Buon martedì! La recensione che vi propongo oggi è dedicata ad un autore molto interessante, non solo scrittore ma anche musicista. In Riverberi d'ombra, Antonio Masseroni ci racconta la storia di una famiglia alle prese con un evento estremamente tragico e dopo, con un altrettanto capovolgimento paranormale che chiama in causa sensazioni e dimensioni altre. Di seguito trovate anche l'intervista all'autore!
Titolo: Riverberi d'ombra
Autore: Antonio Masseroni
Editore: Artemia Edizioni
Genere: Romanzo
Pagine: 200
Prezzo: 15,00 eBook 5,99
Genere: Romanzo
Pagine: 200
Prezzo: 15,00 eBook 5,99
A poco più di un anno di distanza dall'uscita della sua prima opera, Antonio Masseroni abbandona le suggestive e poetiche atmosfere post-apocalittiche create nel suo primo libro, per affrontare temi più intimi e al tempo stesso inquietanti. Riverberi d'ombra descrive il viaggio interiore di una famiglia, costretta a ritrovare i propri equilibri e la propria identità, a seguito di un tragico e sconvolgente evento. La storia getta uno sguardo su un mondo al di là dei nostri sensi, ne traccia la bellezza e l'inquietudine, trattando sentimenti molto forti e assumendo a tratti toni da thriller psicologico.
Riverberi d’ombra è un romanzo dalle atmosfere
singolari e particolarmente fruibili con l’utilizzo di tutti i sensi. L’autore è anche musicista e la sua vena
artistica, il suo modo di sentire e di guardare attraverso le Arti in piena
coscienza e consapevolezza, emerge sin dall’inizio e dona all’intera narrazione
un velo di particolare armonia e sottigliezza. Uno stile delicato,
leggero ma non privo di interessanti affondi psicologici e poetici che donano
visioni ed immagini ad una trama dalle tinte noir e paranormali.
Melissa è felicità. Melissa è vita. Adesso Melissa è un risveglio sudato. Un gemito nel buio. Il pianto di due bambini nella notte, che gridano un nome che non risponde più. Melissa è un album di fotografie, sfogliato fino allo sfinimento, sbavato da gocce di lacrime.
Un padre e due figli sono i protagonisti di una storia certamente
drammatica che raggiunge l’apice con la morte della moglie e madre in un
incidente aereo. Il padre riesce a mettere in salvo i propri figli ma non
riesce a salvare la donna che ama e la sua vita, da quel momento, sarà un lungo
e tragico tormento accalorato da un perenne senso di colpa che non riesce a
scrollarsi di dosso.
Una mania che gli avvelena il sangue e che lo percuote come fosse lui
stesso l’artefice di tale dramma, ed è per questo che decide di trasferirsi con
i suoi due bambini in una piccola cittadina chiamata Hope, ossia speranza. Per
loro la Luciernaga, una casa che all’apparenza
li accoglie con dolcezza e bellezza, soprattutto con quella pace e quella
tranquillità che tutta la famiglia o quel che ne resta, cerca. Eppure qualcosa
cova nell’ombra e segreti inpronunciabili che hanno a che fare con la morte e
con le altre dimensioni, si nascondono dietro quelle mura.
Melissa è un vuoto incolmabile. Proprio lì dove avrei giurato ci sarebbe stata l’eternità.
Personaggi strambi, una cittadina all’apparenza perfetta che li
accoglie come se non stesse aspettando altro, fanno da cornice ad una storia
piena di inquietudine e di mistero.
C’era qualcosa di troppo perfetto, addirittura artificioso nella splendida cittadina che ci circondava.
La presenza soprannaturale è molto forte, perché è inutile nasconderlo,
si tratta di fantasmi ma non è la solita storia, c’è dietro uno stile molto
personale che riesce a coinvolgere con una musicalità distinta e operata.
Il mio sogno era imperniato di quella malinconica atmosfera che solo la chiave di do diesis minore riusciva a generare. Le note bianche e nere galleggiavano come bolle nelle sfocate sfumature del mio sonno.
La casa non è così innocua come appare ma nasconde un segreto che mi
ha davvero affascinato e intrigato. Un’idea molto particolare da parte dell’autore
che ha saputo rendere alla perfezione una storia che poteva apparire banale ma
che invece ha colto a pieno l’atmosfera del brivido e della paura ma senza
essere splatter, semplicemente infilandosi con magnetismo e furbizia tra le
crepe di chi legge, portandolo esattamente dove la mente dell’autore ha
richiesto.
