Buon martedì cari lettori! La recensione che vi propongo oggi riguarda un romanzo storico. Pierluigi Curcio nel suo Artorius, narra le vicende di re Artù ma non basandosi sulla storia che tutti conosciamo ma facendo riferimento alla storia romana e ad un personaggio realmente esistito. Dunque, bando alla fantasia e al mito, per leggere qualcosa di vero e sentito. Leggete anche l'intervista, davvero interessante!
Titolo: Artorius
Autore: Pierluigi Curcio
Editore: Selfpublishing
Genere: Romanzo storico
Pagine: 562
Prezzo: 19,00 - eBook 4,99
Genere: Romanzo storico
Pagine: 562
Prezzo: 19,00 - eBook 4,99
L'ascesa degli antonini e in particolar modo dell'imperatore Marco Aurelio, porterà a uno dei momenti di maggiore splendore dell'Impero Romano ed entrerà nella storia. In quegli stessi anni, un ufficiale di fanteria romana annienterà le migliori forze di cavalleria del tempo per divenire leggenda.
Artorius è un romanzo al di sopra di qualsiasi leggenda e mito sulla figura di
re Artù. Un libro che attinge certamente
dalla fantasia e dall’immaginazione con la quale siamo stati abituati a pensare
a questo personaggio tanto amato, ma si concentra fondamentalmente sull’aspetto
reale, quello vero, che parla della Storia direttamente dalla Storia stessa.
E’ possibile che re Artù sia realmente esistito e la sua figura coinciderebbe con Lucio Artorio Casto, un generale
romano che visse realmente e le cui gesta e soprattutto la personalità ed
il carattere, i personaggi incontrati e i luoghi frequentati, coincidevano con
quello che sappiamo di Artù.
Questo significa che dopo tante leggende e una bella dose di fantasia,
l’autore, questa volta, si concentra esclusivamente su quei fatti che possono
essere considerati realmente accaduti e che comprendono scenari di ogni sorta.
Lucio nasce in condizioni a dir poco sfavorevoli.
La rabbia gli distorse i lineamenti.«Forse quel bambino è speciale!» continuò lei imperterrita «Forse gode della protezione diretta di un Dio. Non puoi ritenerlo colpevole, sarebbero morti entrambi e lo sai. »
La sua venuta al mondo coincide con la morte terribile della madre e
nello stesso momento si scatena su di lui, l’odio e l’ira del fratello e del
padre che lo considerano colpevole di quella morte straziante. In realtà le
condizioni in cui avviene il parto sono alquanto strane e coinvolgono un
personaggio inquietante e misterioso che poi il lettore incontrerà in seguito e
che avrà un ruolo fondamentale nell’ascesa di Lucio.
Il padre tutelava solo gli interessi del primogenito e non si era fatto scrupolo nell’avallare una decisione che equivaleva quasi a una sentenza di morte.
All’età di sedici anni, il padre
decide che il giovane uomo è pronto per partire, allontanarsi dalla sua
famiglia e dalla sua casa per intraprendere la carriera militare. In altre
parole è da questo momento in poi che il carattere di Lucio inizia a formarsi.
La sua tempra sarà molto forte, quella di un combattente, di un vero guerriero
ligio al dovere e all’onestà.
I suoi viaggi saranno numerosi quanto i personaggi che incontrerà sul
proprio cammino, ognuno di essi in grado di donargli qualcosa.
Ma chi gli donerà più di tutto? Naturalmente una donna, di nome Morana.
Figlia di Uther Pendragon,
nemico di Roma ma capace di amare e di accettare Lucio nel proprio popolo come
se fosse suo figlio, gli concederà anche la cosa più preziosa della sua
esistenza: la donna che rappresenta la sua stessa carne ed il suo stesso
sangue.
E infatti, il tuo ruolo ti soldato t’impone l’obbedienza. Nient’altro. Dovrai entrare nelle grazie del Pendragon e assorbire quanto più puoi sul suo popolo. Sei l’unico che sia riuscito ad avvicinarlo senza conseguenze. Dobbiamo capire se sarà possibile averli come alleati o considerarli nemici. Nel qual caso pretendo di conoscerne ogni punto debole per quando gli imperatori verranno e, per quel giorno, voglio che la vittoria sia già nostra. Sarai esentato da ogni servizio per avere maggior libertà di azione. Da adesso non dovrai rispondere a nessun altro se non a me e a Dubricius» indicò l’uomo con un cenno.
