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giovedì 10 ottobre 2024

Recensione: SANTA di Rosanna Turone

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice NNeditore, oggi vi parlo di Santa di Rosanna Turone.

santa

di Rosanna Turone
Editore: NNeditore
Pagine: 208
GENERE: Narrativa contemporanea
Prezzo: 7,99€ - 19,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Fin da bambina, Santa ha solo un sogno: essere amata senza condizioni. Ma i suoi genitori, che avrebbero voluto un maschio, le hanno sempre preferito la capricciosa sorella Beatamaria. Santa cresce insofferente per questo amore a metà, e quando ritrova Gianni, un ex compagno di scuola, coglie l’occasione di lasciare il paesino calabrese dove vive per seguirlo in Piemonte. Santa tocca il culmine della felicità quando diventa madre di Tommaso, mentre Gianni si rivela sempre più irascibile e violento; contro tutti i precetti della famiglia, Santa lo lascia. Finalmente libera, lavora come modella di abiti da sposa e inizia una relazione con Mauro, un uomo sposato per cui prova un’intensa passione. Ma quando scopre di aspettare un figlio, Santa si ritrova da sola di fronte a una scelta estrema, che la porta a sfidare tutte le sue più profonde convinzioni. Scritto in uno stile vertiginoso, con tratti di lucida ironia e ricco di personaggi memorabili, Santa è il romanzo di una donna che splende di luci e di ombre, che rompe ogni regola per rivendicare al tempo stesso la voglia di essere amata e di emanciparsi. Nel suo esordio, Rosanna Turone trasforma la fragilità in un’arma pericolosa, con cui travolgere limiti e compromessi, in una corsa a perdifiato verso la libertà.

RECENSIONE

Santa di Rosanna Turone è un viaggio intimo e profondo nella vita della protagonista, che ci racconta con lucidità, a tratti ironica e altre volte struggente, il proprio mondo interiore e quello delle persone che la circondano. 

L'intero romanzo è pervaso da un senso di malinconia e nostalgia, ma anche da momenti di rabbia e ribellione. Questi sentimenti sono alla base delle relazioni familiari e amorose della protagonista, che si sviluppano in un contesto sociale opprimente e in una famiglia che non le ha mai offerto il supporto emotivo di cui aveva bisogno. 

Santa viene descritta con un'acuta consapevolezza di sé, ma al contempo un forte senso di smarrimento. Il nome stesso, "Santa", che avrebbe dovuto essere quello di un fratello maschio, diventa un simbolo della sua identità confusa, frutto di un destino che non ha mai sentito come proprio. La narrazione ci mostra come i personaggi che la circondano – dalla madre, chiamata significativamente Sapienza, alla sorella Beatamaria, all'ex compagno Gianni – rappresentino ognuno un aspetto del mondo che Santa cerca di allontanare e allo stesso tempo di comprendere. 

L’autrice mette in scena un microcosmo di provincia dove le convenzioni e le aspettative sociali opprimono i desideri e le aspirazioni individuali. Le relazioni amorose, specialmente quella con Gianni, sono un terreno di lotta continua tra il bisogno di sentirsi amata e l’incapacità di accettare un amore che non soddisfa il suo desiderio di autenticità. Gianni, con la sua personalità narcisista e dominatrice, rappresenta un tipo di uomo che si impone senza mai mettere in discussione la propria posizione di potere, mentre Santa si ribella a questo amore imperfetto, cercando un significato più profondo nelle sue relazioni, ma senza mai trovarlo del tutto. Santa si muove tra il bisogno di approvazione e il desiderio di autodeterminazione, oscillando tra momenti di fragilità e un’ironia tagliente che utilizza come scudo contro il dolore. 

Il racconto del suo rapporto con la sorella e con la madre è emblematico di una famiglia disfunzionale, dove i sentimenti si mescolano con la competizione, l’incomprensione e una mancata comunicazione emotiva che ha lasciato ferite profonde. La madre, incapace di esprimere un affetto sincero, sembra vivere in un mondo di apparenze e di obblighi sociali, mentre la sorella è il riflesso di un sistema familiare che predilige chi sembra adattarsi meglio alle norme, lasciando Santa in una posizione di eterna incompiutezza. 

