idea che mi ero fatto di lui. Capita spesso che i personaggi, nelle interazioni con la storia e fra di loro, prendano poi strade non prevedibili ex ante.

6 – Quale personaggio ami di più e quale odi allo stesso modo del tuo romanzo?

Il Re Muren è il mio personaggio preferito, il più complesso senza dubbio. Non odio nessuno di loro, sono tutti miei creazioni, come potrei mai?Alcuni certamente non hanno la forza di entrare nella cerchia dei preferiti. Se devo scegliere il personaggio cui meno sono legato, direi Tòran: le sue caratteristiche sono troppo lontane dalle mie e non ho fatto alcuno sforzo per caratterizzarlo positivamente.

 7– C’è stato un momento in cui hai pensato di abbandonare la scrittura?

In realtà no. Non essendo mai stato per me un lavoro, mai ho dovuto immaginare di “dire basta”. Scrivevo quando mi andava e smettevo con altrettanta facilità. Spesso sono passati svariati mesi fra una riga e l’altra. Ora vorrei riuscire a dedicarci più tempo, cercare di trovare un “momento fisso” al giorno o, quantomeno, alla settimana, da spendere scrivendo. Per il momento mi sono ritagliato i viaggi in metro che, tuttavia, non sono il massimo della comodità.

8– Ad oggi con la pubblicazione, ti sei pentito di qualcosa, volendola cambiare?

No, se ti riferisci alla trama. Se ti riferisci alla struttura e allo stile, probabilmente rileggendolo cambierei qualcosa. Ma continuerei a farlo all’infinito, quindi… Lasciamolo così come è.

9 - Amore e magia sono fondamentali nel tuo romanzo. Quanto contano questi aspetti nella vita di Emanuele Petrilli?

Sono fondamentali entrambi, credo che il primo lo sia per tutti. L’amore è bramiamo tutti, in diverse forme. Essere senza amore, non riceverlo e non offrirlo credo sia una delle cause di tanti orrori a cui assistiamo, anche ai giorni nostri, purtroppo.L’amore, in tutte le sue forme, è ciò che muove il mondo. O che dovrebbe farlo. Quando non accade, assistiamo a tante tragedie che non ci onorano come specie. Per quanto riguarda la magia, oltre ad essere quasi una costante nelle storie che immagino, prendendo anche forme molto diverse, è un altro bisogno dell’essere umano. La curiosità di scoprire se è davvero tutto qui o c’è dell’altro, e la spiritualità, la spinta verso una trascendenza impossibile o dimenticata. Di sicuro però la spinta c’è, c’è sempre stata. Da quando vengono raccontate storie, la magia è la caratteristica delle divinità e, per loro concessione, caratteristica di altre creature o eroi. La magia può essere la base di ogni cosa: fantastico!

10– Cosa significa per te questo romanzo?

Credo che Semeru sia per me anche troppe cose, talmente tante che confliggono fra loro.E’ meta raggiunta e nuovo punto di partenza. E’ fatica e sollievo.Fonte di felicità e di tristezza.
Dentro alla storia di Semeru c’è tanto di me, molto ben celato. Ci sono i miei sogni e le mie speranze, così come le mie sofferenze. Esperienze passate da ricordare e altre che andrebbero dimenticate. Poi c’è la vicenda della pubblicazione, anche questa ricca di emozioni. Ricordo perfettamente lo stupore di quando per la prima volta mi fu presentata la copertina. Infine c’è tutto ciò che gira intorno al romanzo, le recensioni, gli aspiranti scrittori conosciuti e altro ancora. Anche questa bellissima intervista che mi hai proposto fa parte di quello che significa per me questo romanzo.


11- Quanto c’è di Emanuele nel personaggio di Semeru?

Credo ce ne sia una buona quantità. In tutti i personaggi ho sparso un pezzetto di me, una mia caratteristica, un mio modo di pensare. Non sono sicuro che Semeru sia quello che ha ricevuto di più dal mio dna!

12– Chi è Emanuele Petrilli nella vita di tutti i giorni?