Amicizia, amore, passione,
tradimento, inganni, lotte, guerre, vendette, tutti elementi che fanno parte di
un romanzo scritto alla perfezione e che non ha nulla da invidiare ai romanzi
storici molto più conosciuti ed apprezzati.
Pierluigi Curcio dimostra grande preparazione, studi approfonditi ed una passione ed
una dedizione per l’argomento trattato che rendono la narrazione speciale agli
occhi del lettore, una storia capace di dare molto di più di quanto già si
sappia.
Lo stile è curato, adatto alla storicità affrontata, con parole
certamente non comuni ma in perfetta sintonia con l’epoca e le ambientazioni.
Un universo privilegiato in cui il
lettore ha la possibilità di guardare da una prospettiva diversa, estremamente
concentrata sulla storia romana.
Le atmosfere sono coinvolgenti,
pregne di sangue e di speranza. L’aria che si respira è quella dei grandi
romanzi, dove il fervore, la rabbia, i grandi valori ancora fanno battere il
cuore e le membra.
«Sei venuto per me.»«Sì...»Il bacio nacque spontaneo, leggero, poi semprepiù appassionato. Lucio, impacciato, le carezzò le gote. «Ti amo, piccola selvaggia.»Morana non capì pienamente la frase, ma la dolcezza con cui la pronunciò la fece sciogliere completamente nell’abbraccio.
Lucio avrà molte donne nella sua vita, avrà anche una moglie, sposata
per dovere ma il suo cuore apparterrà per sempre ad una sola donna: Morana.
L’autore si sofferma poco sulle scene d’amore ma l’intensità di alcune
parole salta subito agli occhi e all’anima, permettendo a chi legge di intuire
anche con poche righe la grandezza del sentimento che unisce i personaggi.
E’ vero che per descrivere le emozioni non servono molte parole e
neanche tanta enfasi, basta poco, basta avere il dono di scegliere
quelle giuste con le quali accarezzare le sensazioni di chi legge.
L’autore ci riesce molto bene, trasmettendo esattamente il tipo di
passione che intercorre tra Lucio e Morana ma anche il forte senso del dovere
dell’uomo, l’amore sconfinato di lei e i valori di coraggio, determinazione,
fiducia e rispetto che popolano l’intera storia.
Il nuovo incarico sarebbe servito a combattere il nemico. Nemico: aveva mangiato, dormito con quella gente. Amava una donna di quella gente, eppure il senso dell’onore lo teneva prigioniero dell’uniforme che indossava.Uther gli aveva proposto una nuova vita, lo considerava come un figlio ed era disposto a dargli in moglie Morana, ma pur con la morte nell’anima, non aveva potuto accettare.
Artorius è un romanzo consistente ma estremamente intelligente e ben scritto.
Un mito che abbandona per un attimo, anche se non del tutto, fantasia e magia,
per concentrarsi sulla carne e sul sangue, sulla sofferenza, sul diniego, sull’ascesa
di un personaggio così tanto amato da rischiare di confondere il vero dal
falso.
Tutti coloro che hanno voglia di scoprire la verità e che sono un po’
stanchi sempre delle stesse storie su re Artù e mago Merlino, devono
assolutamente leggere questa storia, capace di regalare un punto di vista
inaspettato e piacevoli scoperte. Anche chi non ama in modo particolare i
romanzi storici può trovare interessante questa lettura che trasporta con
cognizione e bellezza in un mondo molto lontano ma affascinante, un mondo che
ci appartiene perché è da lì che tutti veniamo: il mondo della nostra Storia.
Salve Pierluigi, grazie di aver accettato questa
intervista e benvenuto!
Grazie a lei per l’opportunità che mi ha
concesso.
1 - Cosa significa
per lei scrivere e quando ha iniziato seriamente a farlo?
Sembra semplice come domanda, ma
non lo è affatto. Scrivere per me è stato prima di tutto un espediente per
riempire dei vuoti. Vuoti affettivi del tipo: moglie, figli, una famiglia. C’è
chi direbbe che sono fortunato e magari ancora giovane per realizzarmi su quel
piano, ma non si può forzare la mano al destino e quel che ha in serbo per il
futuro. Nel frattempo colmo i vuoti, ma la scrittura è ormai non solo una forma
di realizzazione personale, col passare degli anni è diventata una necessità. Un
istinto naturale.
2 - Cosa rappresenta
per lei questo romanzo? Perché lo ha scritto?
Rappresenta una forma di riscatto.
Mio padre non ha mai conosciuto il mio amore per la scrittura e non sono sicuro
di quanto mi stimasse. Aveva le sue ragioni. So però che sarebbe stato
orgoglioso dei risultati che “Artorius” è riuscito a raggiungere e sono io a
ringraziarlo per avermi trasmesso la sua passione per la lettura e la
scrittura.