Riverberi d’ombra, dal titolo magicamente poetico, è un’opera evocativa, dalle immagini
sinuose e potenti. Dai colori forti e dall’impronta determinata nel cogliere
tutte le sfumature delle emozioni, da quelle più terribili a quelle più belle.
Scene che parlano di musica mentre suona un pianoforte, scene maledette che
raccontato di strane figure che si aggirano nei corridoi di quella casa di
notte. Visioni notturne, voci che sussurrano di paure e di promesse, passi che
scalpitano e canzoni che riverberano nell’aria per inquietare e per rapire i
sensi e l’anima di chi sta leggendo.
Stiamo parlando di qualcosa che i nostri sensi comuni non vedono, un viaggiatore di un altro sentiero. Beh, se davvero esiste, uno dei tanti posti al mondo in cui probabilmente lo incontrerà è proprio la Luciernaga.
Affetto, legami familiari, sensi di colpa che sembrano insormontabili
ma soprattutto amore. L’amore di una madre che torna per i propri figli, l’amore
di un padre che li salva non una volta, ma più volte in nome di quel legame con
colei che ama che nemmeno la morte è riuscito a distruggere.
Certamente questo romanzo non è idilliaco, non racconta qualcosa di
romantico o di leggero, è un romanzo che parla di morte e di superamento di
quelle barriere che esistono tra noi e chi non c’è più.
E’ possibile stabilire un contatto
con le persone care che abbiamo perso? Esiste una dimensione di passaggio, una
zona d’ombra attraverso la quale si può entrare in contatto con l’oltre?
Riverberi d’ombra oltre ad essere una narrazione scorrevole e pulita, è anche una
storia che spinge verso molte riflessioni, domande che ci poniamo tutti i
giorni e di cui può essere bello scoprire le risposte, o una versione delle
tante possibili, proprio tra quelle pagine che fungono da specchio fin troppo
chiaro e splendente delle nostre stesse paure e curiosità.
Salve Antonio, grazie di aver accettato questa intervista
e benvenuto!
Antonio Masseroni |
1 - Cosa significa
per lei scrivere e quando ha iniziato seriamente a farlo?
La
scrittura è una forma di espressione che adoro. Scrivere vuol dire tradurre in
parole e storie le proprie sensazioni, creare in qualche modo un ponte tra la
propria sfera emotiva e il mondo che c’è fuori. Scrivere è una magia che riesce
a imprigionare un’emozione nelle pagine e poi farla uscire di nuovo agli occhi
del lettore. In passato ho sempre avuto una certa predisposizione compositiva,
ma ho iniziato a scrivere soltanto un paio di anni fa, con l’uscita del mio
romanzo d’esordio “La nostalgia dell’acqua”. Sono rimasto colpito dall’effetto
che faceva lasciarsi trasportare nelle storie che io stesso creavo.
2 - Cosa rappresenta
per lei questo romanzo? Perché lo ha scritto?
Questo
romanzo, “Riverberi d’ombra”, nasce da un idea che avevo avuto addirittura
prima di scrivere il mio primo romanzo. È stato un lavoro più riflessivo, in un
certo senso più chiuso e introspettivo. Vengono trattati temi forti e
difficili, come quello dei sensi di colpa, che a volte spaventano perfino più
delle ombre che si aggirano furtive tra i corridoi del romanzo. L’ho scritto
perché, come tutte le storie che nascono nella mia fantasia, chiedeva a gran
voce di essere raccontata.
3 – Perché ha scelto
questo genere narrativo? Cosa l’affascina di questo tipo di narrazione?
Sono
quello che si può definire un lettore onnivoro, ma ho sempre nutrito una grande
passione per il mistero, per le storie che in qualche modo riuscivano a
catturare la mia attenzione fino all’ultima pagina. Come scrittore non amo
fermarmi su uno specifico genere narrativo, lo dimostra la differenza nello
stile e nei temi trattati tra i miei due romanzi. Scrivo quello che sento di
scrivere.
4 – Il legame
familiare è molto forte ma anche la presenza femminile. Ma la sua presenza?
Voglio dire quanto c’è di autobiografico nel romanzo?
