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domenica 13 settembre 2020

Recensione: IL CATTIVO di Celia Aaron

Buongiorno! Dopo un interesse immediato da parte mia, mi sono lanciata a leggere Il cattivo di Celia Aron, un romanzo che racconta di uno psicopatico che agisce in modo ovviamente discutibile, ma che alla fine si rivela come un cucciolo smarrito. Leggete per credere!

Il cattivo
di Celia Aaron
Editore: Grey Eagles Publications
Pagine: 468
GENERE: Dark Romance
Prezzo: 5,66€ - 15,98
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2020
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟 

Trama:
Mi chiamo Sebastian Lindstrom, e sono il cattivo della storia. Ho deciso di mettermi a nudo, di dire la verità per una volta nella mia ingannevole vita, non importa quanto possa essere oscura. E vi assicuro che è così oscura, che vi ritroverete a vagare per i recessi bui della mia mente, in cerca della maniglia della porta che non c’è. Non scambiatela per una confessione. Non sono in cerca di perdono, e in ogni caso non lo accetterei. I miei peccati mi appartengono. Mi tengono compagnia. Si tratta della vera storia di come l’ho trovata, rapita e poi persa. Era una dolce donzella e aveva già il suo principe azzurro. Ma ogni fiaba ha un cattivo, qualcuno appostato nell’ombra pronto a mandare tutto all’aria. Un mascalzone disposto a mettere il mondo a ferro e fuoco pur di ottenere ciò che vuole. Quello sono io. Il cattivo della storia.

RECENSIONE

Il cattivo di Celia Aaron è un romanzo un po’ particolare. È bene chiarire subito che si tratta di una storia un po’ assurda che però va letta prendendo le dovute distanze dalle motivazioni di chi compie determinate azioni. In altre parole questo libro va preso per quello che è: una storia inventata, punto. Non saprei se definirlo romanzo rosa, o dark romance, o altro perché seppur motivata da un interesse iniziale, la mia curiosità è andata lentamente scemando man mano che mi addentravo nella storia e scoprivo che era tutto piuttosto prevedibile.

L’inizio è una bomba vera e propria. Consideriamo che c’è quest’uomo, Sebastian, un importante uomo d’affari che mette gli occhi su una giovane e bella biologa il cui desiderio è quello di partire per una spedizione in Amazzonia dove può sperimentare e osservare la vasta natura che domina quei luoghi. Inoltre, Camille, ha un fidanzato che apparentemente la ama molto, tanto da accettare che dopo mesi di fidanzamento lei non gli sia ancora concessa – e non perché sia ancora vergine, chiariamolo. Semplicemente perché non le va, o almeno, non ancora. 
Link, dunque, mostra una pazienza quasi inverosimile, se non fosse che di nascosto si porta a letto la qualunque, senza il minimo segno di pentimento. 

Sorvolando su questi aspetti poco eleganti e decisamente superflui, ritorniamo al rapporto tra Sebastian e Camille. Dopo un veloce scambio di parole e un ballo sensuale e traditore durante una festa, i due non si rivedono più e mentre Camille ritorna alla sua vita normale, Sebastian ordisce un piano micidiale per rendere la donna completamente sua. 

La sua luce avrebbe 
attenuato la mia ombra.

Qual è questo piano? Il rapimento. 
Fingendo che un noto professore abbia contattato Camille per una imminente partenza per l’Amazzonia, Sebastian rapisce Camille e fa credere a tutti i suoi conoscenti che la donna è in viaggio e non può restare in contatto con nessuno. Sta realizzando il suo sogno, finalmente, quindi tutti quelli che la conoscono, in realtà solo il fidanzato e la sua migliore amica, si convincono che sta bene e che ha bisogno del suo spazio per lavorare in santa pace. 
Sebastian, però, non ha calcolato Mint, un giovane studente di Camille, che ha bisogno del suo aiuto e la tempesta di messaggi, ai quali è lo stesso rapitore a rispondere. Il ragazzo, però, intuisce che qualcosa non va e comincia a indagare. 

Nel frattempo, vi ricordo che questa donna è stata rapita. RAPITA. 
Bene. Vive nella villa sperduta nei boschi del suo rapitore, servita e riverita e come se non bastasse, Sebastian le regala anche una riproduzione gigante di una serra meravigliosa dove lei può passare la maggior parte del tempo. Cosa vuole quest’uomo in cambio? Vuole che lei sia sua. Però non vuole approfittare o abusare del suo corpo e della sua mente, vuole che Camille si innamori spontaneamente di lui e gli si doni mente e corpo. Infatti attenderà molto prima di toccarla e possederla, fino a quando non sarà lei a chiederglielo
Ricapitolando. Un rapimento. Un uomo bellissimo che vuole solo una cosa: l’amore di colei che ha rapito. 

