Buongiorno! Oggi vi parlo di Convinction, di Corinne Michaels, secondo romanzo dedicato alla storia di Natalie e Liam. Vi ricordo che avevo già letto entrambi i volumi diversi anni fa, indi adesso si tratta di una rilettura che è andata piuttosto male.
di Corinne Michaels Editore: Leggereditore Pagine: 278 GENERE: Romanzo Prezzo: 4,99€ - 9,90€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2016 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟 ½
Trama:
Dopo aver appreso della morte del marito Aaron, marine caduto in missione, Natalie è passata attraverso il dolore e, con fatica, ha ritrovato la luce grazie all’amore per Liam. Aaron però non è morto, e dopo aver lottato per tornare da sua moglie e dalla figlia che non ha mai conosciuto, ora è lì, davanti agli occhi di Natalie, che si ritrova sospesa tra la gioia e l’angoscia. Sì, perché durante la sua assenza, Natalie ha conosciuto un’altra faccia del marito, ha scoperto le bugie che lui le ha sempre raccontato, i tradimenti che le ha nascosto. E soprattutto insieme a Liam ha sperimentato il vero significato dell’amore. Ma ora Liam è deciso a farsi da parte, a sacrificare i suoi sentimenti in nome di ciò che ritiene più giusto: restituire alla piccola Aarabelle la possibilità di crescere con il suo vero padre e permettere a Natalie di ricostruire la famiglia che era andata distrutta. Con i cuori lacerati, incerti se rinunciare a una parte di sé o seguire ciò che sentono, che futuro sceglieranno Natalie e Liam?
Dopo Consolation, Corinne Michaels firma la perfetta conclusione di una storia d’amore unica.
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RECENSIONE
Convinction è il secondo romanzo della dilogia scritta da Corinne Michaels e che ho deciso di leggere per la seconda volta.
Come vi avevo già accennato nella recensione del primo romanzo, un tempo ho amato molto questa storia, ma adesso, rileggendola dopo diversi anni, mi trovo, purtroppo, con un’opinione molto diversa.
Il primo romanzo, Consolation, racconta la storia di Natalie e di Liam, due amici che, a morte del marito di lei, Aaron, in guerra, s’innamorano e decidono di stare insieme. La loro storia inizia in modo piuttosto velato. Lei si trova in difficoltà perchè ha una bambina e ha appena scoperto che il marito è morto, indi, ha bisogno di aiuto, di sostegno, di conforto, e soprattutto, ha bisogno di qualcuno che la spinga a ricominciare a vivere.
Quel qualcuno si dimostra essere proprio Liam. Nessuno dei due, all’inizio, si aspetta che la loro amicizia – tra l’altro Liam era il migliore amico di Aaron – possa in qualche mese, trasformarsi in una cocente attrazione, alla quale nessuno dei due tenta più di tanto di resistere.
Beh, è presto detto. Natalie sa che Aaron è morto e non ci impiega molto a capire che Liam è un degno sostituto del marito, anche perchè ne è profondamente attratta. Inizialmente sembrerebbe esserci solo attrazione fisica, quasi una sorta di consolazione, ma poi, grazie anche alla scoperta di un tradimento da parte del marito, Natalie si convince che Liam è l’uomo della sua vita. Una convinzione che viene messa a dura prova proprio alla fine del primo libro, quando scopre che Aaron non è morto.
Era tenuto prigioniero, e adesso è tornato. Tornato e rivuole tutta la sua famiglia, esattamente come l’ha lasciata.
La nostra protagonista, che non mi ha convinto più di tanto nel primo romanzo, anche in questo secondo, mi appare assolutamente poco credibile. Felice, per dire, che l’uomo che fino a qualche tempo prima aveva amato, padre della sua bambina, è tornato, non vede l’ora di mettere in chiaro, che lei, quel marito fedifrago e traditore, non lo vuole più. Perchè? Beh, bisogna anche specificarlo?
Adesso ha il principe azzurro Liam. L’uomo perfetto, quello dolce, disponibile, sempre presente, capace di darle tutto ciò di cui ha bisogno, soprattutto un sesso a cinque stelle. Solo adesso, Natalie si accorge che il matrimonio con Aaron che sembrava idilliaco, aveva numerose crepe che lui aveva a suo tempo cercato di colmare mettendo incinta la dolce Brittany.