Non
molto. In genere non amo che i personaggi dei miei romanzi diventino me, piuttosto
sono io a trasformarmi in tutti loro e a vivere le loro avventure. È
inevitabile però che il nostro modo di guardare il mondo si rifletta negli occhi
dei personaggi che inventiamo. Ogni personaggio in un certo senso è una parte
di noi, esaltata ed isolata dal resto: buoni, cattivi, eroi e antagonisti,
tutti contengono in fondo una sfumatura dell’autore che li ha inventati.
5 – Emerge sin da
subito una forte armonia dettata dalla presenza della musica e dalla capacità
di scrivere usando molto le immagini. Lei è musicista. Quanto conta la musica
nella sua scrittura?
Anche
la scrittura, a modo suo, è una forma di musica. Ha una sua cadenza, una sua
metrica, cambia il proprio ritmo in base all’atmosfera che si vuole creare
intorno ai diversi eventi. Ogni storia merita una colonna sonora, sia essa
inventata o veramente vissuta, e io spesso la immagino e la compongo in
sottofondo mentre scrivo le mie scene. In questo libro in particolare ho voluto
dare un ruolo speciale alla musica. Un pianoforte misterioso che suona di notte
una vecchia canzone, in una stanza dove non dovrebbe esserci nessuno… è un
immagine vivida, diretta, che coinvolge parecchi dei nostri sensi.
6 - Le atmosfere del
romanzo sono intrise di inquietudine e sono piuttosto oscure mentre il titolo è
poetico. Perché questa scelta?
In
genere mi piace scrivere un romanzo che abbia già un titolo nella mia testa. Il
titolo è una parte molto importante perché deve sintetizzare in pochissime
parole tutto il sapore del romanzo. Con Riverberi d’ombra è stato amore a prima
vista, quel titolo mi ha comunicato subito le emozioni che intendevo infondere
tra le pagine del libro. È dolce, poetico e delicato, ma sembra nascondere in
sé una minaccia indefinita.
7 - Chi è Antonio
Masseroni nella vita di tutti i giorni?
Piacerebbe
anche a me trovare una risposta a questa domanda! La verità è che siamo un mix
di così tante cose diverse che cercare di dare una definizione esatta di noi
stessi sarebbe come voler imbrigliare a tutti i costi un libro all’interno di
una collana. Ci sono mille sfaccettature, ogni giorno in evoluzione. Musicista,
scrittore, padre di famiglia… sono tutte parole della stessa persona. Le lascio
parlare e venir fuori tutte. Fortunatamente, vanno abbastanza d’accordo tra
loro.
8 –Quali emozioni
prova mentre scrive?
Un
grandissimo senso di pace. Tutto intorno sembra sparire e la storia mi cattura
nei suoi meandri. Il tempo vola e si ferma al tempo stesso. È un po’ come
sognare, ma, a differenza di un sogno, si ha il controllo su tutto.
9 – Di che colore è
il suo romanzo e se dovesse associarlo ad un odore, quale sarebbe?
Blu,
violetto, come la copertina, come quella sfumatura che assume il cielo quando
gli ultimi raggi di luce resistono al calare della notte. Se dovessi scegliere
un odore, invece, direi che ha quello degli aghi di pino, gli stessi che avvolgono
i protagonisti per tutta la storia e che io ho respirato con l’immaginazione
mentre la raccontavo.
10 – Perché i
lettori dovrebbero leggere Riverberi
d’ombra?
Perché
comunque è un romanzo che parla di emozioni vere, al di là delle preferenze di
genere. Chiunque può sentirsi parte di quelle emozioni, indipendentemente dalla
direzione che ho deciso di prendere per attraversare l’ombra, o dalla soluzione
che alla fine ho voluto dare. Si parla di sentimenti reali, in grado di
emozionare e farci riflettere tutti.
11 – Le chiedo di
lasciarci con una citazione tratta dal suo romanzo che vuole leggano i lettori.
“Non esiste amore più grande di quello di una madre.
Una madre ama per sempre…
Per sempre.”
Grazie a voi!