L’ho scritto perché “ispirato” se
è così che vogliamo giustificare questa pseudo forma di pazzia. Una storia
nasce dal profondo, senza un motivo razionale. Va approfondita, studiata, ma
l’impulso deve nascere da dentro.
Non riesco a lavorare a tavolino e
spesso sono gli stessi personaggi a condurmi attraverso gli eventi, senza che
io abbia programmato un determinato episodio. Sotto un certo aspetto, come “metodica”
è anche più divertente.
3 – Perché il genere
Storico? Cosa l’affascina di questo tipo di narrazione?
Sono me stesso. Tutto qui. Ho
scritto di paranormale, horror, western, raccontini di una paginetta dedicati
all’universo femminile, ma solo con lo storico riesco a esprimermi al meglio. Ho
spaziato fino a oggi tra il secondo e il quinto secolo d. C. e, se dovessi
scegliere un periodo in cui catapultarmi per un prossimo romanzo, non saprei
proprio orientarmi. Non ancora.
Sto lavorando attualmente a una
nuova storia ambientata ai tempi dell’imperatore Marco Aurelio e,
nell’immediato futuro, vorrei terminare la “saga” dei Pendragon che se ha visto
in “Artorius” e in “La stirpe dei re” un inizio e un prosieguo, necessita di un
terzo titolo conclusivo.
4 - Qual è il
personaggio che ama di più del suo romanzo e quello che proprio non sopporta?
Dubricius. È lui il cardine di
tutto. Un romantico idealista in eterna lotta per la realizzazione di un sogno,
ma non c’è nessuno che sia arrivato a detestare. La vita è una scelta e ognuno
compie le sue, nel bene come nel male. Lo stesso Artorius potrebbe essere da
biasimare sotto alcuni punti di vista…
5 – Che tipo di
studi ci sono dietro la stesura del suo romanzo e quanto impegno e tempo ha
impiegato per realizzarlo?
Tre anni di lavoro, forse anche più. Non ho mai
smesso di revisionarlo dopo ogni stesura.
Ho seguito le ricerche e i consigli della
dott.ssa Linda A. Malcor che mi ha onorato nello scrivere la prefazione. Ho approfondito
la storia romana del II sec. d. C. attraverso le parole di due storici del
tempo: Dione Cassio e Cassiodoro. Studiato usi e costumi dell’epoca… dagli
aspetti culinari alla celebrazione di un matrimonio o un funerale.
Per l’organizzazione della legione e alcune
tecniche di combattimento, fondamentali sono stati i suggerimenti di un caro
amico a cui devo ancora un paio di birre: Ferdinando Menconi.
6 – Se il suo
romanzo dovesse diventare un film, quali attori sceglierebbe per interpretare i
ruoli dei protagonisti?
Confermerei Clive Owen nella parte di Artorius,
lo ha già interpretato sotto la guida di Antoine Fuqua nel 2004 ed era perfetto
(in realtà si parla di un suo discendente). Mel Gibson sarebbe un perfetto
Dubricius: un celta. Un druido.
La parte di Morana andrebbe a Julia Roberts
e Gwynewyar potrebbe essere magistralmente interpretata da Angelina Jolie.
7 - Chi è Pierluigi
Curcio nella vita di tutti i giorni?
Un figlio. Un lavoratore, perché di scrittura non si vive.
Un ragazzino un po’ attempato a cui piace viaggiare perdendosi tra castelli e
vecchie rovine accompagnato dalla sua inseparabile reflex.
8 –Quali emozioni
prova mentre scrive?
Partecipo intensamente alla vita di ogni
personaggio, quindi, qualsiasi sentimento da loro vissuto è mio. Scriverne non
è facile soprattutto quando qualcuno deve sparire di scena e non per propria
scelta.
Ho letto Artorius infinite volte e non ce ne è
stata una in cui non mi sia commosso.
9 – Di che colore è
il suo romanzo e se dovesse associarlo ad un odore, quale sarebbe?
Il rosso lo permea dal principio alla fine.
Rosso come la passione tra Artorius e Morana.
Rosso come il sangue dei Britanni versato al
servizio di un sogno.
Rosso come il cuore di Mordred nel momento
dell’addio.
L'odore sarebbe menta selvatica, odore di foresta e muschio e pioggia.
L'odore sarebbe menta selvatica, odore di foresta e muschio e pioggia.
10 – Perché i
lettori dovrebbero leggere Artorius?