Ma di questi retroscena disgustosi e riprovevoli, Natalie non ne vuole proprio sapere. A lei interessa soltanto scappare di notte e rintanarsi nel letto di Liam, dandoci dentro a tutta forza, mentre Aaron, non avendo un’altra casa dove andare, dorme ancora nella loro casa, ignaro di tutto.
Bella situazione, non trovate? In pratica. Aaron è vivo. Giustamente la sua casa è quella che ha condiviso con la moglie. Indi resta in quella casa, anche perchè c’è la sua bambina, nonostante la moglie non voglia avere più niente a che fare con lui.
Una situazione così assurda, che boh, non sono riuscita proprio a comprendere. Non sono riuscita a capire nemmeno la psicologia di questa donna. Una donna e madre, che si getta letteralmente tra le braccia del migliore amico del marito, e che quando questo torna, non si fa il minimo problema o si pone il minimo dubbio, rispetto o raziocinio, nel chiudere un matrimonio che comunque gli ha dato una bambina splendida e che fino a qualche tempo prima racchiudeva tutta la sua vita e il suo futuro.
In pratica, ci si innamora e ci si disinnamora nel giro di qualche minuto.
Se nel primo romanzo c’era la curiosità di capire come Natalie e Liam si sarebbero avvicinati, in questo secondo libro, c’è solo una noia mortale.
Ciò che più mi ha dato fastidio è la ripetitività di certi concetti. Ma che diavolo, dico, almeno cambiate scene e procedimenti.
Per farvi un esempio, devo rivelarvi un episodio della storia. Esattamente come Aaron, a un certo punto, anche Liam deve partire e andare in guerra. Guarda caso, quindi, proprio perchè evidentemente siamo a corto di idee, Natalie si ritrova ad affrontare la stessa perdita che l’ha distrutta qualche tempo prima. Ovviamente, ci annoierà con le stesse paranoie. Liam che parte, Liam che non torna, Liam che mi manca, Liam dov’è, Liam è morto… e così via.
È mai possibile che ci dobbiamo subire le stesse cose, ma soprattutto, è accettabile che una donna scelga due uomini praticamente identici, dopo che ha ammesso chiaramente di soffrire perchè fanno i soldati e sono costretti a combattere ogni giorno con la morte? Allora ditelo che siete masochisti.
Natalie è una masochista, quindi eviti di lamentarsi. Ma soprattutto eviti, per favore, di paragonare in continuazione Liam ad Aaron.
Ma come si fa? Non solo tu, benedetta donna, hai scelto due uomini, tra l’altro amici, che fisicamente si somigliano e che fanno lo stesso lavoro, ma parli in continuazione di quello che Liam fa, dice o deve fare, paragonandolo a quello che diceva e faceva tuo marito.
Questa è la cosa più snervante di tutto il libro.
E poi, quella tetra ammissione, assolutamente inutile, di sottolineare che lei amerà sempre suo marito, in qualche modo.
Come no. Intanto lo hai buttato fuori di casa, ti infili in continuazione nel letto del suo migliore amico, e non ci hai pensato due volte a rinfacciargli il suo tradimento senza nemmeno chiederti perchè. – Aaron non è una cattiva persona, ha solo fatto cattive scelte.
Attenzione, i miei ragionamenti non sono a favore del comportamento di Aaron. Ci mancherebbe. Sono semplicemente i pensieri che sono venuti fuori durante la lettura. Con questo voglio dire che se Aaron è un uomo che ha sbagliato, la stessa Natalie non è stata capace di conquistare la mia simpatia, né farmi empatizzare con lei tanto da condividere le sue scelte o sostenerla.
Se Aaron è il classico marito che tradisce, talmente banale, da essere quasi invisibile, se non fosse per il fatto che muore e invece non è vero, Natalie è una donna confusionaria, egoista, che pensa solo a se stessa, superficiale e poco credibile.
E infine Liam, quest’uomo che sembra fare di tutto per la donna che improvvisamente si accorge di amare – vi ricordo essere sempre la moglie del suo migliore amico – ma che a un certo punto, vuole togliersi di mezzo perchè si accorge da un giorno a un altro che questa ha un marito e soprattutto una bambina. Quindi lui non vuole fare il rovina famiglia. – Deve essere lei a scegliermi.
E beh. Illuminante, devo dire.
Dopo questa dimostrazione di maturità, io, guardate, alzo le mani, proprio. Anche perchè, ovviamente, questa improvviso momento di lucidità dura appunto il tempo di un’improvvisazione.
