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mercoledì 14 novembre 2018

✎ Recensione ➱ Perchè la notte appartiene a noi di Amabile Giusti

Buongiorno! Torno a parlarvi di Amabile Giusti con Perchè la notte appartiene a noi, un romanzo che mi è piaciuto, ma non abbastanza. Ho trovato troppe similitudini con Tentare di non amarti e questo ha infastidito molto la mia lettura. Il mio giudizio è poco positivo.

perchÈ La notte appartiene a noi
di Amabile Giusti

Editore: Amazon Publishing
Pagine: 292
GENERE: New Adult
Prezzo: 9,90 € - 3,99 
Formato: Cartaceo - eBook
Data d'uscita: 2018
Link d'acquisto: ❤︎

Trama:
L’inverno in Alaska è spietato: lo sa bene la giovane Mira Kendall che non si è mai allontanata da Noweetna, un villaggio di trecento anime. Per affrontare il buio perenne di quelle latitudini, la ragazza si è creata un piccolo mondo interiore ricco di luce: legge tantissimo, colleziona fiocchi di neve e sogna di vivere un grande amore romantico. L’arrivo di Kade scuote ogni suo equilibrio. Lui è un trentenne tanto bello quanto inquietante: ha i capelli lunghi, un occhio verde e uno nero, strani tatuaggi perfino sul viso e sulle mani, e un pessimo carattere. Non socializza con nessuno, vive da solo su una vecchia barca arenata e nasconde di sicuro un terribile segreto. Impossibile per loro non incontrarsi, così com’è impossibile per Mira non trovarsi combattuta fra due emozioni opposte. Una parte di sé disapprova Kade per i suoi modi sgarbati, e l’altra è irresistibilmente attratta dal suo fascino feroce e dal mistero che lo avvolge. Lentamente, l’iniziale reciproca antipatia si trasforma in un sentimento inatteso, tanto profondo da travolgerli entrambi. Ma Kade ha troppe cose da nascondere. Quando il suo passato torna a minacciarlo, diventa necessario fare una scelta dolorosa che potrebbe separarli per sempre. Una storia passionale e sensuale sullo sfondo di una terra selvaggia, fra due anime più affini del previsto, dapprima ostili, dubbiose, rabbiose, e poi follemente bisognose, gelose e affamate d’amore.

RECENSIONE


La notte appartiene a noi è il secondo romanzo che leggo di Amabile Giusti e purtroppo non sono stata colpita favorevolmente da questa storia per un motivo fondamentale: l’ho trovata troppo simile a quella che avevo letto in precedenza, ossia Tentare di non amarti.

Quella sì che l’avevo amata moltissimo e avendo già letto quella tipologia di personaggi, quel tipo di sofferenza, di estraneità e di legame che si instaura tra i due, ho riscontrato tante similitudini che mi hanno dato l’impressione di leggere qualcosa di già visto e sentito proprio dalla stessa penna dell’autrice.

Kade, testimone in occulto, collaboratore della giustizia, arriva in un piccolo paese freddo e intimamente chiuso in se stesso con quell’aria da orso bruno – che non vuole e non intende dare nulla. I suoi atteggiamenti così schivi e ombrosi attirano l’attenzione di tutti. Gli uomini ne hanno timore mentre le donne sono affascinate da quell’aria da vichingo che lo contraddistingue e lo fa apparire come un fantomatico e abile prestigiatore di orgasmi al femminile. Insomma, è bello anche se un po’ troppo spaventoso, rude e brutale, senza il minimo di gentilezza. 
Ho una voglia dannata di contaminarla.
Le femmine sentono l’odore di pericolo, ma di quel pericolo che abbranca le viscere e ti spinge oltre il consentito a desiderare quello che non puoi avere. È ciò che accade alla protagonista, Mira, una ragazzotta che lavora in un negozio di cianfrusaglie che vive con la madre altamente danneggiata a livello psicologico. 

Non è un bel quadretto quello che si trova ad affrontare il nostro Kade, soprattutto perché è un ex criminale che ha ucciso tante persone e adesso si è pentito, dopo che hanno fatto fuori il suo stesso fratello, tra l’altro prete.