Gemellina mia tu hai scritto "E’ possibile stabilire un contatto con le persone care che abbiamo perso? Esiste una dimensione di passaggio, una zona d’ombra attraverso la quale si può entrare in contatto con l’oltre?" ed a me sono venuti i brividi, brividi nel cuore perchè, tu non lo sai ancora, ma questo è un argomento che non può lasciarmi indifferente. La tua recensione ha toccato le corde della mia anima come sempre ed anche forse di più e questo libro sembra parlare al mio cuore quindi ti ringrazio infinitamente per avermelo fatto conoscere e per avermelo mostrato nella sua profondità. Grazie infinite! Sei semplicemente unica così come l'intervista che hai proposto, è bellissima ed ha arricchito un già stra ricchissima recensione piena di emozione, di sentimenti immortali e di amore puro e vero. Un abbraccio con tutto il cuore dalla tua gemellina <3
RispondiEliminaCara Ely, come te, anche a me questi argomenti toccano molto da vicino. Forse perchè entrambe abbiamo sicuramente un animo sensibile e il pensiero dell'oltre e delle persone care che ad esso sono legate, ci produce non solo brividi ma anche tante sensazioni.
EliminaNon sai quanto mi faccia piacere che questa recensione sia arrivata direttamente al tuo cuore e che tu l'abbia sentita come volevo. Questo conferma la tua dolcezza e sensibilità.
Un abbraccio fortissimo e dolce come te! <3<3<3
Ciao Antonietta :-* Hai recensito in modo magistrale, come sempre, un libro che mi sembra unisca elementi di generi diversi, e che a me piacciono tutti.. Dalle tue parole ho captato dolore e sofferenza da parte dei protagonisti per le persone perse e i sensi di colpa, ma poi ci si immerge in una "zona" di misteri e di ombre..e tutto questo lo trovo particolare e affascinante..
RispondiEliminaSegno questo titolo, sperando di avere modo e tempo quanto prima per leggerlo :)
Un bacione :-*
Cara Maria, grazie di cuore! *___*
EliminaTutti gli elementi che tu hai notato e che ti hanno colpito sono quelli che hanno colpito anche e non avevo dubbi! :-)))
La storia è davvero molto affascinante e particolare, il concetto di ombra, di passaggio, di oltre, catturano l'attenzione.
Sono certa ti piacerebbe.
Un abbraccio forte! :****
Ciao Antonietta! Il titolo di questo romanzo è bellissimo, così come le citazioni, che mi hanno colpita molto. Il tema è molto forte e io avrei quasi paura ad approcciarmi, lo ammetto, perchè in questo periodo, senza un vero motivo, mi sento molto fragile quando penso ai miei genitori.
RispondiEliminaIn ogni caso, davvero una bella recensione!
Un abbraccio!
Ciao Virginia! Anche a me il titolo ha colpito subito, è poetico e fortemente evocativo. Lo stile dell'autore risente positivamente della sua arte e della musica.
EliminaIl tema è forte, senza dubbio e posso capire la tua paura e ciò che intendi. E' successo anche a me di sentire uno strano timore verso i miei genitori, soprattutto mia madre, senza che poi ci fosse un valido motivo. Credo sia normale e dipenda esclusivamente dall'affetto che nutriamo per loro. :-)
Un abbraccio! :*
Lo so che arrivo tardi e perciò ti auguro un buon mercoledì, Antonietta. Che dire di questa recensione?
RispondiEliminaChe non potrei non accodarmi a quello che ti è già stato detto qui sopra... perché anche a me le hai toccate le corde del cuore, dell'anima, del sangue, di tutto... Sei come l'ago di una siringa, penetri oltre la pelle ed entri direttamente nel sangue. E lo posso dire quanto mi è piaciuta anche l'intervista?
Condivido in pieno quello che ha detto l'autore, io non avrei scritto neanche una parola senza musica... perché scrivere con la musica (strumentale, soprattutto il pianoforte che amo perdutamente) ti fa annullare sul serio da tutto e tutto si annulla. Bisogna provare per capire davvero.
Un abbraccione che viene dritto dal cuore. :-*** <3<3<3
Cara Federica, non arrivi mai tardi! Sai quanto sono importanti le tue parole e ti ringrazio ancora e ancora. <3
EliminaAnche io amo il pianoforte ed il violino anche, trovo che il primo produca una musica sublime ma al contempo anche sottilmente malinconica che arriva direttamente all'anima senza alcun filtro.
Sono felice di avere anche quest'altro piccolo dettaglio in comune con te! :-)
Un abbraccio forte! <3<3<3