Insomma, in conclusione. Convinction, che dovrebbe essere il libro conclusivo, appunto, quello della convinzione, si becca una valutazione inferiore del precedente da parte mia.
Primo perchè mi ha fatto perdere solo del tempo.
Secondo perchè la storia non è che una ripetizione di lagne, paragoni, scene di sesso e cambi d’umore che caratterizzano questi personaggi come inconsistenti, assurdi, come se vivessero fuori dal mondo. Nella realtà, non ti puoi comportare così, saresti totalmente fuori di testa.
Terzo perchè la storia è lenta, macchinosa e scontata. Non posso elencarvi i tre o quattro eventi che caratterizzano tutto il romanzo perchè altrimenti farei spoiler, ma credetemi che NON succede praticamente nulla.
Boccio questa dilogia nel suo complesso, consigliandovi caldamente di leggere qualcos’altro.
Il primo romanzo, Consolation, racconta la storia di Natalie e di Liam, due amici che, a morte del marito di lei, Aaron, in guerra, s’innamorano e decidono di stare insieme. La loro storia inizia in modo piuttosto velato. Lei si trova in difficoltà perchè ha una bambina e ha appena scoperto che il marito è morto, indi, ha bisogno di aiuto, di sostegno, di conforto, e soprattutto, ha bisogno di qualcuno che la spinga a ricominciare a vivere.
Quel qualcuno si dimostra essere proprio Liam. Nessuno dei due, all’inizio, si aspetta che la loro amicizia – tra l’altro Liam era il migliore amico di Aaron – possa in qualche mese, trasformarsi in una cocente attrazione, alla quale nessuno dei due tenta più di tanto di resistere.
Lui era tutto il mio mondo e adesso è tornato. Ma che senso ha tutto questo?
Beh, è presto detto. Natalie sa che Aaron è morto e non ci impiega molto a capire che Liam è un degno sostituto del marito, anche perchè ne è profondamente attratta. Inizialmente sembrerebbe esserci solo attrazione fisica, quasi una sorta di consolazione, ma poi, grazie anche alla scoperta di un tradimento da parte del marito, Natalie si convince che Liam è l’uomo della sua vita. Una convinzione che viene messa a dura prova proprio alla fine del primo libro, quando scopre che Aaron non è morto.
Era tenuto prigioniero, e adesso è tornato. Tornato e rivuole tutta la sua famiglia, esattamente come l’ha lasciata.
La nostra protagonista, che non mi ha convinto più di tanto nel primo romanzo, anche in questo secondo, mi appare assolutamente poco credibile. Felice, per dire, che l’uomo che fino a qualche tempo prima aveva amato, padre della sua bambina, è tornato, non vede l’ora di mettere in chiaro, che lei, quel marito fedifrago e traditore, non lo vuole più. Perchè? Beh, bisogna anche specificarlo?
Adesso ha il principe azzurro Liam. L’uomo perfetto, quello dolce, disponibile, sempre presente, capace di darle tutto ciò di cui ha bisogno, soprattutto un sesso a cinque stelle. Solo adesso, Natalie si accorge che il matrimonio con Aaron che sembrava idilliaco, aveva numerose crepe che lui aveva a suo tempo cercato di colmare mettendo incinta la dolce Brittany.
Ma di questi retroscena disgustosi e riprovevoli, Natalie non ne vuole proprio sapere. A lei interessa soltanto scappare di notte e rintanarsi nel letto di Liam, dandoci dentro a tutta forza, mentre Aaron, non avendo un’altra casa dove andare, dorme ancora nella loro casa, ignaro di tutto.
Non eri in competizione allora
e non lo sei nemmeno adesso.
Bella situazione, non trovate? In pratica. Aaron è vivo. Giustamente la sua casa è quella che ha condiviso con la moglie. Indi resta in quella casa, anche perchè c’è la sua bambina, nonostante la moglie non voglia avere più niente a che fare con lui.
Una situazione così assurda, che boh, non sono riuscita proprio a comprendere. Non sono riuscita a capire nemmeno la psicologia di questa donna. Una donna e madre, che si getta letteralmente tra le braccia del migliore amico del marito, e che quando questo torna, non si fa il minimo problema o si pone il minimo dubbio, rispetto o raziocinio, nel chiudere un matrimonio che comunque gli ha dato una bambina splendida e che fino a qualche tempo prima racchiudeva tutta la sua vita e il suo futuro.