Questo libro si legge come un atto di denuncia verso un sistema patriarcale e sociale che soffoca i desideri delle donne, ma anche come una ricerca disperata di un amore che vada oltre le convenzioni e le aspettative. Santa, nel suo viaggio interiore, ci mostra le cicatrici lasciate da relazioni diseguali, da una famiglia incapace di darle spazio e da una società che non le permette di essere sé stessa. 

Gianni è l'esempio classico del manipolatore narcisista. Nel suo rapporto con Santa, l'equilibrio di potere è sempre sbilanciato a suo favore. Gianni sfrutta la sua superiorità fisica e il suo fascino per tenere Santa sotto il suo dominio, facendola sentire inadeguata e colpevole. La sua abitudine di minimizzare i sentimenti di lei, di deriderla, di renderla insicura perfino nei gesti quotidiani (come mangiare l'ultima mozzarella) è emblematico del suo controllo. Il suo è un tipo di manipolazione sottile, in cui l'insicurezza della protagonista è alimentata giorno dopo giorno da piccole ma continue umiliazioni e critiche, che portano Santa a interiorizzare l'idea di essere insufficiente, inadatta, e perfino colpevole dei difetti di Gianni. Questa dinamica è profondamente tossica, poiché Santa finisce per convincersi di dover cambiare per essere accettata e amata, mentre Gianni non si assume mai la responsabilità delle proprie mancanze. 

Dall'altro lato, Mauro incarna un tipo di manipolazione più subdola. Se Gianni è apertamente narcisista, Mauro si presenta come più empatico e comprensivo, ma anche lui esercita un potere psicologico su Santa. Con Mauro, la manipolazione è meno evidente ma altrettanto distruttiva: Mauro utilizza la vicinanza emotiva come arma, offrendole un'apparente comprensione e sostegno, per poi ritirarsi o sminuire i suoi bisogni quando non corrispondono ai propri interessi. Questo tipo di manipolazione è insidioso perché fa leva sul bisogno di Santa di essere vista e compresa. Mauro, inizialmente, sembra rispondere a questa esigenza, ma pian piano la sua vera natura emerge, dimostrando che anche il suo affetto è condizionato dalle aspettative sociali e personali che impone alla protagonista. 

Entrambi gli uomini, dunque, plasmano Santa secondo i propri bisogni, privandola della sua libertà emotiva e costringendola in ruoli predefiniti. Gianni lo fa attraverso la dominazione fisica e verbale, mentre Mauro attraverso un gioco psicologico più fine, ma ugualmente soffocante. Santa è costantemente costretta a giustificarsi, a spiegarsi, e a dimostrare un amore che non viene mai accettato per quello che è, ma che deve sempre soddisfare le esigenze dell'altro. 

La manipolazione psicologica in questo contesto non è solo una forma di controllo, ma diventa anche un mezzo per rafforzare la posizione di potere degli uomini nella sua vita, lasciandola in una spirale di colpevolezza e insicurezza da cui fatica a uscire. Il romanzo offre uno spaccato potente delle dinamiche di controllo emotivo e della difficoltà di emanciparsi da relazioni tossiche che, seppur diverse nei modi, condividono lo stesso meccanismo oppressivo. 

La prosa di Rosanna Turone è limpida, a tratti poetica, e costruisce un ritmo che oscilla tra momenti di introspezione dolorosa e lampi di humor nero. Questo contrasto rende la lettura un’esperienza avvolgente, capace di toccare corde profonde del lettore, portandolo a riflettere sul significato delle proprie relazioni e sul modo in cui la società può influenzare e plasmare le dinamiche affettive. Un romanzo che sa essere graffiante e delicato allo stesso tempo, capace di restituire con precisione l’angoscia e la complessità delle emozioni umane.

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