Gli occhi della moglie del sindaco – la più puttana del paese – riconoscono immediatamente quella carne rara e indomita e ci vuole davvero poco affinchè Kade diventi il suo amante.
Ma per lui non c’è nulla di amorevole o di serio, è solo un passatempo che lo aiuta a sopportare i sei mesi in quel buco di mondo.

Purtroppo il nostro eroe non ha tenuto conto dell’attrazione particolare che Mira prova per lui e soprattutto della sua innata testardaggine. La fanciulla si convince di volerlo conoscere a tutti i costi, nonostante le dicerie sul suo conto e quell’aspetto così cattivo, ed è così determinata da riuscirci.

Contro ogni aspettativa, i due iniziano una relazione molto strana, basata principalmente sul sesso. Insomma, incontri che per Kade non hanno alcun significato mentre per Mira diventano sempre più essenziali. 
E qui casca l’asino!

Amabile Giusti ha creato una trama diversa da quella di Tentare di non amarti, ma i personaggi sono identici. Lui burbero, assassino, un omaccione dai modi poco raffinati e spesso raggelanti, dall’aspetto selvatico e sconsiderato, mentre lei, tutta ossa e pelle, capelli lunghi, occhi grandi e curiosi e soprattutto, una testardaggine da farti rizzare i capelli in testa.

Ok, che con quella storia l’autrice abbia sfondato, ma creare la stessa tipologia di personaggi e soprattutto lo stesso tipo di relazione tra i due, mi sembra un po’ esagerato.
Ormai il ferro non è più caldo, secondo me, quindi è inutile tentare di batterlo ancora. Bisogna avere il coraggio di cambiare aria. 
Come dicevo, oltre a essere identici a Marcus e Penelope, iniziano la loro relazione nello stesso modo: con il sesso.
Lei viene via con me e continuerò a dire che è mia finchè non crolla il mondo.
La solita tiritera dell’iniziale assenza di coinvolgimento e soprattutto anche qui il protagonista sa che lei non incarna assolutamente la tipologia di donna che si porterebbe a letto, eppure, guarda caso, la desidera fino a strapparsi le carni pur di averla.
Lo stile è uguale e, ovviamente, un tratto distintivo di Amabile Giusti. Abbiamo quel tocco poetico, profondo che a volte arriva persino a stancare, soprattutto quando ci sono troppe similitudini con storie precedenti.
Non posso negare che la storia cattura l’attenzione, incuriosisce e ha – come sempre – un finale positivo, anche troppo secondo me, e per certi versi, vi avverto, anche questo epilogo somiglia al precedente.

Insomma, che altro dire? Affermare che non mi sia piaciuto non sarebbe la verità, del resto amo questo tipo di storie, ma per apprezzarlo completamente, forse non avrei dovuto leggere da poco tempo Tentare di non amarti. Purtroppo questo mi ha portato a provare persino fastidio per tutte quelle similitudini, facendomi perdere l’interesse verso i personaggi che mi sembrava di conoscere già.

Una lettura che consiglio, e invito chiunque abbia già letto Tentare di non amarti a confrontarsi con questo romanzo e a capire quanto ci sia di vero in ciò che ho detto.

4 commenti:

  1. Quoto ogni singola cosa. Io ormai ho letto vari romanzi della Giusti e davvero non ne posso più: protagoniste sempre uguali, stile sempre uguale, dinamiche di coppia sempre uguali. E, a coronare il tutto, non ne posso davvero più del sessismo che pernea i suoi romanzi, del "femminista a convenienza", perché se Mira vuole farsi Kade è un fragile fiocco di neve pieno di sogni e ingenuità, se lo vuole la moglie del sindaco è una puttana. E così in OGNI SUO ROMANZO. Non tollero più questo atteggiamento nei libri, sono stanca dell'eterno giudizio di una che si dichiara femminista e poi scrive di ste robe. (Scusa la foga, e un argonento che mi sta a cuore xD).
    Detto ciò, buongiorno e bella recensione:)

