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giovedì 27 gennaio 2022

Recensione: LE SULTANE di Marilù Oliva

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Solferino, oggi vi parlo di Le sultane di Marilù Oliva, primo libro che leggo di questa autrice. Una storia inaspettata che mi ha fatto sorridere e riflettere.

LE SULTANE

di Marilù Oliva
Editore: Solferino
Pagine: 265
GENERE: Commedia nera
Prezzo: 8,99€ - 13,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2021
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟

Trama:
In un condominio popolare di via Damasco, a Bologna, tre ultrasettantenni regnano in contrastate. Sono l’astuta Wilma, la tirchia Mafalda e la golosa Nunzia. Imperfette e segnate da vite altrettanto imperfette – liti e meschinità, malattie proprie o di parenti, la difficoltà di far quadrare i conti – l’aspetto peggiore della loro quotidianità è probabilmente Carmela, l’inquilina del secondo piano, rumorosa e cafona. Una spina nel fianco che si aggiunge alle mille grane di sempre: un marito con l’Alzheimer, nipoti viziati, una figlia satanista e un figlio perduto. Purtroppo, quando la vita aggiunge ogni giorno un nuovo piccolo peso al fardello che ti porti sulle spalle, perdere l’equilibrio è un attimo. E in quell’attimo prendi in mano i fili del destino e ti accorgi che anche tu hai il potere di tirarli con decisione. O forse di tagliarli come le Parche. Variazione sui temi del Macbeth, noir urbano, commedia delle periferie: il romanzo di Marilù Oliva è tutto questo e molto di più. È una storia irresistibile che parla delle nostre convivenze difficili, delle nostre umanità confuse, dello scontro tra volontà e destino. Della vita che passa e che lasciamo indietro, e del prezzo da pagare per riprendercene almeno un po'.

RECENSIONE

Le sultane è un romanzo inaspettato. Le protagoniste sono tre settantenni, Wilma, Nunzia e Mafalda che vivono in un normalissimo condominio a Bologna. 
Fin qui tutto bene, voglio dire. 
Se guardate bene la copertina, noterete qualcosa di strano. Questa non è la storia di tre vecchiette che non sanno cosa fare e impiegano il loro tempo tra chiacchiere, divano e tazze da thè. 
Eh, no, signori. 
Siamo al cospetto di tre furie. 

Tre donne con grandi rimpianti, come è logico quando si arriva a una certa età, che vivono la vita come degne protagoniste della loro storia. Anche se questa non è così morale e perfetta come vuole sembrare. Nel condominio, c’è anche Carmela. Lei è giovane, siciliana, bella e anche un tantino volgare. Il problema è che la signorina fa troppo baccano, e soprattutto Wilma non la sopporta più. 
È maleducata, non ha rispetto per le persone anziane, insomma, è una donna giovane che fin troppo spesso si lancia in effusioni piuttosto rumorose con il suo compagno. Le vecchie sentono tutto e ne hanno le scatole piene. 

Così, proprio in un giorno in cui la pazienza crolla, Wilma compie un omicidio con una padella. 
Carmela muore. 
E allora che si fa? 
In suo aiuto accorre Mafalda. 
La donna che accudisce un marito con l’Alzheimer e che ha cresciuto Betta, la figlia perfetta. Al contrario di Wilma, che ha perso un figlio giovane e deve destreggiarsi nel rapporto complicato con Melania, una figlia che è entrata in una setta. Non vi dico cosa farà l’avida Mafalda con il corpo di Carmela. 
Non so se ridere o piangere. 
Adoro! 

 
Questa è la vecchiaia: il passaggio dalla dimensione dell’infinito alla gabbia del prevedibile.

Insomma, c’è tanta carne al fuoco. In tutti i sensi.
Ops, dimenticavo di parlarvi di Nunzia. La vecchia bigotta che resta inizialmente fuori dal casino combinato dalle sue due amiche. Fino a quando però, Bubi, il compagno di Carmela, non scopre ciò che le due anziane hanno fatto e viene imprigionato per evitare che racconti tutta la verità. C’è stata una scena pazzesca che mi ha fatto riflettere parecchio e riguarda proprio Nunzia, quella che apparentemente sembra la più tranquilla e docile del gruppo di pazze sultane. 

Ho amato lo stile dell’autrice. Questa sua capacità di unire tanti generi diversi all’interno di una commedia che è ovviamente nera e che fa ridere e riflettere. Il modo di scrivere è scorrevole, immediato, ma molto intenso. È capace di dare vita a tre protagoniste non facili, tre donne di una certa età che sono piene di rimpianti e che conducono una vita che non gli piace, rinchiuse nella gabbia della loro quotidianità. Eppure riesce a farle risultare donne sotto tutti i punti di vista, nemmeno tanto deboli. 

Hanno, ovviamente, le loro fragilità. Soffrono pene d’amore, di abbandono, di solitudine. Hanno rapporti difficili con i loro parenti e soprattutto con i loro figli. Ma sono certamente donne normali. Oddio, quello che fanno, non è così normale. Però le loro emozioni e i loro sentimenti ci accomunano un po’ tutti. Insomma, l’autrice denuda i desideri più sbagliati e intimi di queste donne rendendole della combattenti, forti, e pronte a ribellarsi. 

Perchè non la smettiamo di vivere come se fossimo tutti eterni?

Chi lo avrebbe mai detto. 
A dirla tutta non avrei mai scommesso che mi sarebbe piaciuto un romanzo con una storia simile. All’apparenza molto semplice, ma al contrario, è piena di intrecci, di personalità che si mescolano, dando vita a una storia che vibra e che non posso assolutamente classificare in un unico genere. C’è una volontà di denuncia nel voler mostrare come oggi, nel nostro Paese, le persone anziane vengano tenute lontano da tutto, vengano bandite. C’è una crisi morale e sociale, prima che economica. Il problema è che la società considera i vecchi dei reietti, e i vecchi stessi non sono in grado di riappropriarsi del ruolo che gli compete: quello di essere custodi di memoria e di valori. Si sono arresi e tutti noi ne paghiamo le conseguenze. 

Ironia, eleganza, sarcasmo. Non troverete nulla di pesante in questo libro, anche se le azioni delle protagoniste sono crude e feroci talvolta. Ma tutto è smorzato da una leggerezza di fondo che non annoia. 

Sapete perchè ho amato questa storia? Perchè è pazza. È una melodia stonata. E ti fa riflettere parecchio sul concetto che i vecchi dovrebbero essere persone rassicuranti e rappresentare “casa”. 
Beh, avete sbagliato palazzo se pensate che in questa storia troverete una qualche forma di conforto. 
I vecchi si prendono la loro rivincita. 
E, a dirla tutta, la fanno pure franca. 
Chapeau.


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