Sei luminosa, ma brami l’oscurità. 
È me che desideri.

Fin qui sembra tutto piuttosto assurdo, anche perché è chiaro che non è questo il modo giusto per convincere qualcuno ad innamorarsi. 
Purtroppo Sebastian non è una persona normale. È uno psicopatico. 
E qui viene il bello.
Ha un padre, che mi ha ricordato tristemente la storia di Dexter, nel telefilm omonimo, che lo aiuta a fingere le emozioni, a simulare i sentimenti, a indossare quante più maschere possibili per essere accettato nella società. Sebastian è malato. Non prova empatia, non prova assolutamente nulla. 

Lo psicopatico è colui che usa le persone per il proprio diletto, tornaconto, piacere. Tutto quello che fa è fingere per sedurti e per convincerti. Sono personaggi molto attaccati al sesso, al concetto di piacere e alla dominazione dell’altro. La loro fonte di istigazione principale è proprio la conquista di quella sottomissione. La maggior parte delle volte, quando la vittima cede, lo psicopatico perde l’interesse e passa oltre.
Chiarito questo aspetto per me fondamentale, passiamo alla caratterizzazione del personaggio di Sebastian. Per buona parte del libro, è una figura che convince. La storia è piena di racconti e di flashback sul suo passato ed effettivamente molti elementi della sua vita e della sua personalità sono riconducibili alla malattia. Quando, però, purtroppo si tocca il tasto dell’amore, le cose precipitano praticamente nel nulla. 

Sebastian è convinto che Camille sia l’unica che gli faccia provare qualcosa. Se n’è accorto dal primo momento in cui l’ha vista, ecco perché ha deciso che doveva essere sua, perché è speciale. Lo rende vero e umano. Gli permette di non fingere e di provare finalmente le emozioni senza doverle simulare.

Mi salverai? Non credevo che 
il cattivo salvasse nessuno.

Il problema è che non essendo abituato a interagire con le persone in modo spontaneo e naturale, è convinto che perderebbe la donna che ama se si avvicinasse a lei in modo normalmente accettabile, così decide di rapirla ed è convinto che lei, stando da sola con lui, ceda prima o poi. La verità è che Camille cede davvero, nel senso che s’innamora di lui, ma ovviamente non può accettare di essere rapita, di perdere la sua libertà e di fare solo quello che lui le ordina. 
Insomma, questa pseudo relazione è destinata al fallimento più totale.

Nel frattempo però le scene di sesso non mancano, infarcendo di erotismo scontato e banale una storia che comincia a traballare da metà libro. Perchè?
Perché secondo me la storia dello psicopatico che s’innamora, SINCERAMENTE non regge. Voglio dire che uno psicopatico può anche innamorarsi, ma quello che prova verso quella determinata persona sarà sempre percepito come un mezzo per raggiungere uno scopo. Ciò significa che la donna o l’uomo amato saranno usati per il proprio piacere e per la propria soddisfazione. È impossibile che l’amore di uno psicopatico sia disinteressato, puro, pulito, scevro da qualsiasi tipo di secondo fine.

Purtroppo la sua mente ragiona in questo modo. Non provando empatia, non può in alcun modo sentire il vero trasporto; non può provare l’umile sentimento del prendersi cura di qualcuno senza ricevere nulla in cambio, senza arricchirsi personalmente tramite il piacere. 
Questo è il motivo per cui sono rimasta molto delusa da questo libro. 

Mi dispiace fare spoiler ma il protagonista che era partito con il piede giusto, alla fine diventa un cucciolo smarrito che fa promesse di amore eterno che nemmeno Renzo dei Promessi Sposi. Ma può uno psicopatico percepire il concetto di amore eterno? Quell’amore per cui saresti disposto a morire pur di salvare chi ami? Ma per favore.
Che tu alla fine possa perdonarmi per le mie cattive azioni. Ma che è? Una preghiera? AMEN.

Se questo è il cattivo della storia, come allude lo stesso titolo del romanzo, i grandi psicopatici della storia stanno ridendo a crepapelle. 
Basta ammetterlo, però. Diciamo le cose come stanno. Sebastian non è un vero psicopatico. È uno psicopatico da romanzo per chi ama i lieto fine. Del resto lo dice lui stesso – Ogni cattivo è l’eroe della propria favola. 
Ed è così. Di favola si tratta.

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