In pratica, ci si innamora e ci si disinnamora nel giro di qualche minuto.
Se nel primo romanzo c’era la curiosità di capire come Natalie e Liam si sarebbero avvicinati, in questo secondo libro, c’è solo una noia mortale.
Ciò che più mi ha dato fastidio è la ripetitività di certi concetti. Ma che diavolo, dico, almeno cambiate scene e procedimenti.
Per farvi un esempio, devo rivelarvi un episodio della storia. Esattamente come Aaron, a un certo punto, anche Liam deve partire e andare in guerra. Guarda caso, quindi, proprio perchè evidentemente siamo a corto di idee, Natalie si ritrova ad affrontare la stessa perdita che l’ha distrutta qualche tempo prima. Ovviamente, ci annoierà con le stesse paranoie. Liam che parte, Liam che non torna, Liam che mi manca, Liam dov’è, Liam è morto… e così via.
È mai possibile che ci dobbiamo subire le stesse cose, ma soprattutto, è accettabile che una donna scelga due uomini praticamente identici, dopo che ha ammesso chiaramente di soffrire perchè fanno i soldati e sono costretti a combattere ogni giorno con la morte? Allora ditelo che siete masochisti.
Natalie è una masochista, quindi eviti di lamentarsi. Ma soprattutto eviti, per favore, di paragonare in continuazione Liam ad Aaron.
Ma come si fa? Non solo tu, benedetta donna, hai scelto due uomini, tra l’altro amici, che fisicamente si somigliano e che fanno lo stesso lavoro, ma parli in continuazione di quello che Liam fa, dice o deve fare, paragonandolo a quello che diceva e faceva tuo marito.
Questa è la cosa più snervante di tutto il libro.
E poi, quella tetra ammissione, assolutamente inutile, di sottolineare che lei amerà sempre suo marito, in qualche modo.
Come no. Intanto lo hai buttato fuori di casa, ti infili in continuazione nel letto del suo migliore amico, e non ci hai pensato due volte a rinfacciargli il suo tradimento senza nemmeno chiederti perchè. – Aaron non è una cattiva persona, ha solo fatto cattive scelte.
Attenzione, i miei ragionamenti non sono a favore del comportamento di Aaron. Ci mancherebbe. Sono semplicemente i pensieri che sono venuti fuori durante la lettura. Con questo voglio dire che se Aaron è un uomo che ha sbagliato, la stessa Natalie non è stata capace di conquistare la mia simpatia, né farmi empatizzare con lei tanto da condividere le sue scelte o sostenerla.
Se Aaron è il classico marito che tradisce, talmente banale, da essere quasi invisibile, se non fosse per il fatto che muore e invece non è vero, Natalie è una donna confusionaria, egoista, che pensa solo a se stessa, superficiale e poco credibile.
E infine Liam, quest’uomo che sembra fare di tutto per la donna che improvvisamente si accorge di amare – vi ricordo essere sempre la moglie del suo migliore amico – ma che a un certo punto, vuole togliersi di mezzo perchè si accorge da un giorno a un altro che questa ha un marito e soprattutto una bambina. Quindi lui non vuole fare il rovina famiglia. – Deve essere lei a scegliermi.
E beh. Illuminante, devo dire.
Dopo questa dimostrazione di maturità, io, guardate, alzo le mani, proprio. Anche perchè, ovviamente, questa improvviso momento di lucidità dura appunto il tempo di un’improvvisazione.
A volte hai bisogno di passare attraverso
il male per trovare il bene.
il male per trovare il bene.
Insomma, in conclusione. Convinction, che dovrebbe essere il libro conclusivo, appunto, quello della convinzione, si becca una valutazione inferiore del precedente da parte mia.
Primo perchè mi ha fatto perdere solo del tempo.
Secondo perchè la storia non è che una ripetizione di lagne, paragoni, scene di sesso e cambi d’umore che caratterizzano questi personaggi come inconsistenti, assurdi, come se vivessero fuori dal mondo. Nella realtà, non ti puoi comportare così, saresti totalmente fuori di testa.
Terzo perchè la storia è lenta, macchinosa e scontata. Non posso elencarvi i tre o quattro eventi che caratterizzano tutto il romanzo perchè altrimenti farei spoiler, ma credetemi che NON succede praticamente nulla.
Boccio questa dilogia nel suo complesso, consigliandovi caldamente di leggere qualcos’altro.
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