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    1. Ciao, Virginia! Hai ragione, mi trovi d'accordo sul fatto del femminismo a convenienza, un aspetto che ritorna sempre e sempre nello stesso modo. Credo che la Giusti si sia convinta che questa tipologia di personaggi sia quella meglio riuscita e poichè il discorso è tutto di marketing, ha pensato bene di replicare in serie un prodotto vincente. A me meravigliano i lettori, sinceramente. Gente che ancora la osanna, ma per cosa? Sempre per le stesse cose? Facile scrivere così. Comunque, secondo me, il problema non sono gli autori, ma i lettori. Proprio in generale.
      Per quanto riguarda la Giusti, se ho ben capito anche l'ultimo romanzo è uguale a questo e agli altri. Indi, noi almeno abbiamo la decenza di riconoscerne i limiti.
      Grazie! :*

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    2. In realtà non so neanch'io se è una questione di marketing o un suo personale modo di vedere il mondo. In realtà ritrovo una sorta di fil rouge nei suoi romanzi, un qualcosa che mi fa pensare a una profonda immedesimazione dell'autrice in un certo tipo di protagonista (sempre bruttarella, amante degli animali, considerata stramba, un po' solitaria e all'apparenza pratica anche se in realtà sognatrice) e una sua spiccata preferenza per un certo tipo di protagonista (molto bello e molto stronzo, per riassumere). E in realtà posso anche capire quei lettori che la leggono proprio perchè ricercano determinate dinamiche, ma ad allontanarmi da lei è stato il modo in cui rappresenta i personaggi femminili e il giudizio di fondo che le scappa. Perchè Mira che fa sesso con Kade e poi, se mi ricordo bene, decide di non farlo più perchè la fa "sentire troppo puttana" nel 2018 non sta in cielo nè in terra. Ed è il modo in cui approccia i personaggi femminili pensati per far ingelosire la protagonista, sempre bellissime, stronze, stupide e "puttane" (il modo in cui delinea la moglie del sindaco è francamente ridicolo).
      Io l'ultimo libro non l'ho proprio comprato e quello di Kade e Mira non sono riuscita a finirloxD

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    3. Non avevo capito che non lo avessi finito di leggere, comunque non ti sei persa niente perchè il finale è molto simile a Tentare di non amarti. Capisco il tuo punto di vista sulle donne e lo condivido. Inoltre io non sopporto proprio il fatto che inserisca sempre quella tiritera iniziale dove lui, bello e dannato, non si porterebbe mai a letto la lei di turno (impacciata, bruttina, pura), perchè addirittura la considera insopportabile e ovviamente fisicamente lungi dall'essere il suo tipo di donna e poi basta un pluff e ci cascano come pere cotte.
      La stessa tipologia di protagonista: magrolina, testarda, capocciona, quasi una santa per la sua purezza perchè poi è il modo migliore per contrastargli l'antagonista femminile che in questo caso è la moglie del sindaco. Ora non per dire, perdona l'esempio, ma nel Grande fratello, e contesti simili, li nomino perchè sono lo specchio della società, sono le donne a fare il primo passo e a voler andare a letto con gli uomini. Quindi sta moglie del sindaco che male fa? Se tradisce il marito è una puttana a priori? Mentre Mira, che viene dipinta come pura e intoccabile, quando poi arriva il tipo(kade)che le fa salire il sangue alla testa, improvvisamente si dimentica tutta la sua purezza e reticenza, e negli intenti risulta uguale alla moglie del sindaco.
      Io l'ho trovata snervante per quella tenacia impossibile che l'ha anche un po' ridicolizzata.
      Mira è una santa fino alla fine, mentre la moglie del sindaco viene descritta come se fossimo nel Medioevo, con lo stesso metro di giudizio.
      Una cosa davvero fastidiosa e incongruente.
      Tu hai letto molti più libri di me della Giusti e io ne leggerò qualcun altro proprio per capire meglio queste dinamiche. Anche se mi sembrano fin troppo chiare.

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