Perché è uno di noi. Un uomo che sbaglia, cade e si rialza
e cade ancora. Lo contraddistinguono l’amore per la propria famiglia e il senso
del dovere nei confronti della patria.
11 – Le chiedo di
lasciarci con una citazione tratta dal suo romanzo che vuole leggano i lettori.
«È andato in cerca
di mia figlia.»
«Glielo hai
permesso.» La sua era più un’affermazione che una domanda.
«Ha preso con sé
l’uomo che parla con gli Déi.»
«Credi che le
troveranno?»
«Non lo so. Questa
non è una favola e non ci sono fonti magiche o spade nella roccia qui.»
«Mi piacciono quelle
storie» disse Bedwyr, quasi in tono di scusa.
«Piacciono anche a
me, ma ci credi?»
«Credo solo nella
forza del mio braccio e in te Uther, lo sai.»
«Lo so amico mio, lo
so.»
Ciao Antonietta, un'altra bellissima recensione della serie: "Colpita e affondata", perché sebbene non abbia letto molti romanzi storici, mi affascinano queste storie, questi personaggi misteriosi, tutti da scoprire, ad esempio ho letto delle biografie e autobiografie, e adesso quella che mi viene in mente è Mafalda di Savoia, che ho amato moltissimo, è bellissima, così come il film che ne hanno fatto. ^_____^
RispondiEliminaUn abbraccio!! <3<3<3
Ciao Federica, i romanzi storici non sono facili, nel senso che bisogna sicuramente amarli per affrontare la lettura. Artorius è molto particolare perchè abbraccia una figura molto amata, osservandola e raccontandola da un punto di vista diverso rispetto a quello a cui siamo abituati.
EliminaUn abbraccio! <3<3<3
Ciao Antonietta :-* Dopo il thriller, l'altro mio genere preferito è proprio il romanzo storico (anche i saggi) e la figura di re Artù la a-d-o-r-o, ho letto molto a riguardo e sapevo anche che poteva essere realmente esistita, proprio in epoca romana..
RispondiEliminaE appena ho visto il tuo post nella home di blogger mi sono emozionata ^_^ sembra che scrivi i post apposta per me, perché 9 volte su 10 i libri da te recensiti rispecchiano i miei gusti :)
Bella anche l'intervista all'autore, complimenti <3 <3
Inutile dirti che questo libro l'ho appena segnato in wishlist :)
Un bacioneee :-*
Ciao Maria, ma com'è questa storia?! Anche io la maggior parte delle volte penso la stessa cosa quando leggo le tue recensioni. Di solito sono sempre libri che mi incuriosiscono e attraverso le tue parole trovo conferma o in un senso o nell'altro.
EliminaE' proprio una bellissima coincidenza che tu adori re Artù perchè questo romanzo lo affronta in un modo completamente diverso, molto realistico ma allo stesso tempo non manca un pizzico di leggenda e di magia... che rendono così affascinante questa figura ed il suo mondo.
Grazie di cuore per le tue parole.
Un abbraccio! <3
Ciao:) Un po' mi ricorda il film con Keira Knightley (ovviamente non ricordo il titolo), ma solo nell'impostazione: la storia di Artù tra i Romani. In ogni caso, non è molto il mio genere, anche se questo non sembra male:)
RispondiEliminaCiao Virginia, sì, ho visto il film che hai citato e anche l'autore nell'intervista fa riferimento a quella versione in risposta ad una mia domanda su una eventuale trasposizione cinematografica. ^__^
EliminaGià letto e apprezzato questo romanzo. Artù è un personaggio affascinante, che sia trattato con "verosimiglianza" o sconfinando nel fantasy. Purtroppo in Italia non c'è molta attenzione per questo tipo di storie, ed è un peccato perchè autori come Curcio meriterebbero più risonanza.
RispondiEliminaMolto bella anche l'intervista, la domanda sul colore l'ho trovata davvero originale.
Ciao Ery, ti ringrazio per aver lasciato le tue impressioni. Sono perfettamente d'accordo con te in tutto. E' un romanzo che merita come merita l'autore.
EliminaChe affascinante proposta di lettura gemellina, il romanzo storico è uno dei miei preferiti e Artù mi ha sempre incuriosita, wow che bel libro, me lo segno sperando di riuscire a recuperarli tutti gli infiniti libri dell'infinita wl lo spero <3
RispondiEliminaCiao dolce Ely, sono felice che ti abbia colpito e che tu consideri questo romanzo una lettura affascinante. Lo considero anche io così per la figura di cui racconta e ancora di più dopo averlo letto. ^__^
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