Laureato in giurisprudenza, mi occupo di diritto del lavoro presso una multinazionale della consulenza. E’ un lavoro bello e stimolante, al contempo molto faticoso e che richiede grande dedizione. Ogni mattina, prima di andare al lavoro, porto a passeggio i cani e quando riesco, stanchezza permettendo, cerco di infilarci la palestra. Mi piace la lettura, il cinema e i videogiochi. Tutte ciò in cui c’è una storia da scoprire suscita il mio interesse e, in genere, mi cattura.

13 – Semeru. La Grande battaglia è solo il primo di una serie. Hai già iniziato a scrivere il seguito e sai già di quanti romanzi si comporrà la saga?

Si, la storia l’ho immaginata divisa in più volumi, ma non sono in grado di sapere al momento il numero esatto. Potrei stimarne la quantità, ma sarebbe un’azione non basata su fatti e quindi non immutabile. Preferisco quindi rimanere nell’incertezza. Per quanto riguarda il seguito di Semeru. La Grande Battaglia, sono già al lavoro sul testo, nel poco tempo libero a disposizione. Spero di essere molto più veloce che con il primo!

14 – Hai pubblicato con la Mondadori in ebook. Contento di questa possibilità o avresti preferito il cartaceo?

Vere entrambe, felicissimo della possibilità e avrei preferito il cartaceo. “Pubblicare” con la Mondadori, anche se nel solo formato digitale, è stata naturalmente un’emozione indescrivibile. Ricordo come se fosse ora il momento in cui arrivò a casa la lettera dall’editor. Questo però non vuol dire che non avrei preferito il cartaceo. Il sogno rimane questo: pubblicare un libro.
In eBook ho pubblicato la mia storia, nel senso letterale del termine. L’ho resa pubblica e accessibile a tutti coloro che vogliano provare a leggerla. Ma è diverso dall’avere la propria storia su carta, stringerla fra le mani. Questo rimane il mio sogno, per ora non ancora realizzato.

15 – C’è un libro che avresti voluto scrivere tu?

Jurassic Park di Michael Crichton, è quello a cui sono più affezionato.

16 – Quali sono i libri che ti hanno cambiato l’esistenza?

Il libro appena citato, Jurassic Park, è stato il primo libro “serio” a cui mi sono approcciato. Quando nel 1993 uscì il film di Spielberg ero molto piccolo (avevo 5 anni) ma mi piacque talmente tanto che subito dopo provai il desiderio di affrontare la lettura del romanzo da cui la sceneggiatura era stata tratta. Fu difficile, perché si trattava comunque di una lettura matura a cui non ero abituato. Mi costò fatica ma ricordo che quando lo finii ero molto soddisfatto. Un’altra storia che mi ha esageratamente appassionato è la saga della Torre Nera di Stephen King. Il libro che mi ha cambiato l’esistenza? “Il lupo e il filosofo” di Mark Rowlands.

17 – Ti chiedo di lasciarci con la citazione di un passo del tuo romanzo, che ha un’importanza particolare per te.

Spero questa vi piaccia: “Le lacrime che nessuno avrebbe potuto vedere furono trascinate via dalla pioggia, mentre il Re degli Uomini, circondato da ciò che rimaneva della più grande delle razze, chiudeva gli occhi. Aveva fatto tutto questo per salvare gli Uomini, lui che umano non era più”.

4 commenti:

  1. Ho letto molto a proposito di questo libro, ultimamente, e non solo da te. Credo che sarà la volta che mi riavvicino al fantasy :)

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    1. E' un peccato che tu ti sia allontanato dalla lettura diq uesto genere, in un modo o nell'altro dovrai riavvicinarti ;)

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    2. E' che ho letto troppo in passato, quindi allontanarmici per un poco è stato obbligato ^^' poi è un genere che amo, non credo lo abbandonerò mai.

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    3. Ciao Jean. Se davvero lo leggerai, fammi sapere. Se hai dubbi o vuoi chiedermi qualcosa, sono qui.
      P.S. Grazie Antonietta!

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